ATTO SECONDO
SCENA I
(Gran mare placido, in cui riflette un bellissimo iri; vicino al lido sta una barca sull’àncora, ed al timone della medesima v’è uno spirito in forma di bella donna. Due Sirene vanno saltando nelle onde.)
(aria)
EUSTAZIO
Siam prossimi al porto,
Per prender conforto
Al nostro penar.
Ch'il cor si consoli,
Il duolo s'involi
Da chi sa sperar.
(Rinaldo, Goffredo escono con fretta.)
SCENA II
(recitativo)
RINALDO
A quel sasso bramato,
Da qui fra l'ombre del mio cieco duolo
Spero trar di pieta liete faville,
Quanto ne resta?
GOFFREDO
E quando
La soglia bacierem del mago amico?
EUSTAZIO
Da questo lido aprico
Di quel fatale albergo
Non distano i confini, e fra momenti
Dell'alto affar iscoprirem gli eventi.
(Mentre s’affrettano per seguire il loro viaggio, la Donna che sta nella barca invita Rinaldo ad entrarvi.)
SCENA III
(recitativo)
DONNA
Per accor d'Almirena
I più dolci respiri,
Entra, Rinaldo, in questo augusto pino;
Ella quivi mi spinse, ella t'attende
Colà in spiaggia romita,
Mesta, sola e tradita;
Tanto importi le piacque,
Di portaar il tuo foco in mezzo all'acque.
(Mentre Rinaldo, Goffredo ed Eustazio restano attoniti per quell’invito, le Sirene cantano e saltano.)
(aria a 2)
SIRENE
Il vostro maggio
De' bei verdi anni,
O cori amanti,
Sempre costanti
Sfiorate in amore!
Né un falso raggio
D'onor v'affanni,
Che sol beato
Chi amante amato
Possede un bel core.
(recitativo)
RINALDO
Qual incognita forza
Mi spinge ad eseguir l'alto commando?
(Sta un poco sospeso, e poi con furia si risolve d’entrar in barca, ma viene arrestato da Goffredo e da Eustazio.)
Sì Almirena, mia vita,
A te ne vengo.
GOFFREDO
O gran guerrier, t'arresta,
Ferma l'incauto piede!
EUSTAZIO
Qual ignobil cimento!
RINALDO
Spero, temo, confido, e in un pavento.
(Mentre sta sospeso, la Donna lo richiama di nuovo, ed egli furiosamente vuole entrar in barca, ma viene fermato dai suddetti.)
DONNA
Rinaldo, affretta i passi!
RINALDO
Sì, Almirena, a te corro.
GOFFREDO
La tua gloria?
RINALDO
Ne freme.
EUSTAZIO
Il tuo senno?
RINALDO
Languisce.
GOFFREDO
Frena l'ardir.
RINALDO
Non devo.
EUSTAZIO
Pensa a' casi tuoi!
RINALDO
Il cor non pave.
GOFFREDO
Sion ti chiama.
RINALDO
Ed il mio ben m'invita.
EUSTAZIO
L'Erebo ti delude.
GOFFREDO
Stige ti prende a scherno.
RINALDO
Pugnerò per quel bel sin'coll'inferno!
(aria)
Il tricerbero umiliato
Al mio brando renderò,
E d'Alcide l'alto fato
Colà giu`rinovero.
(Cantando entra nella barca con furia; la Donna subito s’allarga in alto mare,e sin tanto che la barca si vede, le Sirene saltano, e cantano,ma la barca essendo fuori di vista, le Sirene si sprofondano in mare; Goffredo ed Eustazio, avendolo seguito cogli occhi, restano confusi.)
(recitativo)
EUSTAZIO
Signor, strano ardimento!
Sui vortici dell'onde,
All'aure di lusinghe,
Fidar la propria gloria!
GOFFREDO
Ciò fu indegna vittoria
Del barbaro Acheronte;
Ma di tal duolo a fronte
Non paventi il mio core.
La figlia, oh dio! È smarrita!
L'eroe sen fugge a volo!
Speme, virtù, non mi lasciate solo!
(aria)
mio cor, che mi sai dir?
O vincer, o morir,
Sì, sì, t'intendo!
Se la mia gloria freme,
Sol da una bella speme
Io pace attendo.
SCENA IV
(Giardino delizioso nel palazzo incantato d’Armida. Argante ed Almirena.)
