ATTO QUARTO
Il Canal Orfano nell'Isola della Giudecca
L'atrio di un palazzo diroccato
(Sul tavolo un'ampolla di veleno, un pugnale. Gioconda è sola; poi da una buia calle entrano due uomini che portano in braccio Laura.)
GIOCONDA
Nessun v'ha visto?
PRIMO CANTORE
Nessun.
GIOCONDA
Sul letto la deponete.
(Laura è deposta sul letto, dietro un paravento.)
I compagni verranno questa notte?
CANTORE
Sì.
GIOCONDA
Ecco l'oro che vi promisi.
CANTORE
Nol vogliam…gli amici
prestan opra da amici.
GIOCONDA
O pietosi,
per quell'amor che v'ha creati, un'altra
grazia vi chiedo. Nella scorsa notte
mi scomparve la mia cieca madre,
già disperata la cercai, ma invano.
Deh! scorrete le vie, le piazze, e l'orme
della mia vecchierella Iddio v'insegni.
Doman, se la trovate, a Canareggio
v'aspetterò. Quest'antro di Giudecca
fra brev'ora abbandono.
CANTORE
A noi t'affida.
(Escono. Gioconda prende l'ampolla del veleno.)
GIOCONDA
Suicidio!…in questi
fieri momenti
tu sol mi resti,
e il cor mi tenti.
Ultima voce
del mio destino,
ultimo croce
del mio cammin.
E un dì leggiadre
volavan l'ore;
perdei la madre,
perdei l'amore,
vinsi l'infausta
gelosa febbre!
Or piombo esausta
fra le tenebre!…
Tocco alla meta…
Domando al ciel
di dormir queta
dentro l'avel.
Ecco, il velen di Laura, a un'altra vittima
era serbato! Lo berrò! Quand'esso
questa notte qui giunga, io non vedrò
il loro immenso amplesso;
ma chi provvede alla lor fuga? ah! no!
(Getta il veleno.)
No, tentator, lungi da me! conforta,
anima mia, le tue divine posse!
Laura è là…là sul letto…viva…morta?…
Nol so…se spenta fosse!
Io salvarla volea, mio Dio lo sai!
Pur, s'ella è spenta?…un indistinto raggio
mi balena nel cor…vediam…coraggio.
(Sta per avviarsi al letto, poi si pente.)
No…no…giammai, giammai!
No, non mi sfugga questo dubbio arcano!
Ma s'ella vive? ebben…Laura è in mia man.
Siam sole. È notte. Né persona alcuna
saper potrìa…profonda è la laguna…
UNA VOCE LONTANA
Eh! dalla gondola,
che nuove porti?
ALTRA VOCE
Nel Canal orfano
ci son de' morti.
GIOCONDA
Orrore!
Sinistre voci! Illuminata a festa
splende Venezia nel lontano…
In cor mi si ridesta
la mia tempesta
immane! Furibonda!
O amore! Amore!
Enzo! Pietà…Pietà di me!
(Viene Enzo dalla calle.)
ENZO
Gioconda!
GIOCONDA
Enzo!…sei tu!
ENZO
Dal carcere
m'hai tratto; e i miei legami
sciogliesti, armato e libero
qui son. Da me che brami?…
GIOCONDA
Da te che bramo? Ahi! misera!
Ridarti il sol, la vita!
La libertà infinita!
La gioia e l'avvenir!
L'estatico sorriso,
l'estatico sospiro!
L'amore…il paradiso!
(Gran Dio! fammi morir!)
ENZO
Donna! col tuo delirio
tu irridi a un moribondo,
per me non ha più balsami
l'amor, né gioie il mondo.
Addio…
GIOCONDA
Che fai?
ENZO
Non chiedere.
GIOCONDA
Resta…M'ascolta.
ENZO
Cessa.
GIOCONDA
Tu vuoi morir per essa!
ENZO
Sì, sul suo santo avello
baciare anco una volta
la pallida sepolta.
GIOCONDA
Ebben, corri al tuo voto,
eroe mesto e fedel!
L'avel di Laura è vuoto;
io l'ho rapita
ENZO
Cielo! No, menti, menti…
GIOCONDA
(accennando alla croce appesa al muro)
Giuro, giuro su quella croce.
ENZO
No: la bestemmia atroce
tergi dal labbro impuro!
Di' che hai mentito!
GIOCONDA
No! io dissi il ver.
ENZO
O furibonda jena
che frughi il cimitero!
O maledetta Eumenide,
gelosa della morte,
dimmi ove celi l'angelo
mio dalle guancie smorte.
Parla! o in quest'ora funebre
convien che qui tu muoia…
Vedi! Già brilla il fulmine
del mio pugnale…
(Sguaina il suo pugnale e afferra Gioconda.)
GIOCONDA
(O gioia! m'uccide!)
ENZO
Il tuo mister saprò.
GIOCONDA
No.
ENZO
Parla!
GIOCONDA
No.
ENZO
Ebben…infame…muori!
LAURA
(dall'alcova)
Enzo!
