Scena 11

(Camera rustica. con due porte, e due finestre. Lubino, Tita)

LUBINO
Cosa ti par?

TITA
Per me non so che dirti.

LUBINO
Credi tu veramente
che fosser contadini?

TITA
Esse lo sanno.

LUBINO
Che vi sia qualche inganno?

TITA
Non sarebbe impossibile; son donne.

LUBINO
Ah, il dubbio sol m'uccide!

TITA
Bisogna sincerarsi.

(Entrano Lilla e Ghita)

Eccole:
per scoprir questa faccenda
dissimular conviene.

LILLA
Lubino, anima mia

GHITA
Tita, mio bene.

LUBINO
Saluto.

TITA
(Serio.)
Buona sera.

LILLA
(Fra sè)
Non mi sembran tranquilli.

GHITA
(Fra sè)
Non bisogna confonderci.

TITA
(A Lubino.)
Dissimula.

LUBINO
(A Tita)
Non posso.
Parmi d'aver cento demoni addosso.

LILLA
(A Ghita.)
Non vorrei che gli avesser conosciuti.

GHITA
E così, padroncini, siete muti?
La cena è già disposta;
Ceniamo o non ceniamo?

TITA
(Sforzandosi di parlare.)
Da che sono marito
ho perso l'appetito.

LILLA
E tu cos'hai, Lubino?

LUBINO
Nulla, nulla.

LILLA
(Accarezzandolo)
No, caro, ti conosco;
abbastanza con me finger non sai.
Cos'hai, mia vita?

LUBINO
Ho quel che tu non hai.

TITA
(A Ghita)
Vieni avanti.

GHITA
Che vuoi?.

TITA
(A Lubino)
Tu taci, e guarda un poco

(A Ghita)

Con chi fosti poc'anzi?

GHITA
Colla Lilla.

TITA
E la Lilla?

GHITA
Con me.

TITA
E tutte due?

GHITA
Voi tu saperlo?

TITA
Sì!

LILLA
(Fra sè)
Ah, costei mi precipita!

GHITA
Dunque lo dico.

TITA
Dì!

GHITA
Fui col diavol che ammazzi
te coi sospetti tuoi,
villano maledetto.
Or prendi questo

(Gli dà uno schiaffo e poi fugge)

e a rivederci a letto!

LUBINO
Per dire il vero,
grande audacia ha costei!

TITA
E per giunta uno schiaffo! Eterni Dei!

Ah, mal haya quella mano,
uno schiaffo ad un serrano!
Uno schiaffo ad un marito!
Uno schiaffo ad un mio par!
"Por la vida de mi padre,
por la vida de mi madre,
y por vida de mí mismo
no lo quiero soportar."
Qua la cappa, qua la spada,
l'archibuso, la pistola,
me l'afferro per la gola,
"cuchillada, puñalada, estocada",
che macello,
y por tierra ha de tumbar!
Ma una femmina a duello
come mai si può sfidar?
Ah, perché non fu qualche altra?
ch'io potea per vendicarmi
col baciarla,
e ribaciarla,
da me sol giustizia farmi;
ma la sposa non è cosa
che dia gusto nel baciar.
"Ah, demonio del infierno",
come t'ho da castigar!
Maritati schiaffeggiati,
se qui a caso alcun ve n'ha,
dite, voi che lo sapete,
se siam degni di pietà.

(Parte.)

Scena 12

LILLA
Perchè taci Lubino?

LUBINO
Lasciami.

LILLA
Ch'io ti lasci?

LUBINO
Sì, lasciami.

LILLA
Ma cos'è questa collera?
Che t'ho fatto mio caro?
In che mancai?

LUBINO
Io nol so. Tu lo sai.

LILLA
E per un dubbio solo
offendi la mia fede?
l'amor ch'hai per la Lilla?

LUBINO
Amo la Lilla,
ma più assai l'onor mio.

LILLA
Forse cagion son io
che l'onore tu perda?

LUBINO
Non lo so. Ma basta un dubbio
a lacerarmi il core.

LILLA
Ah no, mio dolce amore,
non mi far quest'oltraggio.
Il mio cor dal tuo core, e la mia fede
dalla tua fè misura. Il mondo, il cielo
in testimonio io chiamo
se ognor t'amai, se t'amo.
Ah, se un dì tu potessi
vederti con quest'occhi
a cui sembri sì bello,
so che il tuo cor diria:
"Sì, sì, la Lilla è mia,"
e cangiando desiri
sarien sospir di gioia
i tuoi sospiri.

Consola le pene
mia vita, mio bene,
quell'ira, quel pianto,
morire mi fa.
Gli affanni sofferti,
o caro, rammenta,
e allora paventa
di mia fedeltà.

Scena 13

LUBINO
Quanto è facile il core
a creder quel che brama! Io credo adesso
la mia Lilla innocente.

(Ghita vien portando due piatti con qualche vivanda)

GHITA
La lan, la lan, la la!
Chi ha voglia di mangiar
venga un po' qua!

(Vien Tita.)

LILLA
Via, Tita, non far smorfie!
Vieni, Lubino mio,
che vogliam mangiar bene!

LUBINO
Quando una donna chiama,
andar conviene.

TITA
Come? E scordare dovrei?

GHITA
Tu sai ch'io ti vo' ben,
ma tanto, tanto!
Tita, gardami, caro

TITA
Bricconcella!

LUBINO
Su via, la pace è fatta.

LILLA
Evviva, evviva, evviva!

GHITA
Pace?

TITA
Pace.

LILLA
Abbracciatevi ancor.
Così mi piace.
Sediamo via.

(Siedono.)

LUBINO
Chi trincia?

GHITA
Trincio io.

LILLA
Noi mangierem.

(Si sente un suono lento di chitarrino.)

TITA
Che suono è questo?

LUBINO
Diavolo!

