ATTO PRIMO
Scena Prima
(Antica sala terrena nel castello del Barone, con cinque porte; a destra camino, tavolino con specchio, cestello con fiori, e sedie. Clorinda provando uno sciasse; Tisbe acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto; Cenerentola soffiando con un manticetto al camino per far bollire un cuccumo di caffè; indi Alidoro da povero; poi seguaci di Ramiro)
CLORINDA
No, no, no; non v'è, non v'è
chi strisciar sappia così
Leggerissimo sciassè.
TISBE
Sì, sì, sì: va bene lì.
Meglio lì; no, meglio qui.
Risaltar di più mi fa.
CLORINDA E TISBE
A quest'arte, a tal beltà
Sdrucciolare ognun dovrà.
CENERENTOLA
(con tuono flemmatico)
Una volta c'era un Re,
Che a star solo,
Che a star solo s'annoiò:
Cerca, cerca, ritrovò;
Ma il volean sposare in tre.
Cosa fa?
Sprezza il fasto e la beltà.
E alla fin sceglie per sé
L'innocenza e la bontà.
La, la, la,
Li, li, li,
La, la, la.
CLORINDA E TISBE
Cenerentola, finiscila
Con la solita canzone.
CENERENTOLA
Presso al fuoco in un cantone
Via lasciatemi cantar.
Una volta c'era un Re
Una volta…
CLORINDA
E due, e tre.
CLORINDA E TISBE
La finisci sì o no?
Se non taci ti darò.
CENERENTOLA
Una volta…
(S'ode picchiare.)
A TRE
Chi sarà?
(Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero.)
ALIDORO
Un tantin di carità.
CLORINDA E TISBE
Accattoni! Via di qua.
CENERENTOLA
Zitto, zitto: su prendete
Questo po' di colazione.
(Versa una tazza di caffè, e la dà con un pane ad Alidoro coprendolo dalle sorelle)
Ah non reggo alla passione,
Che crudel fatalità!
ALIDORO
Forse il Cielo il guiderdone
Pria di notte vi darà.
CLORINDA E TISBE
(pavoneggiandosi)
Risvegliar dolce passione
Più di me nessuna sa.
CLORINDA
(volgendosi ad osservare Alidoro)
Ma che vedo! Ancora lì!
TISBE
Anche un pane? anche il caffè?
CLORINDA
(scagliandosi contro Cenerentola)
Prendi, prendi, questo a te.
CENERENTOLA
Ah! soccorso chi mi dà!
ALIDORO
(frapponendosi inutilmente)
Vi fermate, per pietà.
(Si picchia fortemente; Cenerentola corre ad aprire, ed entrano i cavalieri )
CAVALIERI
O figlie amabili di Don Magnifico
Ramiro il Principe or or verrà,
Al suo palagio vi condurrà.
Si canterà si danzerà:
Poi la bellissima fra l'altre femmine
Sposa carissima per lui sarà.
CLORINDA
Ma dunque il Principe?
CAVALIERI
Or or verrà.
CLORINDA, TISBE E CENERENTOLA
E la bellissima?
CAVALIERI
Si sceglierà.
CLORINDA E TISBE
Cenerentola vien qua.
Le mie scarpe, il mio bonne.
Cenerentola vien qua.
Le mie penne, il mio colliè.
Nel cervello ho una fucina;
Son più bella e vo' trionfar.
A un sorriso, a un'occhiattina
Don Ramiro ha da cascar.
CENERENTOLA
Cenerentola vien qua.
Cenerentola va' là.
Cenerentola va' su.
Cenerentola va' giù.
Questo è proprio uno strapazzo!
Mi volete far crepar?
Chi alla festa, chi al solazzo
Ed io resto qui a soffiar.
ALIDORO
Nel cervello una fucina
Sta le pazze a martellar.
Ma già pronta è la ruina.
Voglio ridere a schiattar.
CAVALIERI
Già nel capo una fucina
Sta le donne a martellar;
Il cimento si avvicina,
Il gran punto di trionfar.
CLORINDA
(dando una moneta a Cenerentola, onde la dia ai seguaci del Principe, che partono)
Date lor mezzo scudo. Grazie.
Ai cenni Del Principe noi siamo.
(osservando il povero e raggricciando il naso)
Ancor qui siete?
Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete.
CENERENTOLA
(accompagnando Alidoro)
Io poi quel mezzo scudo
A voi l'avrei donato;
Ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo
Mi spaccherei per darlo a un infelice.
ALIDORO
(a Cenerentola)
Forse al novello dì sarai felice.
(Alidoro parte)
TISBE
Cenerentola, presto
Prepara i nastri, i manti.
CLORINDA
Gli unguenti, le pomate.
TISBE
I miei diamanti.
