Seconda parte
Giardino
A sinistra la casa di Ford. Gruppi di alberi nel centro della scena.
(Meg entra con Mistress Quickly. S’avviano verso la casa di Ford, e sulla soglia s’imbattono in Alice e Nannetta che stanno per escire.)
MEG
(salutando)
Alice.
ALICE
(salutando)
Meg!
MEG
(salutando)
Nannetta!
ALICE
(a Meg)
Escivo appunto
per ridere con te.
(a Mrs Quickly)
Buon dì, comare.
QUICKLY
Dio vi doni allegria.
(accarezzando la guancia di Nannetta)
Botton di rosa!
ALICE
(ancora a Meg)
Giungi in buon punto.
M’accade un fatto da trasecolar.
MEG
Anche a me.
QUICKLY
(che parlava con Nannetta, avvicinadosi con curiosità)
Che?
NANNETTA
(avvicinandosi)
Che cosa?
ALICE
(a Meg)
Narra il tuo caso.
MEG
Narra il tuo.
NANNETTA, QUICKLY
Narra! narra!
ALICE
Promessa di non ciarlar.
MEG
Ti pare?!
QUICKLY
Oibò! Vi pare?!
ALICE
Dunque: se m’acconciassi a entrar
nei rei propositi del diavolo,
sarei promossa al grado di Cavalleressa!
MEG
Anch’io.
ALICE
Motteggi.
MEG
(cerca in tasca. Estrae una lettera.)
Non più parole.
Ché qui sciupiamo la luce del sole.
Ho una lettera.
ALICE
(cerca in tasca)
Anch’io.
NANNETTA, QUICKLY
Oh!!
ALICE
Leggi.
(Le due donne scambiano lettere.)
MEG
Leggi.
(leggendo la lettera di Alice)
“Fulgida Alice! amor t’offro...”
Ma come?! Che cosa dice?
Salvo che il nome
la frase è uguale.
ALICE
(leggendo la lettera di Meg)
“Fulgida Meg! amor t’offro...”
MEG
“...amor bramo.”
ALICE
Qua Meg, là Alice.
MEG
È tal e quale.
(come sopra)
“Non domandar perché ma dimmi...”
ALICE
(come sopra)
“...t’amo.”
Pur non gli offersi cagion.
MEG
Il nostro caso è pur strano.
(Tutte sono in un gruppo addosso alle lettere, confrontandole e maneggiandole con curiosità.)
QUICKLY
Guardiam con flemma.
MEG
Gli stessi versi.
ALICE
Lo stesso inchiostro.
QUICKLY
La stessa mano.
NANNETTA
Lo stesso stemma.
ALICE, MEG
(leggendo insieme ciascuno sulla propria lettera)
“Sei la gaia comare,
il compar gaio son io,
e fra noi due facciamo il paio.”
ALICE
Già.
NANNETTA
Lui, lei, te.
QUICKLY
Un paio in tre.
ALICE
“Facciamo il paio in un amor ridente
(tutte col naso sulle lettere)
di donna bella e d’uom...”
TUTTE
“...appariscente...”
ALICE
“...e il viso tuo su me risplenderà
come una stella, sull’immensità...”
TUTTE
(ridendo)
Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!
ALICE
“Rispondi al tuo scudiere,
John Falstaff Cavaliere.”
QUICKLY
Mostro!
MEG, NANNETTA, ALICE
Mostro!
ALICE
Dobbiam gabbarlo.
NANNETTA
E farne chiasso.
ALICE
E metterlo in burletta.
NANNETTA
Oh! oh! che spasso!
QUICKLY
Che allegria!
MEG
Che vendetta!
ALICE
(rivolgendosi ora all'una, ora all'altra, tutte in crocchio cinguettando)
Quell’otre! quel tino!
Quel re delle pancie,
ci ha ancora le ciance
del bel vagheggino.
E l’olio gli sgocciola
dall’adipe unticcio
e ancora ei ne snocciola
la strofa e il bisticcio!
Lasciam ch’ei le pronte
sue ciarle ne spifferi;
farà come i pifferi
che sceser dal monte.
Vedrai che se abbindolo
quel grosso compar,
più lesto d’un guindolo
lo faccio girar.
MEG
Quell’uom è un cannone:
se scoppia ci spaccia.
Colui, se l’abbraccia,
ti schiacca Giunone.
Vedrai che a un tuo cenno
quel mostro si spappola
e perde il suo senno
e corre alla trappola.
Potenza d’un fragile
sorriso di donna!
Scienza d’un agile
movenza di gonna!
Se il vischio lo impegola
lo udremo strillar,
e allor la sua fregola
vedremo svampar.
