ATTO PRIMO
Ballo
SCENA I
Luogo deserto chiuso da alti e scoscesi monti, a' piedi de' quali è cavato un picciolo antro.
Bradamante in abito virile guerriero, Melisso pure in abito guerriero.
BRADAMANTE
Oh dei! quivi non scorgo alcun sentiero!
MELISSO
Taci! Da quello speco donna, mi sembra,
ad incontrar ne viene.
MORGANA
(esce dalla caverna)
Qual felice ventura, animosi guerrieri,
a noi vi reca?
MELISSO
Il mar turbato, il vento qui ne sospinse.
BRADAMANTE
E a chi è 'I felice suolo?
MORGANA
Della possente Alcina, il regno è questo.
MELISSO
Oh! noi felici!
BRADAMANTE
Intesi il suo poter, la sua beltà.
Ma dinne, lice a noi d'inchinar
l'alta regina?
MORGANA
(a Bradamante)
Per te, nobil guerriero, un dolce amore
mi si desta nell'alma.
In questo loco attendetela sì: verrà fra poco.
O s'apre al riso,
o parla, o tace,
ha un non so che,
il tuo bel viso,
che troppo piace,
caro, al mio cor.
Il primo sguardo,
che in voi fissai
provar mi fe'
vezzosi rai,
quanto è col dardo
possente Amor.
(Parte)
SCENA II
S'ode strepito di tuoni, e folgori, aprendosi improvvisamente da più lati rovinando il monte: e dileguandosi, appare la deliziosa reggia di Alcina, d'ond'ella in atto di adornarsi siede presso a Ruggiero, che le sostiene al
volto uno specchio. Il giovinetto Oberto si tiene da un canto, pagi e damigelle, che le apprestano vari abbigliamenti. Altri giovani cavalieri e dame coronati di fiori formano il coro, ed il ballo.
CORO
Questo è il cielo de' contenti,
questo è il centro del goder;
qui è l'Eliso de' viventi,
qui l'eroi forma il piacer.
Ballo
Bradamente e Melisso si arrestano alquanto ad ammirare la magnificenza del luogo, e delle feste.
Avanzando poi verso Alcina, Bradamente riconosce Ruggiero.
BRADAMANTE
(sotto voce)
Ecco l'infido.
MELISSO
(sotto voce)
Taci.
(avanzando verso Alcina)
Alta Reina, con Ricciardo guerriero,
Melisso a' piedi tuoi umil s'inchina.
ALCINA
Fu vostra sorte, amici,
al mio regno approdar.
MELISSO
Diam lode al cielo.
Ti preghiam che pietosa, sin che 'I mar
sia placato, ne permetti a restar.
ALCINA
Tanto mi è grato. E tu, odi Ruggiero,
anima mia, mostra or la mia reggia,
e caccie, e fonti. Veggan dove scoprimmo
all'ombra amica d'un scambievole amor,
fiamma pudica.
Di', cor mio, quanto t'amai,
mostra il bosco, il fonte, it rio,
dove tacqui e sospirai,
pria di chiederti mercé.
Dove fisso ne' miei rai,
sospirando al sospir mio,
mi dicesti con un sguardo:
peno, ed ardo al par dite.
(Parte)
SCENA III
OBERTO
Generosi guerrier, deh! per pietade,
udiste mai dei paladino Astolfo?
MELISSO
D'Astolfo?
BRADAMANTE
Del cugin?
MELISSO
Perché?
OBERTO
E' mio padre. Dal naufragio scampati
il genitor ed io quivi approdammo;
e la clemente Alcina generosa ne accolse,
anzi d'onori colmò il mio genitor.
MELISSO
Che arrivò poi?
BRADAMENTE
(sotto voce a Melisso)
Sarà con gli altri
in fera.
OBERTO
Più non lo trovo, e 'alma mia dispera.
(Piange.)
Chi m'insegna il caro padre?
Chi mi rende il genitor,
per far lieto questo cor?
M'abbandona la speranza;
langue in me bella costanza;
agitato è in me l'amor.
(Parte)
SCENA IV
BRADAMANTE
(a Ruggiero)
Mi ravvisi, Ruggier, dimmi?
RUGGIERO
Il tuo volto di Ricciardo rassembra.
BRADAMANTE
Io pur son quello,
germano alla tua cara Bradamante.
RUGGIERO
Mia? no: t'inganni. lo son d'Alcina amante.
