ATTO PRIMO

Sinfonia

SCENA PRIMA
(Sala nel Castello di Windsor negli appartamenti della Regina. Il luogo è illuminato. Vanno e vengono da ogni parte numerose persone; chi passeggiando discorre; chi si trattiene sedendo, ecc., ecc.)

Introduzione

CORO di Cavalieri
(sempre sotto voce)

CORO I
Né venne il Re?

CORO II
Silenzio.
Ancor non venne.

CORO I
Ed ella?

CORO II
Ne geme in cor, ma simula.

CORO I
Tramonta omai sua stella.

TUTTI
D'Enrico il cor volubile
Arde d'un altro amor.

CORO I
Tutto lo dice.

CORO II
Il torbido
Aspetto del sovrano…

CORO I
Il parlar tronco…

CORO II
Il subito
Irne da lei lontano…

TUTTI
Un acquetarsi insolito
Del suo geloso umor.

INSIEME
Oh! come ratto il folgor
Sul capo suo discese!
Come giustizia vendica
L'espulsa Aragonese!
Fors'è serbata, ahi misera!
Ad onta e duol maggior.


SCENA SECONDA
(Giovanna e detti)

Sortita

GIOVANNA
Ella di me, sollecita
Più dell'usato, ha chiesto.
Ella… perché?… qual palpito!
Qual dubbio in me si è desto!
Innanzi alla mia vittima
Perde ogni ardire il cor.
Sorda al rimorso rendimi,
O in me ti estingui, amor.


SCENA TERZA
(Anna comparisce dal fondo seguitata dalle sue Dame, da Paggi, e da Scuderi. Tutti le dan luogo, e rispettosamente le fanno corona. Smeton è nel corteggio. Silenzio.)


Scena e Romanza

ANNA
Sì taciturna e mesta
Mai non vidi assemblea…
(a Giovanna)
Tu stessa un tempo
Lieta cotanto, richiamar non sai
Sul tuo labbro un sorriso!

GIOVANNA
E chi potria
Seren mostrarsi quando afflitta ci vede
La sua Regina?

ANNA
Afflitta, è ver, son io…
Né so perché… Smania inquieta. ignota,
A me la pace da più giorni invola.

SMETON
(Misera!)

GIOVANNA
(Io tremo ad ogni sua parola.)

ANNA
Smeton dov'è?

SMETON
Regina!

ANNA
A me t'appressa. Non vuoi tu per poco
De' tuoi concenti rallegrar mia Corte,
Finché sia giunto il Re?

GIOVANNA
(Mio cor, respira.)

ANNA
Loco, o Ledi, prendete.

SMETON
(Oh amor, m'inspira.)
(siedono tutte. I Cortigiani son collocati qua e là a vari gruppi. Un'arpa è recata a Smeton. Egli preludia un momento, indi canta la seguente Romanza)
Deh! non voler costringere
A finta gioia il viso:
Bella è la tua mestizia
Siccome il tuo sorriso.
Cinta di nubi ancora
Bella è così l'Aurora.
La Luna malinconica
Bella è nel suo pallor.

(Anna diviene più pensosa. Smeton prosegue con voce più animata ecc.)

Chi pensierosa e tacita
Starti così ti mira.
Ti crede ingenua Vergine
Che il primo amor sospira:
Ed obbliato il serto
Ond'è il tuo crin coperto,
Teco sospira, e sembragli
Esser quel primo amor.

ANNA
(sorge commossa)
Cessa.., deh! cessa…

SMETON
Regina!… oh ciel!…

CORO
(Ella è turbata, oppressa.)

ANNA
(Come, innocente giovane,
Come m'hai scosso il core!
Son calde ancor le ceneri
Del mio primiero amore!
Ah! non avessi il petto
Aperto ad altro affetto
Io non sarei sì misera,
Nel vano mio splendor.)
(agli astanti)
Ma poche omai rimangono
Ore di notte, io credo.

GIOVANNA
L'alba è vicina a sorgere…

ANNA
Signori, io vi congedo.
È vana speme attendere.
Che omai più giunga il Re.
Andiarn. Seymour.

(si appoggia a lei)

GIOVANNA
Che v'agita?

ANNA
Legger potessi in me!

Cavatina

Non v'ha sguardo a cui sia dato
Penetrar nel mesto core:
Mi condanna il crudo fato
Non intesa a sospirar.
Ah! se mai di regio soglio
Ti seduce lo splendore.
Ti rammenta il mio cordoglio,
Non lasciarti lusingar.

GIOVANNA
(Alzar gli occhi in lei non oso,
Non ardisco favellar.)

CORO
(Qualche istante di riposo
Possa il sonno a lei recar.)

(Anna parte accompagnata da Seymour e dalle ancelle. L'adunanza si scioglie a poco a poco. La scena si sgombra, e non rimane dei lumi che una gran lampada, la quale rischiara la sala.)


SCENA QUARTA

(Giovanna ritorna dagli appartamenti della regina. Essa è agitata.)

Scena e Duetto

GIOVANNA
Oh! qual parlar fu il suo!
Come il cor mi colpì! - Tradita forse,
Scoperta io mi sarei? Sul mio sembiante
Avria letto il misfatto? - Ah no; mi strinse
Teneramente al petto;
Riposa ignara che il serpente ha stretto.
Potessi al men ritrarre
Da questo abisso il piede; e far che il tempo
Corso non fosse. - Ahi! la mia sorte è fissa,
Fissa nel Cielo come il dì supremo.
(è battuto ad una porta segreta)
Ecco, ecco il Re!…
(va ad aprire)


SCENA QUINTA
(Enrico, e detta)

ENRICO
Tremate voi?…

GIOVANNA
Sì, tremo.

ENRICO
Che fa colei?

GIOVANNA
Riposa.

ENRICO
Non io.

GIOVANNA
Riposo io forse? - Ultimo sia
Questo colloquio nostro… ultimo, o Sire;
Ve ne scongiuro…

ENRICO
E tal sarà. Vederci
Alla faccia del sole omai dobbiamo:
La terra e il cielo han da saper ch'io v'amo.

GIOVANNA
Giammai, giammai… Sotterra
Vorrei celar la mia vergogna.

ENRICO
È gloria
L'amor d'Enrico… Ed era tal per Anna
Agli occhi pur dell' Inghilterra intera.

GIOVANNA
Dopo l'imene ci l'era…
Dopo l'imene solo.
ENRICO
E in questa guisa
M'ama Seymour?

GIOVANNA
E il Re così pur m'ama?

ENRICO
Ingrata, e che bramate?

