ATTO PRIMO
La Chiesa di Sant'Andrea della Valle.
A destra la Cappella Attavanti. A sinistra un impalcato; su di esso un gran quadro coperto da tela. Attrezzi vari da pittore. Un paniere.
SCENA PRIMA
ANGELOTTI
vestito da prigioniero, lacero, sfatto, tremante dalla paura, entra ansante, quasi correndo. Dà una rapida occhiata intorno.
Ah! Finalmente!
Nel terror mio stolto
Vedea ceffi di birro in ogni volto.
torna a guardare attentamente intorno a sé con più calma a riconoscere il luogo. Dà un sospiro di sollievo vedendo la colonna con la pila dell'acqua santa e la Madonna
La pila… la colonna…
A piè della Madonna
mi scrisse mia sorella…
vi si avvicina, cerca ai piedi della Madonna e ne ritira, con un soffocato grido di gioia, una chiave
Ecco la chiave!… ed ecco la Cappella!
addita la Cappella Attavanti, febbrilmente introduce la chiave nella serratura, apre la cancellata, penetra nella Cappella, richiude… e scompare.
SCENA SECONDA
SAGRESTANO
appare dal fondo: va da destra a sinistra, accudendo al governo della chiesa: avrà in mano un mazzo di pennelli
E sempre lava!… Ogni pennello è sozzo
peggio d'un collarin d'uno scagnozzo.
Signor pittore… Tò!…
guarda verso l'impalcato dove sta il quadro, e vedendolo deserto, esclama sorpreso:
Nessuno! - Avrei giurato
che fosse ritornato il Cavalier Cavaradossi.
depone i pennelli, sale sull'impalcato, guarda dentro il paniere, e dice:
No, sbaglio. - Il paniere è intatto.
scende dall'impalcato. Suona l'Angelus. Il Sagrestano si inginocchia e prega sommesso:
Angelus Domini nuntiavit Mariae,
Et concepit de Spiritu Sancto.
Ecce ancilla Domini,
Fiat mihi secundum verbum tuum.
Et Verbum caro factum est,
Et habitavit in nobis…
SCENA TERZA
Cavaradossi - Sagrestano.
CAVARADOSSI
dalla porta laterale, vedendo il Sagrestano in ginocchio
Che fai?
SAGRESTANO
alzandosi
Recito l'Angelus.
Cavaradossi sale sull' impalcato e scopre il quadro. È una Maria Maddalena a grandi occhi azzurri con una gran pioggia di capelli dorati. Il pittore vi sta dinanzi muto attentamente osservando.
Il Sagrestano, volgendosi verso Cavaradossi e per dirigergli la parola, vede il quadro scoperto e dà un grido di meraviglia.
Sante ampolle! Il suo ritratto!
CAVARADOSSI
volgendosi al Sagrestano
Di chi?
SAGRESTANO
Di quell'ignota
che i dì passati a pregar qui venìa…
con untuosa attitudine accennando verso la Madonna dalla quale Angelotti trasse la chiave
Tutta devota - e pia.
CAVARADOSSI
sorridendo
È vero. E tanto ell'era
infervorata nella sua preghiera
ch'io ne pinsi, non visto, il bel sembiante.
SAGRESTANO
scandalizzato
(Fuori, Satana, fuori!)
CAVARADOSSI
al Sagrestano
Dammi i colori!
Il Sagrestano eseguisce. Cavaradossi dipinge con rapidità e si sofferma spesso a riguardare il proprio lavoro: il Sagrestano va e viene, portando una catinella entro la quale continua a lavare i pennelli.
A un tratto Cavaradossi si ristà di dipingere; leva di tasca un medaglione contenente una miniatura e gli occhi suoi vanno dal medaglione al quadro.
Recondita armonia
di bellezze diverse!…
È bruna Floria,
l'ardente amante mia…
SAGRESTANO
a mezza voce, come brontolando
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
s'allontana per prendere l'acqua onde pulire i pennelli
CAVARADOSSI
E te, beltade ignota,
cinta di chiome bionde!
Tu azzurro hai l'occhio,
Tosca ha l'occhio nero!
