ATTO TERZO
Scena Prima
(Stanza di Poppea con porta in facciata e due altre per parte. Poppea sola)
Recitativo
POPPEA
Il caro Otton al precipizio io spinsi;
Ma inganno meditato la vendetta nel cor
Oggi rinchiuse, per deluder colei, che mi deluse.
Scena Seconda
(Ottone, e Poppea entrano)
Recitativo
OTTONE
Ah, mia Poppea!
Ti prego, non mi sia di delitto
Un fiero tradimento;
Donna rea m'ingannò,
Quando a mie preci del mio amor,
Di mia fede esser promise protettrice pietosa.
Del mio amor son seguace, al trono curo,
E a te, mio ben, eterna fede io giuro.
POPPEA
Ed io con quanto ho mai di core in petto,
Anima mia, l'accerto.
Per far nostra vendetta
La macchina di sposi,
E s'io del male fui la cagion,
A me di ripararlo conviene ancora.
Or qui t'ascondi e taci:
Non temer di mia fede,
Di ciò ch'io dica o fascia
Non ti render geloso;
Soffrir devi per poco un rio tormento,
Che in altrui sarà pene e in te contento.
(Ottone si nasconde in una parte coperta di partiera)
Scena Terza
(Poppea sola)
Recitativo
POPPEA
Attendo qui Nerone,
E Claudio ancora;
Quest'alma impaziente già s'è
Resa di vendicar l'offesa.
Scena Quarta
(Nerone e Poppea entrano. Ottone nascosto)
Recitativo
NERONE
Anelante ti reco, oh mia diletta,
A ricever mercè d'alta mia fede.
POPPEA
Veggo ben, ch'il tuo ardor
Nella tardanza stimoli a te non diede,
Ma, oh Dio, temo...
NERONE
Di che?
POPPEA
Che qui Agrippina porti il piede, e ci scopra.
(guarda per la scena)
NERONE
Qui dee venir la madre?
POPPEA
Ed in brev'ora;
Ma acciò che tu comprenda
I sensi del mio cor,
Vedi qual prova io te me dono;
Quivi vò che t'asconda
E attendi fin ch'ella parta,
E all'ora sciolta d'ogni timor
Vedrai quanto Poppea t'ama e t'adora.
NERONE
Qual già dolce piacer
Nel seno io sento!
OTTONE
(fra sè)
Sempre più in me s'accresce il rio tormento.
(Nerone si nasconde in una parte coperta da portiera e di rimpetto in quella dove stà Ottone)
Scena Quinta
Recitativo
POPPEA
Amico ciel, seconda il mio disegno!
Credo, ch'Ottone il core avrà pieno di sdegno;
Ma soffrir sempre dee,
Chi ha in petto amore.
40.Aria
Chi ben ama
e sol brama
di goder,
ama solo il suo piacer!
Quella face
cui non piace mai dolor,
non è mai d'un vero amor
Scena Sesta
(Entra Lesbo ed Claudio, e Poppea. Nerone e Ottone nascosti)
Recitativo
LESBO
Qui non v'è alcun, Signore;
La piaga ch'hai nel cor sana d'amore.
(Sale)
POPPEA
Claudio, tu mi lusinghi,
Però da ver non m'ami.
CLAUDIO
Come?
Dubbiosa ancora vivi dell'amor mio?
Cara, vedesti quel ch'io feci per te!
POPPEA
Di; che facesti?
Ognor più ardito e audace
Io provo il turbator della mia pace.
CLAUDIO
Forse ancor insolente
No ritiene il castigo?
POPPEA
E qual castigo?
CLAUDIO
E i balzato dal soglio
Nutre ancor tanto orgoglio?
POPPEA
Non t'intendo Signor,
E più che mai di salirvi ha speranza.
CLAUDIO
E risiede in Otton tanta baldanza?
POPPEA
D'Otton?
Signor, che parli?
CLAUDIO
D'Ottone sì, ch'ardito leggi
Al tuo cor impone.
POPPEA
Otton, Signor, non fu.
CLAUDIO
Ma chi?
