ATTO PRIMO
La Bocca dei Leoni
Il cortile del palazzo ducale, Venezia
(È un meriggio di primavera. La scena è ingombra di marinai e di popolo festante. Barnaba sta addossato ad una colonna con una chitarra ad armacollo. Nel fondo una porta della chiesa di San Marco; sopra una parete del cortile una Bocca dei Leoni con la scritta: Denontie secrete per via d'Inquisitione contra cadauna persona con l'impunità segreteza et benefitii giusto alle legi.)
CORO DI MARINAI e POPOLO
Feste e pane! La Repubblica
domerà le schiatte umane
finché avran le ciurme e i popoli
feste e pane.
L'allegria disarma i fulmini
ed infrange le ritorte.
Noi cantiam! chi canta è libero.
Noi ridiam! chi ride è forte.
Quel sereno Iddio lo vuol
che allegrò questa laguna
coll'argento della luna
e la porpora del sol.
(Campane a distesa, squilli di trombe.)
Pane e feste! a gioia suonano
di San Marco le campane.
Viva il Doge e la Repubblica!
Feste e pane!
BARNABA
Compari! già le trombe
v'annuncian la regata.
MARINAI
Alla regata!
POPOLO
Alla regata! Andiam, andiam.
(Il popolo esce dal cortile.)
BARNABA
(accennando alle prigioni sotterranee)
E cantan su lor tombe!
E la morte li guata!
E mentre s'erge il ceppo o la cuccagna,
fra due colonne tesse la sua ragna
Barnaba, il cantastorie; e le sue file
sono le corde di questo apparecchio.
Con lavorìo sottile
e di mano e d'orecchio
colgo i tafani al vol
per conto dello Stato. E mai non falla
l'udito mio. Coglier potessi
per le mie brame e tosto
una certa vaghissima farfalla!…
(Entra la Cieca, condotta per mano da Gioconda. Esse si dirigono alla chiesa.)
GIOCONDA
Madre adorata, vieni.
BARNABA
(ritirandosi dietro una colonna)
Eccola! al posto.
CIECA
Figlia, che reggi il tremulo
piè che all'avel già piega,
beata è questa tenebra
che alla tua man mi lega.
Figlia! Figlia!
Tu canti agli uomini
le tue canzoni,
io canto agli angeli
le mie orazioni,
benedicendo
l'ora e il destin,
e sorridendo
sul mio cammin.
GIOCONDA
Vien! Per securo tramite
da me tu sei guidata.
Vien! Ricomincia il placido
corso la tua giornata.
Tu canti agli angeli
le tue orazioni,
io canto agli uomini
le mie canzoni,
benedicendo
l'ora e il destin,
e sorridendo
sul mio cammin.
BARNABA
Sovr'essa stendere
la man grifagna!
Amarla e coglierla
nella mia ragna!
Terribil estasi
dell'alma mia!
Sta' in guardia! L'agile
farfalla spia!
GIOCONDA
L'ora non giunse ancor del vespro santo;
qui ti riposa appiè del tempio; intanto
io vado a rintracciar l'angelo mio.
BARNABA
Derision!
GIOCONDA
Torno con Enzo.
CIECA
Iddio ti benedica.
Addio, figliuola.
BARNABA
(sbucando e sbarrando la via a Gioconda)
Ferma.
GIOCONDA
Che?
BARNABA
Un uom che t'ama e che la via ti sbarra.
GIOCONDA
Al diavol vanne colla tua chitarra!
Già l'altra volta tel dissi: funesta
m'è la tua faccia da mistero.
BARNABA
Resta. Enzo attender potrà.
GIOCONDA
Va', ti disprezzo.
BARNABA
Ancor m'ascolterai.
GIOCONDA
Mi fai ribrezzo!
BARNABA
Resta…t'adoro, o angelica creatura.
GIOCONDA
Vanne!
BARNABA
(slanciandosi su Gioconda)
Non fuggirai!
