ATTO SECONDO

SCENA PRIMA
(Sala nel castello di Binasco preparata per tener tribunale. Guardie alle porte. Damigelle di Beatrice e Cortigiani)

No. 7 - Coro d'Introduzione

DAMIGELLE
Lassa! E può il ciel permettere
Questo giudizio infame?

CORO
Ella non può sottrarsene:
Già cominciò l'esame.
Possa dinanzi ai giudici
Darvi fedele amore
Forza e virtù maggiore
Che ad Orombel non diè!

DAMIGELLE
Come! L'incauto, il debole
Forse al timor cedè?

CORO
Dal tenebroso carcere,
Ove rinchiuso ei venne,
Al tribunal terribile
Fermo si presentò.
Quivi minacce e insidie
Intrepido sostenne;
Quivi martiri e spasimi,
Quanti potea, sfidò.

DAMIGELLE
Ahi! sventurato! ahi misero!
Né i barbari placò!

CORO
Tratto tre volte in aere,
Tre volte in giù sospinto,
Sol con profondi gemiti
Prima il suo duol mostrò.
Quindi spossato e livido,
D'atro pallor dipinto,
China la fronte e mutolo,
Esanime sembrò.

DAMIGELLE
Ahi ferrei cori! Ahi barbari!
Tanto il meschin penò?

CORO
Ma poi che gli occhi languidi
Ebbe dischiusi appena…
Quando il feroce strazio
Anco apprestar mirò…
Più non potendo reggere
All'insoffribil pena:
Sé confessò colpevole,
Complice lei gridò.

DAMIGELLE
Ahi! sventurata! ahi misera!
Niuno salvar la può.
(Si allontanano)


SCENA SECONDA
(Filippo, Anichino, soldati)

FILIPPO
Omai del suo destino arbitra solo
Esser deve la legge.

ANICHINO
E qual v'ha legge
Che a voi non ceda? - Oh! ve ne prego, o Duca,
Per l'util vostro. A voi funesto io temo
Questo giudizio: già ne corse il grido
Per le vicine terre, e il popol freme,
E lei compiange.

FILIPPO
Né Filippo il teme.
Fino al novello dì sian di Binasco
(ai soldati)
Chiuse le porte, né venir vi possa,
Né uscirne alcuno. - Allor che il popol veda
Quest'idol suo di tanto error convinto,
Dirà giustizia quel che forza or dice.

ANICHINO
E chi di Beatrice
Retto giudice fia dove l'accusa
Filippo intenti?

FILIPPO
Or basta…
Omai pon modo al tuo soverchio zelo.
Il Consiglio s'aduna.

ANICHINO
(Oh! istante! io gelo.

SCENA TERZA
(Escono i Giudici, e si vanno a collocare ai loro posti. Rizzardo presiede al consiglio. Filippo siede in un seggio elevato. La scena si empie di dame e di cavalieri: in mezzo alle dame vedesi Agnese)

No. 9 - Scena, Coro e Quintetto

ANICHINO
(O troppo a mie preghiere
Sordo Orombello! Fu presago jeri
Il mio timor).
(Va a sedersi anch'esso)

AGNESE
(Di mia vendetta è giunta
L'ora bramata… eppur non sono io lieta,
Qual mi sgomenta il cor voce segreta!).

SCENA QUARTA
(Beatrice fra le guardie, e detti)

GIUDICE
Di grave accusa il peso
Pende sul capo vostro - A noi d'innanzi
Vi possiate scolpar!

BEATRICE
E chi vi diede
Di giudicarmi il dritto? Ovunque io volga
Gli occhi sorpresi, altro non veggio intorno
Che miei vassalli.

FILIPPO
E il tuo sovran non vedi?
Il tradito tuo sposo?

BEATRICE
Io veggo un empio
Che i beneficii miei paga d'infamia,
L'amor mio di vergogna.

FILIPPO
Amor tu dici
Tramar co' miei nemici,
Ribellarmi i vassalli e far mia corte
Campo di tresche oscene
Con citaredi, quanto abbietti, audaci,
Chiami Filippo amar?

BEATRICE
Taci, deh! taci.
Ferma udir posso ogni altra
Accusa tua… ma il cor si scote e freme
A sì vil taccia. Oh! non voler, Filippo,
De' Lascari la figlia, e d'un eroe
La vedova avvilir.

GIUDICE
Il reo t'accusa
Complice tuo. - Venga Orombello.

BEATRICE
(Oh cielo!
La mia virtù sostieni).

GIUDICE
Eccolo.


SCENA QUINTA
(Orombello fra le guardie, e detti)

AGNESE
(Oh! come
Lo ridusse infelice il furor mio!).

OROMBELLO
A quai nuovi martir tratto son io!

