ATTO TERZO
Scena prima
I giardini della Regina.
(La luna luce. Carlo sta solo leggendo un biglietto.)
Preludio (Orchestra)
CARLO
"A mezzanotte, ai giardin della Regina,
sotto gli allôr della fonte vicina."
È mezzanotte;
mi par udir il mormorio del vicino fonte.
Ebbro d’amor, ebbro di gioia il core!
Elisabetta! mio ben! mio ben!
mio tesor! a me vien!
(Entra Eboli, velata. Carlo la prende per Elisabetta.)
Sei tu, sei tu, bell’adorata
che appari in mezzo ai fior!
Sei tu, sei tu! l’alma beata
già scorda il suo dolor!
O tu cagion del mio contento,
parlarti posso almen!
O tu cagion del mio tormento
sei tu, amor mio, sei tu, mio ben!
EBOLI
(da sé)
Un tanto amor è gioia a me suprema,
amata, amata io son!
CARLO
L’universo obbliam!
te sola, o cara, io bramo!
Passato più non ho,
non penso all’avvenir!
Io t’amo! Io t’amo!
EBOLI
Possa l’amor
il tuo cor…al mio cor…
il tuo cor…sempre unir!
CARLO
L’universo obbliam,
la vita e il ciel istesso!
Io t’amo, io t’amo!
EBOLI
Oh! gioia suprema!
(Si toglie la maschera)
CARLO
(da sé)
Ciel! Non è la Regina!
EBOLI
Ahimè! Qual mai pensiero
vi tien pallido, immoto,
e fa gelido il labbro?
Quale spettro si leva fra noi?
Non credete al mio cor,
che sol batte per voi?
V’è ignoto forse, ignoto ancora
qual fier agguato a’ piedi vostri sta?
Sul vostro capo ad ora, ad ora
la folgore del ciel piombar potrà!
CARLO
Deh! nol credete: ad ora, ad ora
più denso vedo delle nubi il vel;
su questo capo io veggo ognora
pronto a scoppiar la folgore del ciel!
EBOLI
Udii dal padre, da Posa istesso
in tuon sinistro di voi parlar.
CARLO
Rodrigo!
EBOLI
Salvarvi poss’io. Io v’amo.
CARLO
Qual mistero a me si rivelò,
qual mistero!
EBOLI
Salvarvi poss’io, salvarvi poss’io.
Io v’amo.
Ah, Carlo!
CARLO
Il vostro inver celeste è un core,
ma chiuso il mio restar al gaudio dè!
Noi facemmo ambedue un sogno strano,
in notte sì gentil tra il profumo dei fior.
EBOLI
Un sogno! O ciel!
Quelle parole ardenti
ad altra credeste, rivolgere illuso!
Qual balen! qual mister!
Voi la Regina amate!
CARLO
Pietà!
RODRIGO
(entrando)
Che disse mai?
Egli è deliro, non merta fé,
demente egli è!
EBOLI
Io nel suo cor lessi l’amor;
or noto è a me, ei si perdé.
RODRIGO
Che vuoi dir?
EBOLI
Tutto io so!
RODRIGO
Che vuoi dir?
Sciagurata! Trema! io son…
EBOLI
L’intimo sei del Re,
ignoto non è a me.
Ma una nemica io son formidabil, possente:
m’è noto il tuo poter,
il mio t’è ignoto ancor!
RODRIGO
Che mai pretendi dir?
EBOLI
Nulla!
Al mio furor, sfuggite invano,
il suo destin è in questa mano.
RODRIGO
(ad Eboli)
Parlar dovete, a noi svelate
qual mai pensiero vi trasse qui.
EBOLI
Io son la tigre al cor ferita,
alla vendetta l’offesa invita.
RODRIGO
Su voi del ciel cadrà il furor.
Degli innocenti è il protettor.
EBOLI
Il mio furor sfuggite invano,
è il suo destin in questa mano, ecc.
…nel cor m’avete ferita,
al mio furor, ecc.
…il mio furor su di voi piomberà!
CARLO
Stolto fui! stolto fui!
Oh, destin spietato!
D’una madre ho il nome macchiato!
Sol Iddio indagar potrà,
se questo cor colpa non ha.
Sol Iddio, ecc.
RODRIGO
Su voi del ciel cadrà il furor.
Degli innocenti è il protettor.
EBOLI
(con ironia amara)
Ed io, che tremava al suo aspetto!
Ella volea, questa santa novella,
di celesti virtù mascherando il suo cor,
il piacere libar ed intera
la coppa vuotar dell’amor.
Ah per mia fé fu ben ardita!
RODRIGO
(snudando il pugnale)
Tu qui morrai!
CARLO
(trattenendolo)
Rodrigo!
RODRIGO
Il velen ancora non stillò
quel labbro maledetto!
CARLO
Rodrigo! frena il cor!