GIOCONDA
Mi fai paura! Ah!
(Fugge.)
CIECA
Qual grido! mia figlia!
BARNABA
La farfalla è scomparsa…
CIECA
La voce sua!
Figliuola! o raggio della mia pupilla,
dove sei? dove sei?
BARNABA
La Cieca strilla; lasciamola strillar.
CIECA
Tenebre orrende!
BARNABA
(osservandola)
Pur quella larva che la man protende,
potrebbe agevolar la meta mia…
Se la madre è in mia man…
CIECA
(rigirando i grani del suo rosario)
Ave Maria…
BARNABA
Tengo il cor della figlia incatenato…
…con laccio inesorato.
L'angiol m'aiuti dell'amor materno,
e la Gioconda è mia! Giuro all'Averno!
CORO
(interno)
Gloria a chi vince!
(Entra il vincitore della regata portato in trionfo da una folla di uomini, donne, arsenalotti, barnabotti. Fra essi, sgherri, Isepo e Zuane – triste in disparte.)
ARSENALOTTI
(al vincitore)
Polso di cerro!
BARNABOTTI
Occhio di lince!
ARSENALOTTI
Remo di ferro!
DONNE
Gagliardo cor!
TUTTI
Gloria a chi vince
il pallio verde!
DONNE
(guardando Zuane)
Beffe a chi perde!
TUTTI
Lieta brigata
per lieto calle,
fra canti e fior,
portiamo a spalle
della regata
il vincitor.
BARNABA
(fissando Zuane)
Questi è l'uomo ch'io cerco. Non m'inganno.
Patron Zuane, hai faccia da malanno.
Se direbbe davver che alla regata
non hai fatto bandiera.
ZUANE
T'inforchi Satanasso!
BARNABA
E se la vera
cagione io ti dicessi del tuo danno?
ZUANE
Lo so, la prora ho greve ed arrembata.
BARNABA
Baje!
ZUANE
E che dunque?
BARNABA
T'avvicina – O lasso!
Hai la barca stregata.
ZUANE
Vergine santa!
BARNABA
Una malìa bieca
sta sul tuo capo. Osserva quella cieca…
ARSENALOTTI
Gioia e bambàra!
Corse e cuccagne!
BARNABOTTI
Giuochiamo a zara
le nostre borse!
TUTTI
Tentiam la mobile
fortuna a gara.
Giuochiamo a zara.
(Alcuni estraggono dei dadi e intavolano un giuoco di zara.)
BARNABA
La vidi stamane gittar sul tuo legno
un segno maliardo, un magico segno.
ZUANE
Orror!
BARNABA
La tua barca sarà la tua bara.
Sta' in guardia, fratello!
ARSENALOTTI
Sei!
BARNABOTTI
Cinque!
ARSENALOTTI
Tre!
TUTTI
Zara!
CIECA
(pregando)
Turris eburnea…
Mistica rosa…
BARNABA
(a Zuane)
La vidi tre volte scagliar su' tuoi remi
parole tremende – lugubri anatemi.
ZUANE e ISEPO
Gran Dio!
BARNABA
La tua barca sarà la tua bara.
Sta' in guardia, fratello…
ARSENALOTTI
Sette!
BARNABOTTI
Otto!
ARSENALOTTI
Tre!
TUTTI
Zara!
CIECA
Turris Davidica…
Mater gloriosa…
BARNABA
Suo covo è un tugurio – laggiù alla Giudeca,
tien sempre quell'orrido zendado, ed è cieca…
Ha vuote le occhiaie – eppure (chi il crede?)
La Cieca ci guarda – La Cieca ci vede!
QUATTRO MARINAI
(avvicinandosi a Barnaba)
Ci vede!
ISEPO
Oh spavento!
TRE ARSENALOTTI
Che avvenne?
ZUANE
Oh maliarda!
