PROLOGO
Scena Prima
(Una Piazza di Genova. Nel fondo la chiesa di San Lorenzo. A destra il palazzo dei Fieschi con gran balcone: nel muro di fianco al balcone è un'immagine, davanti a cui arde un lanternino; a sinistra altre case. Varie strade conducono alla piazza. È notte)
PAOLO
Che dicesti?… all'onor di primo abate
Lorenzin, l'usuriere?…
PIETRO
Altro proponi di lui più degno!
PAOLO
Il prode che da' nostri
Mari cacciava l'african pirata,
E al ligure vessillo
Rese l'antica nominanza altera.
PIETRO
Intesi… e il premio?…
PAOLO
Oro, possanza, onore.
PIETRO
Vendo a tal prezzo il popolar favore.
(Si dan la mano; Pietro parte.)
Scena Seconda
PAOLO
Aborriti patrizi,
Alle cime ove alberga il vostro orgoglio,
Disprezzato plebeo, salire io voglio.
Scena Terza
SIMONE
(Simone che entra frettoloso)
Un amplesso… Che avvenne? - Da Savona
Perché qui m'appellasti?
PAOLO
(con mistero)
All'alba eletto
Esser vuoi nuovo abate?
SIMONE
Io?… no.
PAOLO
Ti tenta ducal corona?
SIMONE
Vaneggi?
PAOLO
(con intenzione)
E Maria?
SIMONE
O vittima innocente
Del funesto amor mio!… Dimmi, di lei
Che sai? Le favellasti?…
PAOLO
(additando il palazzo Fieschi):
Prigioniera geme in quella magion…
SIMONE
Maria!
PAOLO
Negarla al Doge chi potria?
SIMONE
Misera!
PAOLO
Consenti!
SIMONE
Paolo…
PAOLO
Tutto disposi… e sol ti chiedo
Parte ai perigli e alla possanza…
SIMONE
Sia…
PAOLO
In vita e in morte?…
SIMONE
Sia.
PAOLO
S'appressa alcun… T'ascondi…
Per poco ancor, mistero ti circondi.
(Simone s'allontana, Paolo si trae in disparte presso il palazzo dei Fieschi)
Scena Quarta
(Pietro, Marinari e Artigiani)
PIETRO
All'alba tutti qui verrete?
CORO
Tutti.
PIETRO
Niun pei patrizi?…
CORO
Niuno. -
A Lorenzino tutti il voto darem.
PIETRO
Venduto è a' Fieschi.
CORO
Dunque chi fia l'eletto?
PIETRO
Un prode.
CORO
Sì.
PIETRO
Un popolan…
CORO
Ben dici…
Ma fra i nostri sai l'uom?
PIETRO
Sì.
CORO
E chi?… Risuoni il nome suo!…
PAOLO
(avanzandosi)
Simone Boccanegra.
CORO
Simone, Il Corsar?
PAOLO
Sì… il Corsaro all'alto scranno…
CORO
E qui?
PAOLO
Verrà.
CORO
E i Fieschi?
PAOLO
Taceranno.
(Chiama tutti intorno a sé; quindi, indicando il palazzo de' Fieschi, dice loro con mistero)
L'atra magion vedete?…
De' Fieschi è l'empio ostello,
Una beltà infelice geme sepolta in quello;
Sono i lamenti suoi la sola voce umana
Che risuonar s'ascolta nell'ampia tomba arcana.
CORO
Già volgono più lune, che la gentil sembianza
Non allegrò i veroni della romita stanza;
Passando ogni pietoso invan mirar desia
La bella prigioniera, la misera Maria.
PAOLO
Si schiudon quelle porte solo al patrizio altero,
Che ad arte si ravvolge nell'ombre del mistero…
Ma vedi in notte cupa per le deserte sale
Errar sinistra vampa, qual d'anima infernale.
CORO
Par l'antro de' fantasmi!…
O qual terror!…
PAOLO
Guardate,
(Si vede il riverbero d'un lume)
La fatal vampa appare…
CORO
Oh ciel!…
PAOLO
V'allontanate.
Si caccino i demoni col segno della croce…
All'alba.
CORO
Qui.
PIETRO
Simon.
CORO
Simone ad una voce.