CENERENTOLA
Uditemi, sorelle…
CLORINDA
(altera)
Che sorelle!
Non profanarci con sì fatto nome.
TISBE
(minacciandola)
E guai per te se t'uscirà di bocca.
CENERENTOLA
(fra sè)
Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca.
(entra a sinistra)
TISBE
Non v'è da perder tempo.
CLORINDA
Nostro padre
Avvisarne convien.
(Questionando fra loro, ed opponendosi a vicenda d'entrare a destra.)
TISBE
Esser la prima
Voglio a darne la nuova.
CLORINDA
Oh! mi perdoni.
Io sono la maggiore.
TISBE
No, no, gliel vo' dir io.
(Crescendo nella rabbia fra loro)
CLORINDA
È questo il dover mio.
Io svegliare lo vuò!. Venite appresso.
TISBE
Oh! non la vincerai.
CLORINDA
(osservando fra le scene)
Ecco egli stesso.
Scena Seconda
(Don Magnifico, bieco in volto, esce in berretta da notte e veste da camera, e detti; indi Cenerentola.)
DON MAGNIFICO
Miei rampolli femminini,
(Ricusando di dar loro a baciarsi la mano)
Vi ripudio; mi vergogno!
Un magnifico mio sogno
Mi veniste a sconcertar.
(da sé, osservandole; Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda.)
Come son mortificate!
Degne figlie d'un Barone!
Via: silenzio ed attenzione.
State il sogno a meditar.
Mi sognai fra il fosco e il chiaro
Un bellissimo somaro.
Un somaro, ma solenne.
Quando a un tratto, oh che portento!
Su le spalle a cento a cento
Gli spuntavano le penne
Ed in alto, sen, volò!
Ed in cima a un campanile
Come in trono si fermò.
Si sentiano per di sotto
Le campane sdindonar.
Din, don, din, don…
Col cì cì, ciù ciù di botto
Mi faceste risvegliar.
Ma d'un sogno sì intralciato
Ecco il simbolo spiegato.
La campana suona a festa?
Allegrezza in casa è questa.
Quelle penne? Siete voi.
Quel gran volo? Plebe addio.
Resta l'asino di poi?
Ma quell'asino son io.
Chi vi guarda vede chiaro
Che il somaro è il genitor.
Fertilissima Regina
L'una e l'altra diverrà;
Ed il nonno una dozzina
Di nepoti abbraccierà.
Un Re piccolo di qua.
Servo, servo
Un Re bambolo di là.
E la gloria mia sarà.
(Interrompendosi e strappandosi Don Magnifico.)
CLORINDA
Sappiate che fra poco…
TISBE
Il Principe Ramiro…
CLORINDA
Che son tre dì che nella deliziosa…
TISBE
Vicina mezzo miglio
Venuto è ad abitar…
CLORINDA
Sceglie una sposa…
TISBE
Ci mandò ad invitar…
CLORINDA
E fra momenti…
TISBE
Arriverà per prenderci…
CLORINDA
E la scelta la più bella sarà…
DON MAGNIFICO
(in aria di stupore ed importanza)
Figlie, che dite!
Quel principon! Quantunque io nol conosco…
Sceglierà!.. v'invitò…
Sposa… più bella!
Io cado in svenimento.
Alla favella..
È venuto il sequestro. Il principato
Per la spinal midolla
Già mi serpeggia, ed in una parola
Il sogno è storia,
ed il somaro vola.
(Cenerentola entra, vota il caffè e lo reca nella camera di Don Magnifico.)
Cenerentola, presto.
Portami il mio caffè. Viscere mie.
Metà del mio palazzo è già crollata,
E l'altra è in agonia. Fatevi onore.
Mettiamoci un puntello.
(andando e tornando, e riprendendo le figlie, che stanno per entrare)
Figlie state in cervello.
Parlate in punto e virgola.
Per carità: pensate ad abbigliarvi;
Si tratta niente men che imprinciparvi.
(Entra nelle sue stanze, Clorinda e Tisbe nella lor).
Scena Terza
(Don Ramiro vestito da scudiero; guarda intorno e si avanza a poco a poco.)
DON RAMIRO
Tutto è deserto. Amici?
Nessun risponde. In questa
Simulata sembianza
Le belle osserverò. Né viene alcuno?
Eppur mi diè speranza
Il sapiente Alidoro,
Che qui, saggia e vezzosa,
Degna di me trovar saprò la sposa.
Sposarsi… e non amar! Legge tiranna,
Che nel fior de' miei giorni
Alla difficile scelta mi condanna.
Cerchiam, vediamo.
Scena Quarta
(Cenerentola cantando fra' denti con sottocoppa e tazza da caffè, entra spensierata nella stanza)
CENERENTOLA
Una volta c'era…
(e si trova a faccia a faccia con Ramiro; le cade tutto di mano, e si ritira in un angolo)
Ah! è fatta
DON RAMIRO
Cos'è?
