ATTO III


Scena Prima

(Luogo deserto che mette alla foresta presso al castello)

AMALIA
Dio, ti ringrazio!
In questa solitudine
ingnota io mi sottrassi
agli artigli dell'empio…
Ove son io?
Qual deserto mi cinge?
Ormai non veggo
di battuto sentier,
ma sterpi e sassi
che fanno inciampo
agli stanchi miei passi.

(grida e canti nell'interno del bosco)

VOCI
Le rube, gli stupri,
gl'incendi, le morti,
per noi son balocchi,
son meri diporti.

AMALIA
Quai voci?… Ohimé! caduta
sono in man de' ladroni…
o ciel, m'aiuta!

Scena Seconda

(Carlo Moor, Amalia)

AMALIA
S'appressano…

CARLO
(riconoscendola)
Gran Dio!

AMALIA
(senza guardare)
Pietà, crudeli, d'un'infelice!

CARLO
Amalia!

AMALIA
Oh, chi mi appella?

CARLO
Guardami.

AMALIA
(alza gli occhi)
Chi sei tu?…

CARLO
Più non ravvisi
nel mio volto abbronzato…

AMALIA
Ei non m'è novo…

CARLO
Carlo…

AMALIA
Spirti del ciel, alfin ti trovo.

(Si getta nelle braccia di Carlo)

AMALIA, CARLO
T'abbraccio,
o Carlo / Amalia
abbracciami!
Premi il tuo cor sul mio!
Mai più, mai più dividerci
potrà né l'uom, né Dio!

AMALIA
(sciogliendosi dalle sue braccia)
Carlo, Carlo fuggiamo!
Orrende voci
mi giunsero pur or…

CARLO
Di che Paventi
se qui teco son io?

(fra sè)

Non sappia mai
a che mostri d'abisso
io mi legai!

AMALIA
Qual mare, qual terra da me t'ha diviso?

CARLO
Deh! cessa, infelice, l'inchiesta crudel!

AMALIA
Mendaci novelle ti dissero ucciso.

CARLO
Beato se chiuso m'avesse l'avel!

AMALIA
Tu pure, o mio Carlo, provasti gli affanni?

CARLO
Li possa il tuo core per sempre ignorar!

AMALIA
Anch'io, derelitta,
ti piansi lung'anni.

CARLO
E un angelo osava per me lagrimar?

AMALIA, CARLO
Ma un'iri di pace
fugò le tempeste:
Finirò i tormenti,
le angoscie finir.
E l'estasi o caro, (o cara),
d'un'ora celeste
cancella i ricordi di tanto soffrir.

CARLO
Qui nel bosco?
solinga? smarrita?
Perché sei dal castello fuggita?

AMALIA
Odi, o Carlo:
tuo padre sepolto…

CARLO
(fra sè)
A qual pianto;
a qual'onta fu tolto.

AMALIA
M'ha Francesco,
il novello signore,
minacciato la vita e l'onore!

CARLO
Ah, ribaldo!

AMALIA
Ma Dio mi ti guida!

CARLO
Nel tuo Carlo, cor mio,
ti confida.
Vieni meco!

AMALIA
(con entusiasmo)
Con te nella vita,
poi nel cielo!

CARLO
(fra sè)
Bell'alma tradita!

AMALIA, CARLO
Lassù risplendere
più lieta e bella
vedrem la stella
del nostro amor.
Lassù fra l'anime
beate in Dio
berrem l'oblio
d'ogni dolor.

Scena Terza

(Interno della foresta. Sorgono in mezzo
le ruine di antica rocca. È notte)

(La masnada sdraiata per terra)

CORO
Le rube, gli stupri,
gl'incendi, le morti
per noi son balocchi,
son meri diporti:
Fratelli! cacciamo
quest'oggi la noia,
ché forse domani
ci strangola il boia.
Noi meniam la vita libera,
vita colma di piacer,
porge un antro a noi ricovero,
serve un bosco di quartier.
Qui ci sfama una pinzochera,
là c'impinza un fittaiuol,
tien Mercurio
il nostro bandolo,
è la luna il nostro sol.
Gli estremi aneliti
d'uccisi padri,
le grida, gli ululi
di spose e madri,
sono una musica,
sono uno spasso
pel nostro ruvido
cuore di sasso.
Ma quando quell'ora
d'un tratto risuoni
che il boia ne conci
pel dì delle feste,
sbrattati dal fango
stivali e giubboni,
cogliam la mercede
dell'inclite geste.
Poi tocca la meta
del breve cammino
le canne innaffiando
dell'ultimo vino…
La, rà… la la rà…
N'andremo d'un salto
nel mondo di là.