POPPEA
Nerone, per Nerone esclamai,
E i mi vietò di non mirarti mai.
CLAUDIO
Come?
Ottone dicesti.
POPPEA
Neron dissi, Signor, mal intendesti.
CLAUDIO
Neron? Come s'accorda il desio di regnar,
Lo scettro, il soglio?
Tu m'inganni, oh Poppea!
POPPEA
Io t'inganno?
Signor, forse non sai,
Ch'il desio d'Agrippina,
pria che giungesti in Roma,
sieder lo fe' sul trono,
ed acclamato Cesare fu;
meco tu fingi ancora?
NERONE
(fra sè)
E ancor non parte, oh ciel!
OTTONE
(fra sè)
Il duol m'accora.
CLAUDIO
Che mi narri di strano!
Ma non dicesti Otton?
Dimmi, rispondi!
POPPEA
Signore, forse prendesti con equivoco il nome,
Han Nerone d Ottone in egual suono.
CLAUDIO
Quel ch'io creda non sò,
Stupido io sono.
POPPEA
Dubiti ancor?
D'ognuno del mio dir farò fede,
E che farai, Signor?
CLAUDIO
Le tue vendette.
POPPEA
Ciò mi prometti?
CLAUDIO
Giuro.
POPPEA
E tanto io da te spero:
Vedrai se ho il cor mendace o pur sincero;
(Poppea conduce Claudio destro alla porta ch'è in faccia e poi và dove è Nerone ed apre la portiera.)
Vieni meco, Signor, e qui t'arresta.
NERONE
(fra sè)
Claudio parti?
OTTONE
(fra sè)
Quanto il tardar molesta!
POPPEA
Nerone, dove sei?
NERONE
Son qui, mia vita.
Scena Settima
(Claudio, Poppea e Nerone. Ottone nascosto)
Recitativo
CLAUDIO
Temerario, insolente!
NERONE
(fra sè)
Oh cieli, aita!
CLAUDIO
Sin nella reggia istessa baldanzoso garzon
Osi impudico alle vergini eccelse
Usar gl'insulti e ardito?
NERONE
Odi, Signor!
CLAUDIO
Taci!
POPPEA
(fra sè)
Contenta son.
OTTONE
(fra sé)
Giubila, oh core!
CLAUDIO
Parti da mia presenza,
Nè ardisci mai di comparirmi inante!
(Nerone parte, e Poppea gli si accosta)
POPPEA
(A Nerone)
Và ad Agrippina, e di.
NERONE
(fra sè)
Ahi! Crudo fato!
POPPEA
(A Nerone)
Che, chi cerca ingannar,
resta ingannato.
NERONE
(nel partire)
Quale ad Augusto cor empia s'aspetta,
Agrippina saprà far la vendetta.
(Parte)
Scena Ottava
(Claudio ed Poppea. Ottone nascosto)
Recitativo
POPPEA
Ora Claudio, che dici?
CLAUDIO
Io son convinto.
POPPEA
Il mio sincero cor ora discopri.
(fra sè)
Per togliermi da Claudio arte s'adopri.
(A Claudio)
Or no è tempo, oh Augusto;
La mia mente confusa non distingue gioire,
Verrà tosto Agrippina; ahi, che martire!
CLAUDIO
No, non verrà.
POPPEA
Deh parti, nulla otterrai da me.
CLAUDIO
Sempre infelice sarà dunque il mio amor?
POPPEA
Della consorte tempra prima il rigore;
Fà che sicura io sia dal suo furore;
Allor chiedi, e saprai qual sia il mio core.
41. Aria
CLAUDIO
Io di Roma il giove sono,
Nè v'è già chi meco imperi.
Van raminghi al piè del trono,
Dov'io son gl'altrui pensieri.
(Parte)
Scena Nona
(Poppea che guarda per accertarsi della partenza di Claudio)
Recitativo
POPPEA
Claudio parti:
Dubbio non v'è d'inganno;
Volo a trar il mio ben dal lungo affanno.
42. Aria
Esci, o mia vita, esci dal duolo,
ch'a dar consolo vengo al tuo cor!
