ATTO PRIMO

SCENA PRIMA
(Atrio interno nel castello di Binasco. Un'ala di palazzo è illuminata. Tutto indica che in quello ha luogo una festa. Alcuni cortigiani attraversano la scena, e s'incontrano in Filippo)

No. 1 - Introduzione

CORO
Tu, signor! lasciar sì presto
Così splendida assemblea?

FILIPPO
M'è importuna… io la detesto…
Per colei che n'è la dea.

CORO
Beatrice!

FILIPPO
Si: di peso
Emmi il nodo a cui son preso.
Non regnar che per costei!
Simular gli affetti miei!
Un molesto amor soffrire,
Un geloso rampognar!
È tal noia, è tal martire
Ch'io non basto a tollerar.

CORO
Sì: ben parli… è grave il giogo…
Ma spezzarlo non potrai?

FILIPPO
Io lo bramo.

CORO
E pieno sfogo
A tua brama a che non dai?
Sei Visconti… Duca sei,
Sei maggior, signor di lei…
Se più soffri, se più taci,
Non mai paghi, ognor più audaci
I vassalli in lei fidanti
Ponno un dì mancar di fè.
Non lasciar che più si vanti
Degli stati che ti diè.

(Sono interrotti dalla musica che parte dal palazzo. Porgono attentamente l'orecchio: odesi la voce di Agnese che canta la seguente romanza)

FILIPPO e CORO
Ascoltiam!

AGNESE
I.
Ah! non pensar che pieno
Sia nel poter diletto:
Senza un soave affetto
Pena anche in trono un cor.

FILIPPO
O Agnese! è vero.

CORO
Il suo canto seconda il tuo pensiero.

AGNESE
II.
Dove non ride amore
Giorno non v'ha sereno:
Non ha la vita un fiore,
Se non lo nutre amor.

FILIPPO
Né più fia lieta
D'un sol fiore la mia!

CORO
Beatrice il vieta.
Ah! se tu fossi libero
Come gioir potresti!
Di quante belle ha Italia
Nobil desio saresti:
Tutte a piacerti intese,
Tutte le avresti al piè.

FILIPPO
Tutte! O divina Agnese!
Tu basteresti a me.
Come t'adoro, e quanto
Solo il mio cor può dirti:
Gioja mi sei nel pianto,
Pace nel mio furor.
Se della terra il trono
Dato mi fosse offrirti,
Ah! non varrebbe il dono,
Cara del tuo bel cor).

CORO
Di spezzar gli odiati nodi
Il pensier depor non déi:
Se d'un'altra amante sei,
L'arti sue t'insegni amor.

FILIPPO e CORO
Forse già disposti i modi
Ne ha fortuna in suo segreto;
E non manca a far mi/ti lieto.
Che sorprenderne il favor.
(Partono)

SCENA SECONDA

ANICHINO
Soli siam qui - Liberamente io posso
Svelarti il mio timor.

OROMBELLO
Che temi?

ANICHINO
Io temo
Il cieco amor che ognun ti legge in volto.
O figlio in te rivolto
Era ogni sguardo, e più di tutti Agnese
Di spiar non cessava i moti tuoi:
Ah! Beatrice e te perder tu vuoi.

OROMBELLO
Salvarla io voglio. - In propria corte schiava
La compiangon le genti: e quanti han prodi
Del Tanaro le sponde e del Ticino
Che dell'eroe Facino
La videro sul trono, apprestan l'armi
A vendicarla ed a spezzar suoi nodi.

ANICHINO
Di Filippo non sai l'arti e le frodi?
E dove ancor sovrana
Foss'ella appieno, l'alta donna è troppo
Gelosa di sua fama
Per nutrire tue speranze…

OROMBELLO
Ella pur m'ama.

ANICHINO
Che dici tu? t'ama?

OROMBELLO
Sì, m'ama… il credi…

ANICHINO
Tremar mi fai.

OROMBELLO
Mira.
(Mostra un biglietto)

ANICHINO
Qual foglio!

OROMBELLO
Un paggio
Mel diè furtivo, e mi sparì d'innanti.
Odi… Fra pochi istanti,
Prima dell'alba, ella in segreta stanza
Mi attenderà… Scorta mi ho sommesso
Un suono di liuto…

ANICHINO
Orombello!… ah! se vai, tu sei perduto.
De' suoi nemici e tuoi
Insidia è forse…

OROMBELLO
E per un dubbio speri
Che a mia ventura io manchi?… Oh! Vedi… intorno
Regna silenzio, e spente son le faci.
Lasciami.

ANICHINO
Incauto!…

OROMBELLO
Ah! Taci…
Non turbar la mia gioia… In quelle soglie
Morte pur sia… la sfido.

ANICHINO
Oh! forsennato!:..
Abbi di te pietà.

OROMBELLO
Me tragge il fato.

(Si scioglie da Anichino, ed entra frettolosamente nel palazzo. Anichino si allontana dolente)


SCENA TERZA
(Appartamento di Agnese. Agnese siede inquieta ad un tavolino: un liuto è sovr'esso. Dopo alcuni momenti si alza, e va spiando alla porta come persona che attende qualcuno)

AGNESE
Verrà - non mente il paggio…
Gioir lo vide, e l'amoroso foglio
Premersi al cor - Oh! sì, verrà. - Ti calma,
Dubbiosa e timid'alma,
Né sospetto ti dia breve dimora;
Forse ogni loggia non è sgombra ancora.
Regna una volta, o sonno… E tu più tardo
Le tenebre a fugar t'affaccia, o giorno.

No. 2 - Recitativo e Duetto

AGNESE
Silenzio - È notte intorno,
Profonda notte. -Del liuto il suono
Ti sia duce, amor mio.
(Prelude sul liuto, indi si arresta e porge l'orecchio)
Udiamo. - Alcun s'appressa.


SCENA QUARTA
(Orombello entra frettoloso, e guardingo. Appena scopre Agnese si ferma maravigliato e guardando d'intorno)

OROMBELLO
Ove son io?

AGNESE
Onde così sorpreso?
Inoltrate.