NANNETTA
Se ordisci una burla
vo’ anch’io la mia parte.
Conviene condurla
con senno, con arte.
L’agguato ov’ei sdrucciola
convien ch’ei non scerna.
Già prese una lucciola
per una lanterna.
Che il gioco riesca
perciò più non dubito,
per coglierlo subito
bisogna offrir l’esca.
E se i scilinguagnoli
sapremo adoprar,
vedremo a rigagnoli
quell’orco sudar.
QUICKLY
Un flutto in tempesta
gittò sulla rena
di Windsor codesta
vorace balena.
Ma qui non ha spazio
da farsi più pingue
ne fecer già strazio
le vostre tre lingue.
Tre lingue più allegre
d’un trillo di nacchere,
che spargon più chiacchiere
di sei cingallegre.
Tal sempre s’esilari
quel bel cinguettar.
Così soglion l’ilari
comari ciarlar.
Mr Ford, Dr.Cajus, Fenton, Bardolfo,Pistola entrano da destra, mentre le donne escono da sinistra. Ford nel centro, Pistola al suo fianco, Bardolfo al suo fianco sinistro, Fenton e il Dr.Cajus dietro Ford. Tutti in gruppo parlando a Ford a bassa voce e brontolando.
DR. CAJUS
(a Ford)
È un ribaldo, un furbo, un ladro,
un furfante, un turco, un vandalo;
l’altro dì mandò a soqquadro
la mia casa e fu uno scandalo.
Se un processo oggi gl’intavolo
sconterà le sue rapine.
Ma la sua più degna fine
sia d’andare in man del diavolo.
E quei due che avete accanto
genti son di sua tribù,
non son due stinchi di santo
né son fiori di virtù.
BARDOLFO
(a Ford)
Falstaff, sì, ripeto, giuro
(per mia bocca il ciel v’illumina),
contro voi, John Falstaff rumina
un progetto alquanto impuro.
Son uom d’arme e quell’infame
più non vo’ che v’impozzangheri.
Non vorrei, no, escir dai gangheri
dell’onor per un reame!
Messer Ford, l’uom avvisato
non è salvo che a metà.
Tocca a voi d’ordir l’agguato
che l’agguato stornerà.
FENTON
(a Ford)
Se volete, io non mi perito
di ridurlo alla ragione
colle brusche o colle buone,
e pagarlo al par del merito.
Mi dà cuore e mi solletica
(e sarà una giostra gaia),
di sfondar quella ventraia
iperbolico-apoplettica.
Col consiglio o colla spada
se lo trovo al tu per tu,
o lui va per la sua strada
o lo assegno a Belzebù.
PISTOLA
(a Ford)
Sir John Falstaff già v’appresta,
Messer Ford, un gran pericolo.
Già vi pende sulla testa
qualche cosa a perpendicolo.
Messer Ford, fui già un armigero
di quell’uom dall’ampia cute,
or mi pento e mi morigero
per ragioni di salute.
La minaccia or v’è scoperta,
or v’è noto il ciurmador.
State all’erta, all’erta, all’erta!
Qui si tratta dell’onor.
FORD
Un ronzio di vespe e d’avidi
calabron brontolamento,
un rombar di nembi gravidi
d’uragani è quel ch’io sento.
Il cerebro un ebro allucina
turbamento di paura;
ciò che intorno a me si buccina
è un sussurro di congiura.
Parlan quattro ed uno ascolta:
Qual dei quattro ascolterò?
Se parlaste uno alla volta
forse allor v’intenderò.
(a Pistola)
Ripeti.
PISTOLA
(a Ford)
In due parole:
l’enorme Falstaff vuole
entrar nel vostro tetto,
beccarvi la consorte,
sfondar la cassaforte
e sconquassarvi il letto.
DR. CAJUS
Caspita!
BARDOLFO
Quanti guai!
BARDOLFO (a Ford)
(a Ford)
Già le scrisse un biglietto...
PISTOLA
(interrompendolo)
Ma quel messaggio
abbietto ricusai.
BARDOLFO
Ricusai.
PISTOLA
Badate a voi!
BARDOLFO
Badate!
PISTOLA
Falstaff le occhieggia tutte
che sieno belle o brutte,
pulzelle o maritate.
BARDOLFO poi PISTOLA
Tutte! Tutte! Tutte! Tutte!
BARDOLFO
La corona che adorna
d’Atteon l’irte chiome
su voi già spunta.
FORD
Come sarebbe a dir?
BARDOLFO
Le corna.
FORD
Brutta parola!
DR. CAJUS
Ha voglie voraci il Cavalier.
FORD
Sorveglierò la moglie.
Sorveglierò il messere.
(Rientrano le quattro donne.)