GIUDICE
Ti rinfranca: a noi t'appressa.
Parla: e il ver conferma a lei.
(Orombello appoggiato sulle guardie s'innoltra lentamente)

BEATRICE
Orombello!

OROMBELLO
(Oh! voce! è dessa…
E morire io non potei!).

BEATRICE
Orombello!! – Oh sciagurato!
Dal mentir che hai tu sperato?
Viver forse? ah! dove io moro
Vita speri da costoro?
Tu morrai con me morrai,
Ma qual reo, qual traditor.

OROMBELLO
Cessa, cessa. - Ah tu non sai…
Di me stesso io son l'orror.
Io soffrii… soffrii tortura
Cui pensiero non comprende…
Non poté la fral natura
Sopportar le pene orrende…
La mia mente vaneggiava…
Il dolor, non io, parlava…
Ma qui, teco, al mondo in faccia,
Or che morte ne minaccia,
Innocente io ti proclamo,
Grido perfidi costor.

BEATRICE
Grazie, o cielo!

AGNESE
(Oh! mio rimorso!).

ANICHINO
(L'odi o Duca?).

FILIPPO
(L'odo e fremo).

GIUDICE
Troppo omai tu sei trascorso:
Bada e trema.

OROMBELLO
Io più non tremo.
Sol ch'io mora perdonato
Da quest'angelo d'amor!

FILIPPO e GIUDICE
V'han supplizii, o forsennato,
A strapparti il vero ancor.
(Orombello si strascina verso Beatrice: essa gli va incontro e lo regge)

BEATRICE
Al tuo fallo ammenda festi
Generosa, inaspettata.
Il coraggio mi rendesti,
Moro pura ed onorata…
Ti perdoni il ciel clemente,
Col mio labbro, col mio cor.

OROMBELLO
Non morrai: né ciel, né terra
Soffrirà sì nero eccesso.
A me stanco in tanta guerra,
A me sia morir concesso.
Mi offrirò col tuo perdono
Lieto innanzi al mio signor.

FILIPPO e GIUDICI
(In quegli atti, in quegli accenti
V'ha poter ch'io dir non posso,
Cederesti ai lor lamenti,
Ne saresti o cor commosso?
No: sottentri a vil pietade
Inflessibile rigor).

AGNESE e DAMIGELLE
(Ah! sul cor, sul cor mi cade
Quel compianto e quel dolor).

FILIPPO
Poi che il reo smentì se stesso,
Fia sospesa la sentenza?

ANICHINO
Sciorgli entrambi è mio pensiero:
Fia giustizia la clemenza.

FILIPPO
Sciorgli?

AGNESE
Oh! gioja!

GIUDICI
No: non puoi,
Vuol la legge i dritti suoi.
Nuovo esame infra i tormenti
Denno in pria subir costor.

AGNESE, ANICHINO e DAMIGELLE
(Ella pure!).

BEATRICE
(O iniqui!).

OROMBELLO
Oh! mostri!
Chi porrà su lei le mani?
Tuoni pria sui capi vostri,
Tuoni il cielo…

GIUDICI
Si allontani.

BEATRICE
(ai Giudici)
Deh! un istante…
(a Filippo)
Un solo accento
Non temer di udir lamento…
Sol t'avverto… Il ciel ti vede…
O Filippo! hai tempo ancor.

FILIPPO
Va: pei rei non v'è mercede…
Ti abbandono al suo rigor.

BEATRICE
(si volge ad Orombello e a lui si avvicina)
Vieni, amico… insiem soffriamo:
A soffrir per poco abbiamo.
Il destin per breve pena
Ci riserba eterno onor.

OROMBELLO
Teco io sono.

AGNESE
(Io reggo appena).

ANICHINO
(Oh! pietà! si spezza il cor).

TUTTI, FILIPPO e GIUDICI
Ite entrambi, e poi che il vero
rimorso non vi detta,
supplizio che vi aspetta.
Vi costringa, e strappi il vel.

AGNESE e ANICHINO
(Chi mi cela al mondo intero?).
(O misfatto! ho in core un gel!).

BEATRICE
Ah! se in terra a tai tiranni
È virtude abbandonata,
D'una vita sventurata
È la morte men crudel.

OROMBELLO e BEATRICE
Di costanza armiamo il core:
Qui supplizii, onore in ciel.
(Orombello e Beatrice partono fra le guardie da' lati opposti. Il consiglio si scioglie)


SCENA SESTA
(Agnese e Filippo. Filippo rimane pensoso, e passeggia a lunghi passi. Agnese si avvicina ad esso tremante)

No. 10 - Recitativo

AGNESE
Filippo!

FILIPPO
Tu! - Ti appressa…
D'uopo ho d'udir tua voce.