OROMBELLO
Perdono. - Udìa… passando…
Soavi note… e me traea vaghezza
Di saper da che man venian destate.
Perdono, Agnese…
(Per partire)

AGNESE
Uscite voi? - Restate. -
Sedete.

OROMBELLO
O ciel!.

AGNESE
Sedete. - E fia pur vero
Che curiosa brama
Sol vi spingesse?

OROMBELLO
Oh! incauto me!

AGNESE
Null'altro
Desir fu il vostro?

OROMBELLO
E qual, Contessa?

AGNESE
E in queste
Ore sì tarde non può forse un core
Vegliar co' suoi pensieri… e sospirando
Confidar al liuto un caro nome…
Il nome d'Orombello?

OROMBELLO
Il nome mio?
Chi mai?

AGNESE
Che val tacerlo? Avvi.

OROMBELLO
Gran Dio!

AGNESE
Voi fra il ducal corteggio
Non veggo io forse?
Sospirar non v'odo?
Gemer sommesso?…

OROMBELLO
Oh! che mai sento?.

AGNESE
Un giorno
Si riscontrar i nostri occhi intenti e fissi
Egli ama, egli ama, io dissi…
Degno è d'amor, più che non sia mortale…
Più che l'altero suo rival…

OROMBELLO
(alzandosi)
Rivale!

AGNESE
Sì: rival… regnante.

OROMBELLO
Ciel! che ascolto!

AGNESE
Ma che giova?
Nulla è un regno ad alma amante:
Più che un trono in voi ritrova…
Ogni ben che in terra è dato
È per essa il vostro amor.

OROMBELLO
Tutto, ah! tutto è a lei svelato…
Simular che giova ancor?

AGNESE
Né vi basta?…

OROMBELLO
O Agnese!

AGNESE
E un foglio
Un suo foglio non aveste?

OROMBELLO
L'ebbi… ah! sì… fidar mi voglio…
Amo, è vero, e in questo amore
È riposto il ciel per me.

AGNESE
Al piacer resisti, o core.
Chi beato al par di te?

OROMBELLO
Oh! celeste Beatrice!

AGNESE
(con un grido)
Ella!

OROMBELLO
Agnese!…
(correndo a lei sbigottito)

AGNESE
Oh! me infelice!

OROMBELLO
Ciel! che feci?

AGNESE
(con disperazione)
Amata ell'è!
Ella amata! ed io schernita!…
Io delusa!… ahi crudo arcano!

OROMBELLO
Ah! pietade… la sua vita,
La sua fama è in vostra mano!

AGNESE
E la mia?… la mia… spietato!
Nulla è dunque agli occhi tuoi?
Ah! l'incendio in me destato
Spegni in pria, se tu lo puoi…
Fa che un'ombra, un sogno sia
La mia pena e. l'onta mia…
Ed allora… allor capace
Di pietà per lei sarò.

OROMBELLO
M'odi, ah! m'odi.. ah! tu non sei
Né oltraggiata, né schernita.
Per calmarti io spenderei
Il mio sangue, la mia vita…
Me perdona se costretto
Da potente immenso affetto
Tutto il prezzo del tuo core
Il mio cor sentir non può.

AGNESE
Taci, taci.

OROMBELLO
Ah! no…

AGNESE
T'invola…
L'ira mia di più s'accende.

OROMBELLO
Ah! crudele, da te sola
La sua vita omai dipende.

AGNESE
Fa che un'ombra, un sogno sia
La mia pena e l'onta mia,
Ed allora, allor capace
Di pietà per lei sarò.

OROMBELLO
Ah! perdona se costretto
Da potente, immenso affetto,
Tutto il prezzo del tuo core
Il mio cor sentir non può.
(Agnese lo accommiata minacciosa, Orombello si allontana)

SCENA QUINTA

AGNESE
(sola)
Ogni mia speme è al vento…
A vano amore
Sottentrò la vendetta…
Essa, o Filippo,
A te mi getta in braccio - Ah! negli abissi
Mi getti ancora, perché sia punito
Chi mi schernì, purché non resti inulto
Il mio rossore estremo, e il mio cordoglio
Mi fia compenso d'Orombello… un soglio.
(Parte)


SCENA SESTA
(Boschetto nel Giardino Ducale. Beatrice esce correndo; le sue Damigelle la seguono)

No. 3 - Coro e Cavatina

BEATRICE
Respiro io qui…
Fra queste piante ombrose,
All'olezzar de' fiori, a me più dolce
Sembra il raggio del dì.
(Siede)

DAMIGELLE
Come ogni cosa
Il suo sorriso allegra,
A voi dolente ed egra
Rechi conforto ancor!

BEATRICE
Oh! mie fedeli!
Quando offeso il suo stelo il fior vien meno,
Più ravvivar nol puote il Sol sereno,
Quel fior son io: così languir m'è forza,
Lentamente perir. - Ah! non è questa
La mercé ch'io sperai d'averti accolto
E difeso, o Filippo, e al soglio alzato!

DAMIGELLE
Misera! è ver.

BEATRICE
Che non mi dee l'ingrato?
Mala sola, oimè! son io,
Che penar per lui si veda?
O mie genti! o suol natio!
Di chi mai vi diedi in preda?
Ed io stessa, ed io potei
Soggettarvi a tal signor?

DAMIGELLE
Ella piange.

BEATRICE
Oh! regni miei!.

DAMIGELLE
Smania, freme…

BEATRICE
Oh! mio rossor!
Ah! la pena in lor piombò
Dell'amor che mi perdé;
I martir dovuti a me
Il destino a lor serbò.
Ma se in ciel sperar si può
Un sol raggio di pietà,
La costanza a noi darà,
Se la pace ne involò.

DAMIGELLE
Ah! per sempre non sarà
Vilipesa la virtù:
Più contenta e bella più
Dalle pene sorgerà.


SCENA SETTIMA
(Mentre Beatrice si allontana colle sue damigelle, entrano Filippo e Rizzardo.
Ambidue l'osservano in silenzio da lontano)

RIZZARDO
Vedi?… La tua presenza
Fugge sdegnosa.

