ATTO TERZO
La sponda destra del Mincio. A sinistra è una casa a due piani, mezzo diroccata, la cui fronte lascia vedere per una grande arcata l'interno d'una rustica osteria al pian terreno, ed una rozza scala che mette al granaio, entro cui, da un balcone senza imposte, si vede un lettuccio. Nella facciata che guarda la strada è una porta che s'apre per di dentro; il muro poi è sì pieno difessure, che dal di fuori si può facilmente scorgere quanto avviene nell'interno. Infondo, la deserta parte del Mincio, che scorre dietro un parapetto in mezza ruina; di là dal fiume è Mantova.
È notte. Gilda e Rigoletto inquieti sono sulla strada, Sparafucile nell'interno dell'osteria.
No. 11 - Scena e Canzone
RIGOLETTO
E l'ami?
GILDA
Sempre.
RIGOLETTO
Pure
Tempo a guarirne t'ho lasciato.
GILDA
Io l'amo.
RIGOLETTO
Povero cor di donna! Ah, il vile infame! …
Ma ne avrai vendetta, o Gilda.
GILDA
Pietà, mio padre…
RIGOLETTO
E se tu certa fossi
Ch'ei ti tradisse, l'ameresti ancora?
GILDA
Nol so, ma pur m'adora.
RIGOLETTO
Egli?
GILDA
Sì.
RIGOLETTO
Ebben,
Osserva dunque.
La conduce presso una delle fessure del muro, ed ella vi guarda.
GILDA
Un uomo
Vedo.
RIGOLETTO
Per poco attendi.
Il Duca, in assisa di semplice ufficiale di cavalleria, entra nella sala terrena per una porta a sinistra.
GILDA
trasalendo
Ah, padre mio!
DUCA
a Sparafucile
Due cose
E tosto…
SPARAFUCILE
Quali?
DUCA
Una stanza e del vino!
RIGOLETTO
(Son questi i suoi costumi!)
SPARAFUCILE
(Oh, il bel zerbino!)
Entra nella stanza vicina.
DUCA
La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento
E di pensiero.
Sempre un amabile
Leggiadro viso,
In pianto o in riso
È menzognero.
È sempre misero
Chi a lei s'affida,
Chi le confida
Mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno
Non liba amore!
La donna è mobile, ecc.
Sparafucile rientra con una bottiglia di vino e due bicchieri che depone sulla tavola: quindi batte col pomo della sua lunga spada due colpi al soffitto. A quel segnale una ridente giovane, in costume di zingara, scende a salti la scala. Il Duca corre per abbracciarla, ma ella gli sfugge. Frattanto Sparafucile, uscito sulla via, dice a parte a Rigoletto:
SPARAFUCILE
È là il vostr'uomo …viver dee o morire?
RIGOLETTO
Più tardi tornerò l'opra a compire.
Sparafucile s'allontana dietro la casa verso il fiume.
No. 12 - Quartetto
DUCA
Un dì, se ben rammentomi,
O bella, t'incontrai…
Mi piacque di te chiedere
E intesi che qui stai.
Or sappi che d'allora
Sol te quest'alma adora.
GILDA
(Iniquo!)
MADDALENA
Ah! Ah!… e vent'altre appresso
Le scorda forse adesso?
Ha un'aria il signorino
Da vero libertino…
DUCA
Sì… un mostro son …
per abbracciarla
GILDA
Ah, padre mio!
MADDALENA
Lasciatemi,
Stordito.
DUCA
Ih, che fracasso!
MADDALENA
Stia saggio!
DUCA
E tu sii docile,
Non farmi tanto chiasso.
Ogni saggezza chiudesi
Nel gaudio e nell'amore.
Le prende la mano.
La bella mano candida!
MADDALENA
Scherzate voi, signore.
DUCA
No, no.
MADDALENA
Son brutta.
DUCA
Abbracciami.
GILDA
(Iniquo!)
MADDALENA
Ebbro!
DUCA
D'amore ardente,
MADDALENA
Signor, l'indifferente
vi piace canzonar?
DUCA
No, no, ti vo' sposar…
MADDALENA
Ne voglio la parola…
DUCA
ironico
Amabile figliuola!
RIGOLETTO
a Gilda che avrà tutto osservato ed inteso
E non ti basta ancor?
GILDA
Iniquo traditor!
DUCA
Bella figlia dell'amore,
Schiavo son dei vezzi tuoi;
Con un detto sol tu puoi
Le mie pene consolar.
Vieni e senti del mio core
Il frequente palpitar.
MADDALENA
Ah! ah! rido ben di core,
Che tai baie costan poco
Quanto valga il vostro gioco,
Mel credete, so apprezzar.
Son avvezza, bel signore,
Ad un simile scherzar.
GILDA
Ah, così parlar d'amore
A me pur intame ho udito!
Infelice cor tradito,
Per angoscia non scoppiar.
RIGOLETTO
a Gilda
Taci, il piangere non vale…
Ch'ei mentiva sei sicura.
Taci, e mia sarà la cura
La vendetta d'affrettar.
