QUADRO TERZO
La barriera d'Enfer.
Al di là della barriera, il boulevard esterno e, nell'estremo fondo, la strada d'Orléans che si perde lontana fra le alte case e la nebbia del febbraio, al di qua, a sinistra, un Cabaret ed il piccolo largo della barriera; a destra, il boulevard d'Enfer; a sinistra, quello di Saint-Jacques.
A destra, pure, la imboccatura della via d'Enfer, che mette in pieno Quartiere Latino.
Il Cabaret ha per insegna il quadro di Marcello «Il passaggio del Mar Rosso», ma sotto invece, a larghi caratteri, vi è dipinto «Al porto di Marsiglia». Ai lati della porta sono pure dipinti a fresco un turco e uno zuavo con una enorme corona d'alloro intorno al fez. Alla parete del Cabaret, che guarda verso la barriera, una finestra a pianterreno donde esce luce.
I platani che costeggiano il largo della barriera, grigi, alti e in lunghi filari, dal largo si ripartono diagonalmente verso i due boulevards. Fra platano e platano sedili di marmo. È il febbraio al finire, la neve è dappertutto.
All'alzarsi della tela la scena è immersa nella incertezza della luce della primissima alba. Seduti davanti ad un braciere stanno sonnecchiando i Doganieri. Dal Cabaret, ad intervalli, grida, cozzi di bicchieri, risate. Un doganiere esce dal Cabaret con vino.
La cancellata della barriera è chiusa.
Dietro la cancellata chiusa, battendo i piedi dal freddo e soffiandosi su le mani intirizzite, stanno alcuni Spazzini
SPAZZINI
Ohè, là, le guardie!... Aprite!... Ohè, là!
Quelli di Gentilly!... Siam gli spazzini!...
I Doganieri rimangono immobili; gli Spazzini picchiano colle loro scope e badili sulla cancellata urlando battendo i piedi
Fiocca la neve... Ohè, là!... Qui s'agghiaccia!
UN DOGANIERE
alzandosi assonnato e stirandosi le braccia
Vengo!
Va ad aprire, gli Spazzini entrano e si allontanano per la via d'Enfer. Il Doganiere richiude la cancellata
VOCI INTERNE
dal cabaret, accompagnano il canto battendo i bicchieri
Chi nel ber trovò il piacer
nel suo bicchier,
ah! d'una bocca nell'ardor,
trovò l'amor!
MUSETTA
dal cabaret
Ah! Se nel bicchiere sta il piacer,
in giovin bocca sta l'amor!
VOCI INTERNE
dal cabaret
Trallerallè...
Eva e Noè!
Dànno in una risata clamorosa
LATTIVENDOLE
dall'interno
Hopplà! Hopplà!
Dal Corpo di Guardia esce il Sergente dei Doganieri, il quale ordina d'aprire la barriera
DOGANIERE
Son già le lattivendole!
CARRETTIERI
Tintinnio di campanelli e schioccare di fruste. Pel Boulevard esterno passano dei carri colle grandi lanterne di tela accese fra le ruote.
interno
Hopplà !
LATTIVENDOLE
vicinissime
Hopplà !
La nebbia dirada e comincia a far giorno. Entrando in scena a dorso di asinelli, ai doganieri, che controllano e lasciano passare
Buon giorno!
CONTADINE
entrando in scena con ceste a braccio
ai doganieri
- Burro e cacio!
- Polli ed uova!
Pagano e i Doganieri le lasciano passare giunte al crocicchio
- Voi da che parte andate?
- A San Michele!
- Ci troverem più tardi?
- A mezzodì!
Si allontanano per diverse strade
I Doganieri ritirano le panche e il braciere
Mimì, dalla via d'Enfer, entra guardando attentamente intorno cercando di riconoscere i luoghi, ma giunta al primo platano la coglie un violento accesso di tosse: riavutasi e veduto il Sergente, gli si avvicina
MIMÌ
al Sergente
Sa dirmi, scusi, qual'è l'osteria...
non ricordando il nome
dove un pittor lavora?
SERGENTE
indicando il Cabaret
Eccola.
MIMÌ
Grazie .
Esce una fantesca dal Cabaret; Mimì le si avvicina
O buona donna, mi fate il favore
di cercarmi il pittore
Marcello? Ho da parlargli. Ho tanta fretta.
Ditegli, piano, che Mimì lo aspetta.
La fantesca rientra nel Cabaret
SERGENTE
ad uno che passa
Ehi, quel panier!
DOGANIERE
dopo aver visitato il paniere
Vuoto!
SERGENTE
Passi!
Dalla barriera entra altra gente, e chi da una parte, chi dall'altra tutti si allontanano. Le campane dell'ospizio Maria Teresa suonano mattutino. È giorno fatto, giorno d'inverno, triste e caliginoso. Dal Cabaret escono alcune coppie che rincasano.
MARCELLO
Esce dal Cabaret e con sorpresa vede Mimì
Mimì?!