GIOVANNA
Amore, e fama.

ENRICO
Fama! Sì: l'avrete, e tale
Che nel mondo egual non fia:
Tutta in voi la luce mia,
Solo in voi si spanderà.
Non avrà Seymour rivale,
Come il sol rival non ha.

GIOVANNA
La mia fama è a' piè dell'ara:
Onta altrove è a me serbata:
E quell'ara è a me vietata,
Lo sa il Cielo, il Re lo sa.
Ah! s'è ver che al Re son cara,
L'onor mio pur caro avrà.

ENRICO
(risentito)
Sì… v'intendo.

GIOVANNA
Oh Cielo! e tanto
È in voi sdegno?

ENRICO
È sdegno e duolo.

GIOVANNA
Sire!…

ENRICO
Amate il Re soltanto.

GIOVANNA
Io!…

ENRICO
Vi preme il trono solo.
Anna pure amor m'offrìa,
Vagheggiando il soglio inglese…
Ella pure il serto ambìa
Dell'altera Aragonese…
L'ebbe alfin, ma l'ebbe appena.
Che sul crin le vacillò.
Per suo danno, per sua pena.
D'altra donna il cor tentò.

GIOVANNA
Ah! non io, non io v'offrìa
Questo cor a torto offeso…
Il mio Re me lo rapìa;
Dal mio Re mi venga reso.
Più infelice di Bolena,
Più da piangere sarò.
Di un ripudio avrò la pena,
Né un marito offeso avrò.

(Giovanna s'allontana piangendo)

ENRICO
Tu mi lasci?

GIOVANNA
Il deggio.

ENRICO
Arresta.

GIOVANNA
Io non posso.

ENRICO
Arresta: il voglio.
Già l'altar per te si appresta:
Avrai sposo e scettro e soglio.

GIOVANNA
Cielo!… ed Anna?

ENRICO
lo l'odio…

GIOVANNA
Ah! Sire…

ENRICO
Giunto è il giorno di punire.

GIOVANNA
Ah! qual colpa?

ENRICO
La più nera.
Diemmi un cor che suo non era…
M'ingannò pria d'esser moglie:
Moglie ancora ni'ingannò.

GIOVANNA
E i suoi nodi?

ENRICO
Il Re li scioglie.

GIOVANNA
Con qual mezzo?

ENRICO
Io sol lo so.

GIOVANNA
Ah! qual sia cercar non oso…
Nol consente il core oppresso…
Ma sperar mi sia concesso
Che non fia di crudeltà.
Non mi costi un regio sposo
Più rimorsi, per pietà!

ENRICO
Rassicura il cor dubbioso,
Nel tuo Re la mente acqueta…
Ch'ei ti vegga omai più lieta
Dell'amor che sua ti fa.
La tua pace, il tuo riposo
Pieno io voglio, e tal sarà.

(Enrico parte dalla porta segreta; Giovanna s'inoltra negli appartamenti)


SCENA SESTA
(Parco nel Castello di Windsor. È giorno. Percy e Rochefort da varie parti.)

Recitativo e Cavatina

ROCHEFORT
(incontrandosi)
Chi veggo?. . . In Inghilterra
Tu, mio Percy?

(si abbracciano)

PERCY
Mi vi richiama, amico,
D'Enrico un cenno… E al suo passaggio offrirmi,
Quando alla caccia ei mova, è mio consiglio.
Dopo sì lungo esiglio
Respirar l'aura antica e il ciel natio,
Ad ogni core è dolce, amaro al mio.

ROCHEFORT
Caro Percy! mutato
Il duol non t'ha così, che a ravvisarti
Pronto io non fossi.

PERCY
Non è duolo il mio
Che in fronte appaia: raunato è tutto
Nel cor profondo. - lo non ardisco, o amico,
Della tua suora avventurar inchiesta…

ROCHEFORT
Ella è Regina… Ogni sua gioia è questa.

PERCY
E il ver parlò la fama?…
Ella è infelice?… Il Re mutato?…

ROCHEFORT
E dura
Un cor contento mai?

PERCY
Ben dici… ei vive
Privo di speme come vive il mio.

ROCHEFORT
Sommesso parla.

PERCY
E che temer degg'io?
Da quel dì che, lei perduta,
Disperato in bando andai,
Da quel dì che il mar passai,
La mia morte cominciò.
Ogni luce a me fu muta,
Dai viventi mi divisi.
Ogni terra ov' io m'assisi
La mia tomba mi sembrò.

ROCHEFORT
E venisti a far peggiore
Il tuo stato a lei vicino?

PERCY
Senza mente, senza core,
Cieco io seguo il mio destino.
Pur talvolta, in duol sì fiero,
Mi sorride nel pensiero
La certezza che fortuna
I miei mali vendicò.

(odensi suoni di caccia)

ROCHEFORT
Già la caccia si raduna…
Taci: alcuno udir ti può.


SCENA SETTIMA
(Escono da varie parti drappelli di cacciatori: tutto è movimento in fondo alla scena. Accorrono Paggi, Scudieri, de genti armate di picche, ecc., ecc.)

CORO
Olà! veloci accorrano
I paggi, gli scudieri…
I veltri si dispongano…
S'insellino i destrieri…
Più che giammai sollecito
Esce stamane il Re.

PERCY
Ed Anna anch'ella!…

ROCHEFORT
Acquetati.
Forse con lui non è.

PERCY
Ah così ne' dì ridenti
Del primier felice amore.
Palpitar sentiva il core
Nel doverla riveder.
Di que' dolci e bei momenti,
Ciel pietoso, un sol mi rendi;
Poi la vita a me riprendi,
Perch' io mora di piacer.

CORO
Si appressa il Re: schieratevi…
Al Re si renda onor.


SCENA OTTAVA
(Tutti gli astanti si dispongono in due file. Rochefort trae seco in disparte Percy. Entra Enrico, e passa in mezzo alle file. In questo mentre gli si presenta Anna in mezzo alle sue Damigelle. Percy a poco a poco si colloca in modo da esser veduto da Enrico. Hervey e Guardie.)


Scena e Quintetto

ENRICO
Desta sì tosto, e tolta
Oggi al riposo?

ANNA
In me potea più forte
Che il desìo del riposo
Quel di vedervi. Ornai più dì son corsi
Ch'io non godea del mio Signor l'aspetto.

ENRICO
Molte mi stanno in petto
E gravi cure… Pur mia mente ognora
A voi fu volta: né un momento solo
Da voi ritrassi il mio vegliante sguardo.
Voi qua. Percy!

ANNA
(Ciel! chi vegg'io… Riccardo!)

