ATTO SECONDO
Sinfonia
SCENA I°
Notte con lume di Luna. Luogo di antiche rovine, con la veduta in mezzo della porta segreta del giardino reale, corrispondente agli appartamenti di Ginevra.
Recitativo
POLINESSO
Di Dalinda l’amore
quanto giunge opportuno al mio disegno!
Viene pure Ariodante:
guidalo, o sorte, in sì remota parte,
che questo è il campidoglio a’ mia bell’arte.
SCENA II°
Ariodante, Polinesso, poi Lurcanio in disparte, indi Dalinda in abito di Ginevra.
Recitativo
POLINESSO
Eccolo, o amico, e come
qui ti ritrovo?
ARIODANTE
È tanto
il giubilo dell’alma, che non ponno
chiudersi le mie luci ancora al sonno.
Ginevra, l’idol mio, mercè d’amore…
POLINESSO
Che fia?
ARIODANTE
Mia sposa…
POLINESSO
Sogni.
ARIODANTE
Esulta il core!
POLINESSO
Scherzi, Ariodante?
ARIODANTE
È ver: ella poc’anzi
mi diè in pegno la destra.
POLINESSO
E a me dispensa
amorosi contenti.
ARIODANTE
mettendo la mano sopra la spada
Olà, Duca, che parli?
Il ferro mio ti sosterrà, che menti.
POLINESSO
T’acquieta; se tu vuoi
crederlo agli occhi tuoi,
farti veder l’inganno ora m’impegno.
Entra Lurcanio a parte, si nasconde tra la rovine.
LURCANIO
(Col Duca il mio germano? io qui mi celo.)
POLINESSO
Quì ti nascondi.
ARIODANTE
E questa notte fia
se menzognero, o se verace sei,
l’ultimo de’ tuoi giorni, oppur de’ miei.
Aria
ARIODANTE
Tu preparati a morire,
se mentire ti vedrò!
Se la bella m’ha ingannato,
disperato io morirò.
Ariodante si nasconde tra le rovine, e Polinesso batta alla porta, che gli viene aperta da Dalinda in abito di Ginevra.
Recitativo
POLINESSO
Ginevra?
DALINDA
O mio Signore!
Entra Polinesso, e la porta si chiude.
LURCANIO
(Impudica!)
ARIODANTE
Occhi miei,
che vedeste? E pur dessa…
Va sulla porta risolutamente.
Su questa soglia infame,
si dia morte al dolore.
Sfodera la spada, e posa il pomo in terra per uccidersi, quando Lurcanio lo trattiene, e gli toglie la spada.
LURCANIO
Ferma, germano; a che tanto furore?
Aria
LURCANIO
Tu vivi, e punito
rimanga l’eccesso
d’amore tradito,
d’offesa onestà.
Che il volger crudele,
il ferro in se stesso,
per donnaa infedele,
è troppa viltà.
Parte, e gli porta via la spada.
SCENA III°
Ariodante solo
ARIODANTE
E vivo ancora? E senza il ferro? oh Dei!
Che farò? Che mi dite, o affanni miei?
Aria
ARIODANTE
Scherza infida in grembo al drudo,
io tradito a morte in braccio
per tua colpa ora men vo.
Ma a spezzar l’indegno laccio,
ombra mesta, e spirto ignudo,
per tua pena io tornerò.
Parte.
SCENA IV°
Polinesso, e Dalinda con abito di Ginevra.
Recitativo
POLINESSO
Guardando per la scena
(Lo stral ferì nel segno;
disperato partì; oh! me beato!)
DALINDA
Addio, Signor; già s’avvicina il giorno.
POLINESSO
Se i rimproveri miei
a queste spoglie sol diretti udisti,
udirai qui avante
tenerezze d’amor, sensi d’amante.
Aria
DALINDA
Se tanto piace al cor
il volto tuo signor, quando disprezzi,
al cor quanto sarà
cara la tua beltà, quando accarezzi.
Parte.
SCENA V°
Polinesso solo.
Recitativo
POLINESSO
Felice fu il mio inganno,
che porta al mio rival l’ultimo danno.
Aria
POLINESSO
Se l’inganno sortisce felice
io detesto per sempre virtù.
Chi non vuoi se non quello che lice,
vive sempre infelice quaggiù.
Parte.
SCENA VI°
Galleria.
Re con guardie, accompagnato da consiglieri,
e poi Odoardo.
Recitativo
RE
Andiam, fidi, al consiglio
per dichiarar, che il Principe Ariodante
d’esser mio erede è degno.
ODOARDO
entrando
Misero Re! più sventurato regno!
RE
Odoardo, che fia?
Parla…
ODOARDO
La doglia mia, il mio pianto ti parli.
RE
Oh! Ciel conforto!
ODOARDO
Ariodante…
RE
Che?
ODOARDO
Signor, è morto.
RE
Come? che intendo? Oh Dei!
ODOARDO
Il suo scudiero
portò avviso alla corte;
che tristo al mar vicin, quasi un baleno
ratto gettosi all ‘onde salse in seno.
RE
Dallo stesso scudiero intender voglio
la cagion di sua morte.
Oh figlia! Oh me infelice! Oh iniqua sorte!