Per darti vita, caro, t'attendo;
vieni correndo, mio dolce amor!
(Poppea apre la partiera dov'è stà nascosto Ottone.)
Scena Decima
(Poppea ed Ottone)
Recitativo
POPPEA
Oh Ottone, che dici?
Vedi come schernito restò Nerone,
E come d'Agrippina si vendicò il mio cor;
Vedi, ch'io sprezzo il regnator del mondo e per te sol,
Mio bene, vivo involta d'amor tra le catene.
OTTONE
Catene fortunate,
Se e i stringono insieme,
E in nodi eterni
Per la mano d'amore
Formano di due cori
Un solo core.
POPPEA
Sperar dunque poss'io da te fede sincera?
OTTONE
Pria che mancarti, oh bella,
Mille volte morrò.
POPPEA
Ciò prometti?
OTTONE
E unisco alle promesse il giuramento;
Scogli fulmini il ciel, cara, se mento.
POPPEA
Ma se Claudio...?
OTTONE
Nol curo.
POPPEA
Agrippina, Neron?
OTTONE
Io gli disprezzo.
POPPEA
Lo splendore del soglio?
OTTONE
Pur ch'io ti stringa al sen,
Tutto abbandono.
POPPEA
A te, mio ben, offro mi stessa in dono.
43. Duetto
OTTONE
No, no ch'io non apprezzo
che te, mio dolce amor,
tu sei tutti'il mio vezzo,
di te tutt'é il mio cor.
POPPEA
Sì, sì, ch'il mio diletto
fai tu, mio caro ben,
tu il cor di questo petto,
l'ardor di questo sen.
Scena Undicesima
(Salone imperiale. Agrippina, Nerone)
Recitativo
AGRIPPINA
Ah! Mal cauto Nerone,
All'or ch'io tutti adopro
Per innalzarti al trono arti ed inganni,
Tu seguace d'un cieco e folle amor
Al precipizio corri?
NERONE
È vero, errai,
Ma l'arti tue e gl'inganni
Già discopri Poppea.
Vanne, ella disse:
"... ad Agrippina e dille,
che chi cerca ingannar,
resta ingannato."
AGRIPPINA
Non perciò tutta ancora
Languisce la mia speme.
Figlio, smorza nel seno
La fiamma indegna;
Guarda qual nemica Poppea:
Del tuo pensiero degno oggetto non sia
Ch'il solo impero.
(Parte)
44. Aria
NERONE
Come nube che fugge dal vento,
Abbandono sdegnato quel volto.
Il mio foco nel seno già spento,
Di quest'alma già il laccio è disciolto.
(Parte)
Scena Dodicesima
(Pallante e Narciso)
Recitativo
PALLANTE
Evvi donna più empia?
NARCISO
E qual rigore nutrir si può
Maggior dentro ad un core?
E che farem?
PALLANTE
È d'uopo tutto a Claudio scoprir;
Egl'ha per noi bontà,
Ch'ogn'altra eccede;
Si prevenga l'accusa e d'Augusta
L'error a noi sia scusa.
NARCISO
In così gran periglio
Approvo il tuo consiglio.
PALLANTE
Ma qui sen vien Augusto.
NARCISO
Amico, è questo il tempo,
Ch'adopri del tuo dir l'arte faconda.
PALLANTE
Lascia la cura a me:
Tu mi seconda.
Scena Tredicesima
(Entra Claudio, e Pallante, Narciso)
Recitativo
CLAUDIO
Agrippina. Nerone. Otton.
Poppea, nell'accusa discordi
Conturban la mia quiete,
Nè so chi dice il ver o chi mentisca:
Perchè provi chi è reo giusto rigore.
PALLANTE
Alle tu regie piante, Signor,
Ecco prostrato l'infelice Pallante.
NARCISO
Per difender sua vita
Chiede da te Narciso,
Augusto, aita?
CLAUDIO
Miei fidi, e qual insidia
Contro di voi si tenta?
Che fia, scoprite!
