SECONDO ATTO
Scena Prima
Ritiro Ombroso nel Giardino.
Rossane ed Alessandro
Arioso
Rossane
Solitudine amate
In cui sfogarmi lice
una fiamma infelice,
voi le sventure mie deh consolate.
Amo il grand'Alessandro, ei sol mi sembra
degno dell’amor mio,
ma in quel core infedel non regno sola.
Chi i consiglia, ohimè! Chi mi consola!
Aria
Rossane
Aure, fonti, ombre gradire
Che mi dite?
Che farò?
Languirò. Spererò?
Amerò le mie ferite,
purchè vengano guarite,
dalla man che mi piagò.
Sento il sonno che vela
le stanche luci mie con l’ali placide.
Aure, fonti, ombre gradite.
al fin dolce riposo,
cedo agl’inviti tuoi.
ombre gradite,
Che mi dite?
(s’addormenta)
Scena II
Alessandro, edetta, poi Lisaura.
Recitativo e ariosi
Alessandro
Eccola in preda al sonno, in grembo all’erbe:
Che bel sen! Che bel viso!
Lisaura
(Rossane dorme et Alessandro è desto;
voglio osservare il resto)
Alessandro (in arioso)
Permettete ch’io vi baci
bei rubini, ostri vivaci.
Lisaura
(Più non vuol gelosia ch’io mi ritiri)
Alessandro
(Oh Dei! Turba Lisaura i miei desiri)
Bella Lisaura vieni
d’un mesto core a consolar gli affanni.
Rossane
(Che veggio! il re la mia rival vezzeggia!
Fingerò ancor di dormire).
Alessandro
Abbi qualche pietà del mio martire:
insensibil Lisaura
Dall’occaso all’aurora
tutto mi cede, e tu resisti ancora?
Alessandro (in arioso)
Superbette luci amate
più languir non mi lasciate.
(Lisaura ride)
Alessandro
Crudel tu ridi, e taci?
Lisaura (in arioso canzonando Alessandro)
Permettete ch’io vi baci
bei rubini, ostri vivaci.
(parte)
Alessandro
Lasciandomi qui sol, presso a Rossane,
favore, non dispetto
fece partendo al mio verace affetto.
Alfin io vi miro aperte
care, luci serene,
deh porgete sollievo alle mie pene.
Rossane (in arioso)
Superbette luci amate,
più languir non mi lasciate.
(parte)
Alessandro solo
Che onor si rende al vincitor del mondo!
Di due donne ritrose
fatto è scherno Alessandro!
E quel che più m’aggrava
barbara è l’una d’esse, e l’altra è schiava.
Son amante, sì è ver; ma son monarca.
Quando l’amor volesse
lasciarli andare inulti
non dee la maestà soffrir gli insulti.
Aria
Alessandro
Vano amore, lusinga, diletto
cedete al dispetto
che m’agita il cor.
Se mi offende, vilipende
d’altera bellezza
l'instabile umor
In odio ed asprezza
degenera amor.
(parte)
Scena III
Lisaura e poi Tassile
Recitativo
Lisaura
Tiranna passion lasciami in pace:
Vedi che ad altro oggetto
volge Alessandro l’incostante affetto:
e tu pur vuoi ch’io l’ami,
ch’io lo siegua e lo brami?
E intanto gelosia
la dura vita mia condanna e sface.
Tiranna passion, lasciami in pace.
Tassile
Deh, Lisaura crudele,
Ti muovano a pietate i miei sospiri.
Lisaura
Alessandro fa guerra a’ tuoi desiri.
Tassile
Ei, sol Rossane adora, e finge amrti
Lisaura
Della tua gelosia conosco l’arti
Tassile
Credi a chi t’ama, il vero.
Aria
Tassile
Sempre fido e disprezzato
infelice abbandonato
t’amerò, bella tiranna:
T’amerò, ma poi sovvienti
che provata ne i tormenti
la costanza non inganna.
(parte)
Recitativo
Lisaura
Pur troppo veggio d’Alessandro il core
alla rival rivolto.
E tanto all’alma mia
dan continuo tormento
vana speranza e acerba gelosia.
Aria
Lisaura
Che tirannia d’Amor!
fuggir chi siegue et ama!
amar chi non mi brama!
Misera Fedeltà! Vana speranza!
Estinguasi l’ardor.
risolvi non amar.
Ahi! Che no’l posso far
E forza del destin la mia costanza.