Scena Quarta

(Carlo Moor. I Masnadieri s'alzano e lo salutano)

CORO
Ben giunto, o Capitano!

CARLO
A qual segno è la notte?

CORO
A mezzo il corso.

CARLO
Dormite, io veglio.

CORO
la rà… la la rà…

(La masnada si corica e s'abbormenta)

Scena Quinta

(Carlo)

CARLO
Ti delusi, Amalia!
Tuo per sempre mi credi,
ed io per sempre
son diviso da te…

(Contempla la masnada; dopo una pausa:)

Anche i malvagi
trovano il sonno…
ed io nol trovo!…
Oh vita, tenebroso mistero!
E voi non meno,
morte ed eternità,
profondi arcani,
chi vi sa penetrar?

(Cava dalla cintura una pistola)

Quest'arma vile
Franger mi potrebbe
il gran sigillo…
Frangasi!

(La monta)

E lo farò per lo sgomento
d'un viver angoscioso?
No, no!

(Getta l'arma)

Soffrire io voglio;
dee sul dolore
trionfar l'orgoglio.

Scena Sesta

(Arminio sbuca dalla foresta. Carlo Moor. Massimiliano)

ARMINIO
(entrando)
Tutto buio
è silenzio…
Esci al cancello,
misero abitator
di questa rôcca,
giunta la cena tua.

(S'accosta all'inferriata della torre)

CARLO
(fra sè)
Che sento!

UNA VOCE
(di sotterra)
Arminio! Sei tu?

ARMINIO
Son io; ti ciba.

VOCE
Omai la fame mi divorava.

ARMINIO
Addio!
Cala nella tua fossa;
è mal consiglio
lo starsene qui teco!

(avviandosi)

Iniquo figlio!

CARLO
(tagliandogli la strada)
T'arresta!

ARMINIO
(spaventato)
Ohimè! son côlto!

CARLO
Chi sei?

ARMINIO
Pietà, signore!
Son reo…
non ebbi il core…

VOCE
Arminio!…
Un altro ascolto…

CARLO
Chi parla in quella torre?

(Carlo s'appressa al cancello. Arminio cerca impedirglielo)

ARMINIO
Signor!

CARLO
(minaccioso)
Ti scosta! o ch'io…

(Arminio fugge. Carlo scrolla ed apre il cancello, entra e ne tira fuori un vecchio attenuato come uno scheletro)

MASSIMILIANO
Chi sei? chi mi soccorre?

CARLO
Qual voce?… il padre mio!…
Ombra del Moor! che pena
da' morti a noi ti mena?

MASSIMILIANO
Ombra non son, né privo
di vita ancor.

CARLO
(con crescente stupore)
Sotterra posto non t'han?

MASSIMILIANO
(accennando il sotterraneo)
Sì, vivo là dentro!

CARLO
Oh cielo e terra!
Qual anima d'inferno
vi ti cacciò?

MASSIMILIANO
Mio figlio
Francesco.

CARLO
Oh caos eterno!

MASSIMILIANO
Odi, ed inarca il ciglio!

CARLO
Oh caos eterno!

MASSIMILIANO
Un ignoto,
tre lune or saranno,
mi narrò che il mio Carlo
era spento; svenni,
oppresso da subito affanno,
e creduto fu morte il sopor.
Risensando, mi trovo serrato
fra quattr'assi:
mi scuoto, lamento…
S'alza il panno…
Francesco ho da lato.
"Come? risusciti ancor?"
Ricomposto e qui tratto
il feretro,
ne levaro il coperchio
di nuovo;
"Rovesciate laggiù
quello spettro,
troppo ei visse!"
Mio figlio gridò.
Preghi, pianti
suonarono invano,
m'han gittato
in quell'orrido covo:
e fu desso,
il mio figlio inumano,
che dell'antro le porte serrò.