(recitativo)
ALMIRENA
Armida, dispietata!
Colla forza d'abisso
Rapirmi al caro ciel de' miei contenti!
E qui con duolo eterno
Vivia mi tieni in tormentoso inferno!
(piange.)
ARGANTE
Non funestar, o bella,
Di due uci divine il dolce raggio,
Che per pietà mi sento il cor a frangere.
Tu, del mio cor reina
Con dispotico impero,
Puoi dar legge a quest'alma.
ALMIRENA
Ah! Non è vero.
ARGANTE
Della mia fedeltate
Qual fia un pegno sicur?
ALMIRENA
La libertate.
ARGANTE
Malagevol commando!
ALMIRENA
Dunque lasciami piangere.
(aria)
Lascia ch'io pianga
Mia cruda sorte,
E che sospiri
La libertà.
Il duolo infranga
Queste ritorte,
De' miei martiri
Sol per pietà.
(recitativo)
ARGANTE
Ah! sul bel labbro Amore
Di possente magia formò le note,
Per tormentarmi il core.
Argante, che risolvi?
Pensier, che mi sai dir? Ahi! Ch’il mio petto
Più resister non puote a tanto affetto.
(aria)
ARGANTE
Basta che sol tu chieda,
Per otterner da me,
Bocca amorosa.
Solo ch'il cor ti veda,
Tutto si perde in te,
Guancia vezzosa!
SCENA V
(recitativo)
ARMIDA
Cingetemi d'alloro
Le triondali chiome!
Rinaldo, il più possente,
Terror dell'arme Assire,
In umile olocausto
Sull'altar del mio sdegno
Cadra svenato al suolo.
Onducetelo quivi, o spirti, a volo!
SCENA VI
(Due spiriti conducono Rinaldo alla presenza d’Armida.)
(recitativo)
RINALDO
Perfida, un cor illustre
Ha ben forza bastante
Per isprezzar l'inferno;
O rendimi Almirena,
O pagherai con questo acciar la pena.
ARMIDA
D'Armida a fronte si superbi accenti?
RINALDO
A fronte ancor de' più crude tormenti.
ARMIDA
Mio prigionier tu sei.
RINALDO
Sin nell'alma non giunge il mio servaggio.
ARMIDA
È in mia balia la vita.
RINALDO
La morte non paventa un'alma invitta.
ARMIDA
(Splende su quel bel volto
Un non so che, ch'il cor mi rasserena.)
RINALDO
Omai rendi Almirena!
ARMIDA
(Con incognito affetto
Mi serpe al cor un'amorosa pena)
RINALDO
Rendimi, sì, crudel, rendimi Almirena!
ARMIDA
(Ma d'un nemico atroce
Sarà trofeo il mio core?)
RINALDO
Ha forza il mio fuurore,
Per atterrar il tuo infernal drapello.
ARMIDA
(Son vinta, sì; non lo credea sì belllo.)
Rinaldo, in questa spiaggia
Ogn'aura spira amore;
L'onda, l'augelllo, il fiore
T'invitan solo ad amorosi amplessi;
Depon quell'ira infida,
Vinto non più, ma vincitor d'Armida!
T'amo, oh caro.
RINALDO
Io t'aborro!
ARMIDA
Prendi questo mio cor!
RINALDO
Per lacerarlo.
ARMIDA
Mille gioie t'appresto.
RINALDO
Io mille pene.
ARMIDA
T'ammoliscano i prieghi!
RINALDO
Io li detesto.
ARRMIDA
Abbian forza i sospir?
RINALDO
D'accender l'ira.
ARMIDA
M'obbedisce l'inferno.
RINALDO
Io ti disprezzo.
ARMIDA
Pensa ch'io son…
RINALDO
Tiranna.
ARMIDA
Risolvi…
RINALDO
La vendetta.
ARMIDA
Per pietade!
RINALDO
A te corro, o mia diletta!
(duetto)
ARMIDA
Fermati!
RINALDO
No, crudel!
ARMIDA
Armida son, fedel…
RINALDO
Spietata, infida!
Lasciami!
ARMIDA
Pria morir!
RINALDO
Non posso più soffir.
ARMIDA
Vuoi ch'io m'uccida?
SCENA VII
(Armida si cangia in Almirena.)