FILIPPO
Ove fuggir può tanto
Che non la segua il mio vegliante sguardo?
Va, la raggiungi.
(Rizzardo parte)
Io fremo d'ira ed ardo.
D'esser da lei tradito
Duolmi così? Non lo bramai finora?
Non ne cercai, non ne sperai le prove?


SCENA OTTAVA
(Beatrice e Filippo)

BEATRICE
Tu qui, Filippo?

FILIPPO
E altrove
Poss'io trovarti, che in segreti luoghi,
Ove misteriosa ognor t'aggiri?

BEATRICE
Sì… non vo' testimoni a' miei sospiri.
E a te celarli io tento,
Più che ad altrui.
Troppo ti son molesti
Già da gran tempo.

FILIPPO
Né molesti mai
Stati sarian, se la cagion verace
Detta ne avessi.

BEATRICE
Oh! ben ti è nota… e grave
Più me la rende il simular che fai
Tu d'ignorarla.

FILIPPO
E ch'io la ignori speri?
Non sai che i tuoi pensieri,
E i più segreti, e i più gelosi e rei
Io ti leggo cogli occhi, in fronte, in core?

BEATRICE
Io rei pensieri!!! e quali?

FILIPPO
Odio e livore.

BEATRICE
Odio e livore! - ingrato!
Né il pensi tu, né il credi,
Duolo d'un cor piagato,
Pianto d'amor vi vedi,
Speme delusa, e smania
Di gelosia crudel.

FILIPPO
Smania gelosa, è vero,
Negli occhi tuoi si stampa…
Ma gelosia d'impero,
Ma d'altro amore è vampa,
Ma l'ira insieme e l'onta
D'un'anima infedel.

BEATRICE
Filippo!

FILIPPO
Sì: spergiura!
Più simular non giova.

BEATRICE
Filippo!!

FILIPPO
Ho in man sicura
Del tuo fallir la prova.
Trema.

BEATRICE
Filippo!!! Basti.

FILIPPO
La tua perfidia è qui…
(Cava un portafogli)

BEATRICE
Ciel!… violare osasti…
Tu i miei segreti?

FILIPPO
Io… Si.
Qui di ribelli sudditi
Soffri le mire audaci:
D'un temerario giovane
Qui dell'ardor ti piaci…
E a me delitti apponi?
E a me d'amor ragioni?
Oh! non ti avrei sì perfido
Giammai creduto il cor.

BEATRICE
Questi d'amanti popoli
Voti e lamenti sono.
S'io gli ascoltassi, o barbaro
Meco saresti in trono?
Oh! non voler fra questi
Vili cercar pretesti.
Se amar non puoi, rispettami…
Mi lascia almen l'onor.
Quei fogli, o Filippo - quei fogli mi rendi.
Infami il tuo nome.

FILIPPO
E tanto pretendi?

BEATRICE
Non farti quest'onta: io sono innocente…

FILIPPO
No, tutto t'accusa: tua l'onta sarà.

BEATRICE
Filippo!
(Supplichevole)

FILIPPO
Ti scosta.

BEATRICE
Tel chiedo piangente…
La morte piuttosto…

FILIPPO
Attendila… va.

BEATRICE
(sorgendo)
Spietato! codardo! eccesso cotanto
Mi rende a me stessa, impietra il mio pianto:
Paventa lo sdegno d'un'anima offesa,
Il grido d'un core che macchia non ha.
Il mondo che invoco, che io chiamo in difesa,
Il mondo d'entrambi giustizia farà.

FILIPPO
Del fallo cancella, distruggi la traccia…
Annientala; indegna! poi fremi e minaccia…
Poi vanta costanza, poi spera che illesa
Sarà la tua vita, tua fama sarà.
Il mondo che invochi, che chiami in difesa,
Il mondo d'entrambi vendetta farà!
(Beatrice parte)

SCENA NONA
(Filippo e Rizzardo)

FILIPPO
Udisti?

RIZZARDO
Udii.

FILIPPO
Libero troppo all'ira
Il freno io diedi. Se Orombel movesse
Antica fè soltanto!… e se delusa,
O menzognera, mi traesse Agnese
A fallo estremo, a irreparabil danno!

RIZZARDO
E sospettar d'inganno
Potresti, Agnese?
Oltre ogni cosa in terra
Prova pur dianzi a te non dava?

FILIPPO
È vero.

RIZZARDO
Fra Beatrice a lei
Se' tu sospeso ancor?

FILIPPO
No… ma più grave,
Onde giusto apparir d'Italia al guardo,
Vuolsi cagione che non sia pretesto.

RIZZARDO
E l'avrai tale, e presto,
Se vinci i dubbii tuoi, se intera fede
Riponi in me.

FILIPPO
Tanto prometti?

RIZZARDO
E tanto
Pur d'eseguir confido.

FILIPPO
E sia. Vieni: a tua suora, e a te mi fido.
(Partono)


SCENA DECIMA
(Parte rimota nel castello di Binasco: da un lato è la statua di Facino Cane. Un drappello d’Armigeri esce dal corridoio e s'innoltra guardingo)

No. 5 - Coro d'Amigeri

CORO
Lo vedeste?
Sì: fremente
Ei ci parve, e insiem confuso.
Nulla ei disse?
No: tacente
Ei si tenne, e in sé rinchiuso.
Or dov'è?
Qua e là s'aggira,
Qual chi scopo alcun non ha.
Finge invan: l'amore o l'ira
A tradirsi il porterà.

TUTTI
Arte egual si ponga in opra;
Nulla sfugga agli occhi nostri,
Ma spiarlo alcun non mostri,
Né seguirlo ovunque va.
Vel non fra, per quanto il copra,
Che da noi non sia squarciato,
S'ei si stima inosservato,
S'ei si crede in securtà.
(Si allontanano)


SCENA UNDICESIMA
(Beatrice sola, indi Orombello)

No. 6 - Finale Primo

BEATRICE
Il mio dolore, e l'ira… inutil ira…
S'asconda a tutti. - Oh! potess'io celarla
A te, Facino!… a te obbliato, o prode,
Appena estinto, a te, che forse or miri
Siccome tua vendetta ogni mio scorno.
(Si prostra sul monumento)
Deh! se mi amasti un giorno,
Non m'accusar - Sola, deserta, inerme
Io mi lasciai sedurre… e caro assai
Della mia debolezza io pago il fio.
(Esce Orombello)
Mi abbandona ciascun.