AGNESE
Oh! al cor ti scenda
Pietosa sì, che al perdonar lo pieghi.

FILIPPO
Sei tu che preghi, Agnese! E per chi preghi?
Vieni: ogni tema sgombra:
Il regal serto è tuo.

AGNESE
Serto! Ah! piuttosto
Si aspetta a me de' penitenti il velo.

FILIPPO
Agnese!

AGNESE
Innanzi al cielo,
Innanzi al mondo, io rea mi sento… rea
Della morte cui danni un'innocente.

FILIPPO
Qual dubbi or volgi, strani dubbi, in mente?
Io sol rispondo, io solo
Di quel reo sangue - Omai t'acqueta, e pensa
Che ad altri tu non dei, fuor che all'amore,
Di Beatrice il soglio.
Ritratti.

AGNESE
Ah! mio Signor!…

FILIPPO
(severamente)
Ritratti… il voglio.
(Agnese parte piangendo)


SCENA SETTIMA
(Filippo solo, indi Anichino, Dame, Cortigiani)

No. 11 - Aria di Filippo e Coro

FILIPPO
Rimorso in lei?… Dove io non ho rimorso
Altri lo avrà? - Dove alcun l'abbia, il celi:
Il mostrarlo è accusarmi. Esser tranquillo,
Sereno io voglio - E il sono io forse, e il posso!
No da terror percosso
Mi sento io pur, qual se vicino avessi
Terribil larva, qual se udissi intorno
Una minaccia rimbombar sul vento -
M'inganno?… o mi colpi flebil lamento!
(Porge l'orecchio)
No, non m'inganno… è dessa,
Ch'io non n'oda la voce - Oh! chi s'appressa!
(All'uscir di Anichino si ricompone)

ANICHINO
Filippo, la duchessa
Non confessò… pur la condanna a morte
Tutto il consiglio, e il nome tuo sol manca
Alla mortal sentenza.
(Filippo riceve la sentenza)

FILIPPO
Non confessò!!

ANICHINO
Costante è l'innocenza.

CORO
È in vostra man, signore,
Dell'infelice il fato:
Ceda il rigor placato
Al grido di pietà.

FILIPPO
No… si resista…
Il decreto fatal si segni alfine…
(Si appressa al tavolino per segnare la sentenza: si arresta)
Ah! non poss'io: mi si solleva il crine.
Qui mi accolse oppresso, errante,
Qui dié fine a mie sventure…
Io preparo a lei la scure!
Per amor supplizio io do!
Ah! mai più d'uman sembiante
Sostener potrò l'aspetto:
Ah! nel mondo maledetto,
Condannato in ciel sarò.

CORO
(Ella è salva, se un istante
Il rimorso udire ei può).

FILIPPO
Ella viva.
(Per stracciare la sentenza)
Qual fragore!
Chi si appressa? - Ite - vedete.
(I cortigiani escono frettolosi)

DAMIGELLE
Crudo inciampo!

FILIPPO
Ebben?

CORO
Signore,
Alle mura provvedete.
Di Facin le bande antiche
Si palesano nemiche,
Osan chieder la duchessa,
E Binasco minacciar.

FILIPPO
Ed io, vil, gemea per essa!
M'accingeva a perdonar!
Si eseguisca la sentenza.
(Sottoscrive)

CORO
Ah! Signor pietà, clemenza.

FILIPPO
Non son'io che la condanno:
È la sua, l'altrui baldanza.
Empia lei, non me tiranno
Alla terra io mostrerò.
(Cada alfine, e tronco il volo
Sia così di sua fidanza.
Un sol trono, un regno solo
Vivi entrambi unir non può).

CORO
(Ah! per lei non v'ha speranza.
Il destin l'abbandonò).
(Partono)


SCENA OTTAVA
(Vestibolo terreno che mette alle prigioni del castello. Grand'arco a cui si ascende per una gradinata e dà accesso a lungo corridoio esterno. Damigelle, e famigliari di Beatrice escono dalle prigioni. Sono tutti vestiti a lutto. - D'ogni lato sentinelle)

No. 12 - Finale Secondo

CORO
Prega. - Ah! non sia la misera
Nel suo pregar turbata.
Mai non salì di martire
Prece al Signor più grata:
Né mai più puro spirito
Ei contemplò dal cielo,
Santo d'amor, di zelo,
Santo del suo soffrir.
Oh! la costanza impavida
Onde sfidò i tormenti,
Data le sia negli ultimi
Terribili momenti!
E la virtù che tentano
Macchiare i suoi tiranni,
Provin gli estremi affanni,
Suggelli un pio morir!