ENRICO
Appressatevi.

PERCY
(Io tremo.)

ENRICO
Pronto ben foste…

PERCY
Un solo istante, o Sire,
Che indugiato io mi fossi a far palese
Il grato animo mio, sana sembrato
Errore ad altri, a me sembrò delitto.
La man che me proscritto
Alla patria ridona e al tetto antico,
Devoto io bacio…

ENRICO
Non la man d'Enrico.
Dell'innocenza vostra.
Già da gran tempo securtà mi diede
Chi, nudrito con voi, con voi cresciuto.
Conosce della vostra alma il candore.
Anna alfin…

PERCY
Anna!…

ANNA
(Non tradirmi, o core!)

PERCY
Voi, Regina… E fia pur vero
Che di me pensier vi prese?

ANNA
Innocente… il regno intero
Vi credette… e vi difese…

ENRICO
E innocente io vi credei,
Perché tal sembraste a lei…
Tutto il regno, a me il credete,
V'era invan mallevador.

PERCY
Ah, Regina!
(si prostra a' suoi piedi e le bacia la mano)

ANNA
Oh Dio! Sorgete.

ROCHEFORT
(Ei si perde!)

ENRICO
(con la massima indifferenza)
Hervey.

HERVEY
Signor.

(Percy si appressa a Rochefort. Enrico si trattiene dal lato opposto con Hervey. Anna è nel mezzo, sforzandosi di celare il suo turbamento.)

ANNA
(Io sentii sulla mia mano
La sua lagrima corrente…
Della fiamma più cocente
Si diffonde sul mio cor.)

PERCY
(a ROCHEFORT)
(Ah! pensava a me lontano,
Me ramingo non soffrìa;
Ogni affanno ml core obblìa,
Io rinasco, io spero ancor.)

ROCHEFORT
(a Percy)
(Ah! che fai! ti frena, insano,
Ogni sguardo è in te rivolto;
Hai palese, hai scritto in volto
Lo scompiglio del tuo cor.

ENRICO
(ad Hervey)
(A te spetta il far che vano
Non riesca il grande intento;
D'ogni passo, d'ogni accento
Sii costante esplorator.)

HERVEY
(ad Enrico)
(Non indarno il mio Sovrano
In me fida il suo disegno:
Io sarò, mia fé ne impegno,
De' suoi cenni esecutor.)

CORO
(Che mai fia? sì mite e umano
Oggi il Re, sì lieto in viso?
Mentitore è il suo sorriso,
E foriero del furor.)

ENRICO
(a Percy colla massima bontà)
Or che reso ai patrii lidi.
E assoluto appien voi siete,
In mia Corte, fra i più fidi,
Spero ben che rimarrete.

PERCY
Mesto, o Sire, per natura,
Destinato a vita oscura…
Mal saprei…

ENRICO
(interrompendolo)
No, no, lo bramo.
Rochefort, lo affido a te.
Per la caccia omai partiamo…
(con disinvoltura)
Anna, addio.

ANNA
(s'inchina)
(Son fuor di me.)

(I corni danno il segnale della caccia. Tutti si movono, e si formano in varie schiere.)

TUTTI
Questo dì per noi/voi spuntato
Con sì lieti e fausti auspici,
Dai successi più felici
Coronato splenderà.

PERCY, ANNA
(Ah! per me non sia turbato
Quando in ciel tramonterà.)

ENRICO
(Altra preda amico fato
Ne' miei lacci guiderà.)

(Anna parte collw Damigelle. Enrico con tutto il seguito dei Cacciatori. Rochefort trae seco Percy da un' altra parte.)


SCENA NONA
(Gabinetto nel Castello che mette all'interno delle stanze di Anne. Smeton solo.)

Scena e Cavatina

SMETON
È sgombro il loco… Ai loro uffici intente
Stansi altrove le ancelle… e dove alcuna
Me qui vedesse, ella pur sa che in quelle
Più recondite stanze, anco talvolta
Ai privati concenti Anna m'invita.
(si cava dal seno un ritratto)
Questa da me rapita
Cara immagine sua, ripor degg'io
Pria che si scopra I' ardimento mio.
Un bacio ancora, un bacio.
Adorate sembianze… Addio, beltade
Che sul mio cor posavi,
E col mio core palpitar sembravi.
Ah! parea che per incanto
Rispondessi al mio soffrir;
Che ogni stilla del mio pianto
Risvegliasse un tuo sospir.
A tal vista il core audace,
Pien di speme e di desir,
Ti scoprìa l'ardor vorace
Che non oso a lei scoprir.
(va per entrare nell'appartamento)
Odo romor… Si appressa
A queste stanze alcun… troppo indugiai…

(si cela dietro una cortina)


SCENA DECIMA
(Anna e Rochefort)

Finale I

ANNA
Cessa… tropp'oltre vai…
Troppo insisti, o fratello…

ROCHEFORT
Un sol momento
Ti piaccia udirlo: alcun periglio, il credi,
Correr non puoi… bensì lo corri, e grave,
Se fai col tuo rigore
Che il duol soverchi ogni ragione in lui.

ANNA
Lassa! e cagion del suo ritorno io fui!
Ebben… mel guida, e veglia
Attento sì che a noi non giunga alcuno
Che a me fedel non sia.

ROCHEFORT
Riposa in me.

(parte)


SCENA UNDICESIMA
(Anna, e Smeton nascosto)

SMETON
(affacciandosi guardingo)
(Né uscir poss'io'?… Che fia?)

ANNA
Debole io fui… dovea
Ferma negar… non mai vederlo… Ahi! vano
Di mia ragion consiglio;
Non ne ascolta la voce il cor codardo.


SCENA DODICESIMA
(Percy ed Anna)

ANNA
Eccolo!… io tremo!… io gelo!

PERCY
Anna!…

ANNA
Riccardo!
Sien brevi i detti nostri,
Cauti, sommessi. - A rinfacciarmi forse
Vieni la fé tradita? Ammenda, il vedi,
Ampia ammenda ne feci: ambiziosa,
Un serto io volli, e un serto ebb'io di spine.

PERCY
lo ti veggo infelice, e l'ira ha fine.
La fronte mia solcata
Vedi dal duolo: io tel perdono; io sento
Che, a te vicino, de' passati affanni
Potrei scordarmi, come, giunto a riva,
Il naufrago nocchiero i flutti obblìa.
Ogni tempesta mia
In te s'acqueta, vien da te mia luce…

ANNA
Misero! e quale speme or ti seduce?
Non sai che moglie io sono?…
Che son regina?…

PERCY
Oh! non lo dir. Nol debbo,
Nol so saper. Anna per me tu sei,
Anna soltanto. Ed io non son l'istesso
Riccardo tuo?… quel che t'amò cotanto…
Quel che ad amare t'insegnò primiero?…
E non t'abborre il Re…

ANNA
Mi abborre, è vero.