OROMBELLO
Ciascun non io.

BEATRICE
Chi vedo? tu Orombello!
Tu qui furtivo?

OROMBELLO
Della tua sventura
Favellan tutti - Opro sol io - Le lunghe
Dubbiezze tue vincer tu devi alfine,
Usar del tuo poter.
Io tutto ho corse
Le terre a te sogette, e mille in tutte
Fedeli braccia a tua difesa armai.
Vieni - Si spieghi ormai
Di Facino il vessillo; e di tue genti
Vendica i dritti offesi e i propri insulti.

BEATRICE
Son essi al colmo, e non saranno inulti.

OROMBELLO
Oh! gioja! Appena annotti,
Fuggirem queste mura e di Tortona
Ci accorranno i ripari… Ivi raggiunta
Dai più prodi sarai… Solo prometti,
Che non porrai più inciampo al mio disegno,
Che meco in salvo ti vedrà l'aurora.

BEATRICE
Oh! che mai mi consigli?

OROMBELLO
E indugi ancora?

BEATRICE
A ciascun fidar vorrei,
Fuor che a te la mia difesa.

OROMBELLO
Che dì tu?

BEATRICE
Sospetto sei…
La mia fama io voglio illesa.

OROMBELLO
La tua fama!

BEATRICE
Sì - la fede
Che in te pongo… amor si crede;
La pietà che tu nudrisci…
Tua pietà… creduta è amor.

OROMBELLO
Io.. lo So.

BEATRICE
Né inorridisci?

OROMBELLO
Ah! non legger nel mio cor.

BEATRICE
Qual favella!

OROMBELLO
Ah! tu v'hai letto.

BEATRICE
Io! t'acqueta… intesi… intesi…

OROMBELLO
Sì: d'immenso, estremo affetto
Da' primi anni in te m'accesi…
Coll'età si fè maggior…
Si nutrì del tuo dolore…
Mi sforzai celarlo invano…
O perdono o morte avrò.

BEATRICE
Taci… parti… audace! insano!
Oh! in qual cor più fiderò?

OROMBELLO
(prostrandosi)
Deh! perdona.

BEATRICE
Sorgi.


SCENA DODICESIMA
(Filippo, Rizzardo, Agnese con seguito, Anichino, indi Cavalieri, Dame e soldati)

AGNESE
(a Filippo)
Vedi?

FILIPPO
Traditori!

BEATRICE e OROMBELLO
Oh! ciel!

FILIPPO
V'ho colti.
Guardie!

BEATRICE
Arresta.

FILIPPO
Ed osi… e credi
Poter sì che ancor t'ascolti?
La tua colpa…

BEATRICE
Non seguire.
Ella esiste in tuo desire.
Ti conosco.

FILIPPO
E a mia vergogna
Conosciuta or sei tu qui.

OROMBELLO
L'ho perduta!

BEATRICE
O vil rampogna!

FILIPPO
Puoi scolparti?

CORO
Oh! infausto dì!

BEATRICE
Al tuo core, al reo tuo core
Lascio, indegno, il discolparmi;
Cerchi invano, o traditore,
D'avvilirmi, d'infamarmi.
Ah! tal onta io meritai
Quando a me quest'empio alzai.
Dell'amor che mi ha perduta
Sol tal frutto a me restò.

FILIPPO
A ben tristo e amaro prezzo
Di tal donna ebb'io l'amore:
Se il disprezzo è in me maggiore
O lo sdegno io dir non so.

OROMBELLO
Sconsigliato! in qual la trassi
Di miseria abisso orrendo!
Giusto ciel, neppur morendo
L'error mio scontar potrò.

AGNESE
Godi, esulta, o cor sprezzato,
Del dolor di questo ingrato:
Vide il tuo, lo vide estremo,
Né pietà per te provò.

ANICHINO
Ciel, tu sai com'io volea
Prevenir sì ria sventura!
Ah! fu vana ogni mia cura…
Il destino l'affrettò.

CORO
Tutto, ah! tutto a farla rea
Qui congiura a un tempo istesso:
Giusto ciel, d'innanzi ad esso
Come mai scolpar si può?

FILIPPO
Al castigo a lor dovuto
Ambo in ferri custodite.

BEATRICE
E tu l'osi?

FILIPPO
Ho risoluto.

BEATRICE
L'empio l'osa!!

OROMBELLO
Duca, udite…
Innocente è la duchessa…
Insultata a torto è d'essa…
Calunniata…

FILIPPO
Te, non lei,
Traditor, difender déi.
Va…

BEATRICE
Filippo! è troppo eccesso…
Pensa ancor: ti puoi pentir.

FILIPPO
(alle guardie)
Ubbidite!

CORO
Ah! certo è desso,
Certo appien del suo fallir..

BEATRICE
Né fra voi, fra voi si trova
Chi si levi in mia difesa?
Uom non avvi che si muova
A favor di donna offesa?
Ah! se onor più non ragiona,
Se la terra m'abbandona,
A te, vindice supremo,
Io mi volgo e fido in te.

OROMBELLO
Deh! un momento un sol momento
Un acciaro a me porgete,
Se è colpevole, s'io mento,
Alme perfide, vedrete.
Oh! furor! inerme io fremo…
Ah! più fè, più onor non v'è.

FILIPPO
Ite, iniqui! all'impossente
Ira vostra io v'abbandono.
Ogni core è qui fremente,
Sa ciascun che offeso io sono:
Pena estrema a fallo estremo
Terra e ciel domanda a me.

AGNESE
Questo, ingrato, il primo è questo
Colpo in te di mia vendetta:
Altro in breve, e più funesto
Più terribile ne aspetta.
Ambo miseri saremo;
Sì… ma tu… più assai di me.