SCENA NONA
(Beatrice esce dalla prigione umilmente vestita, e coi capelli sugli omeri: passeggia lentamente e a fatica. Tutti la circondano inteneriti e in silenzio)

BEATRICE
Nulla diss'io… Di sovrumana forza
Mi armava il cielo… Io nulla dissi, oh, giòja!
Trionfai del dolor. - Perché piangete!
Né con me v'allegrate? Io moro, o amici!
Ma gloriosa, ma di mia virtute
Nel manto avvolta. Non così gl'iniqui,
Che calpestata e afflitta han l'innocenza!…
Dell'iniqua sentenza
L'universo gli accusi.

CORO
Ah! sì.

BEATRICE
Mia morte
Filippo infami, e il sangue mio versato
Piombi sul traditor, qualunque ei sia,
Che dell'indegno complice si rese.
Dio lo punisca… colla vita.


SCENA DECIMA
(Agnese dall'alto ode le parole di Beatrice, getta un grido e scende rapidamente)

AGNESE
Ah!

TUTTI
Agnese!

AGNESE
Pietà… la mia condanna
Non proferir… a piedi tuoi mi lascia
Morir d'angoscia e di rimorso.

BEATRICE
Oh! Agnese!
Rimorso in te!

AGNESE
Rimorso eterno. A morte
Ti spingo io sola… Io d'Orombello ardea.

BEATRICE
Oh! che dì tu?

AGNESE
Credea
Te la mia rivale… e violai tue stanze,
Furai tuoi scritti… e il sangue tuo comprai
Coll'onor mio…

BEATRICE
Perfida!… cessa… fuggi
Ch'io non ti vegga… ch'io non sia costretta
In quest'ora funesta
Col cor morente a maledir…

AGNESE
Oh! arresta…
(Odesi dalle torri un flebile suono. Beatrice si scuote)

BEATRICE
Qual suon!

CORO e ANICHINO
Un'altra vittima
L'ultimo canto intuona.

OROMBELLO
(dalle torri)
Angiol di pace all'anima
La voce tua mi suona.
Segui, o pietoso, e inspirami
Virtù di perdonar…

AGNESE
Egli… perdona!…
(Beatrice vivamente commossa si ap pressa ad Agnese. Segue il canto di Orombello)

BEATRICE
Con quel perdono, o misera,
Ricevi il mio perdono.
Salga con queste lagrime
A un Dio di pace e amor.

AGNESE
Ah! la virtù di vivere
Da te ricevo in dono…
Vivrò, vivrò per piangere
Finché si spezzi il cor.

ANICHINO e CORO
Salga quel pianto al trono
D'un Dio di pace e amor.
(Odesi marcia funebre)

BEATRICE
Chi giunge?

AGNESE
Oimè!

BEATRICE
Lo veggio…
Il funebre corteggio…

SCENA ULTIMA
(Rizzardo con Alabardieri e Uffiziali si presenta sulla gradinata)

AGNESE, ANICHINO, CORI
E più speme non v'è!

BEATRICE
La mia costanza
Non mi togliete. Anche una stilla, e poi
Fia vuotato del tutto e inaridito
Questo calice amaro.

TUTTI
E Iddio ritrarlo
Dal labbro tuo non può!

BEATRICE
Mi dié coraggio
Per consumarlo Iddio.
(Rizzardo s'innoltra cogli alabardieri)
Eccomi pronta…

AGNESE
Io più non reggo
(sviene)

BEATRICE
Addio
Deh! se un'urna è a me concessa
Senza un fior non la lasciate,
E sovr'essa il ciel pregate
Per Filippo, e non per me.
(Si avvicina ad Agnese svenuta)
Raccontate a questa oppressa
Che morendo io l'abbracciai:
Che all'Eterno il core alzai
A implorar per lei mercé.

ANICHINO e CORO
Oh! infelice! Oh a qual serbate
Fur le genti orrendo esempio!
Tristo il suolo in cui lo scempio
Di tal donna, o Dio, si fe'!

BEATRICE
Per chi resta il ciel pregate,
Per chi resta, e non per me.

BEATRICE
(ai soldati)
Io vi seguo.

CORI
Deh! un amplesso…
Un amplesso concedete…

BEATRICE
Io vi abbraccio… non piangete…

CORI
Chi non piange non ha cor.

BEATRICE
Ah! la morte a cui m'appresso
È trionfo, e non è pena.
Qual chi fugge a sua catena,
Lascio in terra il mio dolor.
È del Giusto al sommo seggio
Ch'io già miro e già vagheggio,
Della vita a cui m'involo
Porto solo - il vostro amor.
(Beatrice si allontana fra le guardie, si volge dall'alto e pronunzia l'ultimo Addio.Tutti gli astanti s'inginocchiano)

CORI
Il suo spirto, o ciel, ricevi,
E perdona all'uccisor.