CENERENTOLA
Che batticuore!
DON RAMIRO
Forse un mostro son io!
CENERENTOLA
(prima astratta poi correggendosi con naturalezza)
Sì… no, signore.
DON RAMIRO
(Fra sè)
Un soave non so che
In quegli occhi scintillò!
CENERENTOLA
(Fra sè)
Io vorrei saper perché
Il mio cor mi palpitò?
DON RAMIRO
Le direi… ma non ardisco.
CENERENTOLA
Parlar voglio, e taccio intanto.
CENERENTOLA E DON RAMIRO
Una grazia, un certo incanto
Par che brilli su quel viso!
Quanto caro è quel sorriso.
Scende all'alma e fa sperar.
DON RAMIRO
(A Cenerentola)
Del Baron le figlie io chiedo
Dove son? qui non le vedo.
CENERENTOLA
Stan di là nell'altre stanze.
Or verranno.
(Fra sè)
Addio speranze.
DON RAMIRO
(con interesse)
Ma di grazia, voi chi siete?
CENERENTOLA
Io chi sono? Eh! non lo so.
DON RAMIRO
Nol sapete?
CENERENTOLA
Quasi no.
Quel ch'è padre, non è padre…
(accostandosi a lui sottovoce e rapidissima, correggendosi ed imbrogliandosi)
Onde poi le due sorelle…
Era vedova mia madre…
Ma fu madre ancor di quelle…
Questo padre pien d'orgoglio…
(Fra sè)
Sta' a vedere che m'imbroglio?
(Forte)
Deh! scusate, perdonate
Alla mia semplicità.
DON RAMIRO
Mi seduce, m'innamora
Quella sua semplicità.
CLORINDA E TISBE
(dalle loro stanze, a vicenda ed insieme)
Cenerentola… da me.
DON RAMIRO
Quante voci! che cos'è?
CENERENTOLA
A ponente ed a levante,
A scirocco e a tramontana,
Non ho calma un solo istante,
Tutto, tutto tocca a me.
CLORINDA E TISBE
Cenerentola!
CENERENTOLA
(ora verso una, ora verso l'altra delle porte)
Vengo, vengo.
Addio, signore.
(con passione, fra sè)
Ah ci lascio proprio il core
Questo cor più mio non è.
DON RAMIRO
(da sé)
Quell'accento, quel sembiante
È una cosa sovrumana.
Io mi perdo in quest'istante
Già più me non trovo in me.
(astratto, osservando sempre Cenerentola)
Che innocenza! che candore!
Ah! m'invola proprio il core!
Questo cor più mio non è.
CENERENTOLA E DON RAMIRO
Ah! Ci lascio/m'invola proprio il core.
Questo cor più mio non è.
CLORINDA E TISBE
(dalle loro stanze, a vicenda ed insieme)
Cenerentola… da me.
(Cenerentola parte)
Scena Quinta
(Ramiro solo; indi Don Magnifico in abito di gala senza cappello.)
DON RAMIRO
Non so che dir. Come in sì rozze spoglie
Sì bel volto e gentil! Ma Don Magnifico
Non apparisce ancor? Nunziar vorrei
del mascherato principe l'arrivo
Fortunato consiglio!
Da semplice scudiero
Il core delle femmine
Meglio svelar saprò. Dandini intanto
Recitando da Principe…
(Entra Don Magnifico)
DON MAGNIFICO
Domando un milion di perdoni.
Dica: e Sua Altezza il Principe?
DON RAMIRO
Or ora arriva.
DON MAGNIFICO
E quando?
DON RAMIRO
Tra tre minuti.
DON MAGNIFICO
(in agitazione)
Tre minuti! ah figlie!
Sbrigatevi: che serve?
Le vado ad affrettar. Scusi; per queste
Ragazze benedette,
Un secolo è un momento alla toelette.
(entra dalle figlie)
DON RAMIRO
Che buffone! E Alidoro mio maestro
Sostien che in queste mura
Sta la bontà più pura!
Basta, basta, vedrem. Alle sue figlie
Convien che m'avvicini.
Qual fragor!.. non m'inganno. Ecco Dandini.
Scena Sesta
(Cavalieri, Dandini e detti; indi Clorinda e Tisbe.)
CAVALIERI
Scegli la sposa, affrettati:
S'invola via l'età.
La principesca linea.
Se no s'estinguerà.
DANDINI
Come un'ape ne' giorni d'aprile
Va volando leggiera e scherzosa;
Corre al giglio, poi salta alla rosa,
Dolce un fiore a cercare per sé;
Fra le belle m'aggiro e rimiro;
Ne ho vedute già tante e poi tante
Ma non trovo un giudizio, un sembiante,
Un boccone squisito per me.
(Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate a Dandini da Don Magnifico).
CLORINDA
Prence!
TISBE
Sire…
CLORINDA E TISBE
Ma quanti favori!
DON MAGNIFICO
Che diluvio! che abisso di onori!
DANDINI
Nulla, nulla;
(con espressione or all'una ora all'altra)
Vezzosa; graziosa!
(accostandosi a Ramiro, piano)
Dico bene?. Son tutte papà.
DON RAMIRO
(Piano)
Bestia! attento! ti scosta; va' là.
DANDINI
(alle due sorelle che lo guardano con passione)
Per pietà, quelle ciglia abbassate.
Galoppando sen va la ragione,
E fra i colpi d'un doppio cannone
Spalancato è il mio core di già.
Vezzosa; graziosa!
Son tutte papà.
(da sé)
Ma al finir della nostra commedia
Che tragedia qui nascer dovrà.
CLORINDA E TISBE
(ognuna da sé)
Ei mi guarda. Sospira, delira
Non v'è dubbio: è mio schiavo di già.
DANDINI
Dico bene?
DON RAMIRO
Bestia!
DANDINI
Grazie
DON RAMIRO
(sempre osservando con interesse se torna Cenerentola, piano)
Ah! perché qui non viene colei,
Con quell'aria di grazia e bontà?
DON MAGNIFICO
(da sé, osservando con compiacenza Dandini, che sembra innamorato)
E già cotto, stracotto, spolpato
L'Eccellenza si cangia in Maestà.
CAVALIERI
Scegli la sposa, affrettati:
S'invola via l'età.
La principesca linea.
Se no s'estinguerà.
DANDINI
(osservando Clorinda, Tisbe e Don Magnifico)
Allegrissimamente! che bei quadri!
Che bocchino! che ciglia!
Siete l'ottava e nona meraviglia.
Già "tali patris, talem filia".
CLORINDA
(con inchino)
Grazie!
DON MAGNIFICO
(curvandosi)
Altezza delle Altezze!
Che dice? mi confonde. Debolezze.
DANDINI
Vere figure etrusche!
(piano a Ramiro)
Dico bene?
DON RAMIRO
(piano a Dandini)
Cominci a dirle grosse.
DANDINI
(piano a Ramiro)
Io recito da grande,
e grande essendo,
Grandi le ho da sparar.
DON MAGNIFICO
(piano alle figlie con compiacenza)
Bel principotto!
Che non vi fugga: attente.
DANDINI
Or dunque seguitando quel discorso
Che non ho cominciato;
Dai miei lunghi viaggi ritornato
E il mio papà trovato,
Che fra i quondam è capitombolato,
E spirando ha ordinato
Che a vista qual cambiale io sia sposato,
O son diseredato,
Fatto ho un invito a tutto il vicinato.
E trovando un boccone delicato,
Per me l'ho destinato.
Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato.
DON MAGNIFICO
(sorpreso, fra sè)
Che eloquenza norcina!
CENERENTOLA
(entrando osserva l'abito del Principe,
e Ramiro che la guarda)
Ah, che bell'abito!
E quell'altro mi guarda.
DON RAMIRO
(Fra sè)
Ecco colei!
Mi palpita il cor.
DANDINI
Belle ragazze,
Se vi degnate inciambellare il braccio
Ai nostri cavalieri, il legno è pronto.
CLORINDA
Andiamo.
TISBE
Papà Eccellenza,
Non tardate a venir.
(Clorinda e Tisbe escono.)
DON MAGNIFICO
(a Cenerentola voltandosi)
Che fai tu qui?
Il cappello e il bastone.
CENERENTOLA
Ah!… Signor sì.
(parte)
DANDINI
Perseguitate presto
Con i piè baronali
I magnifici miei quarti reali.
(parte)
DON MAGNIFICO
Monti in carrozza, e vengo.
(andando nella camera dove è entrata Cenerentola)
DON RAMIRO
(Fra sè)
E pur colei vo' riveder.
DON MAGNIFICO
(di dentro in collera)
Ma lasciami.
DON RAMIRO
(Fra sè)
La sgrida?
CENERENTOLA
(Esce)
Sentite.
DON MAGNIFICO
(esce con cappello e bastone trattenuto con ingenuità da Cenerentola)
Il tempo vola.
DON RAMIRO
(Fra sè)
Che vorrà?
DON MAGNIFICO
(A Cenerentola)
Vuoi lasciarmi?
CENERENTOLA
Una parola.
Signore, una parola:
In casa di quel Principe
Un'ora, un'ora sola
Portatemi a ballar.
DON MAGNIFICO
Ih! Ih! La bella Venere!
Vezzosa! Pomposetta!
Sguaiata! Covacenere!
Lasciami, deggio andar.
