SCENA 5
Camera nella casa di Don Bartolo
N. 5 - Cavatina
ROSINA
(con una lettera in mano)
Una voce poco fa
qui nel cor mi risuonò;
il mio cor ferito è già,
e Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò.
Il tutor ricuserà,
io l'ingegno aguzzerò.
Alla fin s'accheterà.
e contenta io resterò
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò.
Io sono docile, - son rispettosa,
sono ubbediente, - dolce, amorosa;
mi lascio reggere, - mi fo guidar.
Ma se mi toccano - dov'è il mio debole,
sarò una vipera - e cento trappole
prima di cedere - farò giocar.
Recitativo
Sì, sì, la vincerò. Potessi almeno
mandargli questa lettera. Ma come?
Di nessun qui mi fido;
il tutore ha cent'occhi ... basta, basta;
sigilliamola intanto.
(va allo scrittoio e suggella la lettera.)
Con Figaro, il barbier, dalla finestra
discorrer l'ho veduto più d'un'ora,
Figaro è un galantuomo,
un giovin di buon core..
Chi sa ch'ei non protegga il nostro amore!
SCENA 6
Figaro e detta
FIGARO
Oh buon dì, signorina!
ROSINA
Buon giorno, signor Figaro.
FIGARO
Ebbene, che si fa?
ROSINA
Si muor di noia.
FIGARO
Oh diavolo! Possibile!
Un ragazza bella e spiritosa ...
ROSINA
Ah, ah, mi fate ridere!
Che mi serve lo spirito,
che giova la bellezza,
se chiusa io sempre
sto fra quattro mura,
che mi par d'esser
proprio in sepoltura? ...
FIGARO
In sepoltura? ... ohibò!
(chiamandola a parte)
Sentite, io voglio ...
ROSINA
Ecco il tutor.
FIGARO
Davvero?
ROSINA
Certo, certo; è il suo passo ...
FIGARO
Salva, salva; fra poco
ci rivedremo: ho a dirvi qualche cosa.
ROSINA
E ancor io, signor Figaro.
FIGARO
Bravissima.
Vado.
(Si nasconde nella prima porta a sinistra, poi tratto tratto si fa vedere.)
ROSINA
Quanto è garbato!
(Si ritira.)
SCENA 7
Bartolo, Rosina, indi Berta e Ambrogio
BARTOLO
Ah, disgraziato Figaro!
Ah, indegno! ah, maledetto! ah, scellerato!
ROSINA
(tra sé)
Ecco qua: sempre grida.
BARTOLO
Ma si può dar di peggio!
Uno spedale ha fatto
di tutta la famiglia
a forza d'oppio, sangue e stranutiglia.
Signorina, il barbiere
lo vedeste?
ROSINA
Perché?
BARTOLO
Perché lo vo' sapere.
ROSINA
Forse anch'egli
v'adombra?
BARTOLO
E perché no?
ROSINA
Ebben, ve lo dirò. Sì, l'ho veduto,
gli ho parlato, mi piace, m'è simpatico
il suo discorso, il suo gioviale aspetto ...
(tra sé)
Crepa di rabbia, vecchio maledetto.
(Parte.)
BARTOLO
Vedete che grazietta!
Più l'amo, e più mi sprezza la briccona.
Certo, certo è il barbiere
che la mette in malizia.
Chi sa cosa le ha detto!
Chi sa! Or lo saprò. Ehi. Berta. Ambrogio!
BERTA
(entrando e starnutendo)
Eccì
(entra Ambrogio sbadigliando)
AMBROGIO
Ah! che comanda?
BARTOLO
Dimmi.
BERTA
Eccì
BARTOLO
Il barbiere parlato ha con Rosina?
BERTA
Eccì
BARTOLO
Rispondi almen tu, babbuino!
AMBROGIO
(sbadigliando)
Ah, ah!
BARTOLO
Che pazïenza!
AMBROGIO
Ah, ah! che sonno!
BARTOLO
Ebben!
BERTA
Venne, ma io ...
BARTOLO
Rosina ...
AMBROGIO
Ah!
BERTA
Eccì
BARTOLO
Che serve! Eccoli qua, son mezzo morti.
Andate.
AMBROGIO
Ah!
BERTA
Eccì
BARTOLO
Eh, il diavol che vi porti!
(Berta e Ambrogio partono)
SCENA 8
Bartolo, indi Don Basilio
BARTOLO
Ah! Barbiere d'inferno ...