ENZO
Chi è la?
GIOCONDA
Mio Dio!
LAURA
(comparendo)
Enzo! amor mio!
Ah! Il cor mi si ravviva…
Respiro all'aura…
Enzo, vieni…son viva!
ENZO
Ciel! Non deliro! Viva! Laura! Laura!
GIOCONDA
(avviluppandosi la testa nel suo manto)
Nascondili, o tenebra!
LAURA
(guardando verso Gioconda)
Ahimè! quell'ombra che là si ammanta…
È Alvise…fuggi…
ENZO
No, il terrore disgombra.
LAURA
(riconoscendo Gioconda)
Sei tu? costei salvò la vita a me.
ENZO
Fanciulla santa!
ENZO e LAURA
Ah, ch'io ti baci il piè!
(Laura ed Enzo cadono in ginocchio davanti a Gioconda.)
SERENATA
(interna)
Ten va serenata
per l'aura serena,
per l'onda incantata.
Udite le blande
canzoni vagar.
Il remo ci scande
gli accordi sul mar…
il canto è la vita,
di sogni si pasce,
nei sogni rinasce,
d'un anima ignota
è l'eco fedel.
L'estrema sua nota
si perde del ciel
GIOCONDA
Questa canzone ti rammenti, o Laura?
È la canzone della tua fortuna.
ENZO e LAURA
Fanciulla santa!
GIOCONDA
Essa viene per noi.
Attenti udite, fratelli miei,
quei rematori in salvo questa notte v'addurran.
Per la fuga tutto providi cautamente.
ENZO e LAURA
Oh benedetta! Fanciulla santa!
Benedetta!
GIOCONDA
La barca s'avvicina…i miei compagni
vi condurran prima dell'alba al lido
dei Tre Ponti…Lesti
verso Aquileja drizzerete il volo,
e di là poco lunge il sol d'Illiria
vi splenderà liberamente in viso.
(a Laura)
Ecco la barca…Addio…
Il mio mantel t'asconda.
Che vedo là; il rosario! oh sommo Dio!
Così dicea la profezia profonda:
"A te questo rosario
che le preghiere aduna,
io te lo porgo, accettalo,
ti porterà fortuna…"
E così sia!
Quest'ultimo
bacio che il pianto inonda
v'abbiate in fronte, è il povero
bacio del labbro mio.
Talor nei vostri memori
pensieri alla Gioconda
date un ricordo. Amatevi…
Siate felici…Addio!
LAURA e ENZO
Sulle tue mani l'anima
tutta stempriamo in pianto.
No, mai su queste lagrime
non scenderà l'oblio.
Ricorderem la vittima
del sacrificio santo.
Ti benedicano gli angeli.
Addio…Gioconda. Addio.
(Si allontanano nella barca.)
GIOCONDA
(afferrando l'ampolla del veleno)
Ora posso morir. Tutto è compiuto.
Ah no! mia madre! aiuto!
Aiuto, o Santa Vergine!
Troppi dolori sovra un solo cuore!
Vo' ricercar mia madre!…Oh mio terror!
Il patto or mi rammento! Ah! la paura
di Barnaba m'agghiaccia!
Qui riveder l'orribile sua faccia!
(Si prostra davanti all'immagine della Madonna.)
Vergine Santa, allontana il Demonio!
(Viene Barnaba dalla calle e sta spiando alla porta socchiusa.)
BARNABA
Il ciel s'oscura.
Prega! Ed essa non sa qual testimonio
dell'orazion la guarda.
GIOCONDA
Vergine Santa, allontana il Demonio…
Ebben, perché son così affranta e tarda?
BARNABA
(Ah! vuol fuggir…)
GIOCONDA
La fuga è il mio riscatto!
(Barnaba spalanca la porta ed incontra Gioconda che sta per fuggire.)
BARNABA
Così mantieni il patto!
GIOCONDA
Sì, il patto mantengo – lo abbiamo giurato.
Gioconda non deve quel giuro tradur.
Che Iddio mi perdoni l'immenso peccato
che sto per compir!
BARNABA
Ebbrezza! delirio! Sognata mia gioia!
Ti colgo e repente nell'arido cuor
scompar l'atra noia
coi rai dell'amor!
GIOCONDA
T'arresta. Raffrena il selvaggio delirio!
Vo' farmi più gaia, più fulgida ancor.
Per te voglio ornare la bionda mia testa
di porpora e d'or!
Con tutti gli orpelli sacrati alla scena
dei pazzi teatri coperta già son.
Ascolta di questa sapiente sirena
la dolce canzon.
Mantengo il mio detto, tradirti non vo'.
Volesti il mio corpo, demon maledetto?
E il corpo ti do!
(Si trafigge nel cuore col pugnale.)
BARNABA
Ah! ferma! irrision!…ebben…or tu
m'odi…e muori dannata!
(Si curva sul corpo di Gioconda e grida.)
Ier tua madre m'ha offeso!
Il l'ho affogata!…
Non ode più!
(Barnaba esce precipitosamente.)
FINE