(Partono)
FIESCO
(esce dal palazzo)
A te l'estremo addio, palagio altero,
Freddo sepolcro dell'angiolo mio!…
Né a proteggerti io valsi!… Oh maledetto!…
O vile seduttore.
(volgendosi all'immagine)
E tu, Vergin, soffristi
Rapita a lei la verginal corona?…
Ma che dissi!… deliro!… ah mi perdona!
Il lacerato spirito
Del mesto genitore
Era serbato a strazio
D'infamia e di dolore.
Il serto a lei de' martiri
Pietoso il cielo diè…
Resa al fulgor degli angeli,
Prega, Maria., per me.
(S'odono lamenti dall'interno del palazzo)
DONNE
È morta!… È morta!… a lei s'apron le sfere!…
Mai più!… mai più non la vedremo in terra!…
UOMINI
Miserere!… miserere!…
(Varie persone escono dal palazzo, e traversando mestamente la piazza, s'allontanano)
Scena Sesta
SIMONE
(Simone che ritorna in scena esultante)
Suona ogni labbro il mio nome. - O Maria,
Forse in breve potrai
Dirmi tuo sposo!…
(scorge Fiesco)
Alcun veggo!… chi fia?
FIESCO
Simon?…
SIMONE
Tu!
FIESCO
Qual cieco fato
A oltraggiarmi ti traea?…
Sul tuo capo io qui chiedea
L'ira vindice del ciel.
SIMONE
Padre mio, pietade imploro
Supplichevole a' tuoi piedi.
Il perdono a me concedi…
FIESCO
Tardi è omai
SIMONE
Non sii crudel.
Sublimarmi a lei sperai
Sopra l'ali della gloria,
Strappai serti alla vittoria
Per l'altare dell'amor!
FIESCO
Io fea plauso al tuo valore,
Ma le offese non perdono…
Te vedessi asceso in trono…
SIMONE
Taci…
FIESCO
Segno all'odio mio
E all'anatema di Dio
È di Fiesco l'offensor
SIMONE
Pace…
FIESCO
No - pace non fora
Se pria l'un di noi non mora.
SIMONE
Vuoi col sangue mio placarti?
(Gli presenta il petto)
Qui ferisci…
FIESCO
(ritraendosi con orgoglio)
Assassinarti?…
SIMONE
Sì, m'uccidi, e almen sepolta
Fia con me tant'ira…
FIESCO
Ascolta:
Se concedermi vorrai
L'innocente sventurata
Che nascea d'impuro amor,
Io, che ancor non la mirai,
Giuro renderla beata,
E tu avrai perdono allor.
SIMONE
Non poss'io!
FIESCO
Perché?
SIMONE
Rubella sorte lei rapi…
FIESCO
Favella.
SIMONE
Del mar sul lido tra gente ostile
Crescea nell'ombra quella gentile;
Crescea lontana dagli occhi miei,
Vegliava annosa donna su lei.
Di là una notte varcando, solo
Dalla mia nave scesi a quel suolo.
Corsi alla casa… n'era la porta
Serrata, muta!
FIESCO
La donna?
SIMONE
Morta.
FIESCO
E la tua figlia?…
SIMONE
Misera, trista,
Tre giorni pianse, tre giorni errò;
Scomparve poscia, né fu, più vista,
D'allora indarno cercata io l'ho.
FIESCO
Se il mio desire compir non puoi,
Pace non puote esser tra noi!
Addio, Simone…
(Gli volge le spalle)
SIMONE
Coll'amor mio
Saprò placarti.
FIESCO
(freddo senza guardarlo)
No.
SIMONE
M'odi.
FIESCO
Addio.
(S'allontana, Poi si arresta in disparte ad osservare)
SIMONE
Oh de' Fieschi implacata, orrida razza!
E tra cotesti rettili nascea
Quella pura beltà?… Vederla io voglio…
Coraggio!
(Va alla porta del palazzo e batte tre colpi)
Muta è la magion de' Fieschi?
Dischiuse son le porte!…
Quale mistero!… entriam.
(Entra nel palazzo)
FIESCO
T'inoltra e stringi gelida salma.
SIMONE
(comparso sul balcone):
Nessuno!… qui sempre
Silenzio e tenebra!…
(Stacca il lanternino della Immagine, ed entra; s'ode un grido poco dopo)
Maria!… Maria!!