DANDINI
(tornando indietro, ed osservando Ramiro immobile)
Cos'è?
qui fa la statua?
DON RAMIRO
(Sottovoce a Dandini)
Silenzio, ed osserviamo.
DANDINI
Ma andiamo o non andiamo?
DON RAMIRO
Mi sento lacerar.
CENERENTOLA
Ma una mezz'ora… un quarto.
DON MAGNIFICO
(alzando minaccioso il bastone)
Ma lasciami o ti stritolo.
DON RAMIRO E DANDINI
(accorrendo a trattenerlo)
Fermate.
DON MAGNIFICO
(sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini)
Serenissima!
(ora a Dandini ora a Cenerentola)
Ma vattene. Altezzissima!
Servaccia ignorantissima!
DON RAMIRO E DANDINI
(ora a Don Magnifico ora a Cenerentola)
Serva?
CENERENTOLA
Cioè…
DON MAGNIFICO
(mettendole una mano sulla bocca e interrompendola)
Vilissima
D'un estrazion bassissima,
Vuol far la sufficiente,
La cara, l'avvenente,
E non è buona a niente.
(minacciando e trascinando)
Va' in camera, va' in camera
La polvere a spazzar.
DON RAMIRO
(fra sé, con sdegno represso)
Or ora la mia collera
Non posso più frenar.
DANDINI
(opponendosi con autorità)
Ma caro Don Magnifico
Via, non la strapazzar.
CENERENTOLA
(con tuono d'ingenuità)
Ah! sempre fra la cenere
Sempre dovrò restar?
Signori, persuadetelo;
Portatemi a ballar.
(Nel momento che Don Magnifico staccasi da Cenerentola ed è tratto via da Dandini,
entra Alidoro con taccuino aperto.)
ALIDORO
Qui nel mio codice
Delle zitelle
Con Don Magnifico
Stan tre sorelle.
(a Don Magnifico con autorità)
Or che va il Principe
La sposa a scegliere,
La terza figlia
Io vi domando.
DON MAGNIFICO
(confuso ed alterato)
Che terza figlia
Mi va figliando?
ALIDORO
Terza sorella…
DON MAGNIFICO
(atterrito)
Ella… morì…
ALIDORO
Eppur nel codice non è così.
CENERENTOLA
(Fra sè)
Ah! di me parlano.
(ponendosi in mezzo con ingenuità)
No, non morì.
DON MAGNIFICO
(A Cenerentola)
Sta' zitta lì.
ALIDORO
Guardate qui!
DON MAGNIFICO
(balzando Cenerentola in un cantone)
Se tu respiri,
Ti scanno qui.
DON RAMIRO E DANDINI
Ella morì?
DON MAGNIFICO
(sempre tremante)
Altezza sì.
Momento di silenzio.
TUTTI
(guardandosi scambievolmente)
Nel volto estatico
Di questo e quello
Si legge il vortice
Del lor cervello,
Che ondeggia e dubita
E incerto sta.
DON MAGNIFICO
(fra' denti, trascinando Cenerentola)
Se tu più mormori
Solo una sillaba
Un cimiterio
Qui si farà.
CENERENTOLA
(con passione)
Deh soccorretemi,
Deh non lasciatemi,
Ah! di me, misera
Che mai sarà?
ALIDORO
(frapponendosi)
Via meno strepito:
Fate silenzio.
O qualche scandalo
Qui nascerà.
DON RAMIRO
(A Cenerentola, strappandola da Don Magnifico)
Via consolatevi.
Signor lasciatela.
(Fra sè)
Già la mia furia
Crescendo va.
DANDINI
(A Cenerentola)
Io sono un Principe,
O sono un cavolo?
Vi mando al diavolo:
Venite qua.
(La strappa da Don Magnifico, e lo conduce via. Tutti seguono Dandini. Cenerentola corre in camera. Si chiude la porta di mezzo)
Scena Settima
Scena scritta da Jacopo Ferretti e musicata da Rossini per il basso Gioacchino Moncada nel 1821 (Teatro Argentina, Roma). Rimpiazza la scena originale, musicata da Luca Agolini
(Dopo qualche momento di silenzio rientra Alidoro vestito con povertà, mantello di pellegrino con gli abiti da filosofo sotto, indi Cenerentola.)
ALIDORO
Sì, tutto cangerà. Quel folle orgoglio
Poca polve sarà, gioco del vento;
E al tenero lamento
Succederà il sorriso.
(chiama verso la camera di Cenerentola)
Figlia… Figlia…
CENERENTOLA
(esce e rimane sorpresa)
Figlia voi mi chiamate? Oh questa è bella!
Il padrigno Barone
Non vuole essermi padre; e voi… Peraltro
Guardando i stracci vostri e i stracci miei,
Degna d'un padre tal figlia sarei.