PALLANTE
Umile per la nostra discolpa porgo,
Signor, l'accusa, perché sol
D'Agrippina la minaccia è ver noi d'alta ruina.
CLAUDIO
Per qual cagion?
PALLANTE
Sul trono, pria che giungesti in Roma,
Qual Cesare ella fè sieder Nerone:
Di nostr'opra si valse,
Ma chi opra per inganno è senza colpa.
NARCISO
Di tua morte il supposto
È a noi discolpa.
CLAUDIO
Agrippina tant'osa?
Ora confermo ciò che disse Poppea;
Entro la reggia son domestici occulti
I miei nemici:
La tema al cor giusto sospetto infonde,
E fra tante vicende e i si confonde.
Voi siete fidi, il braccio mio possente
Di scudo a voi sarà; non più timore!
Scena Quattordicesima
(Entra Agrippina, e detti)
Recitativo
AGRIPPINA
Adorato mio sposo, è questo il giorno,
In cui di tue promesse attendo il fine:
A Nerone l'alloro oggi destina,
E a tuoi piedi prostrato ogni rubel vedrai.
CLAUDIO
Non già, Agrippina.
AGRIPPINA
(fra sè)
Sdegnoso mi favella.
(A Claudio)
Signor, che tardi più?
Dal tuo dir già suppongo l'arti
Accorte de' miei, de' tuoi nemici;
Parla, parla, discopri, qual dello sdegno tuo
Sia la cagione.
CLAUDIO
Cesare lo dirà: lo sa Nerone.
AGRIPPINA
Ah! Claudio, ora m'avveggo,
Ch'ancora il ben oprar tal'ora è colpa.
NARCISO
(fra sè)
Or che dirà?
PALLANTE
(fra sè)
Sentiam la sua discolpa.
CLAUDIO
Tu chiami ben oprar,
Tentar audace d'usurparmi l'impero
E, colto il tempo della mia lontananza,
Per Nerone sul trono?
Qual scusa addur potrai, che ti ricopra?
AGRIPPINA
Le scuse non adopra un cor sincero.
Quel che dici, Signor, il tutto è vero.
CLAUDIO
L'error confessi, ardita!
AGRIPPINA
L'error non è il salvarti e trono e vita.
Godo, che qui presenti sian Narciso e Pallante.
NARCISO
(fra sè)
Che fermezza ha costei!
PALLANTE
(fra sé)
Che cor costante!
AGRIPPINA
Per corse lode al ciel fama bugiarda,
Che nel fatal naufragio tua vita ancor perisce:
Già le milizie, il popolo, il senato
Rivolta al successor avean la mente;
Viddi ch'un cor altero alzato al soglio,
Con quella novità che sempre piace,
Formava un gran nemico alla tua pace;
Per riparar al danno, acclamar feci il figlio;
Egli al soglio sali; ma ciò fu solo,
Per conservarlo a te, caro mio sposo!
Nel diffender tua vita, per mantenerti in trono,
Io la nemica, io la rubella sono?
PALLANTE
(fra sè)
Quanto è scaltra costei?
NARCISO
(fra sè)
Quanto ella è accorta!
AGRIPPINA
E Pallante e Narciso del mio oprar faccian fede;
Forse voi non richiesi per assister all'opra?
Dite pur, se all'avviso, chi'l ciel Claudio salvò,
Nerone umile non discese dal soglio?
S'egli unito a' miei voti non fè di tutta Roma
I viva risuonar di Claudio al nome?
Parli d'ognun di voi il cor sincero!
CLAUDIO
Voi, che dite?
NARCISO, PALLANTE
Signor, il tutto è vero.
CLAUDIO
(fra sè)
Mi confonde Agrippina;
da istesso accusator ella è difesa!
NARCISO
(fra sè)
Stupido son.
(Esce)
PALLANTE
(fra sè)
Della sua colpa ha merto.
(Esce)
CLAUDIO
Di tua fè,
Del tuo amor,
Cara, son certo.
AGRIPPINA
Ma, oh Dio, certa io non sono
Nè di tua fedeltà,
Nè del tuo amore.
Penso che presso te fatta son rea,
Perchè il tuo cor ascolta...