Tu me la pagherai ... Qua, Don Basilio;
giungete a tempo! Oh! Io voglio,
per forza o per amor, dentro domani
sposar la mia Rosina. Avete inteso?
BASILIO
(dopo molte riverenze)
Eh, voi dite benissimo
e appunto io qui veniva ad avvisarvi ...
(chiamando a parte)
Ma segretezza! ... È giunto
il Conte d'Almaviva.
BARTOLO
Chi? L'incognito amante
della Rosina?
BASILIO
Appunto quello.
BARTOLO
Oh diavolo!
Ah, qui ci vuol rimedio!
BASILIO
Certo; ma ... alla sordina.
BARTOLO
Sarebbe a dir? ...
BASILIO
Così, con buona grazia
bisogna principiare
a inventar qualche favola
che al pubblico lo metta in mala vista,
che comparir lo faccia
un uomo infame, un'anima perduta ...
Io, io vi servirò: fra quattro giorni,
credete a me, Basilio ve lo giura,
noi lo farem sloggiar da queste mura.
BARTOLO
E voi credete?
BASILIO
Oh certo! È il mio sistema.
E non sbaglia.
BARTOLO
E vorreste?
Ma una calunnia
BASILIO
Ah, dunque
la calunnia cos'è voi non sapete?
BARTOLO
No, davvero.
BASILIO
No? Uditemi e tacete.
La calunnia è un venticello,
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente,
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente,
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo,
prende forza
a poco a poco,
vola già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte va a crepar.
Recitativo
Ah! che ne dite?
BARTOLO
Eh! sarà ver, ma intanto
si perde tempo e qui stringe il bisogno.
No: vo' fare a mio modo:
in mia camera andiam. Voglio che insieme
il contratto di nozze ora stendiamo.
Quando sarà mia moglie,
da questi zerbinotti innamorati
metterla in salvo sarà pensier mio.
BASILIO
(tra sé)
Vengan denari: al resto son qua io.
(Entrano nella prima camera a destra.)
SCENA 9
Figaro uscendo con precauzione, indi Rosina.
FIGARO
Ma bravi! ma benone!
Ho inteso tutto. Evviva il buon dottore!
Povero babbuino!
Tua sposa? Eh via! Pulisciti il bocchino.
Or che stan là chiusi,
procuriam di parlare alla ragazza.
Eccola appunto.
ROSINA
(entrando)
Ebbene, signor Figaro?
FIGARO
Gran cose, signorina.
ROSINA
Sì, davvero?
FIGARO
Mangerem dei confetti.
ROSINA
Come sarebbe a dir?
FIGARO
Sarebbe a dire
che il vostro bel tutore ha stabilito
esser dentro doman vostro marito.
ROSINA
Eh, via!
FIGARO
Oh, ve lo giuro;
a stender il contratto
col maestro di musica
là dentro or s'è serrato.
ROSINA
Sì? oh, l'ha sbagliata affè!
Povero sciocco! L'avrà a far con me.
Ma dite, signor Figaro,
voi poco fa sotto le mie finestre
parlavate a un signore ...
FIGARO
Ah, un mio cugino,
un bravo giovinotto; buona testa,
ottimo cuor; qui venne
i suoi studi a compire,
e il poverin cerca di far fortuna.
ROSINA
Fortuna? oh, la farà.
FIGARO
Oh, ne dubito assai; in confidenza
ha un gran difetto addosso.
ROSINA
Un gran difetto ...
FIGARO
Ah, grande: è innamorato morto.
ROSINA
Sì, davvero?
Quel giovane, vedete,
m'interessa moltissimo.
FIGARO
Per bacco!
ROSINA
Non ci credete?
FIGARO
Oh sì!
ROSINA
E la sua bella,
dite, abita lontano?
FIGARO
Oh no! ... cioè ...
Qui! ... due passi ...
ROSINA
Ma è bella? ...
FIGARO
Oh, bella assai!
Eccovi il suo ritratto in due parole:
grassotta, genialotta,
capello nero, guancia porporina,
occhio che parla, mano che innamora ...
ROSINA
E il nome?
FIGARO
Ah, il nome ancora?
Il nome ... Ah, che bel nome!...
Si chiama ...
ROSINA
Ebbene, si chiama?...
FIGARO
Poverina! ...
Si chiama ... erre ... o ... ro... rosi ... Rosina.
ROSINA
Dunque io son ... tu non m'inganni?