Duetto nel Finale I

PERCY
S'ei t'abborre, io t'amo ancora,
Qual t'amava in basso stato;
Meco obblìa di sposo ingrato
II disprezzo ed il rigor.
Un amante che t'adora
Non posporre a rio Signor.

ANNA
Ah! non sai che i miei legami,
Come sacri, orrendi sono…
Che con me s'asside in trono
Il sospetto ed il terror!…
Ah! mai più, se è ver che m'ami,
Non parlar con me d'amor.

PERCY
Ahi! crudele!

ANNA
Forsennato!
Fuggi, va… ten fo preghiera.

PERCY
No, giammai.

ANNA
Ne oppone il fato
Invincibile barriera.

PERCY
lo la sprezzo.

ANNA
In Inghilterra
Non ti trovi il nuovo albôr.

PERCY
Ah! cadavere sotterra
Ei mi trovi… o teco ancor.

ANNA
Per pietà del mio spavento,
Dell'orrore in cui mi vedi,
Cedi ai preghi, al pianto cedi.
Ci divida e terra e mar.
Cerca altrove un cor contento,
Cui non sia delitto amar.

PERCY
Al tuo piè trafitto e spento
Io cadrò, se tu lo chiedi;
Ma ch'io resti mi concedi
Solamente a sospirar.
Presso a te mia fia contento
Il soffrire ed il penar.

ANNA
(risoluta)
Parti, il voglio. Alcun potria
Ascoltarti in queste mura.

PERCY
Partirò… ma dimmi pria,
Ti vedrò?… prometti… giura.
ANNA
No. Mai più.

PERCY
Mai più! Sia questa
Mia risposta al tuo giurar.

(snuda la spada per trafiggersi)

ANNA
(gettando un grido)
Ah! che fai! spietato!


SCENA TREDICESIMA
(Smeton e detti)

SMETON
Arresta!

ANNA
Giusto Ciel!

PERCY
Non ti appressar.

(vogliono scagliarsi uno contro l'altro)

ANNA
Deh! fermate… io son perduta:
Giunge alcuno… io più non reggo.

(si abbandona sovra una sedia)


SCENA QUATTORDICESIMA
(Rochefort accorrendo spaventato, e detti)

ROCHEFORT
Ah! sorella…

SMETON
Ella è svenuta.

ROCHEFORT
Giunge il Re.

SMETON e PERCY
Il Re!!


SCENA QUINDICESIMA
(Enrico, Hervey, e detti)

ENRICO
Che veggo?
Destre armate in queste porte!
In mia reggia nudi acciar!
Olà. guardie.


SCENA SEDICESIMA

(Alla voce del Re accorrono i Cortigiani, le Dame, i Paggi e i Soldati. Indi Giovanna Seymour.)

PERCY
Avversa sorte!

CORO
Che mai fu?

SMETON e ROCHEFORT
Che dir? che far?

(un momento di silenzio)

ENRICO
Tace ognuno, è ognun tremante!
Qual misfatto or qui s'ordìa?
lo vi leggo nel sembiante
Che compiuta è l'onta mia:
Testimonio è il regno intero
Che costei tradiva il Re.

SMETON
Sire… ah! Sire… non è vero.
Io lo giuro al vostro piè.

ENRICO
Tanto ardisci! - Al tradimento
Già sì esperto, o giovinetto?

SMETON
Uccidetemi s'io mento;
Nudo, inerme io v'offro il petto.

(gli cade il ritratto di Anna)

ENRICO
Qual monile?

SMETON
Oh Ciel!

ENRICO
Che vedo!
Al mio sguardo appena il credo!
Del suo nero tradimento
Ecco il vero accusator.

PERCY e ANNA
Oh! angoscia!

SMETON e ROCHEFORT
Oh! mio spavento!

ANNA
(rinviene)
Ove sono?… Oh mio Signor!

(Si avvicina ad Enrico: egli è fremente. Tacciono tutti e abbassano gli occhi.)

ANNA
In quegli sguardi impresso
Il tuo sospetto io vedo;
Ma, per pietà Io chiedo,
Non condannarmi, o Re.
Lascia che il core oppresso
Torni per poco in sé.

ENRICO
Del tuo nefando eccesso
Vedi in mia man la prova.
Il lagrimar non giova;
Fuggi lontan da me.
Poter morire adesso
Meglio sarà per te.

PERCY
(Cielo! un rivale in esso,
Un mio rival felice!
E me l'ingannatrice
Volea bandir da sé?
Tutta ti sfoga adesso,
Ira del fato, in me.)

GIOVANNA
(All'infelice appresso
Poss'io trovarmi, o Cielo!
Preso d'orror, di gelo,
Come il mio cor non è?
Spense il mio nero eccesso
Ogni virtude in me.)

SMETON e ROCHEFORT
(Ah! l'ho perduta io stesso,
Colma ho la sua sventura!
Il giorno a me si oscura,
Non mi sostiene il piè.
Poter morire adesso
Meglio sarìa per me.)

Finale Il

ENRICO
In separato carcere
Tutti costor sian tratti.

ANNA
Tutti?… deh! Sire…

ENRICO
Scostati!

ANNA
Un detto sol…

ENRICO
Ritratti!
Non io, sol denno i giudici
La tua discolpa udir.

ANNA
Giudici! - ad Anna!!

PERCY, SMETON, ROCHEFORT
Ahi! misera.

GIOVANNA e CORO
(È scritto il suo morir!)

ANNA
(Ah! segnata è la mia sorte,
Se mi accusa chi condanna.
Ah! di legge sì tiranna
Al poter succumberò.
Ma scolpata dopo morte,
E assoluta un dì sarò.)

ENRICO
(Sì, segnata è la tua sorte.
Se un sospetto aver poss'io.
Chi divide il soglio mio
Macchia in terra aver non può.
Mi fia pena la tua morte,
Ma la morte a te darò.)

PERCY, GIOVANNA, SMETON, ROCHEFORT
(Ah! segnata è la mia sorte;
A sfuggirla ogni opra è vana:
Arte in terra, o forza umana.
Mitigarla omai non può.
Nel mio core è già la morte,
E la morte ancor non ho.)