Aria
RE
Invida sorte avara,
misero in questo di!
nel prence mi rapì
parte del core.
Or nella figlia cara
del cor l’altra metà,
oh Dei! mi rapirà
forse il dolore.
Parte.
SCENA VII°
Ginevra, Dalinda e poi il Re.
Aria
GINEVRA
Mi palpita il core
nè intendo perché.
È gioia? È dolore?
Chi sa, che cos’è?
Recitativo
DALINDA
Sta’ lieta, o principessa.
RE
Figlia, un alma Reale
si distingue dall’altre, allor che forte
resiste ai colpi rei d’iniqua sorte.
GINEVRA
Qual preludio funesto!
RE
Ah! ria sventura!
GINEVRA
Deh! caro genitor, parla…
RE
Il sostegno…
la speranza del regno…
GINEVRA
Misera, oimè!
RE
Nel vicin mare assorto,
lo sposo Ariodante.
DALINDA
Oh! Cielo!
GINEVRA
Oh! Dei!
RE
Dal suo furor portato…
GINEVRA
Oh! padre.
RE
È morto.
GINEVRA
Ahi! resister non so, son morta anch’io.
Cade svenuta sulla seggiola.
DALINDA
Mia Signora!
RE
Mia figlia,
coraggio, ti conforta!
DALINDA
Ahi! sventura!
RE
Ahi! dolor! figlia?
GINEVRA
Son morta.
RE
Nel vicin letto, o servi,
vada col vostro aiuto; a lei ritorno
presto faronne; Ahi! sventurato giorno!
Ginevra viene portata via da Dalinda, paggi ecc., ed il Re nel partire incontra Odoardo e Lurcanio.
SCENA VIII°
Re, Odoardo e Lurcanio.
Recitativo
LURCANIO
Mio Re.
RE
Lurcanio, oh! Dei!
deh! ti consola; un padre
ritrovi in me, se il tuo germano è morto.
LURCANIO
Sire! chiedo giustizia, e non conforto.
RE
Giustizia? e contro chi?
LURCANIO
Contro del reo
della morte del mio caro germano!
RE
Come? se il suo furore…
LURCANIO
No, Sire, ebbe un autore.
RE
Chi fù?
LURCANIO
L’impudicizia.
RE
Oh! meraviglia!
Ma chi fu l’impudica?
LURCANIO
Ella è tua figlia.
RE
Oh Dei, che sento?
LURCANIO
Leggi.
Gli dà un foglio.
RE
Legge
«Per la segreta porta
del giardino reale la scorsa notte
introdusse Ginevra un certo amante.
Ti esposi il vero e quando
vi sia chi la difenda,
l’accusa io m’offro a sostener col brando.»
S’abbandona mesto sulla seggiola
Aria
LURCANIO
Il tuo sangue, ed il tuo zelo,
per la figlia, e per Astrea
gran contrasto or fanno in te.
Ma tu mostra al mondo, al cielo,
che in punir la figlia rea
non sei padre, essendo Re.
Parte.
SCENA IX°
Re, Odoardo, Ginevra e Dalinda.
Recitativo
ODOARDO
Quante sventure un giorno sol ne porta!
DALINDA
entrando con Ginevra
Sire! vedi il dolore,
che trasporta la figlia;
squarcia le vesti, e ‘l volto,
fatta di sé nemica.
GINEVRA
Padre…
RE
Non è mia figlia una impudica!
S’alza con dispetto, e parte
SCENA X°
Ginevra e Dalinda.
Recitativo accompagnato
GINEVRA
A me impudica?
DALINDA
(Oh Ciel, che intesi!)
GINEVRA
A me?
impudica? e perchè?
DALINDA
Misera figlia!
GINEVRA
A me? a me impudica?
DALINDA
Oh Dei!
GINEVRA
Chi sei tu? chi fu quelli? e chi son io?
DALINDA
(Ohimè delira!)
GINEVRA
Uscite
dalla reggia di Dite
furie che più tardate?
Su, su precipitate
nell’Erebo profondo,
quanto d’amor voi ritrovate al mondo.
DALINDA
Principessa?
GINEVRA
Dov’è? chi ‘l sa mel dica.
DALINDA
Torna, torna in te stessa; abbi conforto!
GINEVRA
Che importa a me,
se ‘l mio bel sol è morto.
Piange.
DALINDA
Si rischiara la mente!
GINEVRA
Dalinda, non son io quell’impudica?
Non fu il padre che ‘l disse?
E perché il disse?
DALINDA
Nol so.
GINEVRA
Lo so ben io, per mio martoro.
DALINDA
Consolati!
GINEVRA
Ove son? vivo? o deliro?
Aria
GINEVRA
Il mio crudel martoro
crescer non può di più;
morte, dove sei tu,
che ancor non moro?
Vieni, de’ mali miei,
no, che il peggior non sei,
ma sei ristoro.
Ballo
Entrée des Songes agréables.
Entrée des Songes funestes.
Entrée des Songes agréables affligés.
Combat des Songes funestes et des Songes agréables.
Recitativo accompagnato
GINEVRA
Che vidi? oh Dei!
misera me! non ponno
aver quiete mie pene
anche nel sonno.