GHITA
È suono di chitarre.

TITA
(Con mistero)
E chi la sera delle vostre
nozze viene qui per suonarvi la chitarra?

GHITA
Tu sai che i gran Signori
hanno sempre alla lor mensa i sonatori.

LUBINO
Chi diamine esser può?

LILLA
Saran serrani, che van girando
per pigliare il fresco.

LUBINO
Questo non è suonar contadinesco.

PRINCIPE
(Di fuori)
Non farmi più languire, o vita mia,
lasciami un po' veder
quel viso bello.
Se ti vien voglia di saper ch'io sia,
guardati in mezzo al cor,
ch'io vivo in quello.

LUBINO
Udisti?

TITA
E chè? Son sordo?

LUBINO
(Alla Lilla con mistero)
Son serrani anche questi?

LILLA
(Piano alla Ghita)
Oh Dei, mi parve
la voce dell'Infante.

TITA
Che musica galante!
È per te?

GHITA
Per me no.

LUBINO
(Alla Lilla)
Per te?

LILLA
Neppur.

LUBINO, TITA
Dunque per chi?

LILLA, GHITA
No'l so.

LUBINO
Ci mancherebbe poco

TITA
Zitto, mi par che ricominci il gioco.

PRINCIPE
(Da fuori)
Ho visto ai pianti miei spezzarsi i sassi
e pianger l'aure ho visto ai pianti miei.
Tu, che senza pietà morir mi lassi
più de' sassi
e de l'aure ingrata sei.

TITA
Brave!

LUBINO
Va ben!

GHITA
Qual colpa abbiamo noi?

(Si sente gettar un sasso nel balcone.)

LUBINO
De' sassi nel balcon?

LILLA
Saranno forse spirti.

LUBINO
Spirti, è vero! Io credo
che sien corpi, e corpi grossi!

TITA
Corpo di farfarello! Attendi,
attendi!

(S'alza infuriato, va a prendere due cappe e due spade che saranno in qualche loco vicino: ne dà una a Lubino.)

LILLA
(Fra sè)
Che diavolo farà?

TITA
Hai cor?

LUBINO
Chieder mel puoi?

TITA
Adunque prendi.
Capisci?

LUBINO
Andiam, capisco.

LILLA, GHITA
Dove andate?

LUBINO
A salvare l'onore.

TITA
O a perder coll'onore anche la vita.

LILLA
Ah, fermati Lubin!

GHITA
Fermati, Tita!

(Lubino e Tita partono.)

LILLA
Paion due disperati!
Non c'è più tempo.

GHITA
Dove vai?

LILLA
Sei tu
capace di seguirli?

GHITA
Capacissima.

LILLA
Andiamo dunque.

GHITA
Andiamo pur.

LILLA
Bravissima.

(Partono)

Scena 14

( Campagna con casa. Il Principe, il Podestà con seguito di gente)

CORRADO
Dormono come tassi.

PRINCIPE
Gettiam ancor de' sassi.

PODESTÀ
Signor, non v'esponete!
Pensate chi son essi
e chi voi siete.

PRINCIPE
Zitto! Io sento,
o sentir parmi,
pian pianino un uscio aprirsi.

CORRADO, PODESTÀ
Vo' cercar di assicurarmi,

(Al Principe.)

voi restate un poco là.

(Entrano Lubino e Tita, colle cappe e le spade.)

LUBINO, TITA
È scurissima la notte,
Non si vede,
ma si sente,
in agguato chetamente
mi vo' porre un poco quà.

PRINCIPE
Il marito!

CORRADO, PODESTÀ
Ho già capito.

LUBINO
Senti?

TITA
Sento.

LUBINO, TITA
Chi va là?

PODESTÀ
Buona notte, amici miei,
è Lisargo, il Podestà.

LUBINO, TITA
Che faremo, che diremo?

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Che faranno, che diranno.

LUBINO, TITA
Qui già solo non sarà.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Stiamo all'erta e si vedrà.

(Si scostano.)

LILLA, GHITA
A parlar gli ho qui sentiti.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Altri ancor son fuori usciti.

LILLA, GHITA
Qui di dietro star io voglio
fin che il tempo il chiederà.

CORRADO, PODESTÀ
Curioso è questo imbroglio,
come adesso si ripara?

PRINCIPE
La pistola in alto spara
e vediamo cosa fa.

(Corrado spara la pistola)

LUBINO, TITA
Anche foco? Bagatelle!
D'ammazzarci hanno intenzione.
Fuori, fuori lo spadone
e meniam senza pietà.
Ih eh ih.

PRINCIPE, CORRADO
Villani indietro!

LUBINO, TITA
Ih eh ih.

(Entrano Lilla e Ghita con spada sguainata e si mettono davanti ai loro sposi.)

LILLA, GHITA
Siam qui anche noi
e vogliam morir con voi,
per mostrarvi fedeltà.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Questa scena si fa seria,
terminarla converrà.

PRINCIPE
(Da lontano.)
Alto là!

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA
Che voce è questa,
che la man mi fa tremar?

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Alto là! Non vi movete!

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA
Cosa veggio! Voi qui siete?

(Il Principe si fa vicino, gitta giù il mantello. e comparisce per quello che è. I contadini gittan l'arme e s'inginocchiano.)

PRINCIPE
Lilla bella! Tu sei quella
che ognor mi fa delirar.

CORRADO
(Al Podestà)
Vo' serrar un po' la porta,
e veder cosa san far.

GHITA, LILLA, LUBINO, TITA
Ah, signor, chiediam perdono

PRINCIPE
Non è nulla, via sorgete.

GHITA, LILLA, LUBINO, TITA
Quanto è caro, quanto è buono,
ben è nato per regnar.

PRINCIPE
Or lasciamo i complimenti,
buone genti, e a casa andiamo.

