ATTO SECONDO
Campo d'Ezio
Scorgesi lontana la grande città dei sette colli
Aria
EZIO
tenendo in mano un papiro spiegata e mostrando dispetto
Tregua è cogl'Unni.
A Roma, Ezio, tosto ritorna...
A te l'impone Valentinion.
L'impone!... e in cotal modo,
Coronato fanciut, me tu richiami?...
Or, or, più che del barbaro
Le mie schiere paventi!
Un prode guerrier canuto
piegherà mai sempre
Dinanzi a imbelle, a concubino servo?
Ben io verrò.., ma qual s'addice al forte,
Il cui poter supremo
La patria leverà da tanto estremo!
Dagl'immortali vertici
Belli di gloria, un giorno,
L'ombre degli avi, ah sorgano:
Solo un istante intorno!
Di là vittrice l'aquila
Per l'orbe il vol spiegò... ah!
Roma nel vil cadavere
Chi ravvisare or può?
Chi vien?
preceduta da alcuni saldati romani presentasi uno stuolo di schiavi d'Attila
CORO
Salute ad Ezio,
Attila invia per noi.
Brama che a lui convengano
Ezio, ed i primi suoi.
EZIO
Ite! noi tosto al campo verrem.
i Saldati partono, una è rimastoa: egli è Foresto
Che brami tu?
FORESTO
Ezio, al comune scampo
Manca la tua virtù.
EZIO
sorpreso
Che intendi?... Oh chi tu sei?
FORESTO
Ora saperlo è vano;
Il barbaro profano
Oggi vedrai morir.
EZIO
Che narri?
FORESTO
Allor tu dei
L'opera mia compir.
EZIO
Come?
FORESTO
Ad un cenno pronte
Stian le romane schiere;
Quando vedrai dal monte
Un fuoco lampeggiar,
Prorompano, quai fiere,
Sullo smarrito branco!
Or va...
EZIO
Dite non manco,
Saprò vedere, e oprar.
Foresta parte rapidamente
È gettata la mia sorte,
Pronto sono ad ogni guerra;
S'io cadrò, cadrò da forte,
E il mio nome resterà.
Non vedrò l'amata terra
Svenir lenta e farsi a brano...
Sopra l'ultimo romano
Tutta Italia piangerà.
Campo d'Attila come nell'atto primo, apprestato a solenne convito
La notte è vivamente rischiarata da cento fiamme che irrompono da grossi tronchi di quercia preparati all'uopo. Unni, Ostrogoti, Eruli, ecc.Mentre i guerrieri cantano, Attila, seguita dai Druidi, dalle Sacerdotesse, dai Duci e Re, va ad assidersi al posto, Odabella gli è presso in costume d'Amazzone.
Finale Secondo
UNNI ED OSTROGOTI
Del ciel l'immensa volta,
Terra, ai nemici tolta,
Ed aer che fiammeggia
Son d'Attila la reggia.
La gioia delle conche
Or si diffonda intorno;
Di membra e teste tronche
Godremo al nuovo giorno!
una squillo di tromba annuncia l'arriva degli
ufficialiromani preceduti da Uldino
ATTILA
alzandosi
Ezio, ben vieni! Della tregua nostra
Fia suggello il convito.
EZIO
Attila, grande in guerra sei,
Più generoso ancora
Con ospite nemico.
DRUIDI
si avvicinano ad Attila e gli dicano sottovoce
O Re; fatale è
Seder collo stranio.
ATTILA
E che?
DRUIDI
Nel cielo
Vedi adunarsi i nembi
Di sangue tinti... Di sinistri augelli
Misto all'infausto grido
Dalle montagne urlò lo spirto infido!
ATTILA
Via, profeti del mal!
DRUID!
Wodan ti guardi.
ATTILA
alle Sacerdotesse
Sacre figlie degli Unni,
Percuotete le cetre, e si diffonda
Delle mie feste la canzon gioconda.
tutti si assidano. Le
Sacerdotesse, schieratesi nel mezzo, alzano il seguente canto
SACERDOTESSE
Chi dona luce al cor?...
Di stella alcuna
Dal cielo il vago tremolar non pende;
Chi dona luce al cor?..
Non raggio amico di ridente luna
Alla percossa fantasia risplende...
Ma fischia il vento, rumoreggia il tuono,
Sol dan le corde della tromba il suono.
un improvviso e rapido soffio procelloso spegne gran
parte delle fiamme. Tutti si alzano per natural moto di
terrore. Silenzio e tristezza generale. Foresta è corso ad Odabella, Ezio s'è avvicinato ad Attila.