SAGRESTANO
ritornando dal fondo e sempre scandalizzato:
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
riprende a lavare i pennelli
CAVARADOSSI
L'arte nel suo mistero
le diverse bellezze insiem confonde;
ma nel ritrar costei
il mio solo pensiero, Tosca, sei tu!
continua a dipingere
SAGRESTANO
Queste diverse gonne
che fanno concorrenza alle Madonne
mandan tanfo d'Inferno.
asciuga i pennelli lavati, non senza continuare a borbottare
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
Ma con quei cani di volterriani
nemici del santissimo governo
non s'ha da metter voce!…
pone la catinella sotto l'impalcato ed i pennelli li colloca in un vaso, presso al pittore
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
accennando a Cavaradossi
Già sono impenitenti tutti quanti!
Facciam piuttosto il segno della croce.
eseguisce
a Cavaradossi
Eccellenza, vado?
CAVARADOSSI
Fa il tuo piacere!
continua a dipingere
SAGRESTANO
indicando il cesto
Pieno è il paniere…
Fa penitenza?
CAVARADOSSI
Fame non ho.
SAGRESTANO
con ironia, stropicciandosi le mani
Ah!… Mi rincresce!…
ma non può trattenere un gesto di gioia e uno sguardo di avidità verso il cesto che prende ponendolo un po' in disparte fiuta due prese di tabacco
Badi, quand'esce chiuda.
CAVARADOSSI
dipingendo
Va!…
SAGRESTANO
Vo!
s'allontana per il fondo
Cavaradossi, volgendo le spalle alla Cappella, lavora. Angelotti, credendo deserta la chiesa, appare dietro la cancellata e introduce la chiave per aprire.
SCENA QUARTA
Cavaradossi - Angelotti
CAVARADOSSI
al cigolio della serratura si volta
Gente là dentro!!…
al movimento fatto da Cavaradossi, Angelotti, atterrito, si arresta come per rifugiarsi ancora nella Cappella - ma - alzati gli occhi, un grido di gioia, che egli soffoca tosto timoroso, erompe dal suo petto. Egli ha riconosciuto il pittore e gli stende le braccia come ad un aiuto insperato.
ANGELOTTI
Voi? Cavaradossi!
Vi manda Iddio!
Cavaradossi non riconosce Angelotti e rimane attonito sull'impalcato Angelotti si avvicina di più onde farsi riconoscere
Non mi ravvisate?
con tristezza
Il carcere m'ha dunque assai mutato!
CAVARADOSSI
riconoscendolo, depone rapido tavolozza e pennelli e scende dall'impalcato verso Angelotti, guardandosi cauto intorno
Angelotti! Il Console
della spenta repubblica romana!
corre a chiudere la porta a destra
ANGELOTTI
con mistero andando incontro a Cavaradossi
Fuggii pur ora da Castel Sant'Angelo!…
CAVARADOSSI
generosamente
Disponete di me!
VOCE DI TOSCA
Mario!
alla voce di Tosca, Cavaradossi fa un rapido cenno ad Angelotti di tacere
CAVARADOSSI
Celatevi!
È una donna… gelosa.
Un breve istante e la rimando.
VOCE DI TOSCA
Mario!
CAVARADOSSI
verso la porta da dove viene la voce di Tosca
Eccomi!
ANGELOTTI
colto da un accesso di debolezza si appoggia all'impalcato e dice dolorosamente:
Sono stremo di forze,
più non reggo…
CAVARADOSSI
rapidissimo, sale sull'impalcato, ne discende col paniere e lo dà ad Angelotti
In questo panier v'è cibo e vino!
ANGELOTTI
Grazie!
CAVARADOSSI
incoraggiando Angelotti, lo spinge verso la Cappella
Presto!
Angelotti entra nella Cappella.
SCENA QUINTA
Cavaradossi - Tosca.
VOCE DI TOSCA
chiamando ripetutamente stizzita
Mario!
CAVARADOSSI
fingendosi calmo apre a Tosca
Son qui!
TOSCA
entra con una specie di violenza, allontana bruscamente Mario che vuole abbracciarla e guarda sospettosa intorno a sé
Perché chiuso?
CAVARADOSSI
con simulata indifferenza
Lo vuole il Sagrestano…
TOSCA
A chi parlavi?
CAVARADOSSI
A te!
TOSCA
Altre parole bisbigliavi. Ov'è?…
CAVARADOSSI
Chi?
TOSCA
Colei!… Quella donna!…
Ho udito i lesti
passi ed un fruscio di vesti…
CAVARADOSSI
Sogni!
TOSCA
Lo neghi?