(Sviene)

CARLO
(rimane alcun tempo senza moto: tornato in sé stesso spara una pistola)
Destatevi, o pietre!

CORO
(balzando in piedi)
Che fu? chi n'assale?

CARLO
(additando loro Massimiliano svenuto)
Vedete quel vecchio?
sotterra vivente
l'han fitto le branche
d'un figlio infernale!
E quegli è mio padre!

CORO
(stupiti)
Quel vecchio cadente?

CARLO
Vendetta, vendetta!
La grido a' tuoi cieli,
Divin Punitore
di tutti i perversi!
Che tenebra eterna
lo sguardo mi veli
se pria dell'aurora
quel sangue io non versi.
E voi, Masnadieri,
quest'oggi sarete
ministri dell'alta
Giustizia divina!
Piegate le fronti!
nel fango cadete
dinanzi al Potente
ch'a tal vi destina:
Poi tutti sorgete
sublimi, tremendi
com'angeli d'ira!

(I Masnadieri s'inginocchiano)

CORO
Che vuoi? Ce l'apprendi.

CARLO
(pone una mano sul vecchio svenuto)
Giuri ognun questo canuto
santo crin di vendicar!

CORO
Ti giuriam questo canuto
santo crin di vendicar!

CARLO
Di qui trarmi il parricida
dal banchetto o dall'altar!

CORO
Di qui trarti il parricida
dal banchetto o dall'altar!

CARLO
Di serbarlo al ferro mio
vivo, intatto!

CORO
(sorgendo impetuosi)
Lo giuriam!
Struggitrice ira di Dio,
la tua spada oggi noi siam.

(Fuggono tutti in tumulto. Carlo rimane e s'inginocchia innanzi al padre)
ATTO III


Scena Prima

(Luogo deserto che mette alla foresta presso al castello)

AMALIA
Dio, ti ringrazio!
In questa solitudine
ingnota io mi sottrassi
agli artigli dell'empio…
Ove son io?
Qual deserto mi cinge?
Ormai non veggo
di battuto sentier,
ma sterpi e sassi
che fanno inciampo
agli stanchi miei passi.

(grida e canti nell'interno del bosco)

VOCI
Le rube, gli stupri,
gl'incendi, le morti,
per noi son balocchi,
son meri diporti.

AMALIA
Quai voci?… Ohimé! caduta
sono in man de' ladroni…
o ciel, m'aiuta!

Scena Seconda

(Carlo Moor, Amalia)

AMALIA
S'appressano…

CARLO
(riconoscendola)
Gran Dio!

AMALIA
(senza guardare)
Pietà, crudeli, d'un'infelice!

CARLO
Amalia!

AMALIA
Oh, chi mi appella?

CARLO
Guardami.

AMALIA
(alza gli occhi)
Chi sei tu?…

CARLO
Più non ravvisi
nel mio volto abbronzato…

AMALIA
Ei non m'è novo…

CARLO
Carlo…

AMALIA
Spirti del ciel, alfin ti trovo.

(Si getta nelle braccia di Carlo)

AMALIA, CARLO
T'abbraccio,
o Carlo / Amalia
abbracciami!
Premi il tuo cor sul mio!
Mai più, mai più dividerci
potrà né l'uom, né Dio!

AMALIA
(sciogliendosi dalle sue braccia)
Carlo, Carlo fuggiamo!
Orrende voci
mi giunsero pur or…

CARLO
Di che Paventi
se qui teco son io?

(fra sè)

Non sappia mai
a che mostri d'abisso
io mi legai!

AMALIA
Qual mare, qual terra da me t'ha diviso?

CARLO
Deh! cessa, infelice, l'inchiesta crudel!

AMALIA
Mendaci novelle ti dissero ucciso.

CARLO
Beato se chiuso m'avesse l'avel!