Dunque io son la fortunata! ...
(tra sé)
Già me l'ero immaginata:
lo sapevo pria di te.
FIGARO
Di Lindoro il vago oggetto
siete voi, bella Rosina.
(tra sé)
Oh, che volpe sopraffina,
ma l'avrà da far con me.
ROSINA
Senti, senti ... ma a Lindoro
per parlar come si fa?
FIGARO
Zitto, zitto, qui Lindoro
per parlarvi or or sarà.
ROSINA
Per parlarmi? ... Bravo! bravo!
Venga pur, ma con prudenza;
io già moro d'impazienza!
Ma che tarda? ... ma che fa?
FIGARO
Egli attende qualche segno,
poverin, del vostro affetto;
sol due righe di biglietto
gli mandate, e qui verrà.
Che ne dite?
ROSINA
Non vorrei...
FIGARO
Su, coraggio.
ROSINA
Non saprei ...
FIGARO
Sol due righe ...
ROSINA
Mi vergogno...
FIGARO
Ma di che? Ma di che? ... si sa!
(andando allo scrittoio)
Presto, presto; qua un biglietto.
ROSINA
(Richiamandolo, cava dalla tasca il biglietto e glielo dà.)
Un biglietto? ... eccolo qua.
FIGARO
(attonito)
Già era scritto? Ve', che bestia!
Il maestro faccio a lei!
Ah, che in cattedra costei
di malizia può dettar.
Donne, donne, eterni Dei,
chi vi arriva a indovinar?
Qui verrà. A momenti
per parlar qui sarà.
ROSINA
Fortunati affetti miei!
Io comincio a respirar.
Ah, tu solo, amor, tu sei
che mi devi consolar!
(Figaro parte.)
SCENA 10
Rosina, indi Bartolo
ROSINA
Ora mi sento meglio. Questo Figaro
è un bravo giovinotto.
BARTOLO
(entrando)
Insomma, colle buone,
potrei sapere dalla mia Rosina
che venne a far colui questa mattina?
ROSINA
Figaro? Non so nulla.
BARTOLO
Ti parlò?
ROSINA
Mi parlò.
BARTOLO
Che ti diceva?
ROSINA
Oh! mi parlò di cento bagatelle ...
Del figurin di Francia,
del mal della sua figlia Marcellina.
BARTOLO
Davvero! ... Ed io scommetto ...
(forte)
che portò la risposta al tuo biglietto.
ROSINA
Qual biglietto?
BARTOLO
Che serve! L'arietta dell'Inutil Precauzione
che ti cadde staman giù dal balcone.
Vi fate rossa? (Avessi indovinato!)
Che vuol dir questo dito
così sporco d'inchiostro?
ROSINA
Sporco? oh, nulla.
Io me l'avea scottato,
e coll'inchiostro or or l'ho medicato.
BARTOLO
(tra sé)
Diavolo!
(forte)
E questi fogli ...
Or son cinque ... eran sei.
ROSINA
Que' fogli? ... è vero.
D'uno mi son servita
a mandar dei confetti a Marcellina.
BARTOLO
Bravissima! E la penna
perché fu temperata?
ROSINA
(tra sé)
Maledetto!
(forte)
La penna! ...
Per disegnare un fiore sul tamburo.
BARTOLO
Un fiore?
ROSINA
Un fiore.
BARTOLO
Un fiore!
Ah! fraschetta!
ROSINA
Davver.
BARTOLO
Zitto!
ROSINA
Credete.
BARTOLO
Basta così.
ROSINA
Signor ...
BARTOLO
Non più ... tacete.
N. 8 - Aria
A un dottor della mia sorte
queste scuse, signorina?
Vi consiglio, mia carina,
un po' meglio a imposturar.
I confetti alla ragazza?
Il ricamo sul tamburo?
Vi scottaste: eh via!
Ci vuol altro, figlia mia,
per potermi corbellar.
Perché manca là quel foglio?
Vo' saper cotesto imbroglio.
Sono inutili le smorfie;
ferma là, non mi toccate!
Figlia mia, non lo sperate
ch'io mi lasci infinocchiar.
Via, carina, confessate;
son disposto a perdonar.
Non parlate? Vi ostinate?
So ben io quel che ho da far.
Signorina, un'altra volta
quando Bartolo andrà fuori,
la consegna ai servitori a suo modo far saprà.
Ah, non servono le smorfie,
faccia pur la gatta morta.