CAVARADOSSI
Lo nego e t'amo!
fa per baciarla
TOSCA
con dolce rimprovero
Oh! Innanzi alla Madonna…
No, Mario mio,
lascia pria che la preghi, che l'infiori…
si avvicina lentamente alla Madonna, dispone con arte, intorno ad essa, i fiori che ha portato con sé, si inginocchia e prega con molta devozione, segnandosi, poi s'alza
a Cavaradossi, che intanto si è avviato per riprendere il lavoro
Ora stammi a sentir - stasera canto,
ma è spettacolo breve. - Tu m'aspetti
sull'uscio della scena
e alla tua villa andiam soli, soletti.
CAVARADOSSI
che fu sempre soprapensieri
Stasera!
TOSCA
È luna piena
e il notturno effluvio floreal
inebria il cor! - Non sei contento?
si siede sulla gradinata presso a Cavaradossi
CAVARADOSSI
ancora un po' distratto e peritoso
Tanto!
TOSCA
colpita da quell'accento
Tornalo a dir!
CAVARADOSSI
Tanto!
TOSCA
stizzita
Lo dici male:
Non la sospiri la nostra casetta
che tutta ascosa nel verde ci aspetta?
Nido a noi sacro, ignoto al mondo inter,
pien d'amore e di mister?
Al tuo fianco sentire
per le silenziose
stellate ombre, salir
le voci delle cose!…
Dai boschi e dai roveti,
dall'arse erbe, dall'imo
dei franti sepolcreti
odorosi di timo,
la notte escon bisbigli
di minuscoli amori
e perfidi consigli
che ammolliscono i cuori.
Fiorite, o campi immensi, palpitate
aure marine nel lunare albor,
piovete voluttà, volte stellate!
Arde a Tosca folle amor!
reclinando la testa sulla spalla di Cavaradossi
CAVARADOSSI
vinto, ma vigilante
Mi avvinci nei tuoi lacci
mia sirena, mia sirena, verrò!
guarda verso la parte d'onde uscì Angelotti
Or lasciami al lavoro.
TOSCA
sorpresa
Mi discacci?
CAVARADOSSI
Urge l'opra, lo sai!
TOSCA
stizzita, alzandosi
Vado! Vado!
s'allontana un poco da Cavaradossi, poi voltandosi per guardarlo, vede il quadro, ed agitatissima ritorna verso Cavaradossi
Chi è quella
donna bionda lassù?
CAVARADOSSI
calmo
La Maddalena.
Ti piace?
TOSCA
È troppo bella!
CAVARADOSSI
ridendo ed inchinandosi
Prezioso elogio!
TOSCA
sospettosa
Ridi?
Quegli occhi cilestrini già li vidi…
CAVARADOSSI
con indifferenza
Ce n'è tanti pel mondo!…
TOSCA
cercando di ricordare
Aspetta… Aspetta…
sale sull'impalcato
trionfante
E l'Attavanti!…
CAVARADOSSI
ridendo
Brava!…
TOSCA
vinta dalla gelosia
La vedi? T'ama?
piangendo
Tu l'ami?…
CAVARADOSSI
procura di calmarla
Fu puro caso…
TOSCA
non ascoltandolo, con ira gelosa
Quei passi e quel bisbiglio…
Ah! Qui stava pur ora!
CAVARADOSSI
Vien via!
TOSCA
Ah, la civetta!
minacciosa
A me, a me!
CAVARADOSSI
serio
La vidi ieri, ma fu puro caso…
A pregar qui venne…
Non visto la ritrassi.
TOSCA
Giura!
CAVARADOSSI
serio
Giuro!
TOSCA
sempre con gli occhi rivolti al quadro
Come mi guarda fiso!
CAVARADOSSI
la spinge dolcemente a scendere dalla gradinata. Essa discende all'indietro tenendo alto le sue mani in quelle di Cavaradossi. Tosca scendendo ha sempre la faccia verso il quadro cui Mario dà le spalle
Vien via!
TOSCA
Di me beffarda, ride.
sono scesi
CAVARADOSSI
Follia!
la tiene presso di sé fissandola in viso
TOSCA
con dolce rimprovero
Ah, quegli occhi!…
CAVARADOSSI
Quale occhio al mondo
può star di paro
all'ardente occhio tuo nero?
È qui che l'esser mio s'affisa intero.
Occhio all'amor soave, all'ira fiero!