MELISSO
Signor, tu senza il brando, e senza scudo?
RUGGIERO
Servo ad amor, che va senz'arme e nudo.
MELISSO
Della tua prima fama nulla curi?
BRADAMANTE
E la fede, che alta germana mia
di sposa desti?
RUGGIERO
(sotto voce)
E Alcina mia non vien?
(a Bradamente e Melisso)
Siete molesti.
(a Bradamante)
Di te mi rido, semplice stolto.
(a Melisso)
Sieguo Cupido, amo un bel volto,
né so mancar di fé.
Il caro bene
che m'innamora,
a me non viene?
Non torna ancora?
Che fa? Dov'è?
(Parte frettoloso)
SCENA V
(Entra, furioso, Oronte)
ORONTE
(a Bradamente)
Qua dunque ne veniste, d'una donna
incostante a involarmi l'amor?
Grave è l'offesa...
(tirando la spada)
Decida il brando sol la ria contesa.
BRADAMANTE
Qual ingiuria, qual'onta, ricevesti da noi?
ORONTE
La spada il dica.
MORGANA
(entrando frettolosa, a Bradamante)
lo son tua difesa, io …
(ad Oronte)
… tua nemica.
(a Bradamante)
Ospite, nol curare.
(ed Oronte)
E tu superbo!
La reina offendesti.
BRADAMANTE
Volgiamo altrove il piè …
MORGANA
(a Bradamante)
Caro, no’l voglio,
che di Oronte punir saprò l’orgoglio.
BRADAMANTE
(ad Oronte)
E' gelosia,
(a Morgana)
Forza è d'amore,
(ad Oronte)
ch'il sen t'affanna,
(a Morgana)
che senti al core,
(ad Oronte)
ma quest'è ancora la pena mia,
(a Morgana)
ma pur tiranna la provo in sen.
(ad Oronte)
Per un bel volto,
che ne vien tolto,
tu mesto gemi;
(a Morgana)
noi ci sdegniamo
e tutti amiamo
senza mercé.
Camera, che guarda agli appartamenti di Alcina
(Ruggiero torna dal cercare)
RUGGIERO
Vo cercando la bella cagion delle mie pene;
vieni, deh! vieni a me, caro mio bene!
Bramo di trionfar
sol per piacer d'amor,
ma non contento ancor
m'agita l'alma.
Suol gloria accompagnar
un generoso ardor,
ma senza amor il cor
non può aver calma.
Bramo di trionfar, ecc.
SCENA VI
ORONTE
Io dunque...
MORGANA
Audace Oronte, in te ritorna, e riconcosci
ormai qual mi son, chi tu sei. Voglio, e
non voglio seguir quel che mi piace;
puoi tu forse vietarmi? Oronte audace!
ORONTE
La fè del giuramento?
MORGANA
La portò seco via rapido il vento.
ORONTE
Ma cara, la mia doglio?
MORGANA
Amar, e disamar quest è mia voglia.
Men vado, Oronte addio.
(Parte)
SCENA VII
Camera, che guarda agli appartamenti di Alcina.
Ruggiero torna dal cercare.
RUGGIERO
La cerco invano,
e la crudel non torna.
ORONTE
(entrando, fra sé)
Nuovo inganno si trovi:
un geloso amator all'altro giovi.
(a Ruggiero)
Senti, Ruggiero, senti: e credi a' sguardi,
alla mentita frode d'Alcina tua?
RUGGIERO
Così favella Oronte?
ORONTE
Così. Tu sol non sai,
che chiudon queste selve
mille amanti infelici, conversi in onda,
in fredde rupi, in belve?
RUGGIERO
lo so ben di quai lacci
per me la strinse amore.
ORONTE
Il laccio è sciolto.
RUGGIERO
Me sol ama e desia.
ORONTE
Va, che sei stolto;
Ricciardo è l'idol suo.
RUGGIERO
Già di lui s'invaghi?
ORONTE
Lui solo adora:
e per lui cangeratti in belva ancora.
Semplicetto! a donna credi?
Se la vedi,
che ti mira,
che sospira,
pensa e di':
ingannar potrebbe ancor.
Quei sospiri lusinghieri,
Quelli sguardi a volger tardi,
Menzogneri fa così,
Senza amar, mostrare amor.
(Oronte parte. Entra Alcina.)