TUTTI
Il buon giorno v'auguriamo:
pace, gioia e sanità.

(Il Principe parte con Lisargo. Corrado finge di partire, poi si nasconde con alcuni del seguito.)

Scena 15

LUBINO, TITA
Prima poi d'andare a letto
tra di noi si parlerà.

LILLA
Grazie al ciel son partiti.

TITA
O donne mie,
quando farem giudizio!

(Parte.)

LUBINO
Ah, ch'io mi sento lacerar dai sospetti.

GHITA
Qui non spira buon vento,
sarà meglio ch'io vada
incontro a Tita.

(Parte.)

LILLA
Non dubitar mia vita,
ma fidati di me.

LUBINO
Sei troppo bella.

LILLA
Ma lo son per te sol.

LUBINO
Lilla

LILLA
Che brami?

LUBINO
Chi è l'innamorato?
Il Principe o Corrado?

LILLA
Sia pur chi vuol, più assai di tutto il mondo
io stimo il mio Lubin, e m'è più caro
un tuo sospir, una parola, un guardo,
che una corona, un trono.
Non me'l credi,
idol mio?
non sai chi sono?
Pace caro mio sposo.

LUBINO
Pace mio dolce amore.

LILLA
Non sarai più geloso?

LUBINO
No, non sarò, mio core.

LILLA
Mi vorrai sempre?

LUBINO
Bene.

LILLA
Mi sarai sempre?

LUBINO
Amante.

LILLA
Son la tua sola?

LUBINO
Speme.

LILLA
Ti serberai?

LUBINO
Costante.

LILLA, LUBINO
Vieni, tra i bracci miei,
stringi, o mio caro ben,
l'anima mia tu sei,
ti vo' morir nel sen.

LUBINO
Dammi quella manina.

LILLA
Sì, sì, mio bel diletto.

LUBINO
Toccami il cor, carina.

LILLA
Come ti balza in petto.

Scena 16

(Ghita viene inseguita da Tita, con un pezzo di legno. Lubino e Lilla si mettono in mezzo e gli prendono il legno.)

GHITA
Ahi, ahi, Lilla, Lubino,
soccorso, aita!

LILLA
Cos'hai? Tita, sei pazzo?

LUBINO
Ehi dico, Tita!

TITA
Lasciami, cospettaccio!
Io vo' accopparla!

LUBINO
Ma cos'è stato? Parla!

TITA
Questa borsae poi questa catena
in tasca le trovai.

LILLA
(Alla Ghita)
Per pietà non dir nulla.

TITA
La moglie d'un serrano
accettar tai regali?

LILLA
Entriamo, oh Ghita!

(Trascinando seco Ghita.)

TITA
Ah, perfida!

LILLA
Vien meco.

GHITA
Quel villano si scordò dello schiaffo

(Le due donne entrano in casa.)

TITA
Che ti par?

LUBINO
Non so nulla.

TITA
E come non sai nulla?
Vorreste ancor più manifeste prove
che c'è della malizia in questo affare?

LUBINO
No, no'l posso pensare: in questo istante
colla Lilla io parlai; veder mi parve
l'innocenza in quel volto. Ah, s'io potessi
un'ombra di delitto immaginar in lei,
tu sai di quanto è capace Lubin.
Saprei, tel giuro rinnovar nella Lilla
la tragedia di Tiri e di Dorilla.

Costume, genio, amore,
i due pastori unì,
e di due cori un core
formato avea così.
Felici fur gli sposi
fin che l'amor durò!
Ma in lei durò già poco,
ma il foco si cangiò.
Arse per nuovo oggetto
la femmina incostante,
sì che il malnato affetto
l'amante sospettò.
Cotanto al varco attese
l'infida e l'impudico,
ch'entrambi un dì sorprese
in loco ch'io non dico.
Onta, dispetto, rabbia,
gl'invade il sen, le labbra.
Toglie d'una ferita
a tutti due la vita,
e su gli esangui corpi
sfoga il tradito amor.
Sul busto poi fumante
dell'infedel consorte,
all'alma agonizzante
apre in più vie le porte,
e muor di doppia morte,
di ferro e di dolor.
Pensa, infelice Lilla,
che un Tirsi e una Dorilla
trovar si ponno ancor.

(Va per partire.)

TITA
Costui mi fa paura, Lubino.

LUBINO
Cosa vuoi?

TITA
Dalla Regina, se amico mio,
se mio cognato sei,
venir meco tu dei.

LUBINO
Verrò.

TITA
No, vieni adesso.; a lei dobbiamo
giustizia domandar: andiamo!

LUBINO
Andiamo!

(Partono.)

Scena 17

(Campagna., il Podestà, villani e cacciatori)

PODESTÀ
Sù, sù, cacciatori,
i cori destate.
Suonate quel corno,
la caccia annunziate,
più lucido giorno
sperar non si può.
Il cielo e la terra
secondi i diletti
di lei, che gli affetti
d'ognun meritò.

CORO
Il cielo e la terra, ecc.

(Viene la Regina col suo seguito)

REGINA
Son pronta, o vassalli,
per monti, per valli,
le fiere una volta
vo' ancora inseguir.
Di lepri, di cervi
seguiamo la traccia.
Ma, dopo la caccia
io debbo partir.

CORO
Il cielo e la terra, ecc.

(Entrano l'Infante e Corrado, poi Tita e Lubino.)

PRINCIPE, CORRADO
Il segno usitato,
de' cani il latrato,
a voi gran Regina
m'ha fatto volar.
A nuovo periglio
un tenero figlio
non deve più sola
la madre lasciar.

REGINA
L'offerta gradisco,
Compagni vi accetto.
Maggiore il diletto
con voi mi sarà.

TUTTI
Allegri su andiamo
con Sua Maestà.

(Vanno per partire, ma sono arrestati da Ghita e Lubino.)