ANICHINO e CORO
Ah! quel nobile suo sdegno,
Quel rossor di cui s'accende,
D'innocenza è certo pegno,
D'ogni accusa la difende…
A te, giudice supremo,
Noto è solo il reo qual è.
(Beatrice e Orombello sono circondati dalle guardie. Cala il sipario.)
ATTO PRIMO

SCENA PRIMA
Atrio interno nel castello di Binasco. Un'ala di palazzo è illuminata. Tutto indica che in quello ha luogo una festa. Alcuni cortigiani attraversano la scena, e s'incontrano in Filippo

No. 1 - Introduzione

CORO
Tu, signor! lasciar sì presto
Così splendida assemblea?

FILIPPO
M'è importuna… io la detesto…
Per colei che n'è la dea.

CORO
Beatrice!

FILIPPO
Si: di peso
Emmi il nodo a cui son preso.
Non regnar che per costei!
Simular gli affetti miei!
Un molesto amor soffrire,
Un geloso rampognar!
È tal noia, è tal martire
Ch'io non basto a tollerar.

CORO
Sì: ben parli… è grave il giogo…
Ma spezzarlo non potrai?

FILIPPO
Io lo bramo.

CORO
E pieno sfogo
A tua brama a che non dai?
Sei Visconti… Duca sei,
Sei maggior, signor di lei…
Se più soffri, se più taci,
Non mai paghi, ognor più audaci
I vassalli in lei fidanti
Ponno un dì mancar di fè.
Non lasciar che più si vanti
Degli stati che ti diè.

Sono interrotti dalla musica che parte dal palazzo. Porgono attentamente l'orecchio: odesi la voce di Agnese che canta la seguente romanza

FILIPPO e CORO
Ascoltiam!

AGNESE
I.
Ah! non pensar che pieno
Sia nel poter diletto:
Senza un soave affetto
Pena anche in trono un cor.

FILIPPO
O Agnese! è vero.

CORO
Il suo canto seconda il tuo pensiero.

AGNESE
II.
Dove non ride amore
Giorno non v'ha sereno:
Non ha la vita un fiore,
Se non lo nutre amor.

FILIPPO
Né più fia lieta
D'un sol fiore la mia!

CORO
Beatrice il vieta.
Ah! se tu fossi libero
Come gioir potresti!
Di quante belle ha Italia
Nobil desio saresti:
Tutte a piacerti intese,
Tutte le avresti al piè.

FILIPPO
Tutte! O divina Agnese!
Tu basteresti a me.
Come t'adoro, e quanto
Solo il mio cor può dirti:
Gioja mi sei nel pianto,
Pace nel mio furor.
Se della terra il trono
Dato mi fosse offrirti,
Ah! non varrebbe il dono,
Cara del tuo bel cor).

CORO
Di spezzar gli odiati nodi
Il pensier depor non déi:
Se d'un'altra amante sei,
L'arti sue t'insegni amor.

FILIPPO e CORO
Forse già disposti i modi
Ne ha fortuna in suo segreto;
E non manca a far mi/ti lieto.
Che sorprenderne il favor.
Partono

SCENA SECONDA

ANICHINO
Soli siam qui - Liberamente io posso
Svelarti il mio timor.

OROMBELLO
Che temi?

ANICHINO
Io temo
Il cieco amor che ognun ti legge in volto.
O figlio in te rivolto
Era ogni sguardo, e più di tutti Agnese
Di spiar non cessava i moti tuoi:
Ah! Beatrice e te perder tu vuoi.

OROMBELLO
Salvarla io voglio. - In propria corte schiava
La compiangon le genti: e quanti han prodi
Del Tanaro le sponde e del Ticino
Che dell'eroe Facino
La videro sul trono, apprestan l'armi
A vendicarla ed a spezzar suoi nodi.

ANICHINO
Di Filippo non sai l'arti e le frodi?
E dove ancor sovrana
Foss'ella appieno, l'alta donna è troppo
Gelosa di sua fama
Per nutrire tue speranze…

OROMBELLO
Ella pur m'ama.

ANICHINO
Che dici tu? t'ama?

OROMBELLO
Sì, m'ama… il credi…

ANICHINO
Tremar mi fai.

OROMBELLO
Mira.
Mostra un biglietto

ANICHINO
Qual foglio!

OROMBELLO
Un paggio
Mel diè furtivo, e mi sparì d'innanti.
Odi… Fra pochi istanti,
Prima dell'alba, ella in segreta stanza
Mi attenderà… Scorta mi ho sommesso
Un suono di liuto…

ANICHINO
Orombello!… ah! se vai, tu sei perduto.
De' suoi nemici e tuoi
Insidia è forse…

OROMBELLO
E per un dubbio speri
Che a mia ventura io manchi?… Oh! Vedi… intorno
Regna silenzio, e spente son le faci.
Lasciami.

ANICHINO
Incauto!…

OROMBELLO
Ah! Taci…
Non turbar la mia gioia… In quelle soglie
Morte pur sia… la sfido.

ANICHINO
Oh! forsennato!:..
Abbi di te pietà.

OROMBELLO
Me tragge il fato.

Si scioglie da Anichino, ed entra frettolosamente nel palazzo. Anichino si allontana dolente


SCENA TERZA
Appartamento di Agnese. Agnese siede inquieta ad un tavolino: un liuto è sovr'esso. Dopo alcuni momenti si alza, e va spiando alla porta come persona che attende qualcuno

AGNESE
Verrà - non mente il paggio…
Gioir lo vide, e l'amoroso foglio
Premersi al cor - Oh! sì, verrà. - Ti calma,
Dubbiosa e timid'alma,
Né sospetto ti dia breve dimora;
Forse ogni loggia non è sgombra ancora.
Regna una volta, o sonno… E tu più tardo
Le tenebre a fugar t'affaccia, o giorno.

No. 2 - Recitativo e Duetto

AGNESE
Silenzio - È notte intorno,
Profonda notte. -Del liuto il suono
Ti sia duce, amor mio.
Prelude sul liuto, indi si arresta e porge l'orecchio
Udiamo. - Alcun s'appressa.


SCENA QUARTA
Orombello entra frettoloso, e guardingo. Appena scopre Agnese si ferma maravigliato e guardando d'intorno

OROMBELLO
Ove son io?

AGNESE
Onde così sorpreso?
Inoltrate.