CORO
(Ah! di quanti avversa sorte
Mali afflisse il soglio inglese,
Un funesto in lui non scese
Pari a quello che scoppiò.
Innocenza ha qui la morte
Che il delitto macchinò.)
ATTO PRIMO

Sinfonia

SCENA PRIMA
Sala nel Castello di Windsor negli appartamenti della Regina. Il luogo è illuminato. Vanno e vengono da ogni parte numerose persone; chi passeggiando discorre; chi si trattiene sedendo, ecc., ecc.

Introduzione

CORO di Cavalieri
sempre sotto voce

CORO I
Né venne il Re?

CORO II
Silenzio.
Ancor non venne.

CORO I
Ed ella?

CORO II
Ne geme in cor, ma simula.

CORO I
Tramonta omai sua stella.

TUTTI
D'Enrico il cor volubile
Arde d'un altro amor.

CORO I
Tutto lo dice.

CORO II
Il torbido
Aspetto del sovrano…

CORO I
Il parlar tronco…

CORO II
Il subito
Irne da lei lontano…

TUTTI
Un acquetarsi insolito
Del suo geloso umor.

INSIEME
Oh! come ratto il folgor
Sul capo suo discese!
Come giustizia vendica
L'espulsa Aragonese!
Fors'è serbata, ahi misera!
Ad onta e duol maggior.


SCENA SECONDA
Giovanna e detti

Sortita

GIOVANNA
Ella di me, sollecita
Più dell'usato, ha chiesto.
Ella… perché?… qual palpito!
Qual dubbio in me si è desto!
Innanzi alla mia vittima
Perde ogni ardire il cor.
Sorda al rimorso rendimi,
O in me ti estingui, amor.


SCENA TERZA
Anna comparisce dal fondo seguitata dalle sue Dame, da Paggi, e da Scuderi. Tutti le dan luogo, e rispettosamente le fanno corona. Smeton è nel corteggio. Silenzio.


Scena e Romanza

ANNA
Sì taciturna e mesta
Mai non vidi assemblea…
a Giovanna
Tu stessa un tempo
Lieta cotanto, richiamar non sai
Sul tuo labbro un sorriso!

GIOVANNA
E chi potria
Seren mostrarsi quando afflitta ci vede
La sua Regina?

ANNA
Afflitta, è ver, son io…
Né so perché… Smania inquieta. ignota,
A me la pace da più giorni invola.

SMETON
(Misera!)

GIOVANNA
(Io tremo ad ogni sua parola.)

ANNA
Smeton dov'è?

SMETON
Regina!

ANNA
A me t'appressa. Non vuoi tu per poco
De' tuoi concenti rallegrar mia Corte,
Finché sia giunto il Re?

GIOVANNA
(Mio cor, respira.)

ANNA
Loco, o Ledi, prendete.

SMETON
(Oh amor, m'inspira.)
siedono tutte. I Cortigiani son collocati qua e là a vari gruppi. Un'arpa è recata a Smeton. Egli preludia un momento, indi canta la seguente Romanza
Deh! non voler costringere
A finta gioia il viso:
Bella è la tua mestizia
Siccome il tuo sorriso.
Cinta di nubi ancora
Bella è così l'Aurora.
La Luna malinconica
Bella è nel suo pallor.

Anna diviene più pensosa. Smeton prosegue con voce più animata ecc.

Chi pensierosa e tacita
Starti così ti mira.
Ti crede ingenua Vergine
Che il primo amor sospira:
Ed obbliato il serto
Ond'è il tuo crin coperto,
Teco sospira, e sembragli
Esser quel primo amor.

ANNA
sorge commossa
Cessa.., deh! cessa…

SMETON
Regina!… oh ciel!…

CORO
(Ella è turbata, oppressa.)

ANNA
(Come, innocente giovane,
Come m'hai scosso il core!
Son calde ancor le ceneri
Del mio primiero amore!
Ah! non avessi il petto
Aperto ad altro affetto
Io non sarei sì misera,
Nel vano mio splendor.)
agli astanti
Ma poche omai rimangono
Ore di notte, io credo.

GIOVANNA
L'alba è vicina a sorgere…

ANNA
Signori, io vi congedo.
È vana speme attendere.
Che omai più giunga il Re.
Andiarn. Seymour.

si appoggia a lei

GIOVANNA
Che v'agita?

ANNA
Legger potessi in me!

Cavatina

Non v'ha sguardo a cui sia dato
Penetrar nel mesto core:
Mi condanna il crudo fato
Non intesa a sospirar.
Ah! se mai di regio soglio
Ti seduce lo splendore.
Ti rammenta il mio cordoglio,
Non lasciarti lusingar.

GIOVANNA
(Alzar gli occhi in lei non oso,
Non ardisco favellar.)

CORO
(Qualche istante di riposo
Possa il sonno a lei recar.)

Anna parte accompagnata da Seymour e dalle ancelle. L'adunanza si scioglie a poco a poco. La scena si sgombra, e non rimane dei lumi che una gran lampada, la quale rischiara la sala.


SCENA QUARTA

Giovanna ritorna dagli appartamenti della regina. Essa è agitata.

Scena e Duetto

GIOVANNA
Oh! qual parlar fu il suo!
Come il cor mi colpì! - Tradita forse,
Scoperta io mi sarei? Sul mio sembiante
Avria letto il misfatto? - Ah no; mi strinse
Teneramente al petto;
Riposa ignara che il serpente ha stretto.
Potessi al men ritrarre
Da questo abisso il piede; e far che il tempo
Corso non fosse. - Ahi! la mia sorte è fissa,
Fissa nel Cielo come il dì supremo.
è battuto ad una porta segreta
Ecco, ecco il Re!…
va ad aprire


SCENA QUINTA
Enrico, e detta

ENRICO
Tremate voi?…

GIOVANNA
Sì, tremo.

ENRICO
Che fa colei?

GIOVANNA
Riposa.

ENRICO
Non io.

GIOVANNA
Riposo io forse? - Ultimo sia
Questo colloquio nostro… ultimo, o Sire;
Ve ne scongiuro…

ENRICO
E tal sarà. Vederci
Alla faccia del sole omai dobbiamo:
La terra e il cielo han da saper ch'io v'amo.

GIOVANNA
Giammai, giammai… Sotterra
Vorrei celar la mia vergogna.

ENRICO
È gloria
L'amor d'Enrico… Ed era tal per Anna
Agli occhi pur dell' Inghilterra intera.

GIOVANNA
Dopo l'imene ci l'era…
Dopo l'imene solo.
ENRICO
E in questa guisa
M'ama Seymour?

GIOVANNA
E il Re così pur m'ama?