Scena IV
Camera
Rossane e poi Alessandro
Recitativo
Rossane
Qui aspetto l’Incostante
Fei gran forza a me stessa
In fargli dir che qui l’aspetto: e voglio
farmi ancor maggior forza
per ottener mia libertade, e poi
abbandonar l’infido,
Lasciarlo alla rival–mio core, e puoi?
Lasciar sì degno oggetto
e di lede e d’amor? Sì, sì, lasciarlo.
Amar chi non è amante?
chi leggiero e incostante
t’ama un momento, e poi….
ma vien. Caro infedel! Mio cor, non puoi.
Alessandro
Veloce sovra l’ali al desio
vengo all’idol mio che qui mi aspetta.
Chiedi. Il voler sia legge, o mia diletta.
Rossane
Ami la gloria?
Alessandro
Al par che t’amo, o bella.
Rossane
Ed ami ancor Rossane?
Alessandro
Al par che quella.
Rossane
La cara libertà dunque mi rendi
così a ragion dirai:
Amai Rossane, e la mia gloria amai.
Alessandro
Ah, funesta domanda!
Renderti libertà, perché mi lasci?
Rossane
Fallace vincitore!
M’ami, son prigioniera, e questo è amore?
Alessandro
A qual periglio or deve espor se stesso
il mio verace affetto!
Al sol pensar che abbandonarmi puoi
sento passarmi al core
lo sconosciuto ancor gel del timore.
Ah! pur troppo tu sai
che adoro sola te, te sola io bramo
se alla prova maggior, crudel, mi sforzi.
già pensi abbandonarmi,
ingrata a tanto amor. Superni dei,
che sarà del cor mio?–Libera sei.
Aria
Rossane
Alla sua gabbia d’oro
suoi ritornar talor
quell’augellin canoro
che rapido fuggì:
sai perché torna ancor donde partì?
La sua prigion gli è Cara
più della libertà.
Ma la prigion d’oro
sai perché piace allor
all’augellin canoro?
Più caro al suo Signor
sa ben che tornerà.
(parte)
Recitativo
Alessandro
Vinse al fin la beltà. Cangiato ho sorte
con la vezzosa prigioniera. Avvinto
or son’ io ne’ suoi lacci; ella è disciolta
fingere a danni miei no più non devo
Con Lisaura. Risolvo. ….
Scena V
Lisaura e detto
Recitativo
Lisaura
Vincitor generoso,
La libertà è data a Rossane è un vero
Di magnanimo cor segno espresso
che vince altrui, ma vince più se stesso.
Al suol nativo ritornar ella s’appresta
la vaga principessa, e di tue lodi
farà di nuovo risuonar quei regni.
Alessandro
Questo è lo scopo degli eroi più degni.
A nuove illustri imprese
volto è il pensiero. Su miei nuovi acquisti
presto farà ritorno
l’alma luce del giorno.
Lisaura
E non vorrai
nel gran sentier d’onore
aver qualche riposo
In compagnia d’amore?
Aria
Alessandro
Risolvo abbandonar
La Bella che mi sprezza
Son pene amor, bellezza:
La gioia è una catena.
No, più non voglio amar.
amare è strano affetto:
e’ poco il suo diletto
e’ troppa la sua pena.
(parte)
Recitativo
Lisaura
Finto sereno è d’Alessandro in volto,
è finta libertà ne’ detti suoi.
Ma pur chi sa? La libertà richiesta,
la libertà concessa,
e i torbidi pensieri
segni non son di corrisposto amore.
vuol goder libertade e più la stima
chi dura servitù provato ha prima.
Aria
Lisaura
La cervetta nei lacci avvolta
se per sorte scamperà,
no non torna un’altra volta
a quel bosco ingannator.
Dolci brame abbandonate
a quest’alma ritornate:
La speranza lusinghiera
più che mai v’alletta ancor.
Scena VI
Alessandro seduto in trono, Tassile, Clito, Leonato, Cleone, e Seguito.
Sinfonia
Recitativo
Alessandro
Dopo il sublime onor delle gran geste
seguir de’ il premio alle fatiche illustri
Filippo imperi a Messageti, e Pirro
regni suiBattriani.
Antipatro Nicea governi: e sia
Bucefalonia di Belone.
Clito,
saran tue tutte l’Indie che conquisti.
Potervi Compensar mi fa giocondo.