QUATTRO BARNABOTTI
Che avvenne? Che mormori?…
BARNABA, ZUANE e ISEPO
La Cieca ci guarda!
CORO
Addosso! Accoppiamola!
ZUANE
Coraggio…
(per avventarsi alla Cieca, poi retrocede)
Ho paura…
BARNABA
Badate, può cogliervi la sua jettatura.
CORO
Al rogo l'eretica!
ZUANE
Davver, più l'adocchio,
più i rai le balenano.
BARNABA
La Cieca ha il malocchio.
CORO
Ah! ah! qual facezia!
ZUANE
(ad Isepo)
Che brontola?
ISEPO
Prega.
PRIMA PARTE DEL CORO
Addosso alla strega!
SECONDA PARTE DEL CORO
Addosso alla strega!
BARNABA
Già l'aure s'annuvolano,
scagliato ho il mio ciottolo,
or fuggo la frana!
CIECA
(afferrata dal popolo e trascinata in mezzo al palco)
Aiuto!
CORO
Mandràgora!
CIECA
Ah! chi mi trascina! Son cieca!
DONNE
Vediamola salir la berlina!
UOMINI
Ai piombi!
CIECA
Soccorso! soccorso!
DONNE
Ai marrani!
UOMINI
Ai pozzi!
DONNE
Fra Todero e Marco!
BARNABA
(ad una pattuglia di sgherri)
Sgherrani, sia tratta nel carcere.
UOMINI
Al rogo!
DONNE
Alla pira!
TUTTI
Ah!
CIECA
Santa Vergine!
DONNE
Martira!
TUTTI
Martira!
BARNABA
Ho in man la mia vittima,
ho in man due destini.
TUTTI
A morte la strega!
(Entrano Gioconda ed Enzo, vestito da marinaio dalmato.)
GIOCONDA
Mia madre!
ENZO
Assassini! quel crin venerando
rispettate! o ch'io snudo il mio brando.
Contro un'egra rejetta dal sole
generosa è la vostra tenzon!
Vituperio! È cresciuta una prole
di codardi all'alato leon!
CORO
No; Dio vuol ciò che il popolo vuol;
no, la strega non merta perdon.
ENZO
(fa per togliere i ceppi alla Cieca, ma è impedito dal popolo)
Sciolta sia! Assassini!
Quel ceppo la strazia. La sciogliete!
CORO
La vogliam giudicare. Spenta sia!
ENZO
Su, fratelli del mare! Alla lotta!
(Corre verso il canale e scompare.)
CIECA
Ah! su me si scatena l'averno!
CORO
A morte!
(Dal fondo entrano Laura e Alvise. Laura ha una maschera di velluto sul viso.)
LAURA
Grazia!
ALVISE
Ribellion!
Che? La plebe or qui si arroga
fra le ducali mure
i dritti della toga
e della scure?
Parla, o captiva!
Perché stai china fra quelle squadre?
CORO
È una strega!
GIOCONDA
È mia madre!
LAURA
È cieca, o mio signor! Fa' ch'essa viva!
ALVISE
Barnaba, è rea costei?
BARNABA
(sottovoce)
Di malefizio.
GIOCONDA
(a Barnaba)
Ti udii! Tu menti!
ALVISE
Sia tratta in giudizio.
GIOCONDA
(gettasi ai piedi di Alvise)
Pietà…ch'io parli attendete…ora infrango
il gel che m'impetrava…e sgorga l'onda
del cor…Costei della mia infanzia bionda
l'angelo fu…Sempre ho sorriso…
Or piango…
Mi chiaman…La Gioconda.
Viviam cantando ed io
canto a chi vuol le mie liete canzoni,
ed essa canta a Dio
le sue sante orazioni…
(Ritorna Enzo con i marinai dalmati.)
ENZO
Salviamo l'innocente.
LAURA
(scorgendo Enzo)
Qual volto!
GIOCONDA
(trattenendo Enzo)
Ah! No, ti ferma! Quel possente la salverà!