Scena 18

(Entrano Tita e Lubino)

LUBINO, TITA
Compatite, o gran Regina,
se nell'ora mattutina
vi veniamo a disturbar.
La padrona siete voi,
si sa ben, di tutti noi
e con voi vogliam parlar.

REGINA
Su, chiedete, che volete?
Tutto lice a voi sperar.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Quei villani disgraziati,
cosa mai verranno a far?

LUBINO
Questa borsa parla, Tita.

TITA
S'è trovata in mano a Ghita.

REGINA
Una borsa d'oro piena!

LUBINO
E di più, questa catena.

(La Regina prende in mano la catena, e la borsa.)

TITA
E si vuole

LUBINO
Si pretende

TITA, LUBINO
Che un signor che qui
c'intende, Lilla o Ghita, Ghita o Lilla,
di sedur così tentò.

REGINA
Chi è l'iniquo?

PRINCIPE
(a Corrado)
Non scoprirmi.

CORRADO
Io non certo.

PODESTÀ
Nemmen io.

CORRADO
Ah, signora, il fallo è mio
e la pena io pagherò.

REGINA
Chi? Corrado? Cosa sento!

LUBINO, TITA
Ed inoltre ebbe ardimento
di venir con gente armata
per rapire una di lor.

REGINA
Temerario! Così sei
de' miei cenni esecutor?

LUBINO, TITA
Vendicato in un momento
noi vedremo il nostro amor.

PRINCIPE, CORRADO
Qualche mal per lui/per me pavento
e mi batte in seno il cor.

REGINA
(A Corrado.)
Ah, vanne, togliti
dal mio cospetto
e leva l'ordine
che t'orna il petto.
No, cavaliere
tu non nascesti,
il tuo dovere
meglio sapresti.
Fuor dalla Spagna
subito và!

(Ghita a terra con disprezzo la borsa, e la catena.)

PRINCIPE, CORRADO E PODESTÀ
Il miserabile per me/per lui s'accusa,
vorrei difenderlo/mi
mi fa pietà/strada non v'ha

LUBINO, TITA
Vada l'ingrato
e senta il peso
d'un attentato
che par non ha.

(Nell'inginocchiarsi piglia la catena, la borsa. Parte.)

Scena 19

(I suddetti, entrano Lilla, e Ghita vestite da Manche con chitarrino ecc. Due villanelle portano fuori delle sedie ornate di fiori, e le offrono alla Regina, ed al Principe.)

LILLA, GHITA
Viva, viva la Regina
Che ripara il nostro amor
Ogni sera, ogni mattina
Loderemo il suo valor.
Tu, la stella mattutina,
tu sei sola il nostro amor.

TUTTI
Lilla e Ghita sono quelle:
che avvenenza, che beltà!

REGINA
Che volete, spose belle?
Dite pur, venite qua.

LILLA, GHITA
Di rispetto un grato omaggio
vi vogliamo tributar.
Buona caccia e buon viaggio
vi veniamo ad augurar
e a pregarvi, se potete,
di tornarci a consolar.

REGINA
Che gentil improvvisata!
Perchè mai partir degg'io?

PRINCIPE, LUBINO, TITA, PODESTÀ
Ah, che ognora al guardo mio
più vezzosa Lilla/Ghita par!

LILLA, GHITA
Or ancora, al figlio vostro
due parole vogliam dir:
voi pur siete il signor nostro,
ci potete ben capir,
date, date qui la mano
e scusate il nostro ardir.

(Lilla e Ghita prendono la mano al Principe, e la baciano.)

REGINA, PRINCIPE
Ah, ch'io già più non resisto,
già mi sento intenerir.
Vi ringrazio/Vi son grato
e baciare anch'io vi vo'.

(La Regina, e il Principe baciano la fronte di Lilla e Ghita.)

LUBINO, TITA
Va ben tutto, ma quel bacio
approvar io non lo so.

LILLA, GHITA
Già che siete sì cortese,
Maestà, pria d'andar via
un balletto del paese
non vi spiaccia di veder.

REGINA, PRINCIPE
Sì, carissime, ballate,
io vi guardo con piacer.

REGINA, PRINCIPE, PODESTÀ,
LUBINO, TITA
Giovinette/No, due spose più garbate
non si danno in verità.

PRINCIPE
Son per me tante stoccate
tutto quel che Lilla fa!

LILLA
La chitarra su ripiglia
e una bella seghidiglia
suona o Ghita, io ballerò.

(Canta e suona la chitarra. Lilla balla con Lubino.)

GHITA
Quando l'alba nascente
scopre il viso bel,
col suo raggio lucente
orna terra e ciel.
Ma se il sole nel mare
verso sera va,
terra e ciel languir pare
privo di beltà.

TUTTI
Come danza! Come canta!
Brave, brave in verità!

GHITA
La chitarra or tu ripiglia
e una bella seghidiglia
suona o Lilla, io ballerò.

(Lilla canta e suona la chitarra, mentre Ghita balla con Tita.)

LILLA
Finché l'alma Isabella
fra noi tenne amor,
lieto rise per quella
dei serrani il cor.
Or che noi la perdiamo,
tutto se ne va,
ma una speme serbiamo:
che ritornerà.

TUTTI
Come balla! Come canta!
Brave, brave in verità!

REGINA
Basta, basta, o miei cari. Io più non posso
trattenermi tra voi. Parto, ma meco
grata memoria reco
dell'onestà, dei bei vostri
costumi.
Addio addio
v'abbiano in guardia i Numi.

(La Regina parte, e i contadini, e i cacciatori la seguono.)

TUTTI
Il segno usitato,
de' cani il latrato,
a voi, gran Regina,
m'ha fatto volar.
Allegri su andiamo
con sua Maestà.


FINE DELL'OPERA
Scena 11

(Camera rustica. con due porte, e due finestre. Lubino, Tita)

LUBINO
Cosa ti par?