EBOLI
Perché tardi a ferir?
RODRIGO
No.
EBOLI
Non indugiar ancor!
RODRIGO
No.
EBOLI
Perché tardi?
RODRIGO
(gettando il pugnale)
No, una speme mi resta;
m’ispirerà il Signor.
EBOLI
(a Carlo)
Trema per te, falso figliuolo,
la mia vendetta arriva già.
Trema per te, fra poco il suolo
sotto il tuo piè si schiuderà!
RODRIGO
Tacer tu dêi; rispetta il duolo…
CARLO
Tutt’ella sa!
RODRIGO
…o un Dio severo ti punirà.
EBOLI
Trema!
CARLO
Tutt’ella sa!
RODRIGO
Tacer tu dêi…
EBOLI
Trema!
RODRIGO
…o per te il suolo…
CARLO
Tremendo duolo!
RODRIGO
…sotto il tuo piè si schiuderà, ecc.
CARLO
Oppresso il cor, forza non ha:
tutto ella sa, tutto ella sa.
EBOLI
Trema per te, ecc.
CARLO
Tutt’ella sa, ecc.
…né ancora il suolo
sotto il mio piè si schiuderà, ecc.
RODRIGO
Tacer tu dêi, ecc.
(Eboli esce furibonda.)
RODRIGO
Carlo!
se mai su te fogli importanti serbi,
qualche nota, un segreto,
a me affidarli dêi.
CARLO
A te! all’intimo del re!
RODRIGO
Sospetti tu di me? di me? di me?
sospetti di me?
CARLO
No, no,
del mio cor sei la speranza;
questo cor che sì t’amò
a te chiudere non so.
In te riposi ogni fidanza:
sì questi fogli importanti ti do!
RODRIGO
Carlo, tu puoi, tu puoi fidare in me,
puoi fidar in me.
CARLO
Io m’abbandono a te,
m’abbandono a te.
Scena seconda
Una gran piazza innanzi a Nostra Donna d’Atocha.
(A destra, la chiesa. A sinistra, un palazzo. Al fondo, una scalinata che scende ad una piazza inferiore in mezzo alla quale si eleva un rogo di cui si vede la cima. Le campane suonano a festa. La calca, contenuta appena dagli alabardieri, invade la piazza.)
CORO
Spuntato ecco il dì d’esultanza,
onore, onor al più grande dei Regi!
In esso hanno i popol fidanza,
il mondo è prostrato al suo piè!
Il nostro amor ovunque l’accompagna,
e questo amor giammai non scemerà,
giammai, giammai, no.
Il nome suo è l’orgoglio della Spagna,
e viver deve nell’eternità.
(I frati, che menano i condannati al rogo, li fanno traversare la piazza.)
FRATI
Il dì spuntò, dì del terrore,
il dì tremendo, il dì feral.
Morran, morran, morran!
Giusto è il rigore,
giusto gli è il rigor dell’Immortal.
Ma di perdon voce suprema
all’anatema succederà
se il peccator all’ora estrema si pentirà.
CORO
Il nostro amor, ecc.
Onor al Re, onor al Re!
Il corteggio reale
(– nel quale si vedono Elisabetta e Rodrigo – esce dal palazzo e si schiera innanzi ai gradini della chiesa. L’araldo reale sta innanzi alla porta ancora chiusa della chiesa.)
POPOLO
Spuntato ecco il dì d’esultanza, ecc.
…Onor al Re, onor al Re!
ARALDO
Schiusa or sia la porta del tempio!
O magion del Signor, t’apri omai!
Sacrario venerato,
a noi rendi il nostro Re!
POPOLO
Schiusa sia la porta del tempio, ecc.
(Le porte s’aprono e lascian vedere il Re.)
FILIPPO
Nel posar sul mio capo la corona,
popol’, giurai al ciel, che me la dona,
dar morte ai rei col fuoco e con l’acciar.
POPOLO
Gloria a Filippo! Gloria al ciel!
(Sei deputati fiamminghi si presentano all’improvviso, condotti da Don Carlo e si gettano ai piedi di Filippo.)
ELISABETTA
(da sé)
Qui Carlo! O ciel!
RODRIGO
(da sé)
Qual pensier lo sospinge!
FILIPPO
Chi son costor prostrati innanzi a me?
CARLO
Son messaggier’ del Brabante e di Fiandra
ch’il tuo figliuol adduce innanzi al Re.
I SEI DEPUTATI
Sire, Sire,
no, l’ora estrema ancora non suonò
per i Fiamminghi in duol.
Tutt’un popolo t’implora,
fa che in pianto così sempre non gema.
Se pietoso il tuo core
la clemenza e la pace
chiedea nel tempio,
pietà di noi ti prenda,
di noi pietà, pietà ti prenda
e salva il nostro suol, o Re,
che avesti il tuo poter da Dio.