MIMÌ
Son io. Speravo di trovarti qui.
MARCELLO
È ver. Siam qui da un mese
di quell'oste alle spese.
Musetta insegna il canto ai passeggeri;
Io pingo quel guerrier
sulla facciata.
Mimì tossisce
È freddo. Entrate.
MIMÌ
C'è
Rodolfo?
MARCELLO
Sì.
MIMÌ
Non posso entrar.
MARCELLO
sorpreso
Perché?
MIMÌ
Scoppia in pianto
O buon Marcello, aiuto!
MARCELLO
Cos'è avvenuto?
MIMÌ
Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama
mi fugge e si strugge per gelosia.
Un passo, un detto,
un vezzo, un fior lo mettono in sospetto...
Onde corrucci ed ire.
Talor la notte fingo di dormire
e in me lo sento fiso
spiarmi i sogni in viso.
Mi grida ad ogni istante:
Non fai per me, prenditi un altro amante.
Ahimè! In lui parla il rovello;
lo so, ma che rispondergli, Marcello?
MARCELLO
Quando s'è come voi non si vive in compagnia.
Son lieve a Musetta ed ella è lieve
a me, perché ci amiamo in allegria...
Canti e risa, ecco il fior
d'invariabile amor!
MIMÌ
Dite bene. Lasciarci conviene.
Aiutateci voi; noi s'è provato
più volte, ma invano.
Fate voi per il meglio.
MARCELLO
Sta ben! Ora lo sveglio.
MIMÌ
Dorme?
MARCELLO
E piombato qui
un'ora avanti l'alba; s'assopì
sopra una panca.
Fa cenno a Mimì di guardare per la finestra dentro il Cabaret
Guardate...
Mimì tossisce con insistenza
compassionandola
Che tosse!
MIMÌ
Da ieri ho l'ossa rotte.
Fuggì da me stanotte
dicendomi: È finita.
A giorno sono uscita
e me ne venni a questa
volta.
MARCELLO
osservando Rodolfo nell'interno del Cabaret
Si desta...
s'alza, mi cerca... viene.
MIMÌ
Ch'ei non mi veda!
MARCELLO
Or rincasate...
Mimì... per carità,
non fate scene qua!
Spinge dolcemente Mimì verso l'angolo del Cabaret di dove però quasi subito sporge curiosa la testa. Marcello corre incontro a Rodolfo.
RODOLFO
Esce dal Cabaret ed accorre verso Marcello
Marcello. Finalmente!
Qui niun ci sente.
Io voglio separarmi da Mimì.
MARCELLO
Sei volubil così?
RODOLFO
Già un'altra volta credetti morto il mio cor,
ma di quegli occhi azzurri allo splendor
esso è risorto.
Ora il tedio l'assale.
MARCELLO
E gli vuoi rinnovare il funerale?
Mimì non potendo udire le parole, colto il momento opportuno, inosservata, riesce a ripararsi dietro a un platano, presso al quale parlano i due amici
RODOLFO
Per sempre!
MARCELLO
Cambia metro.
Dei pazzi è l'amor tetro
che lacrime distilla.
Se non ride e sfavilla
l'amore è fiacco e roco.
Tu sei geloso.
RODOLFO
Un poco.
MARCELLO
Collerico, lunatico, imbevuto
di pregiudizi, noioso, cocciuto!
MIMÌ
fra sé
(Or lo fa incollerir! Me poveretta!)
RODOLFO
con amarezza ironica
Mimì è una civetta
che frascheggia con tutti. Un moscardino
di Viscontino
le fa l'occhio di triglia.
Ella sgonnella e scopre la caviglia
con un far promettente e lusinghier.
MARCELLO
Lo devo dir? Non mi sembri sincer.
RODOLFO
Ebbene no, non lo son. Invan nascondo
la mia vera tortura.
Amo Mimì sovra ogni cosa al mondo,
io l'amo, ma ho paura, ma ho paura !
Mimì è tanto malata!
Ogni dì più declina.
La povera piccina
è condannata!
MARCELLO
sorpreso
Mimì?
MIMÌ
fra sé
Che vuol dire?
RODOLFO
Una terribil tosse
l'esil petto le scuote
e già le smunte gote
di sangue ha rosse...
MARCELLO
Povera Mimì!
Vorrebbe allontanare Rodolfo
MIMÌ
piangendo
Ahimè, morire!
RODOLFO
La mia stanza è una tana
squallida...
il fuoco ho spento.
V'entra e l'aggira il vento
di tramontana.
Essa canta e sorride
e il rimorso m'assale.
Me, cagion del fatale
mal che l'uccide!
Mimì di serra è fiore.
Povertà l'ha sfiorita;
per richiamarla in vita
non basta amore!
MARCELLO
Che far dunque?
Oh, qual pietà!
Poveretta !
Povera Mimì!
MIMÌ
desolata
O mia vita!
angosciata
Ahimè! È finita
O mia vita! È finita
Ahimè, morir!