ENRICO
Ingrata, e che bramate?

GIOVANNA
Amore, e fama.

ENRICO
Fama! Sì: l'avrete, e tale
Che nel mondo egual non fia:
Tutta in voi la luce mia,
Solo in voi si spanderà.
Non avrà Seymour rivale,
Come il sol rival non ha.

GIOVANNA
La mia fama è a' piè dell'ara:
Onta altrove è a me serbata:
E quell'ara è a me vietata,
Lo sa il Cielo, il Re lo sa.
Ah! s'è ver che al Re son cara,
L'onor mio pur caro avrà.

ENRICO
risentito
Sì… v'intendo.

GIOVANNA
Oh Cielo! e tanto
È in voi sdegno?

ENRICO
È sdegno e duolo.

GIOVANNA
Sire!…

ENRICO
Amate il Re soltanto.

GIOVANNA
Io!…

ENRICO
Vi preme il trono solo.
Anna pure amor m'offrìa,
Vagheggiando il soglio inglese…
Ella pure il serto ambìa
Dell'altera Aragonese…
L'ebbe alfin, ma l'ebbe appena.
Che sul crin le vacillò.
Per suo danno, per sua pena.
D'altra donna il cor tentò.

GIOVANNA
Ah! non io, non io v'offrìa
Questo cor a torto offeso…
Il mio Re me lo rapìa;
Dal mio Re mi venga reso.
Più infelice di Bolena,
Più da piangere sarò.
Di un ripudio avrò la pena,
Né un marito offeso avrò.

Giovanna s'allontana piangendo

ENRICO
Tu mi lasci?

GIOVANNA
Il deggio.

ENRICO
Arresta.

GIOVANNA
Io non posso.

ENRICO
Arresta: il voglio.
Già l'altar per te si appresta:
Avrai sposo e scettro e soglio.

GIOVANNA
Cielo!… ed Anna?

ENRICO
lo l'odio…

GIOVANNA
Ah! Sire…

ENRICO
Giunto è il giorno di punire.

GIOVANNA
Ah! qual colpa?

ENRICO
La più nera.
Diemmi un cor che suo non era…
M'ingannò pria d'esser moglie:
Moglie ancora ni'ingannò.

GIOVANNA
E i suoi nodi?

ENRICO
Il Re li scioglie.

GIOVANNA
Con qual mezzo?

ENRICO
Io sol lo so.

GIOVANNA
Ah! qual sia cercar non oso…
Nol consente il core oppresso…
Ma sperar mi sia concesso
Che non fia di crudeltà.
Non mi costi un regio sposo
Più rimorsi, per pietà!

ENRICO
Rassicura il cor dubbioso,
Nel tuo Re la mente acqueta…
Ch'ei ti vegga omai più lieta
Dell'amor che sua ti fa.
La tua pace, il tuo riposo
Pieno io voglio, e tal sarà.

Enrico parte dalla porta segreta; Giovanna s'inoltra negli appartamenti


SCENA SESTA
Parco nel Castello di Windsor. È giorno. Percy e Rochefort da varie parti.

Recitativo e Cavatina

ROCHEFORT
incontrandosi
Chi veggo?. . . In Inghilterra
Tu, mio Percy?

si abbracciano

PERCY
Mi vi richiama, amico,
D'Enrico un cenno… E al suo passaggio offrirmi,
Quando alla caccia ei mova, è mio consiglio.
Dopo sì lungo esiglio
Respirar l'aura antica e il ciel natio,
Ad ogni core è dolce, amaro al mio.

ROCHEFORT
Caro Percy! mutato
Il duol non t'ha così, che a ravvisarti
Pronto io non fossi.

PERCY
Non è duolo il mio
Che in fronte appaia: raunato è tutto
Nel cor profondo. - lo non ardisco, o amico,
Della tua suora avventurar inchiesta…

ROCHEFORT
Ella è Regina… Ogni sua gioia è questa.

PERCY
E il ver parlò la fama?…
Ella è infelice?… Il Re mutato?…

ROCHEFORT
E dura
Un cor contento mai?

PERCY
Ben dici… ei vive
Privo di speme come vive il mio.

ROCHEFORT
Sommesso parla.

PERCY
E che temer degg'io?
Da quel dì che, lei perduta,
Disperato in bando andai,
Da quel dì che il mar passai,
La mia morte cominciò.
Ogni luce a me fu muta,
Dai viventi mi divisi.
Ogni terra ov' io m'assisi
La mia tomba mi sembrò.

ROCHEFORT
E venisti a far peggiore
Il tuo stato a lei vicino?

PERCY
Senza mente, senza core,
Cieco io seguo il mio destino.
Pur talvolta, in duol sì fiero,
Mi sorride nel pensiero
La certezza che fortuna
I miei mali vendicò.

odensi suoni di caccia

ROCHEFORT
Già la caccia si raduna…
Taci: alcuno udir ti può.


SCENA SETTIMA
Escono da varie parti drappelli di cacciatori: tutto è movimento in fondo alla scena. Accorrono Paggi, Scudieri, de genti armate di picche, ecc., ecc.

CORO
Olà! veloci accorrano
I paggi, gli scudieri…
I veltri si dispongano…
S'insellino i destrieri…
Più che giammai sollecito
Esce stamane il Re.

PERCY
Ed Anna anch'ella!…

ROCHEFORT
Acquetati.
Forse con lui non è.

PERCY
Ah così ne' dì ridenti
Del primier felice amore.
Palpitar sentiva il core
Nel doverla riveder.
Di que' dolci e bei momenti,
Ciel pietoso, un sol mi rendi;
Poi la vita a me riprendi,
Perch' io mora di piacer.

CORO
Si appressa il Re: schieratevi…
Al Re si renda onor.


SCENA OTTAVA
Tutti gli astanti si dispongono in due file. Rochefort trae seco in disparte Percy. Entra Enrico, e passa in mezzo alle file. In questo mentre gli si presenta Anna in mezzo alle sue Damigelle. Percy a poco a poco si colloca in modo da esser veduto da Enrico. Hervey e Guardie.


Scena e Quintetto

ENRICO
Desta sì tosto, e tolta
Oggi al riposo?

ANNA
In me potea più forte
Che il desìo del riposo
Quel di vedervi. Ornai più dì son corsi
Ch'io non godea del mio Signor l'aspetto.

ENRICO
Molte mi stanno in petto
E gravi cure… Pur mia mente ognora
A voi fu volta: né un momento solo
Da voi ritrassi il mio vegliante sguardo.
Voi qua. Percy!

ANNA
(Ciel! chi vegg'io… Riccardo!)