TITA
Per me non so che dirti.

LUBINO
Credi tu veramente
che fosser contadini?

TITA
Esse lo sanno.

LUBINO
Che vi sia qualche inganno?

TITA
Non sarebbe impossibile; son donne.

LUBINO
Ah, il dubbio sol m'uccide!

TITA
Bisogna sincerarsi.

(Entrano Lilla e Ghita)

Eccole:
per scoprir questa faccenda
dissimular conviene.

LILLA
Lubino, anima mia

GHITA
Tita, mio bene.

LUBINO
Saluto.

TITA
(Serio.)
Buona sera.

LILLA
(Fra sè)
Non mi sembran tranquilli.

GHITA
(Fra sè)
Non bisogna confonderci.

TITA
(A Lubino.)
Dissimula.

LUBINO
(A Tita)
Non posso.
Parmi d'aver cento demoni addosso.

LILLA
(A Ghita.)
Non vorrei che gli avesser conosciuti.

GHITA
E così, padroncini, siete muti?
La cena è già disposta;
Ceniamo o non ceniamo?

TITA
(Sforzandosi di parlare.)
Da che sono marito
ho perso l'appetito.

LILLA
E tu cos'hai, Lubino?

LUBINO
Nulla, nulla.

LILLA
(Accarezzandolo)
No, caro, ti conosco;
abbastanza con me finger non sai.
Cos'hai, mia vita?

LUBINO
Ho quel che tu non hai.

TITA
(A Ghita)
Vieni avanti.

GHITA
Che vuoi?.

TITA
(A Lubino)
Tu taci, e guarda un poco

(A Ghita)

Con chi fosti poc'anzi?

GHITA
Colla Lilla.

TITA
E la Lilla?

GHITA
Con me.

TITA
E tutte due?

GHITA
Voi tu saperlo?

TITA
Sì!

LILLA
(Fra sè)
Ah, costei mi precipita!

GHITA
Dunque lo dico.

TITA
Dì!

GHITA
Fui col diavol che ammazzi
te coi sospetti tuoi,
villano maledetto.
Or prendi questo

(Gli dà uno schiaffo e poi fugge)

e a rivederci a letto!

LUBINO
Per dire il vero,
grande audacia ha costei!

TITA
E per giunta uno schiaffo! Eterni Dei!

Ah, mal haya quella mano,
uno schiaffo ad un serrano!
Uno schiaffo ad un marito!
Uno schiaffo ad un mio par!
"Por la vida de mi padre,
por la vida de mi madre,
y por vida de mí mismo
no lo quiero soportar."
Qua la cappa, qua la spada,
l'archibuso, la pistola,
me l'afferro per la gola,
"cuchillada, puñalada, estocada",
che macello,
y por tierra ha de tumbar!
Ma una femmina a duello
come mai si può sfidar?
Ah, perché non fu qualche altra?
ch'io potea per vendicarmi
col baciarla,
e ribaciarla,
da me sol giustizia farmi;
ma la sposa non è cosa
che dia gusto nel baciar.
"Ah, demonio del infierno",
come t'ho da castigar!
Maritati schiaffeggiati,
se qui a caso alcun ve n'ha,
dite, voi che lo sapete,
se siam degni di pietà.

(Parte.)

Scena 12

LILLA
Perchè taci Lubino?

LUBINO
Lasciami.

LILLA
Ch'io ti lasci?

LUBINO
Sì, lasciami.

LILLA
Ma cos'è questa collera?
Che t'ho fatto mio caro?
In che mancai?

LUBINO
Io nol so. Tu lo sai.

LILLA
E per un dubbio solo
offendi la mia fede?
l'amor ch'hai per la Lilla?

LUBINO
Amo la Lilla,
ma più assai l'onor mio.

LILLA
Forse cagion son io
che l'onore tu perda?

LUBINO
Non lo so. Ma basta un dubbio
a lacerarmi il core.

LILLA
Ah no, mio dolce amore,
non mi far quest'oltraggio.
Il mio cor dal tuo core, e la mia fede
dalla tua fè misura. Il mondo, il cielo
in testimonio io chiamo
se ognor t'amai, se t'amo.
Ah, se un dì tu potessi
vederti con quest'occhi
a cui sembri sì bello,
so che il tuo cor diria:
"Sì, sì, la Lilla è mia,"
e cangiando desiri
sarien sospir di gioia
i tuoi sospiri.

Consola le pene
mia vita, mio bene,
quell'ira, quel pianto,
morire mi fa.
Gli affanni sofferti,
o caro, rammenta,
e allora paventa
di mia fedeltà.

Scena 13

LUBINO
Quanto è facile il core
a creder quel che brama! Io credo adesso
la mia Lilla innocente.

(Ghita vien portando due piatti con qualche vivanda)

GHITA
La lan, la lan, la la!
Chi ha voglia di mangiar
venga un po' qua!

(Vien Tita.)

LILLA
Via, Tita, non far smorfie!
Vieni, Lubino mio,
che vogliam mangiar bene!

LUBINO
Quando una donna chiama,
andar conviene.

TITA
Come? E scordare dovrei?

GHITA
Tu sai ch'io ti vo' ben,
ma tanto, tanto!
Tita, gardami, caro

TITA
Bricconcella!

LUBINO
Su via, la pace è fatta.

LILLA
Evviva, evviva, evviva!

GHITA
Pace?

TITA
Pace.

LILLA
Abbracciatevi ancor.
Così mi piace.
Sediamo via.

(Siedono.)

LUBINO
Chi trincia?

GHITA
Trincio io.

LILLA
Noi mangierem.

(Si sente un suono lento di chitarrino.)

TITA
Che suono è questo?

LUBINO
Diavolo!

GHITA
È suono di chitarre.