La tosse e i singhiozzi violenti rivelano la presenza di Mimì
RODOLFO
vedendola e accorrendo a lei
Che? Mimì! Tu qui?
M'hai sentito?
MARCELLO
Ella dunque ascoltava?
RODOLFO
Facile alla paura
per nulla io m'arrovello.
Vien là nel tepor!
Vuol farla entrare nel Cabaret
MIMÌ
No, quel tanfo mi soffoca!
RODOLFO
Ah, Mimì!
Stringe amorosamente Mimì fra le sue braccia e l'accarezza
Dal Cabaret si ode ridere sfacciatamente Musetta
MARCELLO
È Musetta
che ride.
Corre alla finestra del Cabaret
Con chi ride? Ah, la civetta!
Imparerai.
Entra impetuosamente nel Cabaret
MIMÌ
svincolandosi da Rodolfo
Addio.
RODOLFO
sorpreso
Che! Vai?
MIMÌ
affettuosamente
D'onde lieta uscì
al tuo grido d'amore,
torna sola Mimì
al solitario nido.
Ritorna un'altra volta
a intesser finti fior.
Addio, senza rancor.
- Ascolta, ascolta.
Le poche robe aduna che lasciai
sparse. Nel mio cassetto
stan chiusi quel cerchietto
d'or e il libro di preghiere.
Involgi tutto quanto in un grembiale
e manderò il portiere...
- Bada, sotto il guanciale
c'è la cuffietta rosa.
Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!...
Addio, senza rancor.
RODOLFO
Dunque è proprio finita?
Te ne vai, te ne vai, la mia piccina?!
Addio, sogni d'amor!...
MIMÌ
Addio, dolce svegliare alla mattina!
RODOLFO
Addio, sognante vita...
MIMÌ
sorridendo
Addio, rabbuffi e gelosie!
RODOLFO
... che un tuo sorriso acqueta!
MIMÌ
Addio, sospetti!...
RODOLFO
Baci...
MIMÌ
Pungenti amarezze!
RODOLFO
Ch'io da vero poeta
rimavo con carezze!
MIMÌ e RODOLFO
Soli d'inverno è cosa da morire!
Soli! Mentre a primavera
c'è compagno il sol!
nel Cabaret fracasso di piatti e bicchieri rotti
MARCELLO
di dentro
Che facevi, che dicevi
presso al fuoco a quel signore?
MUSETTA
di dentro
Che vuoi dir?
Esce correndo
MIMÌ
Niuno è solo l'april.
MARCELLO
fermandosi sulla porta del Cabaret, rivolto a Musetta
Al mio venire
hai mutato colore.
MUSETTA
con attitudine di provocazione
Quel signore mi diceva:
Ama il ballo, signorina?
RODOLFO
Si parla coi gigli e le rose.
MARCELLO
Vana, frivola, civetta!
MUSETTA
Arrossendo rispondeva:
Ballerei sera e mattina.
MARCELLO
Quel discorso asconde mire disoneste.
MIMÌ
Esce dai nidi un cinguettio gentile...
MUSETTA
Voglio piena libertà!
MARCELLO
quasi avventandosi contro Musetta
Io t'acconcio per le feste
se ti colgo a incivettire!
MIMÌ e RODOLFO
Al fiorir di primavera
c'è compagno il sol!
Chiacchieran le fontane
la brezza della sera.
MUSETTA
Ché mi gridi? Ché mi canti?
All'altar non siamo uniti.
MARCELLO
Bada, sotto il mio cappello
non ci stan certi ornamenti...
MUSETTA
Io detesto quegli amanti
che la fanno da mariti...
MARCELLO
Io non faccio da zimbello
ai novizi intraprendenti.
MIMÌ e RODOLFO
Balsami stende sulle doglie umane.
MUSETTA
Fo all'amor con chi mi piace!
MARCELLO
Vana, frivola, civetta!
MUSETTA
Non ti garba? Ebbene, pace.
ma Musetta se ne va.
MARCELLO
Ve n'andate? Vi ringrazio:
ironico
or son ricco divenuto. Vi saluto.
MIMÌ e RODOLFO
Vuoi che spettiam
la primavera ancor?
MUSETTA
Musetta se ne va
ironica
sì, se ne va! Vi saluto.
Signor: addio!
vi dico con piacer.
MARCELLO
Son servo e me ne vo!
MUSETTA
S'allontana correndo furibonda, a un tratto si sofferma e gli grida
Pittore da bottega!
MARCELLO
dal mezzo della scena, gridando
Vipera !
MUSETTA
Rospo !
Esce
MARCELLO
Strega !
Entra nel Cabaret
MIMÌ
avviandosi con Rodolfo
Sempre tua per la vita...
RODOLFO
Ci lasceremo...
MIMÌ
Ci lasceremo alla stagion dei fior...
RODOLFO
... alla stagion dei fior...
MIMÌ
Vorrei che eterno
durasse il verno!
MIMÌ e RODOLFO
dall'interno, allontanandosi
Ci lascerem alla stagion dei fior!