Cospetton! per quella porta
nemmen l'aria entrar potrà.
E Rosina innocentina,
sconsolata, disperata,
in sua camera serrata
fin ch'io voglio star dovrà.
(Parte.)
SCENA 11
Rosina, sola.
ROSINA
Brontola quanto vuoi,
chiudi porte e finestre. Io me ne rido:
già di noi femmine alla più marmotta
per aguzzar l'ingegno
e far la spiritosa, tutto a un tratto,
basta chiuder la chiave e il colpo è fatto.
(Parte.)
SCENA 12
Berta, poi il Conte
BERTA
(entrando)
Finora in questa camera
mi parve di sentir un mormorio;
sarà stato il tutor; colla pupilla
non ha un'ora di ben ... Queste ragazze
non la voglion capir.
(Si ode picchiare.)
Battono.
CONTE
(di dentro)
Aprite.
BERTA
Vengo ... Eccì.. . ancora dura;
quel tabacco m'ha posta in sepoltura.
(Corre ad aprire.)
SCENA 13
Il Conte travestito da soldato di cavalleria, indi Bartolo
N. 9 - Finale I
CONTE
Ehi, di casa! ... buona gente! ...
Ehi, di casa! ... niun mi sente!...
BARTOLO
(entrando)
Chi è costui? ... che brutta faccia!
È ubriaco! chi sarà?
CONTE
Ehi, di casa! ... maledetti!...
BARTOLO
Cosa vuoi, signor soldato?...
CONTE
Ah! ... sì, ... sì, ... bene obbligato.
(Vedendolo, cerca in tasca.)
BARTOLO
(tra sé)
Qui costui che mai vorrà?
CONTE
Siete voi ... Aspetta un poco...
Siete voi ... dottor Balordo?
BARTOLO
Che balordo?
CONTE
(leggendo)
Ah, ah, Bertoldo?
BARTOLO
Che Bertoldo? Eh, andate al diavolo!
Dottor Bartolo.
CONTE
Ah, bravissimo;
dottor barbaro; benissimo;
già v'è poca differenza.
(tra sé)
Non si vede! che impazienza!
Quanto tarda! dove sta?
BARTOLO
(tra sé)
Io già perdo la pazienza,
qui prudenza ci vorrà.
CONTE
Dunque voi ... siete dottore?
BARTOLO
Son dottore ... sì, signore.
CONTE
Ah, benissimo; un abbraccio,
qua, collega.
BARTOLO
Indietro!
CONTE
(Lo abbraccia per forza.)
Qua. Sono anch'io dottor per cento,
maniscalco al reggimento.
(presentando il biglietto)
Dell'alloggio sul biglietto
osservate, eccolo qua.
BARTOLO
Dalla rabbia e dal dispetto
io già crepo in verità.
Ah, ch'io fo, se mi ci metto,
qualche gran bestialità!
(Legge il biglietto.)
CONTE
(tra sé)
Ah, venisse il caro oggetto
della mia felicità!
Vieni, vieni; il tuo diletto
pien d'amor t'attende qua.
SCENA 14
Rosina e detti
ROSINA
D'ascoltar qua m'è sembrato
un insolito rumore
(Si arresta vedendo Bartolo.)
Un soldato ed il tutore!
Cosa mai faranno qua?
(Si avanza pian piano.)
CONTE
(tra sé)
È Rosina; or son contento.
ROSINA
(tra sé)
Ei mi guarda, e s'avvicina.
CONTE
(piano a Rosina)
Son Lindoro.
ROSINA
(piano a Lindoro)
Oh ciel! che sento!
Ah, giudizio, per pietà!
BARTOLO
(vedendo Rosina)
Signorina, che cercate?
Presto, presto, andate via.
ROSINA
Vado, vado, non gridate.
BARTOLO
Presto, presto, via di qua ...
CONTE
Ehi, ragazza, vengo anch'io.
BARTOLO
Dove, dove, signor mio?
CONTE
In caserma, oh, questa è bella!
BARTOLO
In caserma? ... bagattella!
CONTE
Cara! ...
ROSINA
Aiuto!
BARTOLO
Olà, cospetto!
CONTE
(a Bartolo, incamminandosi verso le camere)
Dunque vado...
BARTOLO
(trattenendolo)
Oh, no, signore,
qui d'alloggio non può star.
CONTE
Come? Come?
BARTOLO
Eh, non v'è replica:
ho il brevetto d'esenzione.