FIESCO
L'ora suonò del tuo castigo…
SIMONE
(esce dal palazzo atterrito)
È sogno!…
Sì; spaventoso, atroce sogno il mio!
VOCI
(da lontano)
Boccanegra!…
SIMONE
Quai voci!
VOCI
(più vicine)
Boccanegra!
SIMONE
Eco d'inferno è questo!…
Scena Settima
(entrano Paolo, Pietro, Marinai, Popolo d'ambo i sessi con fiaccole accese)
PAOLO, PIETRO
Doge il popol t'acclama!
SIMONE
Via fantasmi!
PAOLO, PIETRO
Che di' tu?…
SIMONE
Paolo!… Ah!… una tomba…
PAOLO
Un trono!…
FIESCO
(fra sé)
Doge Simon…
M'arde l'inferno in petto!…
CORO
Viva Simon, del popolo l'eletto!!!
(S'alzano le fiaccole, le campane suonano a stormo… tamburi, ecc, ed alle grida Viva Simone cala il sipario)
Scena Prima
(Giardino de' Grimaldi fuori di Genova. Alla sinistra il palazzo; di fronte il mare. Spunta l'aurora.)
AMELIA
Come in quest'ora bruna
Sorridon gli astri e il mare!
Come s'unisce, o luna,
All'onda il tuo chiaror!
Amante amplesso pare
Di due verginei cor!
Ma gli astri e la marina
Che dicono alla mente
Dell'orfana meschina?…
La notte atra, crudel,
Quando la pia morente
Sclamò: ti guardi il ciel.
O altero ostel, soggiorno
Di stirpe ancor più altera,
Il tetto disadorno
Non obliai per te!…
Solo in tua pompa austera
Amor sorride a me…
(È giorno)
S'inalba il ciel, ma l'amoroso canto
Non s'ode ancora!…
Ei mi terge ogni dì, come l'aurora
La rugiada dei fior, del ciglio il pianto.
GABRIELE
(lontano)
Cielo di stelle orbato,
Di fior vedovo prato,
È l'alma senza amor.
AMELIA
Ciel!… la sua voce!… È desso!…
Ei s'avvicina!… oh gioia!…
GABRIELE
(più vicina)
Se manca il cor che t'ama,
Non empiono tua brama
Gemme, possanza, onor.
AMELIA
Ei vien!… l'amor
M'avvampa in seno
E spezza il freno
L'ansante cor!
Scena Seconda
GABRIELE
(entrano)
Anima mia!
AMELIA
Perché sì tardi giungi?
GABRIELE
Perdona, o cara… I lunghi indugi miei
T'apprestano grandezza…
AMELIA
Pavento…
GABRIELE
Che?
AMELIA
L'arcano tuo conobbi…
A me il sepolcro appresti,
Il patibolo a te!…
GABRIELE
Che pensi?
AMELIA
Io amo Andrea qual padre, il sai;
Pur m'atterrisce… In cupa
Notte non vi mirai
Sotte le tetre volte errar sovente
Pensosi, irrequieti?
GABRIELE
Chi?
AMELIA
Tu, e Andrea, e Lorenzino e gli altri…
GABRIELE
Ah taci… il vento
Ai tiranni potria recar tai voci!
Parlan le mura… un delator s'asconde
Ad ogni passo…
AMELIA
Tu tremi?…
GABRIELE
I funesti fantasmi scaccia!
AMELIA
Fantasmi dicesti?
Vieni a mirar la cerula -
Marina tremolante;
Là Genova torreggia
Sul talamo spumante;
Là i tuoi nemici imperano,
Vincerli indarno speri…
Ripara i tuoi pensieri
Al porto dell'amor.
GABRIELE
Angiol che dall'empireo
Piegasti a terra l'ale,
E come faro sfolgori
Sul tramite mortale,
Non ricercar dell'odio
I funebri misteri;
Ripara i tuoi pensieri
Al porto dell'amor.
AMELIA
(passando a destra):
Ah!
GABRIELE
Che mai fia?
AMELIA
Vedi quell'uom?… qual ombra
Ogni dì appar.
GABRIELE
Forse un rival?…
Scena Terza
ANCELLA
(entra)
Del Doge un messagger di te chiede.