OROMBELLO
Perdono. - Udìa… passando…
Soavi note… e me traea vaghezza
Di saper da che man venian destate.
Perdono, Agnese…
Per partire

AGNESE
Uscite voi? - Restate. -
Sedete.

OROMBELLO
O ciel!.

AGNESE
Sedete. - E fia pur vero
Che curiosa brama
Sol vi spingesse?

OROMBELLO
Oh! incauto me!

AGNESE
Null'altro
Desir fu il vostro?

OROMBELLO
E qual, Contessa?

AGNESE
E in queste
Ore sì tarde non può forse un core
Vegliar co' suoi pensieri… e sospirando
Confidar al liuto un caro nome…
Il nome d'Orombello?

OROMBELLO
Il nome mio?
Chi mai?

AGNESE
Che val tacerlo? Avvi.

OROMBELLO
Gran Dio!

AGNESE
Voi fra il ducal corteggio
Non veggo io forse?
Sospirar non v'odo?
Gemer sommesso?…

OROMBELLO
Oh! che mai sento?.

AGNESE
Un giorno
Si riscontrar i nostri occhi intenti e fissi
Egli ama, egli ama, io dissi…
Degno è d'amor, più che non sia mortale…
Più che l'altero suo rival…

OROMBELLO
alzandosi
Rivale!

AGNESE
Sì: rival… regnante.

OROMBELLO
Ciel! che ascolto!

AGNESE
Ma che giova?
Nulla è un regno ad alma amante:
Più che un trono in voi ritrova…
Ogni ben che in terra è dato
È per essa il vostro amor.

OROMBELLO
Tutto, ah! tutto è a lei svelato…
Simular che giova ancor?

AGNESE
Né vi basta?…

OROMBELLO
O Agnese!

AGNESE
E un foglio
Un suo foglio non aveste?

OROMBELLO
L'ebbi… ah! sì… fidar mi voglio…
Amo, è vero, e in questo amore
È riposto il ciel per me.

AGNESE
Al piacer resisti, o core.
Chi beato al par di te?

OROMBELLO
Oh! celeste Beatrice!

AGNESE
con un grido
Ella!

OROMBELLO
Agnese!…
correndo a lei sbigottito

AGNESE
Oh! me infelice!

OROMBELLO
Ciel! che feci?

AGNESE
con disperazione
Amata ell'è!
Ella amata! ed io schernita!…
Io delusa!… ahi crudo arcano!

OROMBELLO
Ah! pietade… la sua vita,
La sua fama è in vostra mano!

AGNESE
E la mia?… la mia… spietato!
Nulla è dunque agli occhi tuoi?
Ah! l'incendio in me destato
Spegni in pria, se tu lo puoi…
Fa che un'ombra, un sogno sia
La mia pena e. l'onta mia…
Ed allora… allor capace
Di pietà per lei sarò.

OROMBELLO
M'odi, ah! m'odi.. ah! tu non sei
Né oltraggiata, né schernita.
Per calmarti io spenderei
Il mio sangue, la mia vita…
Me perdona se costretto
Da potente immenso affetto
Tutto il prezzo del tuo core
Il mio cor sentir non può.

AGNESE
Taci, taci.

OROMBELLO
Ah! no…

AGNESE
T'invola…
L'ira mia di più s'accende.

OROMBELLO
Ah! crudele, da te sola
La sua vita omai dipende.

AGNESE
Fa che un'ombra, un sogno sia
La mia pena e l'onta mia,
Ed allora, allor capace
Di pietà per lei sarò.

OROMBELLO
Ah! perdona se costretto
Da potente, immenso affetto,
Tutto il prezzo del tuo core
Il mio cor sentir non può.
Agnese lo accommiata minacciosa, Orombello si allontana

SCENA QUINTA

AGNESE
sola
Ogni mia speme è al vento…
A vano amore
Sottentrò la vendetta…
Essa, o Filippo,
A te mi getta in braccio - Ah! negli abissi
Mi getti ancora, perché sia punito
Chi mi schernì, purché non resti inulto
Il mio rossore estremo, e il mio cordoglio
Mi fia compenso d'Orombello… un soglio.
Parte


SCENA SESTA
Boschetto nel Giardino Ducale. Beatrice esce correndo; le sue Damigelle la seguono

No. 3 - Coro e Cavatina

BEATRICE
Respiro io qui…
Fra queste piante ombrose,
All'olezzar de' fiori, a me più dolce
Sembra il raggio del dì.
Siede

DAMIGELLE
Come ogni cosa
Il suo sorriso allegra,
A voi dolente ed egra
Rechi conforto ancor!

BEATRICE
Oh! mie fedeli!
Quando offeso il suo stelo il fior vien meno,
Più ravvivar nol puote il Sol sereno,
Quel fior son io: così languir m'è forza,
Lentamente perir. - Ah! non è questa
La mercé ch'io sperai d'averti accolto
E difeso, o Filippo, e al soglio alzato!

DAMIGELLE
Misera! è ver.

BEATRICE
Che non mi dee l'ingrato?
Mala sola, oimè! son io,
Che penar per lui si veda?
O mie genti! o suol natio!
Di chi mai vi diedi in preda?
Ed io stessa, ed io potei
Soggettarvi a tal signor?

DAMIGELLE
Ella piange.

BEATRICE
Oh! regni miei!.

DAMIGELLE
Smania, freme…

BEATRICE
Oh! mio rossor!
Ah! la pena in lor piombò
Dell'amor che mi perdé;
I martir dovuti a me
Il destino a lor serbò.
Ma se in ciel sperar si può
Un sol raggio di pietà,
La costanza a noi darà,
Se la pace ne involò.

DAMIGELLE
Ah! per sempre non sarà
Vilipesa la virtù:
Più contenta e bella più
Dalle pene sorgerà.


SCENA SETTIMA
{Mentre Beatrice si allontana colle sue damigelle, entrano Filippo e Rizzardo.
Ambidue l'osservano in silenzio da lontano}

RIZZARDO
Vedi?… La tua presenza
Fugge sdegnosa.

