ATTO PRIMO
Bosco presso il campo d'Attila
È notte; nel vicino ruscello bulicano i raggi della luna
Romanza
ODABELLA
Liberamente or piangi...
Sfrenati, o cor.
La queta ora, in che posa
Han pur le tigri, io sola
Scorro di loco in loco.
Eppur sempre quest'ora
Attendo e invoco.
Oh! nel fuggente nuvolo
Non sei tu, padre, impresso?...
Cielo!.., ha mutato immagine!...
Il mio Foresto è desso.
Sospendi, o rivo, il murmure,
Aura, non più fremir...
Ch'io degli amati spiriti
Possa la voce udir.
Duetto
ODABELLA
Qual suon di passi!
Viene Foresto, in costume barbaro
FORESTO
Donna!
ODABELLA
Gran Dio!! ...
FORESTO
Ti colgo alfine!
ODABELLA
Sì... la sua voce!
Tu... tu! Foresto? tu, l'amor mio?
Foresto, io manco!... m'affoga il cor!
Tu mi respingi? tu! sì feroce?
FORESTO
Nè a me dinanzi provi terror?
ODABELLA
riscuotendosi
Ciel!... che dicesti?
FORESTO
T'intingi invano:
Tutto conosco, tutto spiai!
Per te d'amore, furente, insano
Sprezzai perigli, giunto son qui!
Qual io ti trovi, barbara, il sai...
ODABELLA
Tu?... tu, Foresto, parli così?
FORESTO
Sì, quello io son, ravvisami,
Che tu tradisti, infida:
Qui fra le tazze e i cantici
Sorridi all'omicida...
E la tua patria in cenere
Pur non ti cade in mente...
Del padre tuo morente
L'angoscia e lo squallor.
ODABELLA
Col tuo pugnal feriscimi...
Non col tuo dir, Foresto;
Non maledir la misera...
Crudele inganno è questo!
Padre, ben puoi tu leggere
Dentro il mio sen dal cielo...
Oh! digli tu se anelo
D'alta vendetta in cor.
FORESTO
Va! racconta al sacrilego infame,
Ch'io sol resto a sbramar la sua fame.
ODABELLA
Deh!... pel cielo, pei nostri parenti,
Deh! m'ascolta, o m'uccidi, crudele!
FORESTO
Che vuoi dirmi?
ODABELLA
Foresto, rammenti
Di Giuditta che salva Israele?
Da quel dì che ti pianse caduto
Con suo padre sul campo di gloria,
Rinnovar di Giuditta l'istoria
Odabella giurava al Signor.
FORESTO
Dio!.., che intendo!
ODABELLA
La spada del mostro
Vedi, è questa! il Signor l'ha voluto!
FORESTO
Odabella, a'tuoi piedi mi prostro...
ODABELLA
Al mio seno! s'addoppia il valor!
FORESTO e ODABELLA
Oh t'innebria nell'amplesso,
Gioia immensa, indefinita!
Nell'istante a noi concesso
Si disperde il corso duol!
Ah! qui si effonde in una sola
Di due miseri la vita...
Noi ravviva, noi consola
Una speme, un voto sol.
Tenda d'Attila
Sopra il suolo, coperto da una pelle di tigre, e disteso Uldino che dorme. In fondo alla sinistra, per mezzo di una cortina sollevata a mezzo, la quale forma come una stanza appartata, scorgesi Attila in preda al sonno sopraletto orientale assai basso, e coperto egualmente do pelli di tigre
Aria
ATTILA
balzando esterrefatto
Uldino! Uldin!
ULDINO
Mio Re!
ATTILA
Non hai veduto?
ULDINO
Che mai?
ATTILA
Tu non udisti?
ULDINO
Io? nulla.
ATTILA
Eppur feroce
Qui s'aggirava. Ei mi parlò...
Sua voce
Parea vento in caverna!
ULDINO
Oh Re, d'intorno
Tutto è silenzio.., della vigil scolta
Batte soltanto il piè.
ATTILA
Mio fido, ascolta!
Mentre gonfiarsi l'anima
Parea dinanzi a Roma,
M'apparve immane un veglio,
Che m'afferrò la chioma...
Il senso ebb'io travolto,
La man gelò sul brando;
Ei mi sorrise in volto,
E tal mi fe' commando:
Di flagellar l'incarco
Contro i mortali hai sol.
T'arretra!... or chiuso è il varco;
Questo de' Numi è il suol!
In me tai detti suonano
Cupi, fatali ancor,
E l'alma in petto ad Attila
S'agghiaccia pel terror.
ULDINO
Raccapriccio! E che far pensi?
ATTILA
riaccendendosi
Or son liberi i miei sensi!
Ho rossor del mio spavento.
Chiama i druidi, i duci, i re.
Già più rapido del vento,
Roma iniqua, volo a te.
Uldino esce
Oltre quel limite
T'attendo, o spettro!
Vietarlo ad Attila
Chi mai potrà?
Vedrai se pavido
lo là m'arretro,
Se alfin me vindice
Il mondo avrà.
Finale
entrano in scena Uldino, Duci e Re
CORO
Parla, imponi.
ATTILA
L'ardite mie schiere
Sorgan tutte alle trombe guerriere,
È Wodan che a gloria v'appella:
Moviam tosto.
CORO
Sia gloria a Wodan.
Allo squillo, che al sangue ne invita,
Pronti ognora i tuoi fidi saran.
Sia gloria a Wodan.
VERGINI e FANCIULLI
interno e lontano
Vieni, le menti visita,
O spirto creator...
ATTILA
Che fia!
VERGINI e FANCIULLI
Dalla tua fronte piovere
Fanne il vital tesor.
ATTILA
Non questo è l'eco
Delle mie trombe! Aprite, olà!...
Il campo dAttila
dalla collina infondo vedesi avanzare, preceduta da
Leone e da sei Anziani, processionalmente una
schieradi Vergini e Fanciulli in bianche vesti recanti
palme.
La scena è ingombra dalle schiere d'Attila in armi. Fra lamoltitudine appare Foresta con visiera calata, Odabella e Detti
ULDINO e CORO
Chi viene?
VERGINI e FANCIULLI
avanzandosi
I guasti sensi illumina,
Spirane amore in sen.
L'oste debella e spandasi
Di pace il bel seren.
ATTILA
commovendosi a poco a poco
Uldino! è quello il bieco fantasma!...
Il vo' sfidar... Chi mi trattiene?
LEONE
Di flagellar l'incarco
Contro i mortali hai sol.
T'arretra!... or chiuso è il varco;
Questo de' numi è il suol.
ATTILA
Gran Dio! le note istesse
Che la tremenda vision m'impresse.
leva la testa al cielo sopraffatto da subito terrore
No!... non è sogno ch'or l'alma invade!
Son due giganti che investon l'etra...
Fiamme son gl'occhi, fiamme le spade...
Le ardenti punte giungono a me.
Ah!... Spirti, fermate.
Qui l'uom s'arretra;
Dinanzi ai numi prostrasi il Re!
ULDINO
Sordo ai lamenti pur de' fratelli,
Vago di sangue, di pugne solo:
La flebil voce di pochi imbelli
Qual nuovo senso suscita in me?
Qual possa è questa! Prostrato al suolo
La prima volta degli Unni il Re!
LEONE, ODABELLA, FORESTO e VERGINI
Oh, dell'Eterno mira virtute!
Da un pastorello vinto è Golìa,
Da umil fanciulla l'uomo ha salute,
Da gente ignota sparsa è la fè...
Dinanzi a turba devota e pia
Ora degli empi s'arretra il Re!