(Cala il sipario)

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA
Sala nel castello di Binasco preparata per tener tribunale. Guardie alle porte. Damigelle di Beatrice e Cortigiani

No. 7 - Coro d'Introduzione

DAMIGELLE
Lassa! E può il ciel permettere
Questo giudizio infame?

CORO
Ella non può sottrarsene:
Già cominciò l'esame.
Possa dinanzi ai giudici
Darvi fedele amore
Forza e virtù maggiore
Che ad Orombel non diè!

DAMIGELLE
Come! L'incauto, il debole
Forse al timor cedè?

CORO
Dal tenebroso carcere,
Ove rinchiuso ei venne,
Al tribunal terribile
Fermo si presentò.
Quivi minacce e insidie
Intrepido sostenne;
Quivi martiri e spasimi,
Quanti potea, sfidò.

DAMIGELLE
Ahi! sventurato! ahi misero!
Né i barbari placò!

CORO
Tratto tre volte in aere,
Tre volte in giù sospinto,
Sol con profondi gemiti
Prima il suo duol mostrò.
Quindi spossato e livido,
D'atro pallor dipinto,
China la fronte e mutolo,
Esanime sembrò.

DAMIGELLE
Ahi ferrei cori! Ahi barbari!
Tanto il meschin penò?

CORO
Ma poi che gli occhi languidi
Ebbe dischiusi appena…
Quando il feroce strazio
Anco apprestar mirò…
Più non potendo reggere
All'insoffribil pena:
Sé confessò colpevole,
Complice lei gridò.

DAMIGELLE
Ahi! sventurata! ahi misera!
Niuno salvar la può.
Si allontanano


SCENA SECONDA
Filippo, Anichino, soldati

FILIPPO
Omai del suo destino arbitra solo
Esser deve la legge.

ANICHINO
E qual v'ha legge
Che a voi non ceda? - Oh! ve ne prego, o Duca,
Per l'util vostro. A voi funesto io temo
Questo giudizio: già ne corse il grido
Per le vicine terre, e il popol freme,
E lei compiange.

FILIPPO
Né Filippo il teme.
Fino al novello dì sian di Binasco
ai soldati
Chiuse le porte, né venir vi possa,
Né uscirne alcuno. - Allor che il popol veda
Quest'idol suo di tanto error convinto,
Dirà giustizia quel che forza or dice.

ANICHINO
E chi di Beatrice
Retto giudice fia dove l'accusa
Filippo intenti?

FILIPPO
Or basta…
Omai pon modo al tuo soverchio zelo.
Il Consiglio s'aduna.

ANICHINO
(Oh! istante! io gelo.

SCENA TERZA
Escono i Giudici, e si vanno a collocare ai loro posti. Rizzardo presiede al consiglio. Filippo siede in un seggio elevato. La scena si empie di dame e di cavalieri: in mezzo alle dame vedesi Agnese

No. 9 - Scena, Coro e Quintetto

ANICHINO
(O troppo a mie preghiere
Sordo Orombello! Fu presago jeri
Il mio timor).
Va a sedersi anch'esso

AGNESE
(Di mia vendetta è giunta
L'ora bramata… eppur non sono io lieta,
Qual mi sgomenta il cor voce segreta!).

SCENA QUARTA
Beatrice fra le guardie, e detti

GIUDICE
Di grave accusa il peso
Pende sul capo vostro - A noi d'innanzi
Vi possiate scolpar!

BEATRICE
E chi vi diede
Di giudicarmi il dritto? Ovunque io volga
Gli occhi sorpresi, altro non veggio intorno
Che miei vassalli.

FILIPPO
E il tuo sovran non vedi?
Il tradito tuo sposo?

BEATRICE
Io veggo un empio
Che i beneficii miei paga d'infamia,
L'amor mio di vergogna.

FILIPPO
Amor tu dici
Tramar co' miei nemici,
Ribellarmi i vassalli e far mia corte
Campo di tresche oscene
Con citaredi, quanto abbietti, audaci,
Chiami Filippo amar?

BEATRICE
Taci, deh! taci.
Ferma udir posso ogni altra
Accusa tua… ma il cor si scote e freme
A sì vil taccia. Oh! non voler, Filippo,
De' Lascari la figlia, e d'un eroe
La vedova avvilir.

GIUDICE
Il reo t'accusa
Complice tuo. - Venga Orombello.

BEATRICE
(Oh cielo!
La mia virtù sostieni).

GIUDICE
Eccolo.


SCENA QUINTA
Orombello fra le guardie, e detti

AGNESE
(Oh! come
Lo ridusse infelice il furor mio!).