Salvar vo’ i beni miei
dagli appetiti altrui.
FENTON
(vedendo Nannetta, da sé)
È lei.
NANNETTA
(vedendo Fenton, da sé)
È lui.
FORD
(vedendo Alice, da se)
È lei.
ALICE
(vedendo Ford, da sé)
È lui.
DR. CAJUS
(a Ford, indicando Alice)
È lei.
MEG
(ad Alice, indicando Ford)
È lui.
ALICE
(alle altre donne, basso)
S’egli sapesse!
NANNETTA
Guai!
ALICE
Schiviamo i passi suoi.
(Gli uomini, salvo Fenton, escono.)
MEG
Ford è geloso?
ALICE
Assai.
QUICKLY
Zitto.
ALICE
Badiamo a noi.
(Le donne, salvo Nannetta, escono.)
FENTON
(fra i cespugli, verso Nannetta, a bassa voce)
Pst, pst, Nannetta.
NANNETTA
(mettendo l'indice al labbro per cenno di silenzio)
Ssss.
FENTON
Vien qua.
NANNETTA
(guardando attorno con cautela)
Taci. Che vuoi?
FENTON
Due baci.
NANNETTA, poi FENTON
In fretta.
(Si baciano rapidamente.)
NANNETTA
Labbra di foco!
FENTON
Labbra di fiore!
NANNETTA
Che il vago gioco
sanno d’amore.
FENTON
Che spargon ciarle,
che mostran perle,
belle a vederle,
dolci a baciarle!
(Tenta di abbracciarla.)
Labbra leggiadre!
NANNETTA
(difendendosi e guardandosi attorno)
Man malandrine!
FENTON
Ciglia assassine!
Pupille ladre!
T’amo!
NANNETTA
Imprudente.
(Fenton fa per baciarla ancora.)
No.
FENTON
Sì...Due baci.
NANNETTA
(svincolandosi)
Basta.
FENTON
Mi piaci tanto!
NANNETTA
Vien gente.
(S’allontanano; le donne rientrano; Fenton nasconde dietro gli alberi.)
FENTON
(cantando allontanandosi)
Bocca baciata non perde ventura.
NANNETTA
(ontinuando il canto di Fenton,
avvicinandosi alle altre donne)
Anzi rinnova come fa la luna, come fa la luna.
ALICE
Falstaff m’ha canzonata.
MEG
Merita un gran castigo.
ALICE
Se gli scrivessi un rigo?
NANNETTA
(riunendosi al crocchio con disinvoltura)
Val meglio un’ambasciata.
ALICE poi NANNETTA poi QUICKLY
Sì.
ALICE
(a Quickly)
Da quel brigante tu andrai.
Lo adeschi all’offa
d’un ritrovo galante con me.
QUICKLY
Questa è gaglioffa!
NANNETTA
Che bella burla!
ALICE
Prima, per attirarlo a noi
lo lusinghiamo...
NANNETTA
E poi?...
ALICE
...e poi gliele cantiamo in rima.
QUICKLY
Non merita riguardo.
ALICE
È un bove.
MEG
È un uomo senza fede.
ALICE
È un monte di lardo.
MEG
Non merita clemenza.
ALICE
È un ghiotton che scialacqua
tutto il suo aver nel cuoco.
NANNETTA
Lo tufferem nell’acqua.
ALICE
Lo arrostiremo al fuoco.
NANNETTA
Che gioia!
ALICE
Che allegria!
MEG e QUICKLY, poi ALICE e NANNETTA
Che gioia!
MEG
(a Quickly)
Procaccia di far bene la tua parte.
QUICKLY
(accorgendosi di Fenton che s'aggira nel fondo)
Chi viene?
MEG
Là c’è qualcun che spia.
(Escono rapidamente Alice, Meg e Quickly. Nannetta resta e Fenton le torna accanto.)
FENTON
Torno all’assalto.
NANNETTA
(come sfidandolo)
Torno alla gara. Ferisci!
FENTON
Para!
(Si slancia per baciarla; Nannetta si ripara il viso con una mano che Fenton bacia e vorrebbe ribaciare; ma Nannetta la solleva più alto che può e Fenton ritenta invano di raggiungerla colle labbra.)
NANNETTA
La mira è in alto.
L’amor è un agile torneo, sua corte
vuol che il più fragile vinca il più forte.
FENTON
M’armo, ti guardo.
T’aspetto al varco.
NANNETTA
Il labbro è l’arco.
FENTON
E il bacio è il dardo.
Bada! la freccia fatal già scocca
dalla mia bocca sulla tua treccia.
(Le bacia la treccia)
NANNETTA
(annodandogli il collo colla treccia, mentre ei la bacia)
Eccoti avvinto.