TITA
(Con mistero)
E chi la sera delle vostre
nozze viene qui per suonarvi la chitarra?

GHITA
Tu sai che i gran Signori
hanno sempre alla lor mensa i sonatori.

LUBINO
Chi diamine esser può?

LILLA
Saran serrani, che van girando
per pigliare il fresco.

LUBINO
Questo non è suonar contadinesco.

PRINCIPE
(Di fuori)
Non farmi più languire, o vita mia,
lasciami un po' veder
quel viso bello.
Se ti vien voglia di saper ch'io sia,
guardati in mezzo al cor,
ch'io vivo in quello.

LUBINO
Udisti?

TITA
E chè? Son sordo?

LUBINO
(Alla Lilla con mistero)
Son serrani anche questi?

LILLA
(Piano alla Ghita)
Oh Dei, mi parve
la voce dell'Infante.

TITA
Che musica galante!
È per te?

GHITA
Per me no.

LUBINO
(Alla Lilla)
Per te?

LILLA
Neppur.

LUBINO, TITA
Dunque per chi?

LILLA, GHITA
No'l so.

LUBINO
Ci mancherebbe poco

TITA
Zitto, mi par che ricominci il gioco.

PRINCIPE
(Da fuori)
Ho visto ai pianti miei spezzarsi i sassi
e pianger l'aure ho visto ai pianti miei.
Tu, che senza pietà morir mi lassi
più de' sassi
e de l'aure ingrata sei.

TITA
Brave!

LUBINO
Va ben!

GHITA
Qual colpa abbiamo noi?

(Si sente gettar un sasso nel balcone.)

LUBINO
De' sassi nel balcon?

LILLA
Saranno forse spirti.

LUBINO
Spirti, è vero! Io credo
che sien corpi, e corpi grossi!

TITA
Corpo di farfarello! Attendi,
attendi!

(S'alza infuriato, va a prendere due cappe e due spade che saranno in qualche loco vicino: ne dà una a Lubino.)

LILLA
(Fra sè)
Che diavolo farà?

TITA
Hai cor?

LUBINO
Chieder mel puoi?

TITA
Adunque prendi.
Capisci?

LUBINO
Andiam, capisco.

LILLA, GHITA
Dove andate?

LUBINO
A salvare l'onore.

TITA
O a perder coll'onore anche la vita.

LILLA
Ah, fermati Lubin!

GHITA
Fermati, Tita!

(Lubino e Tita partono.)

LILLA
Paion due disperati!
Non c'è più tempo.

GHITA
Dove vai?

LILLA
Sei tu
capace di seguirli?

GHITA
Capacissima.

LILLA
Andiamo dunque.

GHITA
Andiamo pur.

LILLA
Bravissima.

(Partono)

Scena 14

( Campagna con casa. Il Principe, il Podestà con seguito di gente)

CORRADO
Dormono come tassi.

PRINCIPE
Gettiam ancor de' sassi.

PODESTÀ
Signor, non v'esponete!
Pensate chi son essi
e chi voi siete.

PRINCIPE
Zitto! Io sento,
o sentir parmi,
pian pianino un uscio aprirsi.

CORRADO, PODESTÀ
Vo' cercar di assicurarmi,

(Al Principe.)

voi restate un poco là.

(Entrano Lubino e Tita, colle cappe e le spade.)

LUBINO, TITA
È scurissima la notte,
Non si vede,
ma si sente,
in agguato chetamente
mi vo' porre un poco quà.

PRINCIPE
Il marito!

CORRADO, PODESTÀ
Ho già capito.

LUBINO
Senti?

TITA
Sento.

LUBINO, TITA
Chi va là?

PODESTÀ
Buona notte, amici miei,
è Lisargo, il Podestà.

LUBINO, TITA
Che faremo, che diremo?

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Che faranno, che diranno.

LUBINO, TITA
Qui già solo non sarà.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Stiamo all'erta e si vedrà.

(Si scostano.)

LILLA, GHITA
A parlar gli ho qui sentiti.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Altri ancor son fuori usciti.

LILLA, GHITA
Qui di dietro star io voglio
fin che il tempo il chiederà.

CORRADO, PODESTÀ
Curioso è questo imbroglio,
come adesso si ripara?

PRINCIPE
La pistola in alto spara
e vediamo cosa fa.

(Corrado spara la pistola)

LUBINO, TITA
Anche foco? Bagatelle!
D'ammazzarci hanno intenzione.
Fuori, fuori lo spadone
e meniam senza pietà.
Ih eh ih.

PRINCIPE, CORRADO
Villani indietro!

LUBINO, TITA
Ih eh ih.

(Entrano Lilla e Ghita con spada sguainata e si mettono davanti ai loro sposi.)

LILLA, GHITA
Siam qui anche noi
e vogliam morir con voi,
per mostrarvi fedeltà.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Questa scena si fa seria,
terminarla converrà.

PRINCIPE
(Da lontano.)
Alto là!

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA
Che voce è questa,
che la man mi fa tremar?

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Alto là! Non vi movete!

LILLA, GHITA, LUBINO, TITA
Cosa veggio! Voi qui siete?

(Il Principe si fa vicino, gitta giù il mantello. e comparisce per quello che è. I contadini gittan l'arme e s'inginocchiano.)

PRINCIPE
Lilla bella! Tu sei quella
che ognor mi fa delirar.

CORRADO
(Al Podestà)
Vo' serrar un po' la porta,
e veder cosa san far.

GHITA, LILLA, LUBINO, TITA
Ah, signor, chiediam perdono

PRINCIPE
Non è nulla, via sorgete.

GHITA, LILLA, LUBINO, TITA
Quanto è caro, quanto è buono,
ben è nato per regnar.

PRINCIPE
Or lasciamo i complimenti,
buone genti, e a casa andiamo.

TUTTI
Il buon giorno v'auguriamo:
pace, gioia e sanità.

