ATTO PRIMO
Ouverture
Menuet
Scena Prima
(Cortile nel palazzo di Tamerlano, luogo dove sta imprigionato Bajazet.)
Recitativo
ANDRONICO, BAJAZET
Esci, esci, oh signore,
abbia libero il passo, in questa reggia.
(Bajazet sorte dalla prigione.)
BAJAZET
Prence, lo so, ti devo
Questo di libertà brieve momento,
e perché il devo a te, men grave il sento.
ANDRONICO
No, Bajazet, al Tamerlan tu 'l dei.
BAJAZET
Al Tamerlan?
Da lui libertà non voglio:
da lui che appena saria degno portar la mia catena.
M'hai tu pietà?
ANDRONICO
M'affligge allor che 'l chiedi.
BAJAZET
Dammi il tuo ferro!
ANDRONICO
Ah! mio signor, non mai.
BAJAZET
Tu 'l nieghi a me? Per me pietà non hai.
Non me 'l nieghi il mio ardir:
questo mi tragga alla mia libertade,
o con la vostra, o con la morte mia.
(Leva di mano ad una guardia la daga.)
Indietro!
ANDRONICO
Ohimè! tu sei...
BAJAZET
Son Bajazet ancora, benché io sia prigionier.
No, no, non voglio dal Tamerlan
né libertà né vita.
Io vò morire, o sia ragione o orgoglio.
(Tenta d'uccidersi.)
ANDRONICO
Ferma! Signor, che fai?
Tu morir? Ed Asteria?
BAJAZET
Ahi, tu mi svegli in seno un molle affetto,
per cui sento languir la mia costanza.
Questo è il solo spavento
che mi fa il mio morir: lasciar mia figlia.
ANDRONICO
E in qual grand'uopo, oh dei!
BAJAZET
Ah! mio destin, troppo crudel tu sei!
Son tra ceppi, e m'insulta il mio nemico;
ho in mano la vendetta, e pur la perdo;
posso morire, e ancora m'è fatale il mio amor;
né vuol, ch'io mora.
Forte e lieto a morte andrei
se celassi ai pensier miei
della figlia il grande amor.
Se non fosse il suo cordoglio,
tu vedresti in me più orgoglio,
io morrei con più valor.
Forte e lieto a morte andrei, ecc.
(Parte)
Scena Seconda
(Andronico, e poi Tamerlano)
Recitativo
ANDRONICO
Non si perda di vista il disperato;
servasi Asteria in lui,
e nel suo amante ami la figlia
almen l’amor del padre.
TAMERLANO
Prencipe, or ora i Greci
han posto in mio poter il vostro impero;
ond'io vi rendo il trono.
Il Tamerlano non usurpa l’altrui:
vince, e lo dona.
Io vi dichiaro imperator;
potrete partir a vostro grado.
Ite a Bisanzio...
ANDRONICO
Ah! mio signor,
è grande il dono, e il donator; ma...
TAMERLANO
Il rifiutate?
ANDRONICO
No, Signor;
ma si presto dividermi da voi?
Deh! Lasciate che apprenda
vicino ancora al vincitor del mondo
il mestiero dell'armi.
TAMERLANO
Andronico, il consento, anzi lo bramo.
temeva impaziente la brama di regnar;
ma il vostro indugio deve servirmi
a vincere un nemico.
ANDRONICO
Qual nemico rimane?
Signor, tutto il mio sangue...
TAMERLANO
Non v'è duopo di sangue
per debellar un prigionier,
che solo ha il suo orgoglio in difesa.
E questi l’Ottoman.
Infine io voglio che di nostra union
sia vostro il merto.
ANDRONICO
La vostra union? Oh giusti cieli!
E questo il miglior de' miei voti.
Nel duol di Bajazet
il suo gran vincitor al fine è vinto.
TAMERLANO
No, prence,
non mi ha vinto di Bajazet il duolo,
e men lo sdegno.
ANDRONICO
E d'onde il colpo?
TAMERLANO
E vendicato a pieno
Bajazet del suo sangue: amo la figlia.
ANDRONICO
Che sento, oh ciel!
TAMERLANO
Ah! sì, che io sono amante,
e di tal cangiamento voi sol siete la colpa.
ANDRONICO
Io?
TAMERLANO
Sì, quando il superbo irritava i miei sdegni,
mi conduceste a' piedi.
La mia funesta vincitrice: il pianto,
che chiedeva da me pietà del padre,
ottenne amor per lei.
ANDRONICO
(fra sé)
Ahì, fiero colpo!
(ad Tamerlano)
E Irene, signor, che gia s'avanza al vostro letto?
TAMERLANO
Non deve esser mia sposa!
La destino per voi.
ANDRONICO
Per me, signore?
TAMERLANO
Per voi, non posso fare scelta miglior,
né voi miglior acquisto.
Non chiedo in ricompensa,
che il consenso d'un padre,
perché salga una figlia al maggior trono.
Da voi lo spero, e non lo spero invano,
se penserete, che l’impero e Irene
ambidue doni son della mia mano.
Aria
Vo' dar pace a un'alma altiera,
acciò renda men severa l'ira sua, il suo furor.
Addolcita la sua pena,
scioglierò quella catena
ch'odio accende nel suo cor.
Vo' dar pace a un'alma altiera, ecc.
(Parte.)
Scena Terza
(Andronico solo.)
Recitativo
ANDRONICO
Il Tartaro ama Asteria, ed io ne fui cagion!
Incauto amante!
Non sapevi per prova,
che non avea quel volto,
che a lasciarsi veder per farsi amare?
Ma cio non basta,
devo tradir anche me stesso?
Che farò? Son amante, e son monarca;
ma son beneficato;
se il fosse ancor, non vo' parere ingrato.
Aria
Bella Asteria, il tuo cor mi difenda
se tradisce la bocca il pensier!
Par ch'offenda l’amante la fede,
ma lo chiede amistade e dover.
Bella Asteria, il tuo cor mi difenda ecc.