Qual altro al mondo può star di paro
all'occhio tuo nero!…
TOSCA
rapita, appoggiando la testa alla spalla di Cavaradossi
Oh, come la sai bene
l'arte di farti amare!
maliziosamente
Ma… falle gli occhi neri!…
CAVARADOSSI
teneramente
Mia gelosa!
TOSCA
Sì, lo sento… ti tormento
senza posa.
CAVARADOSSI
Mia gelosa!
TOSCA
Certa sono - del perdono
se tu guardi al mio dolor!
CAVARADOSSI
Mia Tosca idolatrata,
ogni cosa in te mi piace;
l'ira audace
e lo spasimo d'amor!
TOSCA
Dilla ancora
la parola che consola…
Dilla ancora!
CAVARADOSSI
Mia vita, amante inquieta,
dirò sempre: "Floria, t'amo!"
Ah ! l'alma acquieta,
sempre "t'amo!" ti dirò!
TOSCA
sciogliendosi, paurosa d'esser vinta
Dio! quante peccata!
M'hai tutta spettinata!
CAVARADOSSI
Or va, lasciami!
TOSCA
Tu fino a stassera
stai fermo al lavoro. E mi prometti:
sia caso o fortuna,
sia treccia bionda o bruna,
a pregar non verrà donna nessuna!
CAVARADOSSI
Lo giuro, amore!… Va!
TOSCA
Quanto m'affretti!
CAVARADOSSI
con dolce rimprovero vedendo rispuntare la gelosia
Ancora?
TOSCA
cadendo nelle sue braccia e porgendogli la guancia
No - perdona!…
CAVARADOSSI
scherzoso
Davanti alla Madonna?
TOSCA
accennando alla Madonna
È tanto buona!
si baciano. Avviandosi ad uscire e guardando ancora il quadro, maliziosamente gli dice:
Ma falle gli occhi neri!…
fugge rapidamente
Cavaradossi rimane commosso e pensieroso
SCENA SESTA
Cavaradossi - Angelotti
Appena uscita Tosca, Cavaradossi sta ascoltandone i passi allontanarsi, poi con precauzione socchiude l'uscio e guarda fuori. Visto tutto tranquillo, corre alla Cappella. Angelotti appare subito dietro la cancellata.
CAVARADOSSI
aprendo la cancellata ad Angelotti, che naturalmente ha dovuto udire il dialogo precedente
È buona la mia Tosca, ma credente
al confessor nulla tiene celato, ond'io mi tacqui.
È cosa più prudente.
ANGELOTTI
Siam soli?
CAVARADOSSI
Sì. Qual è il vostro disegno?…
ANGELOTTI
A norma degli eventi, uscir di Stato
o star celato in Roma… Mia sorella…
CAVARADOSSI
L'Attavanti?
ANGELOTTI
Sì… ascose un muliebre
abbigliamento là sotto l'altare…
Vesti, velo, ventaglio…
si guarda intorno con paura
Appena imbruni
indosserò quei panni…
CAVARADOSSI
Or comprendo!
Quel fare circospetto
e il pregante fervore
in giovin donna e bella
m'avean messo in sospetto
di qualche occulto amor!
Or comprendo!
Era amor di sorella!
ANGELOTTI
Tutto ella ha osato
onde sottrarmi a Scarpia, scellerato!
CAVARADOSSI
Scarpia?! Bigotto satiro che affina
colle devote pratiche
la foia libertina
e strumento al lascivo talento
con forza crescente
fa il confessore e il boia!
La vita mi costasse, vi salverò!
Ma indugiar fino a notte è mal sicuro…
ANGELOTTI
Temo del sole!…
CAVARADOSSI
indicando
La cappella mette
a un orto mal chiuso, poi c'è un canneto
che va lungi pei campi a una mia villa.
ANGELOTTI
M'è nota…
CAVARADOSSI
Ecco la chiave… - innanzi sera
io vi raggiungo, - portate con voi
le vesti femminili…
ANGELOTTI
raccoglie in fascio le vestimenta sotto l'altare
Ch'io le indossi?
CAVARADOSSI
Per or non monta, il sentier è deserto…
ANGELOTTI
per uscire
Addio!
CAVARADOSSI
accorrendo verso Angelotti
Se urgesse il periglio, correte al pozzo del giardin.