(Il Principe parte con Lisargo. Corrado finge di partire, poi si nasconde con alcuni del seguito.)

Scena 15

LUBINO, TITA
Prima poi d'andare a letto
tra di noi si parlerà.

LILLA
Grazie al ciel son partiti.

TITA
O donne mie,
quando farem giudizio!

(Parte.)

LUBINO
Ah, ch'io mi sento lacerar dai sospetti.

GHITA
Qui non spira buon vento,
sarà meglio ch'io vada
incontro a Tita.

(Parte.)

LILLA
Non dubitar mia vita,
ma fidati di me.

LUBINO
Sei troppo bella.

LILLA
Ma lo son per te sol.

LUBINO
Lilla

LILLA
Che brami?

LUBINO
Chi è l'innamorato?
Il Principe o Corrado?

LILLA
Sia pur chi vuol, più assai di tutto il mondo
io stimo il mio Lubin, e m'è più caro
un tuo sospir, una parola, un guardo,
che una corona, un trono.
Non me'l credi,
idol mio?
non sai chi sono?
Pace caro mio sposo.

LUBINO
Pace mio dolce amore.

LILLA
Non sarai più geloso?

LUBINO
No, non sarò, mio core.

LILLA
Mi vorrai sempre?

LUBINO
Bene.

LILLA
Mi sarai sempre?

LUBINO
Amante.

LILLA
Son la tua sola?

LUBINO
Speme.

LILLA
Ti serberai?

LUBINO
Costante.

LILLA, LUBINO
Vieni, tra i bracci miei,
stringi, o mio caro ben,
l'anima mia tu sei,
ti vo' morir nel sen.

LUBINO
Dammi quella manina.

LILLA
Sì, sì, mio bel diletto.

LUBINO
Toccami il cor, carina.

LILLA
Come ti balza in petto.

Scena 16

(Ghita viene inseguita da Tita, con un pezzo di legno. Lubino e Lilla si mettono in mezzo e gli prendono il legno.)

GHITA
Ahi, ahi, Lilla, Lubino,
soccorso, aita!

LILLA
Cos'hai? Tita, sei pazzo?

LUBINO
Ehi dico, Tita!

TITA
Lasciami, cospettaccio!
Io vo' accopparla!

LUBINO
Ma cos'è stato? Parla!

TITA
Questa borsae poi questa catena
in tasca le trovai.

LILLA
(Alla Ghita)
Per pietà non dir nulla.

TITA
La moglie d'un serrano
accettar tai regali?

LILLA
Entriamo, oh Ghita!

(Trascinando seco Ghita.)

TITA
Ah, perfida!

LILLA
Vien meco.

GHITA
Quel villano si scordò dello schiaffo

(Le due donne entrano in casa.)

TITA
Che ti par?

LUBINO
Non so nulla.

TITA
E come non sai nulla?
Vorreste ancor più manifeste prove
che c'è della malizia in questo affare?

LUBINO
No, no'l posso pensare: in questo istante
colla Lilla io parlai; veder mi parve
l'innocenza in quel volto. Ah, s'io potessi
un'ombra di delitto immaginar in lei,
tu sai di quanto è capace Lubin.
Saprei, tel giuro rinnovar nella Lilla
la tragedia di Tiri e di Dorilla.

Costume, genio, amore,
i due pastori unì,
e di due cori un core
formato avea così.
Felici fur gli sposi
fin che l'amor durò!
Ma in lei durò già poco,
ma il foco si cangiò.
Arse per nuovo oggetto
la femmina incostante,
sì che il malnato affetto
l'amante sospettò.
Cotanto al varco attese
l'infida e l'impudico,
ch'entrambi un dì sorprese
in loco ch'io non dico.
Onta, dispetto, rabbia,
gl'invade il sen, le labbra.
Toglie d'una ferita
a tutti due la vita,
e su gli esangui corpi
sfoga il tradito amor.
Sul busto poi fumante
dell'infedel consorte,
all'alma agonizzante
apre in più vie le porte,
e muor di doppia morte,
di ferro e di dolor.
Pensa, infelice Lilla,
che un Tirsi e una Dorilla
trovar si ponno ancor.

(Va per partire.)

TITA
Costui mi fa paura, Lubino.

LUBINO
Cosa vuoi?

TITA
Dalla Regina, se amico mio,
se mio cognato sei,
venir meco tu dei.

LUBINO
Verrò.

TITA
No, vieni adesso.; a lei dobbiamo
giustizia domandar: andiamo!

LUBINO
Andiamo!

(Partono.)

Scena 17

(Campagna., il Podestà, villani e cacciatori)

PODESTÀ
Sù, sù, cacciatori,
i cori destate.
Suonate quel corno,
la caccia annunziate,
più lucido giorno
sperar non si può.
Il cielo e la terra
secondi i diletti
di lei, che gli affetti
d'ognun meritò.

CORO
Il cielo e la terra, ecc.

(Viene la Regina col suo seguito)

REGINA
Son pronta, o vassalli,
per monti, per valli,
le fiere una volta
vo' ancora inseguir.
Di lepri, di cervi
seguiamo la traccia.
Ma, dopo la caccia
io debbo partir.

CORO
Il cielo e la terra, ecc.

(Entrano l'Infante e Corrado, poi Tita e Lubino.)

PRINCIPE, CORRADO
Il segno usitato,
de' cani il latrato,
a voi gran Regina
m'ha fatto volar.
A nuovo periglio
un tenero figlio
non deve più sola
la madre lasciar.

REGINA
L'offerta gradisco,
Compagni vi accetto.
Maggiore il diletto
con voi mi sarà.

TUTTI
Allegri su andiamo
con Sua Maestà.

(Vanno per partire, ma sono arrestati da Ghita e Lubino.)