BARNABA
(osservando Laura, poi Enzo)
Come lo guarda fiso!
GIOCONDA
(ad Alvise)
Dalle tue parole la vita attendo.
BARNABA
(ad Alvise)
È una strega. Il suo silenzio tel dica.
LAURA
Essa ha un rosario!
No, l'inferno non è con quella pia.
ENZO
Qual voce!
BARNABA e CORO
Muoia!
LAURA
(ad Alvise)
La salva!
ALVISE
E salva sia.
GIOCONDA
Gioia!
BARNABA
Furore!
GIOCONDA
Oh gioia!
CIECA
(a Laura che l'ha liberata)
Voce di donna o d'angelo
le mie catene ha sciolto:
mi vietan le mie tenebre
di quella santa il volto,
pure da me non partasi
senza un pietoso don:
a te questo rosario
che le preghiere aduna.
Io te lo porgo, accettalo,
ti porterà fortuna;
sulla tua testa vigili
la mia benedizion.
LAURA e ENZO
Ascolti il detto pio
l'onnipossente Iddio!
GIOCONDA
O madre mia, ti guarda
un angelo del ciel.
ALVISE
Barnaba!
BARNABA
Mio padron.
ALVISE
Facesti buona caccia
quest'oggi?
BARNABA
Sulla traccia
cammino d'un leon.
CORO
Protegge la vegliarda
visibilmente il ciel!
(Laura prende il rosario; la Cieca stende le mani come per benedirla. Laura fa per inginocchiarsi, ma Alvise la trattiene.)
ALVISE
(a Laura)
Che fai! Vaneggi?
(Getta una borsa a Gioconda.)
Bella cantatrice, quest'oro a te.
GIOCONDA
Messere.
(a Laura)
Acciò ch'io l'abbia nelle mie preghiere
dimmi il tuo nome, ignota salvatrice.
LAURA
(guardando Enzo)
Laura.
ENZO
È dessa!
ALVISE
(a Laura)
Ti scuoti! al tempio andiamo!
GIOCONDA
Madre! Enzo adorato! Ah! come t'amo!
(Tutti entrano nel tempio, meno Enzo che rimane assorto nei suoi pensieri, e Barnaba che lo sta fissando.)
BARNABA
Enzo Grimaldo, Principe di Santafior, che pensi?
ENZO
Scoperto son.
BARNABA
Qual magico stupor t'invade i sensi?
Pensi a Madonna Laura d'Alvise Badoero?
ENZO
Chi sei?
BARNABA
So tutto: e penetro in fondo al tuo pensiero.
Avesti culla in Genova…
ENZO
Prence non son, sui flutti
guido un vascel, son dalmato: Enzo Giordan…
BARNABA
Per tutti, ma non per me.
Venezia t'ha proscritto, ma un forte
desio qui ancor ti trasse ad affrontar la morte.
Amasti un dì una vergine – là, sul tuo mar beato,
a estraneo imene vittima la condannava il fato.
ENZO
Ho giurato fede a Gioconda
BARNABA
La cantatrice errante
ami come sorella, ma Laura come amante.
Già disperavi in terra di riveder quel volto,
ed or, sotto la maschera l'angelo tuo t'apparve…
Ti riconobbe…
ENZO
Oh! giubilo! Oh Laura!
BARNABA
L'amor passa le larve.
Badoer questa notte veglia al dogale ostello
col Gran Consiglio. Laura sarà sul tuo vascello.
ENZO
Dio di pietà!
BARNABA
Le angoscie dell'amor tuo soccorro.
ENZO
O Laura mia, O Laura mia!
O grido di quest'anima, scoppia dal gonfio core!
Ho ritrovato l'angelo del mio celeste amor.
Ma alfin chi sei? mio lugubre benefattor?
BARNABA
T'aborro.
(Apre il suo mantello e la giubba e mostra sul giustacuore queste lettere in argento: C.X.)