AMELIA
S'appressi.
(L'Ancella esce)
GABRIELE
Chi sia veder vogl'io…
(Va per uscire)
AMELIA
(fermandolo)
T'arresta.
PIETRO
(inchinandosi ad Amelia)
Il Doge dalle caccie tornando di Savona
Questa magion visitar brama.
AMELIA
S' inoltri.
(Pietro parte)
Scena Quarta
GABRIELE
Il Doge qui?
AMELIA
Mia destra a chieder viene.
GABRIELE
Per chi?
AMELIA
Pel favorito suo. - D'Andrea
Vola in cerca… T'affretta… va… prepara
Il rito nuzial…mi guida all'ara
AMBI
Sì, sì dell'ara il giubilo
Contrasti il fato avverso,
E tutto l'universo
Io sfiderò con te.
Innamorato anelito
È del destin più forte,
Amanti oltre la morte
Sempre vivrai con me.
(Amelia entra nel palazzo)
Scena Quinta
(Gabriele va per uscire dalla destra e incontra Fiesco)
GABRIELE
(fra sé)
Propizio giunge Andrea!
FIESCO
Sì mattutino
Qui?…
GABRIELE
A dirti…
FIESCO
Che ami Amelia.
GABRIELE
Tu che lei vegli con paterna cura
A nostre nozze assenti?
FIESCO
Alto mistero sulla vergine incombe.
GABRIELE
E qual?
FIESCO
Se parlo forse tu più non l'amerai.
GABRIELE
Non teme ombra d'arcani l'amor mio!
T'ascolto.
FIESCO
Amelia tua d'umile stirpe nacque.
GABRIELE
La figlia dei Grimaldi!
FIESCO
No - la figlia
Dei Grimaldi morì tra consacrate
Vergini in Pisa. Un'orfana raccolta
Nel chiostro il dì che fu d'Amelia estremo
Ereditò sua cella…
GABRIELE
Ma come de' Grimaldi anco il nome prendea?…
FIESCO
De' fuorusciti
Perseguia le ricchezze il nuovo Doge;
E la mentita Amelia alla rapace
Man sottrarle potea.
GABRIELE
L'orfana adoro!
FIESCO
Di lei se' degno.
GABRIELE
A me fia dunque unita?
FIESCO
In terra e in ciel!
GABRIELE
Ah! tu mi dai la vita.
FIESCO
Vieni a me, ti benedico
Nella pace di quest'ora,
Lieto vivi e fido adora
L'angiol tuo, la patria, il ciel!
GABRIELE
Eco pio del tempo antico,
La tua voce è un casto incanto;
Serberà ricordo santo
De' tuoi detti il cor fedel.
(Squilli di trombe)
Ecco il Doge.
Partiam.
Ch'ei non ti scorga.
FIESCO
Ah!
Presto il dì della vendetta sorga!
(Partono)
Scena Sesta
(Doge, Paolo e seguito d'Amelia)
DOGE
Paolo.
PAOLO
Signor.
DOGE
Ci spronano gli eventi, di qua partir convien.
PAOLO
Quando?
DOGE
Allo squillo dell'ora.
(Ad un cenno del Doge il corteggio s'avvia dalla destra)
PAOLO
(nell'atto di partire scorge Amelia. Fra sé)
Oh qual beltà!
Scena Settima
DOGE
Favella il Doge ad Amelia Grimaldi?
AMELIA
Così nomata sono.
DOGE
E gli esuli fratelli tuoi non punge
Desio di patria?
AMELIA
Possente… ma…
DOGE
Intendo…
A me inchinarsi sdegnano i Grimaldi…
Così risponde a tanto orgoglio il Doge…
(Le porge un foglio)
AMELIA
(leggendo)
Che veggo!… il lor perdono?
DOGE
E denno a te della clemenza il dono.
Dinne, perché in quest'eremo
Tanta beltà chiudesti?
Del mondo mai le fulgide
Lusinghe non piangesti?
Il tuo rossor mel dice…
AMELIA
T'inganni, io son felice…
DOGE
Agli anni tuoi l'amore…
AMELIA
Ah mi leggesti in core!