TUTTI
Ah!
CORO
Lo spirto de' monti
Ne rugge alle fronti,
Le quercie fumanti
Sua mano coprì...
Terrore, mistero
Sull'anima ha impero...
Stuol d'ombre vaganti
Nel buio apparì.
EZIO
ad Attila
Rammenta i miei patti,
Con Ezio combatti;
Del vecchio guerriero
La mano non sprezzar.
Decidi. Fra poco
Non fora più loco.
(Del barbaro altiero
Già l'astro dispar.)
FORESTO
ad Odabella
O sposa, t'allieta,
È giunta la meta,
De'padri lo scempio
Vendetta otterrà.
La tazza là mira
Ministra dell'ira,
Al labbro dell'empio,
Uldin l'offrirà.
ODABELLA
da sè
(Vendetta avrem noi
Per mano de' suoi?...
Non fia ch'egli cada
Pel loro tradir.
Nel giorno segnato
A Dio l'ho giurato
È questa la spada
Che il deve colpir.)
ATTILA
ad Ezio
M'irriti, o Romano...
Sorprendermi è vano:
O credi che il vento
M'infonda terror?
Nei nembi e tempeste
S'allietan mie feste...
(Oh rabbia! non sento
Più d'Attila il cor!)
ULDINO
da sè
(Dell'ora funesta
L'istante s'appresta..
.Uldin paventi?
Breton non sei tu?
O il cor più non t'ange
La patria che piange?
La rea servitù?)
II cielo si rasserena
TUTTI
L'orrenda procella
Qual lampo sparì.
Di calma novella
Il ciel si vestì!
ATTILA
riscuotendosi
Si riaccendan le quercie d'intorno,
gli schiavi eseguiscono il cenno
Si rannodi la danza ed il giuoco...
Sia per tutti festivo tal giorno.
Porgi, Uldino, la conca ospitai.
FORESTO
sottovoce ad Odabella
Perchè tremi?... s'imbianca il tuo volto.
ATTILA
ricevendo la tazza
Libo a te, gran Wodano, che invoco!
ODABELLA
trattenendolo
Re, ti ferma!.., è veleno!...
CORO
Che ascolto!
ATTILA
furibondo
Chi 'I temprava?
ODABELLA
(Oh momento fatal!)
FORESTO
avanzandosi con fermezza
lo.
ATTILA
ravvisandolo
Foresto!
FORESTO
Sì, quel che un giorno
La corona strappò dal tuo crine...
ATTILA
traendo la spada
Ah! In mia mano caduto se' alfine,
Ben io l'ama dal sen ti trarrò.
FORESTO
con scherno
Or t'è lieve...
ATTILA
fermandosi a tai parole
(Oh mia rabbia! oh mio scorno!)
ODABELLA
Re, la preda niun toglier mi può.
Io t'ho salvo.., il delitto svelai...
Da me sol fia punito l'indegno.
ATTILA
compiacendosi del fiero atto
Io tel dono! Ma premio più degno,
Mia fedele, riserbasi a te:
Tu doman salutata verrai
Dalle genti qual sposa del re.
Oh miei prodi! un solo giorno
Chiedo a voi di gioia e canto,
Tuonerà di nuovo intorno
Poscia il vindice flagel.
Ezio, in Roma annuncia intanto
Ch'io de' sogni ho rotto il vel.
ODABELLA
con represso impeto o Foresto
Frena l'ira che t'inganna;
Fuggi, salvati, o fratello.
Me disprezza, me condanna,
Di' che vile, infame io son...
Ma, deh, fuggi... al dì novello
Avrò tutto il tuo perdon.
FORESTO
ad Odabella
Parto sì, per viver solo
Fino al dì della vendetta:
Ma qual pena, ma qual duolo
A tua colpa si può dar?
Del rimorso che t'aspetta
Duri eterno il flagellar.
EZIO
(chi l'arcan svelar potea?
Chi fidarlo a core amante?
Va, ti pasci, va, ti bea
Fatal uom, di voluttà
Ma doman su te festante
Ezio in armi piomberà)
ULDINO
(Io gelar m'intesi il sangue...
Chi tradir poteane omai?
Me dal fulmine, dall'angue,
Tu salvasti, o pro' guerrier...
Ah generoso! E tu m'avrai
Sempre fido al tuo voler.)
CORO
Oh Re possente, il cor riscuoti...
Torna al sangue, torna al fuoco!
Su, punisci, su, percuoti
Questo stuolo di traditor!
Non più scherno, non più giuoco
Noi sarem de' numi lor.