FENTON
Chiedo la vita!
NANNETTA
Io son ferita...ma tu sei vinto.
FENTON
Pietà! Pietà!
Facciamo la pace e poi...
NANNETTA
E poi?
FENTON
Se vuoi, ricominciamo.
NANNETTA
Bello è quel gioco che dura poco.
Basta.
FENTON
Amor mio!
NANNETTA
Vien gente. Addio!
(Fugge.)
FENTON
Bocca baciata non perde ventura.
NANNETTA
(da lontano, rispondendo)
Anzi rinnova come fa la luna.
(Rientrano dal fondo Ford, Dr.Cajus, Bardolfo, Pistola. Fenton si unisce poi al crocchio.)
BARDOLFO
(a Ford)
Udrai quanta egli sfoggia
magniloquenza altera.
FORD
Diceste ch’egli alloggia dove?
PISTOLA
Alla Giarrettiera.
FORD
A lui m’annuncierete,
ma con un falso nome,
poscia vedrete come
lo piglio nella rete.
Ma non una parola.
BARDOLFO
In ciarle non m’ingolfo.
Io mi chiamo Bardolfo.
PISTOLA
Io mi chiamo Pistola.
FORD
Siam d’accordo.
BARDOLFO
L’arcano custodirem.
PISTOLA
Son sordo e muto.
FORD
Siam d’accordo tutti.
BARDOLFO, PISTOLA
Sì.
FORD
Qua la mano.
(Si avanzano Alice, Nannetta, Meg e Quickly.)
DR. CAJUS
(a Ford)
Del tuo barbaro diagnostico
forse il male è assai men barbaro.
Ti convien tentar la prova
molestissima del ver.
Così avvien col sapor ostico
del ginepro o del rabarbaro:
il benessere rinnova
l’amarissimo bicchier.
PISTOLA
(a Ford)
Voi dovete empirgli il calice,
tratto, tratto interrogandolo
per tentar se vi riesca
di trovar del nodo il bandolo.
Come all’acqua inclina il salice
così al vin quel Cavalier.
Scoverete la sua tresca,
scoprirete il suo pensier.
BARDOLFO
(a Ford)
Messer Ford, un infortunio
marital in voi s’incorpora,
se non siete astuto e cauto
quel Sir John vi tradirà.
Quel paffuto plenilunio
che il color del vino imporpora
troverebbe un pasto lauto
nella vostra ingenuità.
ALICE
(a Meg)
Vedrai che se abbindolo
quel grosso compar,
più lesto d’un guindolo
lo faccio girar.
MEG
(ad Alice)
Se il vischio lo impegola
lo udremo strillar,
e allor la sua fregola
vedremo svampar.
NANNETTA
(ad Alice)
E se i scilinguagnoli
sapremo adoprar,
vedremo a rigagnoli
quell’orco sudar.
QUICKLY
Tal sempre s’esilari
quel bel cinguettar;
così soglion l’ilari
comari ciarlar.
FENTON
(fra se)
Qua borbotta un crocchio d’uomini,
c’è nell’aria una malia.
Là cinguetta un stuol di femmine,
spira un vento agitator.
Ma colei che in cor mi nomini,
dolce amor, vuol esser mia!
Noi sarem come due gemine
stelle unite in un ardor.
FORD
(a Pistola)
Tu vedrai se bene adopera
l’arte mia con quell’infame,
e sarà prezzo dell’opera
s’io discopro le sue trame.
Se da me storno il ridicolo
non avrem oprato invan,
se l’attiro nell’inganno
l’angue morde il cerretan.
(Ford, Dr.Cajus, Fenton, Bardolfo, Pistola escono.)
ALICE
Qui più non si vagoli.
NANNETTA
(a Quickly)
Tu corri all’ufficio tuo.
ALICE
Vo’ ch’egli miagoli
d’amor come un micio.
(a Quickly)
È intesa.
QUICKLY
Sì.
NANNETTA
È detta.
ALICE
Domani.
QUICKLY
Sì. Sì.
ALICE
Buon dì, Meg.
QUICKLY
Nannetta, buon dì.
NANNETTA
Addio.
MEG, NANNETTA
Buon dì.
ALICE
(trattenendo ancora le altre)
Vedrai che quell’epa terribile e tronfia
si gonfia.
ALICE, MEG
Si gonfia.
ALICE, MEG, QUICKLY, NANNETTA
Si gonfia e poi crepa.
ALICE
“Ma il viso mio su lui risplenderà...”
TUTTE
...come una stella sull’immensità”!
Ah! Ah!
(Si accomiatano e s’allontanano ridendo.)