Sono il possente demone del Consiglio dei Dieci.
Leggi.
ENZO
Infamia!
BARNABA
Al supplizio trarti potea, nol feci.
Gioconda amo, essa m'odia…
giurai schiantarle il core.
Enzo morto era poco – ti volli traditor.
ENZO
Gran Dio! La togli all'orrida condanna di dolore,
l'idolatrata Laura a me ridona ancor.
BARNABA
Va': corri al tuo desìo:
spiega le vele in mar,
tutto il trionfo mio negli occhi tuoi m'appar.
Ebben?
ENZO
A notte bruna sul brigantino
aspetto Laura.
BARNABA
Buona fortuna!
ENZO
E tu sii maledetto!
BARNABA
Spiega le vele in mar!
(Enzo esce.)
Maledici? Sta ben…l'amor t'accieca.
Si compia l'opra bieca,
l'idolo di Gioconda sia distrutto…
S'annienti tutto.
(Va nel fondo, apre una porta accanto alle prigioni.)
Isepo!
ISEPO
Padron Barnaba…
BARNABA
Scrivano,
l'anima m'hai venduto e la cotenna
fin che tu vivi;
io son la mano
e tu la penna.
Scrivi.
"Al capo occulto dell'Inquisizione."
(Isepo scrive. Intanto alla porta del tempio appariscono Gioconda e la Cieca.)
GIOCONDA
(alla Cieca)
Ti nascondi, c'è Barnaba.
BARNABA
"La tua sposa con Enzo il Marinar…"
GIOCONDA
(spiando nascosta dal pilastro)
Ciel!
BARNABA
"Stanotte in mar
ti fuggirà sul brigantino dalmato."
GIOCONDA
Ah!
(Scompare in chiesa.)
BARNABA
Più sotto: "La Bocca del Leone".
Qua, porgi, taci, vanne.
(Prende il foglio; Isepo esce.)
O monumento!
Regia e bolgia dogale! Atro portento!
Gloria di questa e delle età future;
ergi fra due torture
il porfido cruento.
Tua base i pozzi, tuo fastigio ai piombi,
sulla tua fronte il volo dei palombi,
i marmi e l'or.
Gioia tu alterni e orror con vece occulta,
quivi un popolo esulta,
quivi un popolo muor.
Là il Doge, un vecchio scheletro
coll'acidaro in testa,
sovr'esso il Gran Consiglio,
la Signoria funesta;
sovra la Signoria
più possente di tutti, un re: la spia.
O monumento! Apri le tue latèbre,
spalanca la tua fauce di tenèbre,
s'anco il sangue giungesse a soffocarla!
Io son l'orecchio e tu la bocca: parla!
(Getta il piego nella Bocca del Leone ed esce. Entra danzando una mascherata, poi un Barnabotto, Gioconda e la Cieca.)
CORO e DANZA
Carneval! Baccanal!
Gaia turba popolana
su! danzate la furlana!
(Si odono alcuni tocchi di campana. Cessa la danza.)
VOCI
(dalla chiesa)
Angele Dei, ecc.
Gloria al Signor!
UN BARNABOTTO
Tramonta il sol.
Udite il canto
del vespro santo
prostrati al suol.
(Tutti si prostrano, meno Gioconda che si appoggia alla Cieca.)
CORO
Angele Dei, qui custos es mei, ecc.
GIOCONDA
Tradita!…Ahimè…Dio! soccombo…il fianco mio
vacilla…tu mi sorreggi, o madre…Ahimè!
Ah! o cuor! dono funesto!
Retaggio di dolore!
Il mio destino è questo:
o morte o amor!
CIECA
Ah, vien!
Facciamo un sol di due dolor, o figlia mia.
GIOCONDA
Ah, qui la mano tua, o madre, sul mio cor!
Senti e comprendi, o madre, il mio dolor!
VOCI
Angele Dei, qui custos es mei, ecc.