Amo uno spirto angelico
Che ardente mi riama…
Ma di me acceso, un perfido,
L'orror dei Grimaldi brama…
DOGE
Paolo!
AMELIA
Quel vil nomasti!…
E poiché tanta
Pietà ti muove dei destini miei,
Vo' svelarti il segreto che mi ammanta…
Non sono una Grimaldi!…
DOGE
Oh ! ciel… chi sei?…
AMELIA
Orfanella il tetto umile
M'accogliea d'una meschina,
Dove presso alla marina
Sorge Pisa…
DOGE
In Pisa tu?
AMELIA
Grave d'anni quella pia
Era solo a me sostegno;
Io provai del ciel lo sdegno,
Involata ella mi fu.
Colla tremola sua mano
Pinta effigie mi porgea.
Le sembianze esser dicea
Della madre ignota a me.
Mi baciò, mi benedisse,
Levò al ciel, pregando, i rai…
Quante volte la chiamai
L'eco sol risposta diè.
DOGE
(fra sé)
Se la speme, o ciel clemente,
Fosse sogno!… estinto io sia
Ch'or sorride all'alma mia,
Della larva al disparir!
AMELIA
Come tetro a me dolente
S'appressava l'avvenir!
DOGE
Dinne… alcun là non vedesti?…
AMELIA
Uom di mar noi visitava…
DOGE
E Giovanna si nomava
Lei che i fati a te rapir?…
AMELIA
Sì.
DOGE
(Trae dal seno un ritratto, lo porge ad Amelia, che fa altrettanto)
E l'effigie non somiglia questa?
AMELIA
Uguali son!…
DOGE
Maria!…
AMELIA
Il mio nome!…
DOGE
Sei mia figlia.
AMELIA
Io…
DOGE
M'abbraccia, o figlia mia.
AMELIA
Padre, padre il cor ti chiama!
Stringi al sen Maria che t'ama.
DOGE
Figlia!… a tal nome palpito
Qual se m'aprisse i cieli…
Un mondo d'ineffabili
Letizie a me riveli;
Qui un paradiso il tenero
Padre ti schiuderà…
Di mia corona il raggio
La gloria tua sarà.
AMELIA
Padre, vedrai la vigile
Figlia a te sempre accanto;
Nell'ora malinconica
Asciugherò il tuo pianto…
Avrem gioie romite
Note soltanto al ciel,
Io la colomba mite
Sarò del regio ostel.
(Amelia, accompagnata dal padre fino alla soglia, entra nel palazzo; il Doge la contempla estatico mentre ella si allontana)
Scena Ottava
PAOLO
(entra)
Che rispose?
DOGE
Rinunzia ogni speranza.
PAOLO
Doge, nol posso!…
DOGE
Il voglio.
(parte)
PAOLO
Il vuoi!…
Scordasti che mi devi il soglio?
Scena Nona
PIETRO
(entra)
Che disse?
PAOLO
A me negolla.
PIETRO
Che pensi tu?
PAOLO
Rapirla.
PIETRO
Come?
PAOLO
Sul lido a sera
La troverai solinga.
Si tragga al mio naviglio;
Di Lorenzin si rechi
Alla magion.
PIETRO
S'ei nega?
PAOLO
Digli che so sue trame,
E presterammi aita…
Tu gran mercede avrai…
PIETRO
Ella sarà rapita.
(Escono)
Scena Decima
(Sala del Consiglio nel Palazzo degli Abati. Il Doge seduto sul seggio ducale; da un lato, dodici Consiglieri nobili; dall'altro lato, dodici Consiglieri popolani. Seduti a parte, quattro Consoli del mare e i Connestabili. Paolo e Pietro stanno sugli ultimi seggi dei popolani)
DOGE
Messeri, il re di Tartaria vi porge
Pegni di pace e ricchi doni
E annunzia schiuso l'Eusin
Alle liguri prore.
Acconsentite?
TUTTI
Sì.
DOGE
Ma d'altro voto
Più generoso io vi richiedo.
ALCUNI
Parla.
DOGE
La stessa voce che tuonò su Rienzi;
Vaticinio di gloria e poi di morte,
Or su Genova tuona. - Ecco un messaggio
(Mostrando uno scritto)
Del romito di Sorga, ei per Venezia
Supplica pace…
PAOLO
(interrompendolo)
Attenda alle sue rime
Il cantor della bionda Avignonese.