ENRICO
Appressatevi.

PERCY
(Io tremo.)

ENRICO
Pronto ben foste…

PERCY
Un solo istante, o Sire,
Che indugiato io mi fossi a far palese
Il grato animo mio, sana sembrato
Errore ad altri, a me sembrò delitto.
La man che me proscritto
Alla patria ridona e al tetto antico,
Devoto io bacio…

ENRICO
Non la man d'Enrico.
Dell'innocenza vostra.
Già da gran tempo securtà mi diede
Chi, nudrito con voi, con voi cresciuto.
Conosce della vostra alma il candore.
Anna alfin…

PERCY
Anna!…

ANNA
(Non tradirmi, o core!)

PERCY
Voi, Regina… E fia pur vero
Che di me pensier vi prese?

ANNA
Innocente… il regno intero
Vi credette… e vi difese…

ENRICO
E innocente io vi credei,
Perché tal sembraste a lei…
Tutto il regno, a me il credete,
V'era invan mallevador.

PERCY
Ah, Regina!
si prostra a' suoi piedi e le bacia la mano

ANNA
Oh Dio! Sorgete.

ROCHEFORT
(Ei si perde!)

ENRICO
con la massima indifferenza
Hervey.

HERVEY
Signor.

Percy si appressa a Rochefort. Enrico si trattiene dal lato opposto con Hervey. Anna è nel mezzo, sforzandosi di celare il suo turbamento.

ANNA
(Io sentii sulla mia mano
La sua lagrima corrente…
Della fiamma più cocente
Si diffonde sul mio cor.)

PERCY
a ROCHEFORT
(Ah! pensava a me lontano,
Me ramingo non soffrìa;
Ogni affanno ml core obblìa,
Io rinasco, io spero ancor.)

ROCHEFORT
a Percy
(Ah! che fai! ti frena, insano,
Ogni sguardo è in te rivolto;
Hai palese, hai scritto in volto
Lo scompiglio del tuo cor.

ENRICO
ad Hervey
(A te spetta il far che vano
Non riesca il grande intento;
D'ogni passo, d'ogni accento
Sii costante esplorator.)

HERVEY
ad Enrico
(Non indarno il mio Sovrano
In me fida il suo disegno:
Io sarò, mia fé ne impegno,
De' suoi cenni esecutor.)

CORO
(Che mai fia? sì mite e umano
Oggi il Re, sì lieto in viso?
Mentitore è il suo sorriso,
E foriero del furor.)

ENRICO
a Percy colla massima bontà
Or che reso ai patrii lidi.
E assoluto appien voi siete,
In mia Corte, fra i più fidi,
Spero ben che rimarrete.

PERCY
Mesto, o Sire, per natura,
Destinato a vita oscura…
Mal saprei…

ENRICO
interrompendolo
No, no, lo bramo.
Rochefort, lo affido a te.
Per la caccia omai partiamo…
con disinvoltura
Anna, addio.

ANNA
s'inchina
(Son fuor di me.)

I corni danno il segnale della caccia. Tutti si movono, e si formano in varie schiere.

TUTTI
Questo dì per noi/voi spuntato
Con sì lieti e fausti auspici,
Dai successi più felici
Coronato splenderà.

PERCY, ANNA
(Ah! per me non sia turbato
Quando in ciel tramonterà.)

ENRICO
(Altra preda amico fato
Ne' miei lacci guiderà.)

Anna parte collw Damigelle. Enrico con tutto il seguito dei Cacciatori. Rochefort trae seco Percy da un' altra parte.


SCENA NONA
Gabinetto nel Castello che mette all'interno delle stanze di Anne. Smeton solo.

Scena e Cavatina

SMETON
È sgombro il loco… Ai loro uffici intente
Stansi altrove le ancelle… e dove alcuna
Me qui vedesse, ella pur sa che in quelle
Più recondite stanze, anco talvolta
Ai privati concenti Anna m'invita.
si cava dal seno un ritratto
Questa da me rapita
Cara immagine sua, ripor degg'io
Pria che si scopra I' ardimento mio.
Un bacio ancora, un bacio.
Adorate sembianze… Addio, beltade
Che sul mio cor posavi,
E col mio core palpitar sembravi.
Ah! parea che per incanto
Rispondessi al mio soffrir;
Che ogni stilla del mio pianto
Risvegliasse un tuo sospir.
A tal vista il core audace,
Pien di speme e di desir,
Ti scoprìa l'ardor vorace
Che non oso a lei scoprir.
va per entrare nell'appartamento
Odo romor… Si appressa
A queste stanze alcun… troppo indugiai…

si cela dietro una cortina


SCENA DECIMA
Anna e Rochefort

Finale I

ANNA
Cessa… tropp'oltre vai…
Troppo insisti, o fratello…

ROCHEFORT
Un sol momento
Ti piaccia udirlo: alcun periglio, il credi,
Correr non puoi… bensì lo corri, e grave,
Se fai col tuo rigore
Che il duol soverchi ogni ragione in lui.

ANNA
Lassa! e cagion del suo ritorno io fui!
Ebben… mel guida, e veglia
Attento sì che a noi non giunga alcuno
Che a me fedel non sia.

ROCHEFORT
Riposa in me.

parte


SCENA UNDICESIMA
Anna, e Smeton nascosto

SMETON
affacciandosi guardingo
(Né uscir poss'io'?… Che fia?)

ANNA
Debole io fui… dovea
Ferma negar… non mai vederlo… Ahi! vano
Di mia ragion consiglio;
Non ne ascolta la voce il cor codardo.


SCENA DODICESIMA
Percy ed Anna

ANNA
Eccolo!… io tremo!… io gelo!

PERCY
Anna!…

ANNA
Riccardo!
Sien brevi i detti nostri,
Cauti, sommessi. - A rinfacciarmi forse
Vieni la fé tradita? Ammenda, il vedi,
Ampia ammenda ne feci: ambiziosa,
Un serto io volli, e un serto ebb'io di spine.

PERCY
lo ti veggo infelice, e l'ira ha fine.
La fronte mia solcata
Vedi dal duolo: io tel perdono; io sento
Che, a te vicino, de' passati affanni
Potrei scordarmi, come, giunto a riva,
Il naufrago nocchiero i flutti obblìa.
Ogni tempesta mia
In te s'acqueta, vien da te mia luce…

ANNA
Misero! e quale speme or ti seduce?
Non sai che moglie io sono?…
Che son regina?…

PERCY
Oh! non lo dir. Nol debbo,
Nol so saper. Anna per me tu sei,
Anna soltanto. Ed io non son l'istesso
Riccardo tuo?… quel che t'amò cotanto…
Quel che ad amare t'insegnò primiero?…
E non t'abborre il Re…

ANNA
Mi abborre, è vero.