FILIPPO
Ove fuggir può tanto
Che non la segua il mio vegliante sguardo?
Va, la raggiungi.
Rizzardo parte
Io fremo d'ira ed ardo.
D'esser da lei tradito
Duolmi così? Non lo bramai finora?
Non ne cercai, non ne sperai le prove?


SCENA OTTAVA
Beatrice e Filippo

BEATRICE
Tu qui, Filippo?

FILIPPO
E altrove
Poss'io trovarti, che in segreti luoghi,
Ove misteriosa ognor t'aggiri?

BEATRICE
Sì… non vo' testimoni a' miei sospiri.
E a te celarli io tento,
Più che ad altrui.
Troppo ti son molesti
Già da gran tempo.

FILIPPO
Né molesti mai
Stati sarian, se la cagion verace
Detta ne avessi.

BEATRICE
Oh! ben ti è nota… e grave
Più me la rende il simular che fai
Tu d'ignorarla.

FILIPPO
E ch'io la ignori speri?
Non sai che i tuoi pensieri,
E i più segreti, e i più gelosi e rei
Io ti leggo cogli occhi, in fronte, in core?

BEATRICE
Io rei pensieri!!! e quali?

FILIPPO
Odio e livore.

BEATRICE
Odio e livore! - ingrato!
Né il pensi tu, né il credi,
Duolo d'un cor piagato,
Pianto d'amor vi vedi,
Speme delusa, e smania
Di gelosia crudel.

FILIPPO
Smania gelosa, è vero,
Negli occhi tuoi si stampa…
Ma gelosia d'impero,
Ma d'altro amore è vampa,
Ma l'ira insieme e l'onta
D'un'anima infedel.

BEATRICE
Filippo!

FILIPPO
Sì: spergiura!
Più simular non giova.

BEATRICE
Filippo!!

FILIPPO
Ho in man sicura
Del tuo fallir la prova.
Trema.

BEATRICE
Filippo!!! Basti.

FILIPPO
La tua perfidia è qui…
Cava un portafogli

BEATRICE
Ciel!… violare osasti…
Tu i miei segreti?

FILIPPO
Io… Si.
Qui di ribelli sudditi
Soffri le mire audaci:
D'un temerario giovane
Qui dell'ardor ti piaci…
E a me delitti apponi?
E a me d'amor ragioni?
Oh! non ti avrei sì perfido
Giammai creduto il cor.

BEATRICE
Questi d'amanti popoli
Voti e lamenti sono.
S'io gli ascoltassi, o barbaro
Meco saresti in trono?
Oh! non voler fra questi
Vili cercar pretesti.
Se amar non puoi, rispettami…
Mi lascia almen l'onor.
Quei fogli, o Filippo - quei fogli mi rendi.
Infami il tuo nome.

FILIPPO
E tanto pretendi?

BEATRICE
Non farti quest'onta: io sono innocente…

FILIPPO
No, tutto t'accusa: tua l'onta sarà.

BEATRICE
Filippo!
Supplichevole

FILIPPO
Ti scosta.

BEATRICE
Tel chiedo piangente…
La morte piuttosto…

FILIPPO
Attendila… va.

BEATRICE
sorgendo
Spietato! codardo! eccesso cotanto
Mi rende a me stessa, impietra il mio pianto:
Paventa lo sdegno d'un'anima offesa,
Il grido d'un core che macchia non ha.
Il mondo che invoco, che io chiamo in difesa,
Il mondo d'entrambi giustizia farà.

FILIPPO
Del fallo cancella, distruggi la traccia…
Annientala; indegna! poi fremi e minaccia…
Poi vanta costanza, poi spera che illesa
Sarà la tua vita, tua fama sarà.
Il mondo che invochi, che chiami in difesa,
Il mondo d'entrambi vendetta farà!
Beatrice parte

SCENA NONA
Filippo e Rizzardo

FILIPPO
Udisti?

RIZZARDO
Udii.

FILIPPO
Libero troppo all'ira
Il freno io diedi. Se Orombel movesse
Antica fè soltanto!… e se delusa,
O menzognera, mi traesse Agnese
A fallo estremo, a irreparabil danno!

RIZZARDO
E sospettar d'inganno
Potresti, Agnese?
Oltre ogni cosa in terra
Prova pur dianzi a te non dava?

FILIPPO
È vero.

RIZZARDO
Fra Beatrice a lei
Se' tu sospeso ancor?

FILIPPO
No… ma più grave,
Onde giusto apparir d'Italia al guardo,
Vuolsi cagione che non sia pretesto.

RIZZARDO
E l'avrai tale, e presto,
Se vinci i dubbii tuoi, se intera fede
Riponi in me.

FILIPPO
Tanto prometti?

RIZZARDO
E tanto
Pur d'eseguir confido.

FILIPPO
E sia. Vieni: a tua suora, e a te mi fido.
Partono


SCENA DECIMA
Parte rimota nel castello di Binasco: da un lato è la statua di Facino Cane. Un drappello d’Armigeri esce dal corridoio e s'innoltra guardingo

No. 5 - Coro d'Amigeri

CORO
Lo vedeste?
Sì: fremente
Ei ci parve, e insiem confuso.
Nulla ei disse?
No: tacente
Ei si tenne, e in sé rinchiuso.
Or dov'è?
Qua e là s'aggira,
Qual chi scopo alcun non ha.
Finge invan: l'amore o l'ira
A tradirsi il porterà.

TUTTI
Arte egual si ponga in opra;
Nulla sfugga agli occhi nostri,
Ma spiarlo alcun non mostri,
Né seguirlo ovunque va.
Vel non fra, per quanto il copra,
Che da noi non sia squarciato,
S'ei si stima inosservato,
S'ei si crede in securtà.
Si allontanano


SCENA UNDICESIMA
Beatrice sola, indi Orombello

No. 6 - Finale Primo

BEATRICE
Il mio dolore, e l'ira… inutil ira…
S'asconda a tutti. - Oh! potess'io celarla
A te, Facino!… a te obbliato, o prode,
Appena estinto, a te, che forse or miri
Siccome tua vendetta ogni mio scorno.
Si prostra sul monumento
Deh! se mi amasti un giorno,
Non m'accusar - Sola, deserta, inerme
Io mi lasciai sedurre… e caro assai
Della mia debolezza io pago il fio.
Esce Orombello
Mi abbandona ciascun.