Scena 18

(Entrano Tita e Lubino)

LUBINO, TITA
Compatite, o gran Regina,
se nell'ora mattutina
vi veniamo a disturbar.
La padrona siete voi,
si sa ben, di tutti noi
e con voi vogliam parlar.

REGINA
Su, chiedete, che volete?
Tutto lice a voi sperar.

PRINCIPE, CORRADO, PODESTÀ
Quei villani disgraziati,
cosa mai verranno a far?

LUBINO
Questa borsa parla, Tita.

TITA
S'è trovata in mano a Ghita.

REGINA
Una borsa d'oro piena!

LUBINO
E di più, questa catena.

(La Regina prende in mano la catena, e la borsa.)

TITA
E si vuole

LUBINO
Si pretende

TITA, LUBINO
Che un signor che qui
c'intende, Lilla o Ghita, Ghita o Lilla,
di sedur così tentò.

REGINA
Chi è l'iniquo?

PRINCIPE
(a Corrado)
Non scoprirmi.

CORRADO
Io non certo.

PODESTÀ
Nemmen io.

CORRADO
Ah, signora, il fallo è mio
e la pena io pagherò.

REGINA
Chi? Corrado? Cosa sento!

LUBINO, TITA
Ed inoltre ebbe ardimento
di venir con gente armata
per rapire una di lor.

REGINA
Temerario! Così sei
de' miei cenni esecutor?

LUBINO, TITA
Vendicato in un momento
noi vedremo il nostro amor.

PRINCIPE, CORRADO
Qualche mal per lui/per me pavento
e mi batte in seno il cor.

REGINA
(A Corrado.)
Ah, vanne, togliti
dal mio cospetto
e leva l'ordine
che t'orna il petto.
No, cavaliere
tu non nascesti,
il tuo dovere
meglio sapresti.
Fuor dalla Spagna
subito và!

(Ghita a terra con disprezzo la borsa, e la catena.)

PRINCIPE, CORRADO E PODESTÀ
Il miserabile per me/per lui s'accusa,
vorrei difenderlo/mi
mi fa pietà/strada non v'ha

LUBINO, TITA
Vada l'ingrato
e senta il peso
d'un attentato
che par non ha.

(Nell'inginocchiarsi piglia la catena, la borsa. Parte.)

Scena 19

(I suddetti, entrano Lilla, e Ghita vestite da Manche con chitarrino ecc. Due villanelle portano fuori delle sedie ornate di fiori, e le offrono alla Regina, ed al Principe.)

LILLA, GHITA
Viva, viva la Regina
Che ripara il nostro amor
Ogni sera, ogni mattina
Loderemo il suo valor.
Tu, la stella mattutina,
tu sei sola il nostro amor.

TUTTI
Lilla e Ghita sono quelle:
che avvenenza, che beltà!

REGINA
Che volete, spose belle?
Dite pur, venite qua.

LILLA, GHITA
Di rispetto un grato omaggio
vi vogliamo tributar.
Buona caccia e buon viaggio
vi veniamo ad augurar
e a pregarvi, se potete,
di tornarci a consolar.

REGINA
Che gentil improvvisata!
Perchè mai partir degg'io?

PRINCIPE, LUBINO, TITA, PODESTÀ
Ah, che ognora al guardo mio
più vezzosa Lilla/Ghita par!

LILLA, GHITA
Or ancora, al figlio vostro
due parole vogliam dir:
voi pur siete il signor nostro,
ci potete ben capir,
date, date qui la mano
e scusate il nostro ardir.

(Lilla e Ghita prendono la mano al Principe, e la baciano.)

REGINA, PRINCIPE
Ah, ch'io già più non resisto,
già mi sento intenerir.
Vi ringrazio/Vi son grato
e baciare anch'io vi vo'.

(La Regina, e il Principe baciano la fronte di Lilla e Ghita.)

LUBINO, TITA
Va ben tutto, ma quel bacio
approvar io non lo so.

LILLA, GHITA
Già che siete sì cortese,
Maestà, pria d'andar via
un balletto del paese
non vi spiaccia di veder.

REGINA, PRINCIPE
Sì, carissime, ballate,
io vi guardo con piacer.

REGINA, PRINCIPE, PODESTÀ,
LUBINO, TITA
Giovinette/No, due spose più garbate
non si danno in verità.

PRINCIPE
Son per me tante stoccate
tutto quel che Lilla fa!

LILLA
La chitarra su ripiglia
e una bella seghidiglia
suona o Ghita, io ballerò.

(Canta e suona la chitarra. Lilla balla con Lubino.)

GHITA
Quando l'alba nascente
scopre il viso bel,
col suo raggio lucente
orna terra e ciel.
Ma se il sole nel mare
verso sera va,
terra e ciel languir pare
privo di beltà.

TUTTI
Come danza! Come canta!
Brave, brave in verità!

GHITA
La chitarra or tu ripiglia
e una bella seghidiglia
suona o Lilla, io ballerò.

(Lilla canta e suona la chitarra, mentre Ghita balla con Tita.)

LILLA
Finché l'alma Isabella
fra noi tenne amor,
lieto rise per quella
dei serrani il cor.
Or che noi la perdiamo,
tutto se ne va,
ma una speme serbiamo:
che ritornerà.

TUTTI
Come balla! Come canta!
Brave, brave in verità!

REGINA
Basta, basta, o miei cari. Io più non posso
trattenermi tra voi. Parto, ma meco
grata memoria reco
dell'onestà, dei bei vostri
costumi.
Addio addio
v'abbiano in guardia i Numi.

(La Regina parte, e i contadini, e i cacciatori la seguono.)

TUTTI
Il segno usitato,
de' cani il latrato,
a voi, gran Regina,
m'ha fatto volar.
Allegri su andiamo
con sua Maestà.


FINE DELL'OPERA


最終更新:2017年07月04日 17:11