TUTTI
(ferocemente):
Guerra a Venezia!
DOGE
E con quest'urlo atroce
Fra due liti d'Italia erge Caino
La sua clava cruenta! - Adria e Liguria
Hanno patria comune.
TUTTI
È nostra patria Genova.
(Tumulto lontano)
PIETRO
Qual clamor!
ALCUNI
D'onde tai grida?
PAOLO
(balzando e dopo essere accorso al verone)
Dalla piazza de' Fieschi.
TUTTI
(alzandosi)
Una sommossa!
PAOLO
(sempre alla finestra, lo ha raggiunto Pietro)
Ecco una turba di fuggenti.
DOGE
Ascolta.
(Il tumulto si fa più forte)
PAOLO
Si sperdono le parole…
VOCI
(interne)
Morte!
PAOLO
(a Pietro)
È lui?
DOGE
(che ha udito ed è presso al verone):
Chi?
PIETRO
Guarda.
DOGE
(guardando)
Ciel! Gabriele Adorno
Dalla plebe assalito… accanto ad esso
Combatte un Guelfo. A me un araldo.
PIETRO
(sommesso)
Paolo, fuggi o sei colto.
DOGE
(guardando Paolo che s'avvia):
Consoli del mare,
Custodite le soglie!
Olà, chi fugge è un traditor.
(Paolo confuso s'arresta)
VOCI
(in piazza)
Morte ai patrizi!
CONSIGLIERI NOBILI
(sguainando le spade)
All'armi!
VOCI
(in piazza)
Viva il popolo!
CONSIGLIERI POPOLANI
(sguainando le spade)
Evviva!
DOGE
E che? voi pure?
Voi; qui!! vi provocate?
VOCI
(in piazza)
Morte al Doge.
DOGE
(ergendosi con possente alterezza; sara giunto l'araldo)
Morte al Doge? sta ben. -
Tu, araldo, schiudi
Le porte del palagio e annuncia al volgo
Gentilesco e plebeo ch'io non lo temo
Che le minaccie udii, che qui li attendo…
Nelle guaine i brandi.
(Ai Consiglieri che ubbidiscono)
VOCI
(in piazza)
Armi! saccheggio!
Fuoco alle case!
Ai trabocchi!
Alla gogna!
(Una tromba lontana. Tutti stanno attenti origliando. Silenzio)
DOGE
Squilla la tromba dell'araldo…
Ei parla…
Tutto è silenzio…
VOCI
Evviva!
Evviva il Doge!
DOGE
Ecco le plebi!
Scena Undicesima
(Irrompe la folla dei popolani, i Consiglieri, ecc., ecc, molte donne, alcuni fanciulli, il Doge, Paolo, Pietro. I Consiglieri nobili sempre divisi dai popolani. Adorno e Fiesco afferrati dal popolo)
POPOLO
Vendetta! vendetta!
Spargasi il sangue del fiero uccisor!
DOGE
(ironicamente)
Quest'è dunque del popolo la voce?
Da lungi tuono d'uragan, da presso
Gridio di donne e di fanciulli. Adorno,
Perché impugni l'acciar?
GABRIELE
Ho trucidato Lorenzino.
POPOLO
Assassin!
GABRIELE
Ei la Grimaldi aveva rapita.
DOGE
(fra sé)
Orror!
POPOLO
Menti!
GABRIELE
Quel vile
Pria di morir disse che un uom possente
Al crimine l'ha spinto.
PIETRO
(a Paolo)
Ah! sei scoperto!
DOGE
(con agitazione)
E il nome suo?
GABRIELE
(fissando il Doge con tremenda ironia)
T'acqueta!
Il reo si spense pria di svelarlo.
DOGE
Che vuoi dir?
GABRIELE
(terribilmente)
Pel cielo!
Uom possente tu se'!
DOGE
(a Gabriele)
Ribaldo!
GABRIELE
(al Doge slanciandosi)
Audace rapitor di fanciulle!
ALCUNI
Si disarmi!
GABRIELE
(Disvincolandosi e correndo per ferire il Doge)
Empio corsaro incoronato! muori!
Scena Dodicesima
AMELIA
(entrando ed interponendosi fra i due assalitori e il Doge)
Ferisci!