ALIDORO
Taci, figlia, e vien meco.
CENERENTOLA
Teco, e dove?
ALIDORO
Del Principe al festino.
CENERENTOLA
Ma dimmi, pellegrino:
Perché t'ho data poca colazione,
Tu mi vieni a burlar? Va' via… va' via!
Voglio serrar la porta…
Possono entrar de' ladri,
e allora… e allora…
Starei fresca davvero.
ALIDORO
No! Sublima il pensiero!
Tutto cangiò per te!
Calpesterai men che fango i tesori,
Rapirai tutti i cuori.
Vien meco e non temer: per te dall'Alto
M'ispira un Nume a cui non crolla il trono.
E se dubiti ancor, mira chi sono!
(Nel momento che si volge, Alidoro getta il manto.)
Là del ciel nell'arcano profondo,
Del poter sull'altissimo Trono
Veglia un Nume, signore del mondo,
Al cui piè basso mormora il tuono.
Tutto sa, tutto vede, e non lascia
Nell'ambascia perir la bontà.
Fra la cenere, il pianto, l'affanno,
Ei ti vede, o fanciulla innocente,
E cangiando il tuo stato tiranno,
Fra l'orror vibra un lampo innocente.
Non temer, si è cambiata la scena:
La tua pena cangiando già va.
S'ode avvicinarsi una carrozza.
Un crescente mormorio
Non ti sembra d'ascoltar?..
Ah sta' lieta: è il cocchio mio
Su cui voli a trionfar.
Tu mi guardi, ti confondi…
Ehi ragazza, non rispondi?
Sconcertata è la tua testa
E rimbalza qua e là,
Come nave in gran tempesta
Che di sotto in su sen va.
Ma già il nembo è terminato,
Scintillò serenità.
Il destino s'è cangiato,
L'innocenza brillerà.
(Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta, Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza)
Scena Ottava
(Gabinetto nel palazzo di Don Ramiro. Dandini entrando con Clorinda e Tisbe sotto il braccio; Don Magnifico e Don Ramiro.)
DANDINI
Ma bravo, bravo, bravo!
Caro il mio Don Magnifico! Di vigne,
Di vendemmie e di vino
M'avete fatto una dissertazione,
Lodo il vostro talento
(a Don Ramiro)
Si vede che ha studiato.
(A Don Magnifico)
Si porti sul momento
Dove sta il nostro vino conservato
E se sta saldo e intrepido
Al trigesimo assaggio
Lo promovo all'onor di cantiniero
Io distinguo i talenti e premio il saggio.
DON MAGNIFICO
Prence! L'Altezza Vostra
E un pozzo di bontà. Più se ne cava,
Più ne resta a cavar.
(piano alle figlie)
Figlie! Vedete?
Non regge al vostro merto;
N'è la mia promozion indizio certo.
(forte)
Clorinduccia, Tisbina,
Tenete allegro il Re. Vado in cantina.
(parte)
DON RAMIRO
(piano a Dandini)
Esamina, disvela, e fedelmente
Tutto mi narrerai.
Anch'io fra poco
Il cor ne tenterò.
Del volto i vezzi
Svaniscon con l'età. Ma il core…
DANDINI
(A Ramiro)
Il core Credo che sia un melon
tagliato a fette,
Un timballo l'ingegno,
E il cervello una casa spigionata.
(forte, come seguendo il discorso fatto sottovoce)
Il mio voler ha forza d'un editto.
Eseguite trottando il cenno mio.
(A Ramiro)
Udiste?
DON RAMIRO
Udii.
DANDINI
Fido vassallo, addio.
(Parte Don Ramiro).
Scena Nona
Dandini, Clorinda e Tisbe.
DANDINI
(alle donne)
Ora sono da voi.
Scommetterei Che siete fatte al torno
E che il guercietto amore
È stato il tornitore.
CLORINDA
(tirando a sé Dandini)
Con permesso:
La maggiore son io, onde la prego
Darmi la preferenza.
TISBE
(come sopra)
Con sua buona licenza
La minore son io.
M'invecchierò più tardi.
CLORINDA
Scusi. Quella è fanciulla.
Proprio non sa di nulla.
TISBE
Permetta. Quella è un'acqua senza sale,
Non fa né ben né male.
CLORINDA
Di grazia. I dritti miei
La prego bilanciar.
TISBE
Perdoni. Veda,
Io non tengo rossetto.
CLORINDA
Ascolti.
Quel suo bianco è di bianchetto.
TISBE
Senta…
CLORINDA
Mi favorisca…
DANDINI
(sbarazzandosi con un poco di collera)
Anime belle!
Mi volete spaccar?
Non dubitate.
(a Clorinda)
Ho due occhi reali
E non adopro occhiali
(a Tisbe)
Fidati pur di me,
Mio caro oggetto.