(recitativo)
ARMIDA
Crudel, tu ch'involasti
Al mio core la calma,
Un sol gueardo mi nieghi a tante pene?
RINALDO
Che veggio! Idolo mio! Sei tu, mio bene?
Deh! Vieni a consolar l'alma smarrita!
ARMIDA
Quivi con molle vita
Vai fometando una novella brama,
E lasci sì chi t'ama?
RINALDO
No, cara, che tu sei
La sospirata meta, e in questo loco
Sol d'Armida crudel viddi 'l sembiante.
ARMIDA
Stringimi dunque al sen.
RINALDO
Beato amante!
(Nell’abracciarsi, Armida riprende la sua forma ,e Rinaldo fugge. )
Sfinge, un penoso horrore
Arrecchi nel mio core!
Giove, lancia il tuo tello!
Non avrà per costei fulmini il cielo?
(Armida si cangia un’altra volta in Almirena.)
ARMIDA
Corri fra queste braccia!
RINALDO
Anima mia!
(Va per abbraciarla, poi si ferma.)
Ma che tenti, Rinaldo!
Forse sotto quel viso
V'è l'infeerno co' un vel del paradiso.
(aria)
Abbrugio, avampo e fremo
Di sdegno e di furor.
Spero, ma sempre temo
D'un infernal error.
(Va via.)
SCENA VIII
(Armida sola, riprende la sua propria forma.)
(recitativo accompagnato)
ARMIDA
Dunque i lacci d'un volto,
Tante gioie promesse,
Li spanveti d'inferno,
Forza n'avran per arrestar quel crudo?
E tu il segui, o mio core!
Fatto trofeo d'un infelice amore!
No! si svegli 'l furore,
Si raggiunga l'ingrato,
Cada a' miei piè svenato!
Ohimè! Che fia?
Uccier l'alma mma?
Ah! Debole mio petto,
A un traditor anco puoi dar ricetto?
Su, su, furie, ritrovate
Nova sorte di pena e di flagello!
S'uccida, sì…ah!, ch'è troppo bello!
(aria)
Ah! Crudel,
Il pianto mio
Deh! Ti mova per pietà!
O infedel,
Al mio desio
Proverai la crudeltà.
SCENA IX
(recitativo)
ARMIDA
Riprendiam d'Almirena
Il mentito sembiante in questo loco,
Che forse qual farfalla
Ritornerà Rinaldo al suo bel foco.
(Armida riprende la forma d’Almirena, poi viene Argante.)
ARGANTE
Adorata Almirena,
Ogni breve dimora,
Che dal tuo bello fa l'anima mia,
È pena acerba e ria.
(Armida riguarda Argante con sdegno.)
Tu con rai luminosi
Fai splender quelle stelle,
Che mi promiser sì felici influssi?
(Armida lo riguarda con più sdegno di prima.)
Anima mia, ti rasserena omai,
Che della cruda Armida
In breve ti trarrò da lacci indegni.
(Armida resta sospesa senza guardarlo.)
Deh! Non tener l'animo tuo perplesso,
S'impegna di contento la mia fé, la mia forza,
E questo amplesso!
(Mentre Argante va per abbracciarla, Arrnida riprende la sua forma, e lo respinge con gran furia.)
ARMIDA
Traditor! Dimmi: è questa
Del mio amor la mercede?
ARGANTE
Oh dei! Che miro?
ARMIDA
Io, ch'il mio cor ti spiego
Con affetti?
ARGANTE
No, 'l niego.
ARMIDA
Io, che l'inferno, o altero,
Slego a tuo prò?
ARGANTE
Egli è vero.
ARMIDA
Tradirmi!
ARGANTE
Scusa un lampo
D'intempestivo amor!
ARMIDA
I fulmini vedrai del mio furore.
ARGANTE
A'acqueta!
ARMIDA
No.
ARGANTE
Il rossore
Sia una rigida pena.
ARMIDA
No.
ARGANTE
Sì, superba, amo Almirena.
ARMIDA
Stige ritiro.
ARGANTE
Fa ciò, che t'aggrada;
Senza i demoni tuoi basta mia spada.
(aria)
ARMIDA
Vo' far guerra, e vincer voglio,
Collo sdegno chi m'offende
Vendicar i torti miei.
Per abbatter quel orgoglio,
Ch'il gran foco i sen m'accende,
Saran meco gli stessi dei.