OROMBELLO
Ciascun non io.

BEATRICE
Chi vedo? tu Orombello!
Tu qui furtivo?

OROMBELLO
Della tua sventura
Favellan tutti - Opro sol io - Le lunghe
Dubbiezze tue vincer tu devi alfine,
Usar del tuo poter.
Io tutto ho corse
Le terre a te sogette, e mille in tutte
Fedeli braccia a tua difesa armai.
Vieni - Si spieghi ormai
Di Facino il vessillo; e di tue genti
Vendica i dritti offesi e i propri insulti.

BEATRICE
Son essi al colmo, e non saranno inulti.

OROMBELLO
Oh! gioja! Appena annotti,
Fuggirem queste mura e di Tortona
Ci accorranno i ripari… Ivi raggiunta
Dai più prodi sarai… Solo prometti,
Che non porrai più inciampo al mio disegno,
Che meco in salvo ti vedrà l'aurora.

BEATRICE
Oh! che mai mi consigli?

OROMBELLO
E indugi ancora?

BEATRICE
A ciascun fidar vorrei,
Fuor che a te la mia difesa.

OROMBELLO
Che dì tu?

BEATRICE
Sospetto sei…
La mia fama io voglio illesa.

OROMBELLO
La tua fama!

BEATRICE
Sì - la fede
Che in te pongo… amor si crede;
La pietà che tu nudrisci…
Tua pietà… creduta è amor.

OROMBELLO
Io.. lo So.

BEATRICE
Né inorridisci?

OROMBELLO
Ah! non legger nel mio cor.

BEATRICE
Qual favella!

OROMBELLO
Ah! tu v'hai letto.

BEATRICE
Io! t'acqueta… intesi… intesi…

OROMBELLO
Sì: d'immenso, estremo affetto
Da' primi anni in te m'accesi…
Coll'età si fè maggior…
Si nutrì del tuo dolore…
Mi sforzai celarlo invano…
O perdono o morte avrò.

BEATRICE
Taci… parti… audace! insano!
Oh! in qual cor più fiderò?

OROMBELLO
prostrandosi
Deh! perdona.

BEATRICE
Sorgi.


SCENA DODICESIMA
Filippo, Rizzardo, Agnese con seguito, Anichino, indi Cavalieri, Dame e soldati

AGNESE
a Filippo
Vedi?

FILIPPO
Traditori!

BEATRICE e OROMBELLO
Oh! ciel!

FILIPPO
V'ho colti.
Guardie!

BEATRICE
Arresta.

FILIPPO
Ed osi… e credi
Poter sì che ancor t'ascolti?
La tua colpa…

BEATRICE
Non seguire.
Ella esiste in tuo desire.
Ti conosco.

FILIPPO
E a mia vergogna
Conosciuta or sei tu qui.

OROMBELLO
L'ho perduta!

BEATRICE
O vil rampogna!

FILIPPO
Puoi scolparti?

CORO
Oh! infausto dì!

BEATRICE
Al tuo core, al reo tuo core
Lascio, indegno, il discolparmi;
Cerchi invano, o traditore,
D'avvilirmi, d'infamarmi.
Ah! tal onta io meritai
Quando a me quest'empio alzai.
Dell'amor che mi ha perduta
Sol tal frutto a me restò.

FILIPPO
A ben tristo e amaro prezzo
Di tal donna ebb'io l'amore:
Se il disprezzo è in me maggiore
O lo sdegno io dir non so.

OROMBELLO
Sconsigliato! in qual la trassi
Di miseria abisso orrendo!
Giusto ciel, neppur morendo
L'error mio scontar potrò.

AGNESE
Godi, esulta, o cor sprezzato,
Del dolor di questo ingrato:
Vide il tuo, lo vide estremo,
Né pietà per te provò.

ANICHINO
Ciel, tu sai com'io volea
Prevenir sì ria sventura!
Ah! fu vana ogni mia cura…
Il destino l'affrettò.

CORO
Tutto, ah! tutto a farla rea
Qui congiura a un tempo istesso:
Giusto ciel, d'innanzi ad esso
Come mai scolpar si può?

FILIPPO
Al castigo a lor dovuto
Ambo in ferri custodite.

BEATRICE
E tu l'osi?

FILIPPO
Ho risoluto.

BEATRICE
L'empio l'osa!!

OROMBELLO
Duca, udite…
Innocente è la duchessa…
Insultata a torto è d'essa…
Calunniata…

FILIPPO
Te, non lei,
Traditor, difender déi.
Va…

BEATRICE
Filippo! è troppo eccesso…
Pensa ancor: ti puoi pentir.

FILIPPO
alle guardie
Ubbidite!

CORO
Ah! certo è desso,
Certo appien del suo fallir..

BEATRICE
Né fra voi, fra voi si trova
Chi si levi in mia difesa?
Uom non avvi che si muova
A favor di donna offesa?
Ah! se onor più non ragiona,
Se la terra m'abbandona,
A te, vindice supremo,
Io mi volgo e fido in te.

OROMBELLO
Deh! un momento un sol momento
Un acciaro a me porgete,
Se è colpevole, s'io mento,
Alme perfide, vedrete.
Oh! furor! inerme io fremo…
Ah! più fè, più onor non v'è.

FILIPPO
Ite, iniqui! all'impossente
Ira vostra io v'abbandono.
Ogni core è qui fremente,
Sa ciascun che offeso io sono:
Pena estrema a fallo estremo
Terra e ciel domanda a me.

AGNESE
Questo, ingrato, il primo è questo
Colpo in te di mia vendetta:
Altro in breve, e più funesto
Più terribile ne aspetta.
Ambo miseri saremo;
Sì… ma tu… più assai di me.

ANICHINO e CORO
Ah! quel nobile suo sdegno,
Quel rossor di cui s'accende,
D'innocenza è certo pegno,
D'ogni accusa la difende…
A te, giudice supremo,
Noto è solo il reo qual è.
Beatrice e Orombello sono circondati dalle guardie. Cala il sipario.
最終更新:2021年12月18日 11:08