(a Clorinda)
Per te sola mi batte il core in petto.
(parte)
TISBE
M'inchino a Vostra Altezza.
CLORINDA
Anzi all'Altezza Vostra.
(Ironicamente fra loro.)
TISBE
Verrò a portarle qualche memoriale.
CLORINDA
Lectum.
TISBE
Ce la vedremo.
CLORINDA
Forse sì, forse no.
TISBE
Poter del mondo!
CLORINDA
Le faccio riverenza!
TISBE
Oh! mi sprofondo!
(Partono da parti opposte)
Scena Decima
(Salone nel palazzo del Principe Don Ramiro. Tavolo con ricapito da scrivere. Don Magnifico a cui i cavalieri pongono un mantello con ricami in argento di grappoli d'uva, e gli saltano intorno battendo i piedi in tempo di musica)
CAVALIERI
Conciossiacosaché
Trenta botti già gustò!
E bevuto ha già per tre
E finor non barcollò!
E piaciuto a Sua Maestà
Nominarlo cantinier.
Intendente dei bicchier
Con estesa autorità.
Presidente al vendemmiar.
Direttor dell'evoè;
Onde tutti intorno a te
S'affolliamo qui a saltar.
DON MAGNIFICO
Intendente! Direttor!
Presidente! Cantinier!
Grazie, grazie; che piacer!
Che girandola ho nel cor.
Si venga a scrivere
Quel che dettiamo.
(Pongonsi intorno ai tavolini, e scrivono)
Sei mila copie
Poi ne vogliamo.
CAVALIERI
Già pronti a scrivere
Tutti siam qui.
DON MAGNIFICO
Noi Don Magnifico…
(osservando come scrivono)
Questo in maiuscole.
Bestie! maiuscole.
Bravi! così.
Noi Don Magnifico
Duca e Barone
Dell'antichissimo
Montefiascone;
Grand'intendente;
Gran presidente,
Con gli altri titoli
Con venti eccetera,
Di nostra propria
Autorità,
Riceva l'ordine
Chi leggerà,
Di più non mescere
Per anni quindici
Nel vino amabile
D'acqua una gocciola.
Alias capietur
Et stranguletur
Perché eccetera
Laonde eccetera
Nell'anno eccetera
Barone eccetera.
(sottoscrivendosi)
CAVALIERI
Barone eccetera;
È fatto già.
DON MAGNIFICO
Ora affiggetelo
Per la città.
CAVALIERI
Il pranzo in ordine
Andiamo a mettere.
Vino a diluvio si beverà.
DON MAGNIFICO
Premio bellissimo
Di piastre sedici
A chi più Malaga
Si succhierà.
(Partono saltando attorno a Don Magnifico)
Finale Primo
Scena Undicesima
(Dandini e Don Ramiro correndo sul davanti del palco, osservando per ogni parte.)
DON RAMIRO
(sotto voce)
Zitto, zitto, piano, piano;
Senza strepito e rumore:
Delle due qual è l'umore?
Esattezza e verità.
DANDINI
Sotto voce a mezzo tuono;
In estrema confidenza:
Sono un misto d'insolenza,
Di capriccio e vanità.
DON RAMIRO
E Alidoro mi dicea
Che una figlia del Barone…
DANDINI
Eh! il maestro ha un gran testone.
Oca eguale non si dà.
(Fra sè)
Son due vere banderuole…
Mi convien dissimular.
DON RAMIRO
(Fra sè)
Se le sposi pur chi vuole…
Seguitiamo a recitar.
Scena Dodicesima
(Clorinda, accorrendo da una parte, e Tisbe dall'altra)
CLORINDA
Principino dove state?
TISBE
Principino dove state?
CLORINDA E TISBE
Ah! perché mi abbandonate?
Mi farete disperar.
CLORINDA
Io vi voglio…
TISBE
Vi vogl'io…
DANDINI
Ma non diamo in bagattelle.
Maritarsi a due sorelle
Tutte insieme non si può!
Una sposo…
CLORINDA E TISBE
(con interesse di smania)
E l'altra?..
DANDINI
E l'altra…
(accennando Ramiro)
All'amico la darò.
CLORINDA E TISBE
No, no, no, no, no,
Un scudiero! oibò, oibò!
DON RAMIRO
(ponendosi loro in mezzo con dolcezza)
Sarò docile, amoroso,
Tenerissimo di cuore.
CLORINDA E TISBE
(guardandolo con disprezzo)
Un scudiero! No signore.
Un scudiero! questo no.
CLORINDA
Con un'anima plebea!
TISBE
Con un'aria dozzinale!
DON RAMIRO
Sarò docile… amoroso
CLORINDA E TISBE
(con affettazione)
Mi fa male, mi fa male
Solamente a immaginar.