Tutto s’acquisti, e sia
la gloria sola mia, ma vostro il mondo
Così il figlio di Giove
nel mostrarsi benigno,
dà del genio del padre eccelse prove.
Clito
Dal figlio di Filippo
grazie ed onori aspetto,
ma dal figlio di Giove io nulla accetto.
Alessandro
Così le grazie mie tu vilipendi?
Clito
Così ‘l tuo padre offendi?
Alessandro
Figlio son del Tonante,
Clito
Del Materno pudor non sei zelante.
Alessandro
Troppo m’insulti: e più soffrir non posso.
(Dà di piglio ad un’asta d’un soldato e va a ferir Clito. Tassile la ritiene)
Tassile
Sire, t’arresta: e tu che il tutto vinci,
te stesso vinci ancor.
Alessandro
Perfido, indegno
(Cade per cospirazione la copertura del trono)
Cleone
Numi, deh n’assistete.
Tassile
Oh Ciel! Che sia?!
Alessandro
Qual tradimento!
Tassile
Al solo tuo periglio
precipitò la ruinosa mole.
Alessandro
Giove per tutto fa scudo a sua prole.
Ma si vegli all’altrui perfidia rea
Che cospirà a miei danni, allor ch’io penso
A generosi benefici. Vanne
Tassile, e t’assicura
dell’Indiane schiere. E tu Cleone
Mi rispondi di Clito: è tuo prigione.
Clito
Eccoti privo di difesa il petto.
v’Immergi pur quell’asta:
rendimi pur l’oggetto
Dell’Ira tua, non de’ sospetti tuoi.
Clito che già due volte
Tolse alla man di Morte
La tua vita fra l’armi;
Clito che per Filippo il tuo gran Padre
E poi per te, già quasi tutto ha sparso
Il suo sangue; al confine omai degli anni
spesi per te fra stragi e morti; Clito
tu accusi? Tu condanni? Ah se ti spetta,
trafiggi: eccoti il sen.
Alessandro
Va prigioniero.
Cleone
Seguimi o duce, e cedi ora al suo sdegno.
s’appagherà dell’Innocenza
Clito
O Giove, chiamoti in testimon del fatto indegno.
(Clito e Cleone partono)
Tassile
Vado a raccor sotto le lor bandiere
pronte al tuo cenno l’indiane schiere.
(parte)
Scena VII
Rossane ed Alessandro
Recitativo
Rossane
Oh Dei! Che infausta nuova!
Perì Alessandro, il solo mio conforto,
l’adorato mio bene. Oh ciel! Che veggio!
sotto quelle ruine
L’alma grande spirò. Numi, ristoro.
Io manco, io moro.
(Sviene)
Alessandro
Soccorrete il mio bene. Amor, che miro!
Oh gradito periglio!
Che la difficil tanto e tanto scura
In amor verità, scopri al mio ciglio.
Rossane
Ahi! Chi richiama all’odiosa vita
l’anima afflitta? Ma
immagino sognando, o desta veggio
le sembianze adorate?
Alessandro
Sì, vedi il caro amante
dopo il suo scampo fortunato a pieno
poiché t’accoglie in seno.
Rossane
Hai vinto al fine
tutta l’alma mia.
Che più mi giova
celarne i moti!
Alessandro
Oh solo mio conforto!
Scena VIII
Leonato e detti.
Recitativo
Leonato
Sire, il popol già vinto.
l'armi ripiglia
Alessandro
All’armi, all’armi. Ai danni miei cospiri
con le furie dell’Abisso il mondo intero
Mi riami Rossane,
E nulla temo più, nulla più spero.
Con nuovi lauri in fronte
aspettami cor mio.
Rossane
Vittorioso torna,
ma più fedel, ma più amoroso.
Aria
Alessandro
Il cor mio ch’è già per te
tutto amore e tutto fe,
con più gloria tornerà,
ma non già
più amoroso e più fedel.
Per mercede e per onor
dell’affetto e del valor
spera sol che tua beltà
gli sarà
men ritorsa e men crudel.
(parte)
Recitativo
Rossane
Svanisci o reo timore
di tormentosa gelosia. Risolvo
o riamata o no, di sempre amarlo.
qual mai più degno oggetto
puossi trovar d’ammirazion, d’affetto?
Aria
Rossane
Dica il falso, dica il vero
quel bel labbro lusinghiero
più m’alletta, il voglio amar:
Sì ben finge, tanto piace:
che sentirlo un dì verace
fa quest’alma sperar.