L'acqua è nel fondo, ma a mezzo della canna,
un picciol varco guida ad un antro oscuro,
rifugio impenetrabile e sicuro!
un colpo di cannone; i due si guardano agitatissimi
ANGELOTTI
Il cannon del castello!…
CAVARADOSSI
Fu scoperta la fuga!
Or Scarpia i suoi sbirri sguinzaglia!
ANGELOTTI
Addio!
CAVARADOSSI
con subita risoluzione
Con voi verrò! Staremo all'erta!
ANGELOTTI
Odo qualcun!
CAVARADOSSI
con entusiasmo
Se ci assalgon, battaglia!
escono rapidamente dalla Cappella.
SCENA SETTIMA
Sagrestano - Allievi e Cantori della Cappella - Chierici - Confratelli.
SAGRESTANO
entra correndo, tutto scalmanato, gridando:
Sommo giubilo, Eccellenza!…
guarda verso l'impalcato e rimane sorpreso di non trovarvi neppure questa volta il pittore
Non c'è più! Ne son dolente!…
Chi contrista un miscredente
si guadagna un'indulgenza!
accorrono da ogni parte chierici, confratelli, allievi e cantori della Cappella. Tutti costoro entrano tumultuosamente
Tutta qui la cantoria!
Presto !…
altri allievi entrano in ritardo e alla fine si radunano tutti
ALLEVI
colla massima confusione
Dove?
SAGRESTANO
spinge alcuni chierici
In sagrestia…
ALCUNI
Ma che avvenne?
SAGRESTANO
Nol sapete?
affannoso
Bonaparte… scellerato…
Bonaparte…
ALTRI ALLEVI
si avvicinano al sagrestano e lo attorniano, mentre accorrono altri che si uniscono ai primi
Ebben? Che fu?
SAGRESTANO
Fu spennato, sfracellato,
è piombato a Belzebù!
ALLEVI, CANTORI
Chi lo dice?
È sogno!
È fola!
SAGRESTANO
È veridica parola;
or ne giunse la notizia!
CORO
Si festeggi la vittoria!
SAGRESTANO
E questa sera
gran fiaccolata
veglia di gala a Palazzo Farnese,
ed un'apposita
nuova cantata
con Floria Tosca!…
E nelle chiese
inni al Signore!
Or via a vestirvi,
non più clamor!
Via… via… in sagrestia!
TUTTI
ridendo e gridando gioiosamente, senza badare al Sagrestano che inutilmente li spinge a urtoni verso la sagrestia
Doppio soldo… Te Deum… Gloria!
Viva il Re!… Si festeggi la vittoria!
SCENA OTTAVA
Scarpia - Sagrestano - Cantori - Allievi, ecc. - Spoletta - Sbirri
Le loro grida e le loro risa sono al colmo, allorché una voce ironica tronca bruscamente quella gazzarra volgare di canti e risa. È Scarpia: dietro a lui Spoletta e alcuni sbirri.
SCARPIA
con grande autorità
Un tal baccano in chiesa! Bel rispetto!
SAGRESTANO
balbettando impaurito
Eccellenza! il gran giubilo…
SCARPIA
Apprestate per il te Deum.
tutti s'allontanano mogi; anche il Sagrestano fa per cavarsela, ma Scarpia bruscamente lo trattiene
Tu resta!
SAGRESTANO
impaurito
Non mi muovo!
SCARPIA
a Spoletta
E tu va, fruga ogni angolo,
raccogli ogni traccia
SPOLETTA
Sta bene!
fa cenno a due sbirri di seguirlo
SCARPIA
ad altri sbirri che eseguiscono
Occhio alle porte,
senza dar sospetti!
al Sagrestano
Ora a te! Pesa
le tue risposte. Un prigionier di Stato
fuggì pur ora da Castel Sant'Angelo…
energico
S'è rifugiato qui…
SAGRESTANO
Misericordia!
SCARPIA
Forse c'è ancora.
Dov'è la Cappella degli Attavanti?
SAGRESTANO
Eccola.
va al cancello e lo vede socchiuso
Aperta! Arcangeli!
E un'altra chiave!