OROMBELLO
A quai nuovi martir tratto son io!

GIUDICE
Ti rinfranca: a noi t'appressa.
Parla: e il ver conferma a lei.
Orombello appoggiato sulle guardie s'innoltra lentamente

BEATRICE
Orombello!

OROMBELLO
(Oh! voce! è dessa…
E morire io non potei!).

BEATRICE
Orombello!! – Oh sciagurato!
Dal mentir che hai tu sperato?
Viver forse? ah! dove io moro
Vita speri da costoro?
Tu morrai con me morrai,
Ma qual reo, qual traditor.

OROMBELLO
Cessa, cessa. - Ah tu non sai…
Di me stesso io son l'orror.
Io soffrii… soffrii tortura
Cui pensiero non comprende…
Non poté la fral natura
Sopportar le pene orrende…
La mia mente vaneggiava…
Il dolor, non io, parlava…
Ma qui, teco, al mondo in faccia,
Or che morte ne minaccia,
Innocente io ti proclamo,
Grido perfidi costor.

BEATRICE
Grazie, o cielo!

AGNESE
(Oh! mio rimorso!).

ANICHINO
(L'odi o Duca?).

FILIPPO
(L'odo e fremo).

GIUDICE
Troppo omai tu sei trascorso:
Bada e trema.

OROMBELLO
Io più non tremo.
Sol ch'io mora perdonato
Da quest'angelo d'amor!

FILIPPO e GIUDICE
V'han supplizii, o forsennato,
A strapparti il vero ancor.
Orombello si strascina verso Beatrice: essa gli va incontro e lo regge

BEATRICE
Al tuo fallo ammenda festi
Generosa, inaspettata.
Il coraggio mi rendesti,
Moro pura ed onorata…
Ti perdoni il ciel clemente,
Col mio labbro, col mio cor.

OROMBELLO
Non morrai: né ciel, né terra
Soffrirà sì nero eccesso.
A me stanco in tanta guerra,
A me sia morir concesso.
Mi offrirò col tuo perdono
Lieto innanzi al mio signor.

FILIPPO e GIUDICI
(In quegli atti, in quegli accenti
V'ha poter ch'io dir non posso,
Cederesti ai lor lamenti,
Ne saresti o cor commosso?
No: sottentri a vil pietade
Inflessibile rigor).

AGNESE e DAMIGELLE
(Ah! sul cor, sul cor mi cade
Quel compianto e quel dolor).

FILIPPO
Poi che il reo smentì se stesso,
Fia sospesa la sentenza?

ANICHINO
Sciorgli entrambi è mio pensiero:
Fia giustizia la clemenza.

FILIPPO
Sciorgli?

AGNESE
Oh! gioja!

GIUDICI
No: non puoi,
Vuol la legge i dritti suoi.
Nuovo esame infra i tormenti
Denno in pria subir costor.

AGNESE, ANICHINO e DAMIGELLE
(Ella pure!).

BEATRICE
(O iniqui!).

OROMBELLO
Oh! mostri!
Chi porrà su lei le mani?
Tuoni pria sui capi vostri,
Tuoni il cielo…

GIUDICI
Si allontani.

BEATRICE
ai Giudici
Deh! un istante…
a Filippo
Un solo accento
Non temer di udir lamento…
Sol t'avverto… Il ciel ti vede…
O Filippo! hai tempo ancor.

FILIPPO
Va: pei rei non v'è mercede…
Ti abbandono al suo rigor.

BEATRICE
si volge ad Orombello e a lui si avvicina
Vieni, amico… insiem soffriamo:
A soffrir per poco abbiamo.
Il destin per breve pena
Ci riserba eterno onor.

OROMBELLO
Teco io sono.

AGNESE
(Io reggo appena).

ANICHINO
(Oh! pietà! si spezza il cor).

TUTTI, FILIPPO e GIUDICI
Ite entrambi, e poi che il vero
rimorso non vi detta,
supplizio che vi aspetta.
Vi costringa, e strappi il vel.

AGNESE e ANICHINO
(Chi mi cela al mondo intero?).
(O misfatto! ho in core un gel!).

BEATRICE
Ah! se in terra a tai tiranni
È virtude abbandonata,
D'una vita sventurata
È la morte men crudel.

OROMBELLO e BEATRICE
Di costanza armiamo il core:
Qui supplizii, onore in ciel.
Orombello e Beatrice partono fra le guardie da' lati opposti. Il consiglio si scioglie


SCENA SESTA
Agnese e Filippo. Filippo rimane pensoso, e passeggia a lunghi passi. Agnese si avvicina ad esso tremante

No. 10 - Recitativo

AGNESE
Filippo!

FILIPPO
Tu! - Ti appressa…
D'uopo ho d'udir tua voce.