DOGE, FIESCO, GABRIELE
Amelia!
TUTTI
Amelia!
AMELIA
O Doge… ah salva…
Salva l'Adorno tu.
DOGE
(Alle guardie che si sono impossessate di Gabriele per disarmarlo)
Nessun l'offenda.
Cade l'orgoglio e al suon del suo dolore
Tutta l'anima mia parla d'amore…
Amelia, di' come tu fosti rapita
E come al periglio potesti campar.
AMELIA
Nell'ora soave che all'estasi invita
Soletta men givo sul lido del mar.
Mi cingon tre sgherri,
M'accoglie un naviglio.
POPOLO
Orror!
AMELIA
Soffocati non valsero i gridi…
Io svenni e al novello dischiuder del ciglio
Lorenzo in sue stanze presente mi vidi…
TUTTI
Lorenzo!
AMELIA
Mi vidi prigion dell'infame!
Io ben di quell'alma sapea la viltà.
Al Doge, gli dissi, fien note tue trame,
se a me sull'istante non dai libertà.
Confuso di tema, mi schiuse le porte…
Salvarmi l'audace minaccia potea.
TUTTI
Ei ben meritava, quell'empio la morte.
AMELIA
V'è un più nefando che illeso ancor sta.
TUTTI
Chi dunque?
AMELIA
(fissando Paolo che sta dietro un gruppo di persone)
Ei m'ascolta…
Discerno le smorte sue labbra.
DOGE, GABRIELE
Chi dunque?
POPOLANI
Un patrizio.
NOBILI
Un plebeo.
POPOLANI
Abbasso le spade!
AMELIA
Terribili gridi!
NOBILI
Abbasso le scuri!
AMELIA
Pietà!
DOGE
(possentemente)
Fratricidi!!!
Plebe! Patrizi! Popolo
Dalla feroce storia!
Erede sol dell'odio
Dei Spinola e dei D'Oria,
Mentre v'invita estatico
Il regno ampio dei mari,
Voi nei fraterni lari
Vi lacerate il cuor.
Piango su voi, sul placido
Raggio del vostro clivo
Là dove invan germoglia
Il ramo dell'ulivo.
Piango sulla mendace
Festa dei vostri fior,
E vo gridando: pace!
E vo gridando: amor!
AMELIA
(a Fiesco)
Pace! lo sdegno immenso
Raffrena per pietà!
Pace! t'ispiri un senso
Di patria carità.
PIETRO
(a Paolo)
Tutto fallì, la fuga sia tua salvezza almen.
PAOLO
(a Pietro)
No, l'angue che mi fruga
È gonfio di velen.
GABRIELE
(fra sé)
Amelia è salva, e m'ama!
Sia ringraziato il ciel!
Disdegna ogni altra brama
L'animo mio fedel
FIESCO
(fra sé)
O patria! a qual mi serba
Vergogna il mio sperar!
Sta la città superba
Nel pugno d'un corsar!
CORO
(fissando il Doge)
Il suo commosso accento
Sa l'ira in noi calmar;
Vol di soave vento
Che rasserena il mar.
GABRIELE
(offrendo la spada al Doge)
Ecco la spada.
DOGE
Questa notte sola
Qui prigione sarai, finché la trama
Tutta si scopra. - No, l'altera lama
Serba, non voglio che la tua parola.
GABRIELE
E sia!
DOGE
(con forza terribile)
Paolo!
PAOLO
(sbucando dalla folla allibito)
Mio Duce!
DOGE
(con tremenda maestà e con violenza sempre più formidabile)
In te risiede
L'austero dritto popolar, è accolto
L'onore cittadin nella tua fede:
Bramo l'ausilio tuo… V'è in queste mura
Un vil che m'ode e impallidisce in volto,
Già la mia man l'afferra per le chiome.
Io so il suo nome…
È nella sua paura.
Tu al cospetto del ciel e al mio cospetto
Sei testimon. - Sul manigoldo impuro
Piombi il tuon del mio detto:
Sia maledetto! e tu ripeti il giuro.
PAOLO
(atterrito e tremante):
Sia maledetto…
(fra sé)
Orror!
TUTTI
Sia maledetto!!!
(Paolo fuggi)