SCARPIA
Buon indizio… Entriamo.
entrano nella Cappella, poi ritornano: Scarpia, assai contrariato, ha fra le mani un ventaglio chiuso che agita nervosamente
fra sé
Fu grave sbaglio
quel colpo di cannone! Il mariolo
spiccato ha il volo, ma lasciò una preda…
preziosa… un ventaglio.
agitandolo in aria
Qual complice il misfatto preparò?
resta alquanto pensieroso, poi guarda attentamente il ventaglio; ad un tratto egli vi scorge uno stemma, e vivamente esclama:
La marchesa Attavanti!…
Il suo stemma!…
guarda intorno, scrutando ogni angolo della chiesa: i suoi occhi si arrestano sull'impalcato, sugli arnesi del pittore, sul quadro… e il noto viso dell'Attavanti gli appare riprodotto nel volto della santa
Il suo ritratto!
al sagrestano
Chi fe' quelle pitture?
SAGRESTANO
ancor più invaso dalla paura
Il cavalier
Cavaradossi…
SCARPIA
Lui!
uno degli sbirri che seguì Scarpia, torna dalla Cappella portando il paniere che Cavaradossi diede ad Angelotti
SAGRESTANO
vedendolo
Numi! Il paniere!
SCARPIA
seguitando le sue riflessioni
Lui! L'amante di Tosca!
Un uom sospetto!
Un volterrian!
SAGRESTANO
che avrà esaminato il paniere, con gran sorpresa esclama:
Vuoto?… Vuoto!…
SCARPIA
Che hai detto?
vede lo sbirro col paniere
Che fu?…
SAGRESTANO
prendendo il paniere
Si ritrovò nella Cappella
questo panier.
SCARPIA
Tu lo conosci?
SAGRESTANO
Certo!
è esitante e pauroso
È il cesto del pittor… ma… nondimeno…
SCARPIA
Sputa quello che sai.
SAGRESTANO
sempre più impaurito e quasi piangendo gli mostra il paniere vuoto
Io lo lasciai ripieno
di cibo prelibato…
Il pranzo del pittor!…
SCARPIA
attento, inquirente per scoprir terreno
Avrà pranzato!
SAGRESTANO
Nella Cappella?
facendo cenno di no colla mano
Non ne avea la chiave
né contava pranzar… disse egli stesso.
Onde l'avea già messo…
al riparo.
mostra dove aveva riposto il paniere e ve lo lascia impressionato dal severo e silente contegno di Scarpia
(Libera me Domine!)
pausa
SCARPIA
(Or tutto è chiaro…
la provvista - del sacrista
d'Angelotti fu la preda!)
scorgendo Tosca che entra nervosissima
Tosca? Che non mi veda.
appena vista entrare Tosca, si è abilmente nascosto dietro la colonna ov'è la pila dell'acqua benedetta, facendo imperioso cenno di rimanere al Sagrestano; il quale, tremante, imbarazzato, si reca vicino al palco del pittore
(Per ridurre un geloso allo sbaraglio
Jago ebbe un fazzoletto… ed io un ventaglio!…)
SCENA NONA
Tosca - Scarpia - Sagrestano
TOSCA
Va dritta all'impalcato, ma non trovandovi Cavaradossi, sempre in grande agitazione va a cercarlo nella navata principale della chiesa.
Mario?! Mario?!
SAGRESTANO
che si trova ai piedi dell'impalco, avvicinandosi a Tosca
Il pittor Cavaradossi?
Chi sa dove sia?
Svanì, sgattaiolò
per sua stregoneria.
se la svigna
TOSCA
Ingannata? No!… no!…
Tradirmi egli non può!
quasi piangendo
SCARPIA
ha girato la colonna e si presenta a Tosca, sorpresa del suo subito apparire. Intinge le dita nella pila e le offre l'acqua benedetta; fuori suonano le campane che invitano alla chiesa
Tosca gentile la mano mia
la vostra aspetta, piccola manina,
non per galanteria
ma per offrirvi l'acqua benedetta.
TOSCA
tocca le dita di Scarpia e si fa il segno della croce
Grazie, signor!
SCARPIA
Un nobile
esempio è il vostro. Al cielo
piena di santo zelo
attingete dell'arte il magistero
che la fede ravviva!
TOSCA
distratta e pensosa
Bontà vostra…
cominciano ad entrare in chiesa ed a recarsi verso il fondo alcuni popolani
SCARPIA
Le pie donne son rare…
Voi calcate la scena…
con intenzione
E in chiesa ci venite per pregar…
TOSCA
sorpresa
Che intendete?…
SCARPIA
E non fate come certe sfrontate
che han di Maddalena
indica il ritratto
viso e costumi…
con intenzione marcata
e vi trescan d'amore!