AGNESE
Oh! al cor ti scenda
Pietosa sì, che al perdonar lo pieghi.

FILIPPO
Sei tu che preghi, Agnese! E per chi preghi?
Vieni: ogni tema sgombra:
Il regal serto è tuo.

AGNESE
Serto! Ah! piuttosto
Si aspetta a me de' penitenti il velo.

FILIPPO
Agnese!

AGNESE
Innanzi al cielo,
Innanzi al mondo, io rea mi sento… rea
Della morte cui danni un'innocente.

FILIPPO
Qual dubbi or volgi, strani dubbi, in mente?
Io sol rispondo, io solo
Di quel reo sangue - Omai t'acqueta, e pensa
Che ad altri tu non dei, fuor che all'amore,
Di Beatrice il soglio.
Ritratti.

AGNESE
Ah! mio Signor!…

FILIPPO
severamente
Ritratti… il voglio.
Agnese parte piangendo


SCENA SETTIMA
Filippo solo, indi Anichino, Dame, Cortigiani

No. 11 - Aria di Filippo e Coro

FILIPPO
Rimorso in lei?… Dove io non ho rimorso
Altri lo avrà? - Dove alcun l'abbia, il celi:
Il mostrarlo è accusarmi. Esser tranquillo,
Sereno io voglio - E il sono io forse, e il posso!
No da terror percosso
Mi sento io pur, qual se vicino avessi
Terribil larva, qual se udissi intorno
Una minaccia rimbombar sul vento -
M'inganno?… o mi colpi flebil lamento!
Porge l'orecchio
No, non m'inganno… è dessa,
Ch'io non n'oda la voce - Oh! chi s'appressa!
All'uscir di Anichino si ricompone

ANICHINO
Filippo, la duchessa
Non confessò… pur la condanna a morte
Tutto il consiglio, e il nome tuo sol manca
Alla mortal sentenza.
Filippo riceve la sentenza

FILIPPO
Non confessò!!

ANICHINO
Costante è l'innocenza.

CORO
È in vostra man, signore,
Dell'infelice il fato:
Ceda il rigor placato
Al grido di pietà.

FILIPPO
No… si resista…
Il decreto fatal si segni alfine…
Si appressa al tavolino per segnare la sentenza: si arresta
Ah! non poss'io: mi si solleva il crine.
Qui mi accolse oppresso, errante,
Qui dié fine a mie sventure…
Io preparo a lei la scure!
Per amor supplizio io do!
Ah! mai più d'uman sembiante
Sostener potrò l'aspetto:
Ah! nel mondo maledetto,
Condannato in ciel sarò.

CORO
(Ella è salva, se un istante
Il rimorso udire ei può).

FILIPPO
Ella viva.
Per stracciare la sentenza
Qual fragore!
Chi si appressa? - Ite - vedete.
I cortigiani escono frettolosi

DAMIGELLE
Crudo inciampo!

FILIPPO
Ebben?

CORO
Signore,
Alle mura provvedete.
Di Facin le bande antiche
Si palesano nemiche,
Osan chieder la duchessa,
E Binasco minacciar.

FILIPPO
Ed io, vil, gemea per essa!
M'accingeva a perdonar!
Si eseguisca la sentenza.
Sottoscrive

CORO
Ah! Signor pietà, clemenza.

FILIPPO
Non son'io che la condanno:
È la sua, l'altrui baldanza.
Empia lei, non me tiranno
Alla terra io mostrerò.
(Cada alfine, e tronco il volo
Sia così di sua fidanza.
Un sol trono, un regno solo
Vivi entrambi unir non può).

CORO
(Ah! per lei non v'ha speranza.
Il destin l'abbandonò).
Partono


SCENA OTTAVA
Vestibolo terreno che mette alle prigioni del castello. Grand'arco a cui si ascende per una gradinata e dà accesso a lungo corridoio esterno. Damigelle, e famigliari di Beatrice escono dalle prigioni. Sono tutti vestiti a lutto. - D'ogni lato sentinelle

No. 12 - Finale Secondo

CORO
Prega. - Ah! non sia la misera
Nel suo pregar turbata.
Mai non salì di martire
Prece al Signor più grata:
Né mai più puro spirito
Ei contemplò dal cielo,
Santo d'amor, di zelo,
Santo del suo soffrir.
Oh! la costanza impavida
Onde sfidò i tormenti,
Data le sia negli ultimi
Terribili momenti!
E la virtù che tentano
Macchiare i suoi tiranni,
Provin gli estremi affanni,
Suggelli un pio morir!