AMALIA
Tu pure, o mio Carlo, provasti gli affanni?

CARLO
Li possa il tuo core per sempre ignorar!

AMALIA
Anch'io, derelitta,
ti piansi lung'anni.

CARLO
E un angelo osava per me lagrimar?

AMALIA, CARLO
Ma un'iri di pace
fugò le tempeste:
Finirò i tormenti,
le angoscie finir.
E l'estasi o caro, (o cara),
d'un'ora celeste
cancella i ricordi di tanto soffrir.

CARLO
Qui nel bosco?
solinga? smarrita?
Perché sei dal castello fuggita?

AMALIA
Odi, o Carlo:
tuo padre sepolto…

CARLO
(fra sè)
A qual pianto;
a qual'onta fu tolto.

AMALIA
M'ha Francesco,
il novello signore,
minacciato la vita e l'onore!

CARLO
Ah, ribaldo!

AMALIA
Ma Dio mi ti guida!

CARLO
Nel tuo Carlo, cor mio,
ti confida.
Vieni meco!

AMALIA
(con entusiasmo)
Con te nella vita,
poi nel cielo!

CARLO
(fra sè)
Bell'alma tradita!

AMALIA, CARLO
Lassù risplendere
più lieta e bella
vedrem la stella
del nostro amor.
Lassù fra l'anime
beate in Dio
berrem l'oblio
d'ogni dolor.

Scena Terza

(Interno della foresta. Sorgono in mezzo
le ruine di antica rocca. È notte)

(La masnada sdraiata per terra)

CORO
Le rube, gli stupri,
gl'incendi, le morti
per noi son balocchi,
son meri diporti:
Fratelli! cacciamo
quest'oggi la noia,
ché forse domani
ci strangola il boia.
Noi meniam la vita libera,
vita colma di piacer,
porge un antro a noi ricovero,
serve un bosco di quartier.
Qui ci sfama una pinzochera,
là c'impinza un fittaiuol,
tien Mercurio
il nostro bandolo,
è la luna il nostro sol.
Gli estremi aneliti
d'uccisi padri,
le grida, gli ululi
di spose e madri,
sono una musica,
sono uno spasso
pel nostro ruvido
cuore di sasso.
Ma quando quell'ora
d'un tratto risuoni
che il boia ne conci
pel dì delle feste,
sbrattati dal fango
stivali e giubboni,
cogliam la mercede
dell'inclite geste.
Poi tocca la meta
del breve cammino
le canne innaffiando
dell'ultimo vino…
La, rà… la la rà…
N'andremo d'un salto
nel mondo di là.

Scena Quarta

(Carlo Moor. I Masnadieri s'alzano e lo salutano)

CORO
Ben giunto, o Capitano!

CARLO
A qual segno è la notte?

CORO
A mezzo il corso.

CARLO
Dormite, io veglio.

CORO
la rà… la la rà…

(La masnada si corica e s'abbormenta)

Scena Quinta

(Carlo)

CARLO
Ti delusi, Amalia!
Tuo per sempre mi credi,
ed io per sempre
son diviso da te…

(Contempla la masnada; dopo una pausa:)

Anche i malvagi
trovano il sonno…
ed io nol trovo!…
Oh vita, tenebroso mistero!
E voi non meno,
morte ed eternità,
profondi arcani,
chi vi sa penetrar?

(Cava dalla cintura una pistola)

Quest'arma vile
Franger mi potrebbe
il gran sigillo…
Frangasi!

(La monta)

E lo farò per lo sgomento
d'un viver angoscioso?
No, no!

(Getta l'arma)

Soffrire io voglio;
dee sul dolore
trionfar l'orgoglio.

Scena Sesta

(Arminio sbuca dalla foresta. Carlo Moor. Massimiliano)

ARMINIO
(entrando)
Tutto buio
è silenzio…
Esci al cancello,
misero abitator
di questa rôcca,
giunta la cena tua.

(S'accosta all'inferriata della torre)

CARLO
(fra sè)
Che sento!

UNA VOCE
(di sotterra)
Arminio! Sei tu?