TOSCA
scatta pronta
Che? D'amore? Le prove!
SCARPIA
mostrandole il ventaglio
È arnese da pittore questo?
TOSCA
lo afferra
Un ventaglio? Dove stava?
entrano alcuni contadini
SCARPIA
Là su quel palco. Qualcun venne
certo a sturbar gli amanti
ed essa nel fuggir perdé le penne!…
TOSCA
esaminando il ventaglio
La corona! Lo stemma! È l'Attavanti!
Presago sospetto!…
SCARPIA
(Ho sortito l'effetto!)
TOSCA
con grande sentimento, trattenendo a stento le lagrime, dimentica del luogo e di Scarpia
Ed io venivo a lui tutta dogliosa
per dirgli: invan stassera,
il ciel s'infosca…
l'innamorata Tosca
è prigioniera… dei regali tripudi.
entra un gruppo di pastori e ciociare
SCARPIA
(Già il veleno l'ha rosa!)
mellifluo a Tosca
O che v'offende,
dolce signora?…
Una ribelle
lagrima scende
sovra le belle
guancie e le irrora;
dolce signora,
che mai v'accora?
TOSCA
Nulla!
vari Nobili Signori accompagnano alcune donne
SCARPIA
con marcata intenzione
Darei la vita
per asciugar quel pianto.
TOSCA
non ascoltandolo
Io qui mi struggo e intanto
d'altra in braccio le mie smanie deride!
SCARPIA
(Morde il veleno!)
entrano alcuni borghesi alla spicciolata
TOSCA
con grande amarezza
Dove son? Potessi
coglierli, i traditori!
sempre più crucciosa
Oh qual sospetto!
Ai doppi amori
è la villa ricetto!
con immenso dolore
Traditor!
Oh mio bel nido insozzato di fango!
con pronta risoluzione
Vi piomberò inattesa!
rivolta al quadro, minacciosa
Tu non l'avrai stasera. Giuro!
SCARPIA
scandalizzato, quasi rimproverandola
In chiesa!
TOSCA
Dio mi perdona… Egli vede ch'io piango!
piange dirottamente; Scarpia la sorregge accompagnandola all'uscita, fingendo di rassicurarla.
Appena uscita Tosca, la chiesa poco a poco va sempre più popolandosi. La folla si raggruppa nel fondo, in attesa del Cardinale; alcuni inginocchiati pregano.
SCARPIA
dopo aver accompagnato Tosca, ritorna presso la colonna e fa un cenno: subito si presenta Spoletta
Tre sbirri… Una carrozza…
Presto!… seguila
dovunque vada!… non visto!… provvedi!
SPOLETTA
Sta bene! Il convegno?
SCARPIA
Palazzo Farnese!
Spoletta parte rapidamente con tre sbirri
con un sorriso sardonico
Va, Tosca! Nel tuo cuor s'annida Scarpia!…
È Scarpia che scioglie a volo
il falco della tua gelosia.
Quanta promessa nel tuo pronto sospetto!
Esce il corteggio che accompagna il Cardinale all'altare maggiore: i soldati svizzeri fanno far largo alla folla, che si dispone su due ali. Scarpia s'inchina e prega al passaggio del Cardinale. Il Cardinale benedice la folla che reverente s'inchina.
CAPITOLO
Adjutorum nostrum in nomine Domini
FOLLA
Qui fecit coelum et terram
CAPITOLO
Sit nomen Domini benedictum
FOLLA
Et hoc nunc et usquem in saeculum.
SCARPIA
con ferocia
A doppia mira
tendo il voler, né il capo del ribelle
è la più preziosa. Ah di quegli occhi
vittoriosi veder la fiamma
con passione erotica
illanguidir con spasimo d'amor,
fra le mie braccia…
ferocemente
L'uno al capestro,
l'altra fra le mie braccia…
resta immobile guardando nel vuoto.
Tutta la folla è rivolta verso l'altare maggiore; alcuni s'inginocchiano.
FOLLA
Te Deum laudamus:
Te Dominum confitemur!
SCARPIA
riavendosi come da un sogno
Tosca, mi fai dimenticare Iddio!
s'inginocchia e prega con entusiasmo religioso
TUTTI
Te aeternum Patrem
omnis terra veneratur!