Duetto nel Finale I

PERCY
S'ei t'abborre, io t'amo ancora,
Qual t'amava in basso stato;
Meco obblìa di sposo ingrato
II disprezzo ed il rigor.
Un amante che t'adora
Non posporre a rio Signor.

ANNA
Ah! non sai che i miei legami,
Come sacri, orrendi sono…
Che con me s'asside in trono
Il sospetto ed il terror!…
Ah! mai più, se è ver che m'ami,
Non parlar con me d'amor.

PERCY
Ahi! crudele!

ANNA
Forsennato!
Fuggi, va… ten fo preghiera.

PERCY
No, giammai.

ANNA
Ne oppone il fato
Invincibile barriera.

PERCY
lo la sprezzo.

ANNA
In Inghilterra
Non ti trovi il nuovo albôr.

PERCY
Ah! cadavere sotterra
Ei mi trovi… o teco ancor.

ANNA
Per pietà del mio spavento,
Dell'orrore in cui mi vedi,
Cedi ai preghi, al pianto cedi.
Ci divida e terra e mar.
Cerca altrove un cor contento,
Cui non sia delitto amar.

PERCY
Al tuo piè trafitto e spento
Io cadrò, se tu lo chiedi;
Ma ch'io resti mi concedi
Solamente a sospirar.
Presso a te mia fia contento
Il soffrire ed il penar.

ANNA
risoluta
Parti, il voglio. Alcun potria
Ascoltarti in queste mura.

PERCY
Partirò… ma dimmi pria,
Ti vedrò?… prometti… giura.
ANNA
No. Mai più.

PERCY
Mai più! Sia questa
Mia risposta al tuo giurar.

snuda la spada per trafiggersi

ANNA
gettando un grido
Ah! che fai! spietato!


SCENA TREDICESIMA
Smeton e detti

SMETON
Arresta!

ANNA
Giusto Ciel!

PERCY
Non ti appressar.

vogliono scagliarsi uno contro l'altro

ANNA
Deh! fermate… io son perduta:
Giunge alcuno… io più non reggo.

si abbandona sovra una sedia


SCENA QUATTORDICESIMA
Rochefort accorrendo spaventato, e detti

ROCHEFORT
Ah! sorella…

SMETON
Ella è svenuta.

ROCHEFORT
Giunge il Re.

SMETON e PERCY
Il Re!!


SCENA QUINDICESIMA
Enrico, Hervey, e detti

ENRICO
Che veggo?
Destre armate in queste porte!
In mia reggia nudi acciar!
Olà. guardie.


SCENA SEDICESIMA

Alla voce del Re accorrono i Cortigiani, le Dame, i Paggi e i Soldati. Indi Giovanna Seymour.

PERCY
Avversa sorte!

CORO
Che mai fu?

SMETON e ROCHEFORT
Che dir? che far?

un momento di silenzio

ENRICO
Tace ognuno, è ognun tremante!
Qual misfatto or qui s'ordìa?
lo vi leggo nel sembiante
Che compiuta è l'onta mia:
Testimonio è il regno intero
Che costei tradiva il Re.

SMETON
Sire… ah! Sire… non è vero.
Io lo giuro al vostro piè.

ENRICO
Tanto ardisci! - Al tradimento
Già sì esperto, o giovinetto?

SMETON
Uccidetemi s'io mento;
Nudo, inerme io v'offro il petto.

gli cade il ritratto di Anna

ENRICO
Qual monile?

SMETON
Oh Ciel!

ENRICO
Che vedo!
Al mio sguardo appena il credo!
Del suo nero tradimento
Ecco il vero accusator.

PERCY e ANNA
Oh! angoscia!

SMETON e ROCHEFORT
Oh! mio spavento!

ANNA
rinviene
Ove sono?… Oh mio Signor!

Si avvicina ad Enrico: egli è fremente. Tacciono tutti e abbassano gli occhi.

ANNA
In quegli sguardi impresso
Il tuo sospetto io vedo;
Ma, per pietà Io chiedo,
Non condannarmi, o Re.
Lascia che il core oppresso
Torni per poco in sé.

ENRICO
Del tuo nefando eccesso
Vedi in mia man la prova.
Il lagrimar non giova;
Fuggi lontan da me.
Poter morire adesso
Meglio sarà per te.

PERCY
(Cielo! un rivale in esso,
Un mio rival felice!
E me l'ingannatrice
Volea bandir da sé?
Tutta ti sfoga adesso,
Ira del fato, in me.)

GIOVANNA
(All'infelice appresso
Poss'io trovarmi, o Cielo!
Preso d'orror, di gelo,
Come il mio cor non è?
Spense il mio nero eccesso
Ogni virtude in me.)

SMETON e ROCHEFORT
(Ah! l'ho perduta io stesso,
Colma ho la sua sventura!
Il giorno a me si oscura,
Non mi sostiene il piè.
Poter morire adesso
Meglio sarìa per me.)

Finale Il

ENRICO
In separato carcere
Tutti costor sian tratti.

ANNA
Tutti?… deh! Sire…

ENRICO
Scostati!

ANNA
Un detto sol…

ENRICO
Ritratti!
Non io, sol denno i giudici
La tua discolpa udir.

ANNA
Giudici! - ad Anna!!

PERCY, SMETON, ROCHEFORT
Ahi! misera.

GIOVANNA e CORO
(È scritto il suo morir!)

ANNA
(Ah! segnata è la mia sorte,
Se mi accusa chi condanna.
Ah! di legge sì tiranna
Al poter succumberò.
Ma scolpata dopo morte,
E assoluta un dì sarò.)

ENRICO
(Sì, segnata è la tua sorte.
Se un sospetto aver poss'io.
Chi divide il soglio mio
Macchia in terra aver non può.
Mi fia pena la tua morte,
Ma la morte a te darò.)

PERCY, GIOVANNA, SMETON, ROCHEFORT
(Ah! segnata è la mia sorte;
A sfuggirla ogni opra è vana:
Arte in terra, o forza umana.
Mitigarla omai non può.
Nel mio core è già la morte,
E la morte ancor non ho.)

CORO
(Ah! di quanti avversa sorte
Mali afflisse il soglio inglese,
Un funesto in lui non scese
Pari a quello che scoppiò.
Innocenza ha qui la morte
Che il delitto macchinò.)
最終更新:2021年12月18日 11:04