CONTE
(adirato)
Il brevetto? ...
BARTOLO
Mio padrone,
un momento e il mostrerò.
(Va allo scrittoio.)
CONTE
(a Rosina)
Ah, se qui restar non posso,
deh, prendete ...
ROSINA
(piano)
Ohimè, ci guarda!
Prudenza!
CONTE e ROSINA
Cento smanie io sento addosso.
Ah, più reggere non so.
BARTOLO
(cercando nello scrittoio)
Ah, trovarlo ancor non posso;
ma sì, sì, lo troverò.
(venendo avanti con una pergamena)
Ecco qua.
(legge)
Con la presente
Il Dottor Bartolo, etcetera.
Esentiamo ...
CONTE
(con un rovescio di mano manda in aria la pergamena)
Eh, andate al diavolo!
Non mi state più a seccar.
BARTOLO
Cosa fa, signor mio caro?
CONTE
Zitto là, Dottor somaro.
Il mio alloggio è qui fissato,
e in alloggio qui vo' star.
BARTOLO
Vuol restar?
CONTE
Restar, sicuro.
BARTOLO
(prendendo un bastone)
Oh, son stufo, mio padrone;
presto fuori, o un buon bastone
lo farà di qua sloggiar.
CONTE
(serio)
Dunque lei ... lei vuol battaglia?
Ben! Battaglia le vo' dar.
Bella cosa è una battaglia!
Ve la voglio qui mostrar.
(avvicinandosi amichevolmente a Bartolo)
Osservate! ... questo è il fosso ...
L'inimico voi sarete ...
(gli dà una spinta)
Attenzion ... E gli amici giù il fazzoletto.
(piano a Rosina alla quale si avvicina porgendole la lettera)
E gli amici stan di qua.
Attenzione!
(Coglie il momento in cui Bartolo l'osserva meno attentamente. Lascia cadere il biglietto e Rosina vi fa cadere sopra il fazzoletto.)
BARTOLO
Ferma, ferma!
CONTE
(rivolgendosi e fingendo accorgersi della lettera che raccoglie)
Che cos'è? ... ah! ...
BARTOLO
(avvedendosene)
Vo' vedere.
CONTE
Sì, se fosse una ricetta!
Ma un biglietto ... è mio dovere ...
Mi dovete perdonar.
(Fa una riverenza a Rosina e le dà il biglietto e il fazzoletto.)
ROSINA
Grazie, grazie!
(scambia la lettera con altro foglietto)
BARTOLO
Grazie un corno!
Qua quel foglio; impertinente!
(a Rosina)
A chi dico? Presto qua.
ROSINA
Ma quel foglio che chiedete,
per azzardo m'è cascato;
è la lista del bucato.
(Entrano da una parte Basilio con carte in mano, dall'altra Berta.)
BARTOLO
Ah, fraschetta! Presto qua.
(Le strappa il foglio con violenza.)
Ah, che vedo! ho preso abbaglio! ...
È la lista, son di stucco!
Ah, son proprio un mammalucco!
Ah, che gran bestialità!
ROSINA e CONTE
(tra loro)
Bravo, bravo il mammalucco
che nel sacco entrato è già.
BERTA
(tra sé)
Il barbiere, quanta gente!
Non capisco, son di stucco;
qualche imbroglio qui ci sta.
ROSINA
(piangendo)
Ecco qua! ... sempre un'istoria;
sempre oppressa e maltrattata;
ah, che vita disperata!
Non la so più sopportar.
BARTOLO
(avvicinandosele)
Ah, Rosina ... poverina ...
CONTE
(minacciando e afferrandolo per un braccio)
Via qua tu, cosa le hai fatto?
BARTOLO
Ah, fermate... niente affatto ...
CONTE
(cavando la sciabola)
Ah, canaglia, traditore!
TUTTI
(trattenendolo)
Via, fermatevi, signore.
CONTE
Io ti voglio subissar!
TUTTI
(eccetto il Conte)
Gente! Aiuto, soccorrete lo!
ROSINA
Ma chetatevi
CONTE
Lasciatemi!
TUTTI
(come sopra)
Gente! Aiuto, per pietà!
SCENA 15
Figaro entrando col bacile sotto il braccio, e detti.
FIGARO
Alto là!
Che cosa accadde,
signori miei?
Che chiasso è questo?
Eterni Dei!
Già sulla strada
a questo strepito
s'è radunata
mezza città.