ARMINIO
Son io; ti ciba.

VOCE
Omai la fame mi divorava.

ARMINIO
Addio!
Cala nella tua fossa;
è mal consiglio
lo starsene qui teco!

(avviandosi)

Iniquo figlio!

CARLO
(tagliandogli la strada)
T'arresta!

ARMINIO
(spaventato)
Ohimè! son côlto!

CARLO
Chi sei?

ARMINIO
Pietà, signore!
Son reo…
non ebbi il core…

VOCE
Arminio!…
Un altro ascolto…

CARLO
Chi parla in quella torre?

(Carlo s'appressa al cancello. Arminio cerca impedirglielo)

ARMINIO
Signor!

CARLO
(minaccioso)
Ti scosta! o ch'io…

(Arminio fugge. Carlo scrolla ed apre il cancello, entra e ne tira fuori un vecchio attenuato come uno scheletro)

MASSIMILIANO
Chi sei? chi mi soccorre?

CARLO
Qual voce?… il padre mio!…
Ombra del Moor! che pena
da' morti a noi ti mena?

MASSIMILIANO
Ombra non son, né privo
di vita ancor.

CARLO
(con crescente stupore)
Sotterra posto non t'han?

MASSIMILIANO
(accennando il sotterraneo)
Sì, vivo là dentro!

CARLO
Oh cielo e terra!
Qual anima d'inferno
vi ti cacciò?

MASSIMILIANO
Mio figlio
Francesco.

CARLO
Oh caos eterno!

MASSIMILIANO
Odi, ed inarca il ciglio!

CARLO
Oh caos eterno!

MASSIMILIANO
Un ignoto,
tre lune or saranno,
mi narrò che il mio Carlo
era spento; svenni,
oppresso da subito affanno,
e creduto fu morte il sopor.
Risensando, mi trovo serrato
fra quattr'assi:
mi scuoto, lamento…
S'alza il panno…
Francesco ho da lato.
"Come? risusciti ancor?"
Ricomposto e qui tratto
il feretro,
ne levaro il coperchio
di nuovo;
"Rovesciate laggiù
quello spettro,
troppo ei visse!"
Mio figlio gridò.
Preghi, pianti
suonarono invano,
m'han gittato
in quell'orrido covo:
e fu desso,
il mio figlio inumano,
che dell'antro le porte serrò.

(Sviene)

CARLO
(rimane alcun tempo senza moto: tornato in sé stesso spara una pistola)
Destatevi, o pietre!

CORO
(balzando in piedi)
Che fu? chi n'assale?

CARLO
(additando loro Massimiliano svenuto)
Vedete quel vecchio?
sotterra vivente
l'han fitto le branche
d'un figlio infernale!
E quegli è mio padre!

CORO
(stupiti)
Quel vecchio cadente?

CARLO
Vendetta, vendetta!
La grido a' tuoi cieli,
Divin Punitore
di tutti i perversi!
Che tenebra eterna
lo sguardo mi veli
se pria dell'aurora
quel sangue io non versi.
E voi, Masnadieri,
quest'oggi sarete
ministri dell'alta
Giustizia divina!
Piegate le fronti!
nel fango cadete
dinanzi al Potente
ch'a tal vi destina:
Poi tutti sorgete
sublimi, tremendi
com'angeli d'ira!

(I Masnadieri s'inginocchiano)

CORO
Che vuoi? Ce l'apprendi.

CARLO
(pone una mano sul vecchio svenuto)
Giuri ognun questo canuto
santo crin di vendicar!

CORO
Ti giuriam questo canuto
santo crin di vendicar!

CARLO
Di qui trarmi il parricida
dal banchetto o dall'altar!

CORO
Di qui trarti il parricida
dal banchetto o dall'altar!

CARLO
Di serbarlo al ferro mio
vivo, intatto!

CORO
(sorgendo impetuosi)
Lo giuriam!
Struggitrice ira di Dio,
la tua spada oggi noi siam.

(Fuggono tutti in tumulto. Carlo rimane e s'inginocchia innanzi al padre)


最終更新:2017年01月04日 12:23