SCENA NONA
Beatrice esce dalla prigione umilmente vestita, e coi capelli sugli omeri: passeggia lentamente e a fatica. Tutti la circondano inteneriti e in silenzio

BEATRICE
Nulla diss'io… Di sovrumana forza
Mi armava il cielo… Io nulla dissi, oh, giòja!
Trionfai del dolor. - Perché piangete!
Né con me v'allegrate? Io moro, o amici!
Ma gloriosa, ma di mia virtute
Nel manto avvolta. Non così gl'iniqui,
Che calpestata e afflitta han l'innocenza!…
Dell'iniqua sentenza
L'universo gli accusi.

CORO
Ah! sì.

BEATRICE
Mia morte
Filippo infami, e il sangue mio versato
Piombi sul traditor, qualunque ei sia,
Che dell'indegno complice si rese.
Dio lo punisca… colla vita.


SCENA DECIMA
Agnese dall'alto ode le parole di Beatrice, getta un grido e scende rapidamente

AGNESE
Ah!

TUTTI
Agnese!

AGNESE
Pietà… la mia condanna
Non proferir… a piedi tuoi mi lascia
Morir d'angoscia e di rimorso.

BEATRICE
Oh! Agnese!
Rimorso in te!

AGNESE
Rimorso eterno. A morte
Ti spingo io sola… Io d'Orombello ardea.

BEATRICE
Oh! che dì tu?

AGNESE
Credea
Te la mia rivale… e violai tue stanze,
Furai tuoi scritti… e il sangue tuo comprai
Coll'onor mio…

BEATRICE
Perfida!… cessa… fuggi
Ch'io non ti vegga… ch'io non sia costretta
In quest'ora funesta
Col cor morente a maledir…

AGNESE
Oh! arresta…
Odesi dalle torri un flebile suono. Beatrice si scuote

BEATRICE
Qual suon!

CORO e ANICHINO
Un'altra vittima
L'ultimo canto intuona.

OROMBELLO
dalle torri
Angiol di pace all'anima
La voce tua mi suona.
Segui, o pietoso, e inspirami
Virtù di perdonar…

AGNESE
Egli… perdona!…
Beatrice vivamente commossa si ap pressa ad Agnese. Segue il canto di Orombello

BEATRICE
Con quel perdono, o misera,
Ricevi il mio perdono.
Salga con queste lagrime
A un Dio di pace e amor.

AGNESE
Ah! la virtù di vivere
Da te ricevo in dono…
Vivrò, vivrò per piangere
Finché si spezzi il cor.

ANICHINO e CORO
Salga quel pianto al trono
D'un Dio di pace e amor.
Odesi marcia funebre

BEATRICE
Chi giunge?

AGNESE
Oimè!

BEATRICE
Lo veggio…
Il funebre corteggio…

SCENA ULTIMA
Rizzardo con Alabardieri e Uffiziali si presenta sulla gradinata

AGNESE, ANICHINO, CORI
E più speme non v'è!

BEATRICE
La mia costanza
Non mi togliete. Anche una stilla, e poi
Fia vuotato del tutto e inaridito
Questo calice amaro.

TUTTI
E Iddio ritrarlo
Dal labbro tuo non può!

BEATRICE
Mi dié coraggio
Per consumarlo Iddio.
Rizzardo s'innoltra cogli alabardieri
Eccomi pronta…

AGNESE
Io più non reggo
sviene

BEATRICE
Addio
Deh! se un'urna è a me concessa
Senza un fior non la lasciate,
E sovr'essa il ciel pregate
Per Filippo, e non per me.
Si avvicina ad Agnese svenuta
Raccontate a questa oppressa
Che morendo io l'abbracciai:
Che all'Eterno il core alzai
A implorar per lei mercé.

ANICHINO e CORO
Oh! infelice! Oh a qual serbate
Fur le genti orrendo esempio!
Tristo il suolo in cui lo scempio
Di tal donna, o Dio, si fe'!

BEATRICE
Per chi resta il ciel pregate,
Per chi resta, e non per me.

BEATRICE
ai soldati
Io vi seguo.

CORI
Deh! un amplesso…
Un amplesso concedete…

BEATRICE
Io vi abbraccio… non piangete…

CORI
Chi non piange non ha cor.

BEATRICE
Ah! la morte a cui m'appresso
È trionfo, e non è pena.
Qual chi fugge a sua catena,
Lascio in terra il mio dolor.
È del Giusto al sommo seggio
Ch'io già miro e già vagheggio,
Della vita a cui m'involo
Porto solo - il vostro amor.
Beatrice si allontana fra le guardie, si volge dall'alto e pronunzia l'ultimo Addio.Tutti gli astanti s'inginocchiano

CORI
Il suo spirto, o ciel, ricevi,
E perdona all'uccisor.

Cala il sipario
最終更新:2021年12月18日 11:08