(piano al Conte)
Signor, giudizio,
per carità.
BARTOLO
(additando il Conte)
Quest'è un birbante ...
CONTE
(additando Bartolo)
Quest'è un briccone ...
BARTOLO
Ah, disgraziato!
CONTE
(minacciando colla sciabola)
Ah, maledetto!
FIGARO
(alzando il bacile e minacciando il Conte)
Signor soldato,
porti rispetto,
o questo fusto,
corpo del diavolo,
or la creanza
le insegnerà.
(piano al Conte)
Signore, giudizio,
per carità.
CONTE
(a Bartolo)
Brutto scimmiotto! ...
BARTOLO
(al Conte)
Birbo malnato!
TUTTI
(a Bartolo)
Zitto, dottore ...
BARTOLO
Voglio gridare ...
TUTTI
(al Conte)
Fermo, signore ...
CONTE
Voglio ammazzare ...
TUTTI
Fate silenzio,
per carità.
CONTE
No, voglio ucciderlo,
non v'è pietà.
(Si ode bussare con violenza alla porta di strada.)
TUTTI
Zitti, che battono ...
Chi mai sarà?
BARTOLO
Chi è?
UFFICIALE
Olà!
CORO
(di dentro)
La forza,
aprite qua.
TUTTI
La forza! Oh diavolo!
FIGARO e BASILIO
L'avete fatta!
CONTE e BARTOLO
Niente paura.
Venga pur qua.
TUTTI
Quest'avventura,
ah, come diavolo
mai finirà?
SCENA 16
Un ufficiale con soldati, e detti
CORO
Fermi tutti. Niun si mova.
Miei signori, che si fa?
Questo chiasso d'onde è nato?
La cagione presto qua.
BARTOLO
Questa bestia di soldato,
mio signor, m'ha maltrattato.
FIGARO
Io qua venni, mio signore,
questo chiasso ad acquetare.
BERTA e BASILIO
Fa un inferno di rumore,
parla sempre d'ammazzare.
CONTE
In alloggio quel briccone
non mi volle qui accettare.
ROSINA
Perdonate, poverino,
tutto effetto fu del vino.
UFFICIALE
Ho inteso.
(al Conte)
Galantuom, siete in arresto.
Fuori presto,
via di qua.
(I soldati si muovono per circondare il Conte.)
CONTE
Io in arresto?
... Fermi, olà.
(Con gesto autorevole trattiene i soldati che si arrestano. Egli chiama a sè l'ufficiale, gli dà a leggere un foglio: l'Ufficiale resta sorpreso, vuoi fargli un inchino, e il Conte lo trattiene. L'Ufficiale fa cenno ai soldati che si ritirano indietro, e anch'egli fa lo stesso. Quadro di stupore.)
BARTOLO, ROSINA, BASILIO e BERTA
Freddo(a) ed immobile
come una statua
fiato non restami
da respirar.
CONTE
Freddo ed immobile
come una statua,
fiato non restagli
da respirar.
FIGARO
(ridendo)
Guarda Don Bartolo!
Sembra una statua!
Ah ah! dal ridere
sto per crepar!
BARTOLO
(all'Ufficiale)
Ma, signor ...
CORO
Zitto tu!
BARTOLO
Ma un dottor...
CORO
Oh, non più!
BARTOLO
Ma se lei ...
CORO
Non parlar ...
BARTOLO
Ma vorrei ...
CORO
Non gridar.
BERTA, BARTOLO, BASILIO
Ma se noi ...
CORO
Zitti voi.
BERTA, BARTOLO, BASILIO
Ma se poi ...
CORO
Pensiam noi.
Vada ognun pe' fatti suoi,
si finisca d'altercar.
BARTOLO
Ma sentite ...
BERTA, ROSINA, CONTE, FIGARO, BASILIO
Zitto su!
Zitto giù!
BARTOLO
Ma ascoltate ...
BERTA, ROSINA, CONTE, FIGARO, BASILIO
Zitto qua!
Zitto là!
TUTTI
Mi par d'essere con la testa
in un'orrida fucina,
dove cresce e mai non resta
delle incudini sonore
l'importuno strepitar.
Alternando questo e quello
pesantissimo martello
fa con barbara armonia
muri e volte rimbombar.
E il cervello, poverello,
già stordito, sbalordito,
non ragiona, si confonde,
si riduce ad impazzar.
FINE DELL'ATTO PRIMO