CLAUDIO
E chi?
AGRIPPINA
Poppea.
Duolmi sol, che l'inganno a te non sia palese.
CLAUDIO
Scoprilo pur.
AGRIPPINA
Costei, vagheggiata d'Ottone...
CLAUDIO
Agrippina, t'inganni, egli è Nerone.
O là, vengano tosto Otton, Neron, Poppea!
Fra tanti avvenimenti
Saprò chi è contumace.
Vo' che viva nei cor riposo e pace.
45. Aria
AGRIPPINA
Se vuoi pace, oh volto amato,
L'odio reo fuga da te!
Guarda in me, nume adorato,
Il mio amore e la mia fè.
Scena Quindicesima
(Entrano Poppea, Ottone, Nerone, e detti)
Recitativo
AGRIPPINA
(fra sè)
Ecco la mia rivale.
POPPEA
(fra sè)
Ecco quel empia cagion di doglia ria.
NERONE
(fra sè)
Che sarà mai di me?
OTTONE
(fra sè)
Cieli, che fia?
CLAUDIO
Vedi, Agrippina, il figlio,
Quell'ardito garzon,
Che nella reggia delle vergini eccelse
Tenta offender l'onor.
AGRIPPINA
T'inganni, Augusto.
CLAUDIO
No, no m'inganno, no.
L'error confessa.
Di Poppea nelle stanze
Non ti trovai nascoso?
AGRIPPINA
Cieli, che sento mai?
NERONE
(fra sè)
Parlar non oso.
CLAUDIO
Accusa con silenzio il suo delitto.
Tu l'attesta, oh Poppea, con cor sincero!
POPPEA
Lo vedesti, Signor, pur troppo è vero.
CLAUDIO
Vo', che colpa palese,
Palese abbia l'emenda.
AGRIPPINA
(fra sè)
Spera ancora il mio cor.
POPPEA
(fra sè)
Oh, quanto io goda!
CLAUDIO
Di Nerone e Poppea stringa dolce Imeneo
L'illustre nodo!
POPPEA
(fra sè)
Che sento mai?
AGRIPPINA
(fra sè)
Ch'intendo?
NERONE
A tue grazie, Signor,
Vinto mi rendo.
OTTONE
Ecco prostrato, oh Augusto,
quell'Ottone infelice!
CLAUDIO
Omai t'accheta, ebbi delle tue colpe il disinganno:
Ti promisi l'alloro, Cesare tu sarai.
AGRIPPINA
(fra sè)
Sento e non moro!
OTTONE
Io l'alloro rifiuto,
Di regnar non mi curo,
E solo apprezzo la mia cara Poppea.
Se di darti la vita ebbi la sorte,
Nel togliermi il mio ben
Tu mi dai morte.
AGRIPPINA
Ora vedi, chi sia,
Che ha l'alma rea,
S'è Nerone o s'è Otton
Ch'ama Poppea.
CLAUDIO
E tu, Neron, che dici?
NERONE
Ubbidiente io sono alle tue voglie;
Ma doppio mio castigo è il togliermi l'impero
E darmi moglie.
POPPEA
E con me non si parla?
Scettri, regni ed imperi abbia Nerone,
D'altri mai non sarò fuorchè d'Ottone.
CLAUDIO
Io dei vostri desir volli far prova,
(a Nerone)
se lasci per l'allor volto divino,
(a Ottone)
se sprezzi per amor di Roma il trono.
Ai posteri sarete dell'amor,
del regnar eroi ben degni.
Cesare fia Neron,
Tu stringi, Ottone, la tua Poppea costante!
(fra sè)
Ho sciolto il cor,
s'ell'è d'un altro amante.
NERONE, POPPEA
Felice son.
OTTONE
Più il duol non mi tormenta.
AGRIPPINA
(Fra sè)
Or chè regna Neron, moro contenta.
46. Coro
TUTTI
Lieto il Tebro increspi
L'onda sotto a i rai del nuovo allor,
E festeggi su la sponda
Pien di gioia il Dio d'amor.
Gigue