DON RAMIRO E DANDINI
(fra loro ridono)
La scenetta è originale
Veramente da contar.
Scena Tredicesima
Coro di cavalieri dentro le scene,
indi Alidoro)
CAVALIERI
Venga, inoltri, avanzi il piè.
Anticamera non v'è.
(Entra Alidoro)
DON RAMIRO E DANDINI
Sapientissimo Alidoro,
Questo strepito cos'è?
ALIDORO
Dama incognita qua vien.
Sopra il volto un velo tien.
CLORINDA E TISBE
Una dama!
ALIDORO
Signor sì .
CLORINDA E TISBE
Ma chi è?
ALIDORO
Nol palesò.
CLORINDA E TISBE
Sarà bella?
ALIDORO
Sì e no.
DANDINI E DON RAMIRO
Chi sarà?
ALIDORO
Ma non si sa.
CLORINDA
Non parlò?
ALIDORO
Signora no.
TISBE
E qui vien?
ALIDORO
Chi sa perché?
TUTTI
Chi sarà? chi è? perché?
Non si sa. Si vedrà.
(Momento di silenzio)
CLORINDA E TISBE
(Piano)
Gelosia già, già mi lacera,
Già il cervel più in me non è.
ALIDORO
(Fra sè)
Gelosia già, già le rosica,
Più il cervello in lor non è.
DON RAMIRO
(Fra sè)
Un ignoto arcano palpito
Ora m'agita, perché?
DANDINI
(Fra sè)
Diventato son di zucchero:
Quante mosche intorno a me.
(Dandini fa cenno ad Alidoro d'introdurre la dama.)
Scena Quattordicesima
(Cavalieri che precedono e schieransi in doppia fila per ricevere Cenerentola, che, in abito ricco ed elegante, avanzasi velata.)
CAVALIERI
Ah! se velata ancor
Dal seno il cor ci ha tolto,
Se svelerai quel volto
Che sarà?
CENERENTOLA
Sprezzo quei don che versa
Fortuna capricciosa.
M'offra chi mi vuol sposa,
Rispetto, amor, bontà.
DON RAMIRO
(In disparte)
Di quella voce il suono
Ignoto al cor non scende;
Perché la speme accende?
Di me maggior mi fa.
DANDINI
Begli occhi che dal velo
Vibrate un raggio acuto,
Svelatevi un minuto
Almen per civiltà.
CLORINDA E TISBE
(Piano)
Vedremo il gran miracolo
Di questa rarità.
(Cenerentola svelasi. Momento di sorpresa, di riconoscimento, d'incertezza.)
TUTTI
(eccetto Cenerentola)
Ah!
(Ciascuno da sé guardando Cenerentola, e Cenerentola sogguardando Ramiro.)
Parlar… pensar… vorrei.
Parlar … pensar… non so.
Questo è un inganno/è un incanto, o dei!
Quel volto mi atterrò.
ALIDORO
(Fra sè)
Parlar… pensar… vorrebbe
Parlar… pensar… non può.
Amar già la dovrebbe,
Il colpo non sbagliò.
Scena Quindicesima
(Don Magnifico accorrendo, e detti.)
DON MAGNIFICO
Signor… Altezza, è in tavola
Che… co… chi… sì… che bestia!
Quando si dice i simili!
Non sembra Cenerentola?
CLORINDA E TISBE
Pareva ancora a noi,
Ma a riguardarla poi…
La nostra è goffa e attratta,
Questa è un po' più ben fatta;
Ma poi non è una Venere
Da farci spaventar.
DON MAGNIFICO
Quella sta nella cenere;
Ha stracci sol per abiti.
CENERENTOLA
(Fra sè)
Il vecchio guarda e dubita.
DON RAMIRO
(Fra sè)
Mi guarda, e par che palpiti.
DANDINI
Ma non facciam le statue.
Patisce l'individuo:
Andiamo presto in tavola.
Poi balleremo il Taice,
E quindi la bellissima…
Con me s'ha da sposar.
TUTTI MENO DANDINI
Andiamo, andiamo a tavola.
Si voli a giubilar.
DANDINI
(Fra sè)
Oggi che fo da Principe
Per quattro io vo' mangiar.
TUTTI
Mi par d'essere sognando
Fra giardini e fra boschetti;
I ruscelli sussurrando,
Gorgheggiando gli augelletti,
In un mare di delizie
Fanno l'anima nuotar.
Ma ho timor che sotto terra
Piano, piano, a poco a poco
Si sviluppi un certo foco.
E improvviso a tutti ignoto
Balzi fuori un terremoto,
Che crollando, strepitando
Fracassando, sconquassando
Poi mi venga a risvegliar.
E ho paura che il mio sogno
Vada in fumo a dileguar.