FILIPPO
A Dio voi foste infidi,
infidi al vostro Re.
Son i Fiamminghi a me ribelli:
guardie, guardie, vadan lontan da me.
FRATI
Ah! son costor infidi…
GLI ALTRI
Su di lor stenda il Re
la sua mano sovrana.
FILIPPO
A Dio voi foste infidi…
FRATI
…In Dio, in Dio non han la fé…
GLI ALTRI
Trovi pietà, signor,
il Fiammingo nel duol…
FILIPPO
…infidi al vostro Re.
FRATI
…in Dio, in Dio non han la fé.
GLI ALTRI
Trovi pietà, signor,
il Fiammingo nel duol.
FILIPPO
Lungi da me…
lungi da me,
a Dio foste infedeli,
al Re foste infedeli,
vadan lontan, lontan da me.
ELISABETTA, TEBALDO, CARLO, POPOLO
Pietà!
ELISABETTA, CARLO, RODRIGO
Signor, pietà, signor, pietà;
nel suo martir presso a morir
ei manda già l’estremo suo sospir!
TEBALDO, POPOLO
Nel suo martir presso a morir
ei manda già l’estremo sospir.
Pietà, pietà del fiammingo in duol,
pietà, pietà, o signor!
FRATI
Vedete in lor sol dei ribelli!
Tutto il rigor mertan del re!
I SEI DEPUTATI
No, l’ora estrema
ancora non suonò
per i Fiamminghi in duol.
Tutt’un popolo t’implora,
fa che in pianto così
sempre non gema;
pietà di noi ti prenda,
e salva il nostro suol, o Re,
che avesti il tuo poter da Dio!
FILIPPO
A Dio voi foste infidi, infidi al vostro Re, ecc.
POPOLO
Ah! pietà, pietà, signor, nel suo martir, ecc.
Pietà pel fiammingo nel duol, ecc.
Ah! pietà, signor!
FRATI
Ah! son costor infidi,
in dio non han la fè,
vedete in lor sol dei ribelli,
tutto il rigor mertan del Re!
ELISABETTA, TEBALDO, CARLO, RODRIGO
Signor, trovi pietà il fiammingo nel duol;
nel suo martir presso a morir, ecc.
Ah! pietà, signor.
CARLO
Sire! egli è tempo ch’io viva!
Stanco son di seguir
una esistenza oscura in questo suol!
Se Dio vuol che il tuo serto
questa mia fronte
un giorno a cinger venga,
per la Spagna prepara un re degno di lei!
Il Brabante e la Fiandra a me tu dona.
FILIPPO
Insensato! chieder tanto ardisci!
Tu vuoi ch’io stesso porga a te
l’acciar che un dì immolerebbe il Re!
CARLO
Ah! Dio legge a noi nei cor;
Ei giudicar ci dè.
ELISABETTA
(da sé)
Io tremo!
RODRIGO
Ei si perdé!
CARLO
(snudando la spada)
Io qui lo giuro al ciel!
Sarò tuo salvator, popol fiammingo, io sol!
GLI ALTRI
(salvo Filippo)
L’acciar! innanzi al Re!
L’Infante è fuor di sé.
FILIPPO
Guardie! disarmato ei sia!
Signori, sostegni del mio trono,
disarmato ei sia.
Ma che? nessuno?
CARLO
Or ben, di voi chi l’oserà?
A quest’acciar chi sfuggirà?
FILIPPO
Che? Nessuno? Nessuno?
(Il Re furente afferra la spada del Comandante delle Guardie, che gli sta presso.)
Disarmato ei sia!
RODRIGO
(a Carlo)
A me il ferro.
CARLO
O ciel! Tu! Rodrigo!
CORO
Egli! Posa!
(Don Carlo rimette la sua spada a Rodrigo che s’inchina nel presentarla al Re.)
EBOLI
Ei!
FILIPPO
Marchese, Duca siete.
Andiam or alla festa.
(Il Re s’incammina dando la mano alla Regina, la Corte lo segue. Vanno a prender posto nella tribuna a loro riservata per l’autodafé.)
CORO
Spuntato è il dì d’esultanza,
onor, onor al Re!
In esso hanno i popol fidanza,
il mondo è prostrato al suo piè!
FRATI
Il dì spuntò, il dì spuntò del terrore!
UNA VOCE DAL CIELO
Volate verso il ciel,
volate, povere alme,
volate a goder
la pace del Signore!
DEPUTATI
(come s’accende il rogo)
E puoi soffrirlo, o ciel!
Né spegni quelle fiamme!
S’accende in nome tuo
quel rogo punitor!
FRATI
Il dì tremendo, il dì feral, il dì tremendo.
DEPUTATI
E in nome del Signor
l’accende l’oppressor!
VOCE
Sì, la pace!
FILIPPO, FRATI, CORO
Gloria al ciel!
DEPUTATI
E tu lo soffri, o ciel!