SCENA VIII
RUGGIERO
Ah! infedele, infedel! Questo è l'amore?
ALCINA
Mio tesoro, mio ben, anim mia!
chiami Alcina infedele?
RUGGIERO
Sì, ché lo sei, crudele.
Va, Ricciardo t'attende;
egli a' tuoi prieghi qui volse il pié;
quivi per te dimora.
ALCINA
Tu geloso m’offendi, e piaci ancora.
SCENA IX
BRADAMANTE
(entrando)
Regina, il tuo soggiorno quanto di raro
Ha il mondo ha in sé raccolto; ma il
Portento maggior è il tuo bel volto.
ALCINA
Bello è sol per Ruggiero.
BRADAMANTE
Egli lo merta.
RUGGIERO
Eh! Torna al patrio lido, torna Ricciardo,
a trattar l’arme…
BRADAMANTE
(sottovoce)
Infido!
ALCINA
Lascia prima, che sia l’onda placata.
BRADAMANTE
E’ pietade.
ALCINA
E’ dovere.
RUGGIERO
(ad Alcina, sdegnato)
E’ amore, ingrata!
ALCINA
Alla costanza mia così favella
il tuo core crudele?
E pur ti son fedel,
e pur son quella.
Sì, son quella,
non più bella,
non più cara
agli occhi tuoi;
ma se amar
tu non mi vuoi,
infedel, deh! non mi odiar.
Chiedi al guardo, alla favella,
Se son quella, dillo ingrato
Al tuo core mentitore,
Che mi vuole rinfacciar.
(Alcina parte. Entra Bradamante.)
SCENA X
BRADAMANTE
(a Ruggiero)
Se nemico mi fossi, potresti peggio far?
RUGGIERO
Rival mi sei, t'odio, Ricciardo.
BRADAMANTE
Odii il german diletto della tua Bradamante?
RUGGIERO
E perciò t'odio ancor.
BRADAMANTE
Perfido amante, tu così mi dispreggi?
RUGGIERO
Forse d'amor vaneggi?
BRADAMANTE
Indegno amante!
RUGGIERO
Che favelli? ed a chi?
BRADAMANTE
Mirami, altero:
Bradamante così parla a Ruggiero.
SCENA XI
(Melisso entra inosservato.)
RUGGIERO
Bradamante favella? Bradamante
in tal arme? Regina, sei tradita.
MELISSO
Eh! non è quella.
BRADAMANTE
Sì: va della tua maga
a espormi all'ira.
MELISSO
Ruggier, non l'ascoltar.
RUGGIERO
So che delira.
(a Bradamante)
La bocca vaga,
quell'occhio nero,
lo so, t'impiaga;
ma è fida ancora;
chi t'innamora
per te non è.
Va, che sei stolto;
cangia pensiero!
Piace quel volto,
ma datti pace,
non è per te.
(Esce.)
SCENA XII
MELISSO
(a Bradamante)
A quai strani perigli
n'espone il tuo parlar.
BRADAMANTE
Nell'altrui mal,
facile è dar consigli.
Esce Melisso. Morgana entra di corsa.
SCENA XIII
MORGANA
(a Bradamante)
Fuggi, cor mio, ti affretta!
Al geloso Ruggiero
concesse alfin l'innamorata maga
in belva di cangiarti.
BRADAMANTE
Va, lo ritrova, e digli
che Alcina non desio, che amarla
non saprei: che ardo per altro volto.
MORGANA
Io volo; è 'l mio.
BRADAMANTE
Sì.
MORGANA
Me beata!
BRADAMANTE
E vanne ad Alcina, co’ prieghi fa ch’un
Sì fido amante a te non nieghi.
MORGANA
A lei rivolgo il piede: e sarai mio?
BRADAMANTE
Tel giuro. Ecco la fede.
(Le dà la mano, e poi parte)
BRADAMANTE
(fra sé)
Dia l'inganno ristoro al mio gran duolo.
ALCINA
Tiranna gelosia dell'amato Ruggier tormenta il core,
e pur solo per lui mi strugge amore.
SCENA XIV
MORGANA
Tornami a vagheggiar,
te solo vuoi amar
quest'anima fedel,
caro mio bene.
Già ti donai il mio cor;
fido sarà il mio amor;
mai ti sarò crudel,
cara mia speme.
Gavotte I - Sarabanda - Menuetto - Gavotte II