Sì, pronta fia, sarà fatale,
Io saprollo fulminar.
M'odi! ritorna a casa.
Oro prendi, un destriero
Una veste viril che t'apprestai,
E per Verona parti.
Sarovvi io pur doman.
GILDA
Or venite…
RIGOLETTO
Impossibil.
GILDA
Tremo.
RIGOLETTO
Va'.
Il Duca e Maddalena stanno sempre fra loro parlando, ridendo, bevendo. Partita Gilda, Rigoletto va dietro la casa, e ritorna parlando con Sparafucile e contandogli delle monete.
No. 13 - Scena, Terzetto e Tempesta
RIGOLETTO
Venti scudi hai tu detto? Eccone dieci,
E dopo l'opra il resto.
Ei qui rimane?
SPARAFUCILE
Sì.
RIGOLETTO
Alla mezzanotte
Ritornerò.
SPARAFUCILE
Non cale;
A gettarlo nel fiume basto io solo.
RIGOLETTO
No, no; il vo' far io stesso.
SPARAFUCILE
Sia… il suo nome?
RIGOLETTO
Vuoi sapere anche il mio?
Egli è Delitto, Punizion son io.
Parte; il cielo si oscura e tuona.
SPARAFUCILE
La tempesta è vicina!…
Più scura fia la notte.
DUCA
Maddalena?
per prenderla
MADDALENA
sfuggendogli
Aspettate… mio fratello
Viene.
DUCA
Che importa?
MADDALENA
Tuona!
SPARAFUCILE
entrando
E pioverà tra poco.
DUCA
Tanto meglio!
Tu dormirai in scuderia…
All'ínferno … ove vorrai.
SPARAFUCILE
Oh, grazie.
MADDALENA
piano al Duca
Ah no! partite.
DUCA
a Maddalena
Con tal tempo?
SPARAFUCILE
piano a Maddalena
Son venti scudi d'oro.
al Duca
Ben felice
D'offrirvi la mia stanza. Se a voi piace
Tosto a vederla andiamo.
Prende un lume e s'avvia per la scala.
DUCA
Ebben, sono con te … presto, vediamo.
Dice una parola all'orecchio di Maddalena e segue Sparafucile.
MADDALENA
(Povero giovin!… grazioso tanto!
Dio! qual notte è questa!)
DUCA
giunto al granaio, vedendone il balcone senza imposte
Si dorme all'aria aperta? bene, bene.
Buona notte,
SPARAFUCILE
Signor, vi guardi Iddio!
DUCA
Breve sonno dormiam; stanco son io.
Depone il cappello, la spada e si stende sul letto. Maddalena frattanto siede presso la tavola. Sparafucile beve dalla bottiglia lasciata dal Duca. Rimangono ambedue taciturni per qualche istante, e preoccupati da gravi pensieri.
La donna è mobile, ecc.
S'addormenta.
MADDALENA
È amabile invero cotal giovinotto.
SPARAFUCILE
Oh sì … venti scudi ne dà di prodotto.
MADDALENA
Sol venti!… son pochi! …valeva di più.
SPARAFUCILE
La spada, s'ci dorme, va', portami giù.
Maddalena sale al granaio e contempla il dormente, poi ripara alla meglio il balcone e scende portando con sé la spada. Nel frattempo Gilda comparisce dal fondo della via in costume virile, con stivali e speroni, e lentamente si avanza verso l'osteria, mentre Sparafucile continua a bere. Spessi lampi e tuoni.
GILDA
Ah, più non ragiono!
Amor mi trascina … mio padre, perdono!
tuono
Qual notte d'orrore! Gran Dio, che accadrà?
MADDALENA
posata la spada del Duca sulla tavola
Fratello?
GILDA
osservando per la fessura
Chi parla?
SPARAFUCILE
frugando in un credenzone
Al diavol ten vaI
MADDALENA
Somiglia un Apollo, quel giovine …io l'amo …
Ei m'ama … riposi… né più l'uccidiamo.
GILDA
ascoltando
Oh cielo!
SPARAFUCILE
gettandole un sacco
Rattoppa quel sacco!
MADDALENA
Perché?
SPARAFUCILE
Entr'esso il tuo Apollo, sgozzato da me,
Gettar dovrò al fiume.
GILDA
L'inferno qui vedo!
MADDALENA
Eppure il danaro salvarti scommetto
Serbandolo in vita.
SPARAFUCILE
Difficile il credo.
MADDALENA
M'ascolta… anzi facil ti svelo un progetto.
De' scudi già dieci dal gobbo ne avesti;
Venire cogli altri più tardi il vedrai…
Uccidilo, e venti allor ne avrai:
Così tutto il prezzo goder si potrà.
GILDA
Che sento!… Mio Padre!
SPARAFUCILE
Uccider quel gobbo!… che diavol dicesti!
Un ladro son forse? Son forse un bandito?
Qual altro cliente da me fu tradito?
Mi paga quest'uomo… fedele m'avrà.
MADDALENA
Ah, grazia per esso!
SPARAFUCILE
È d'uopo ch'ei muoia.
MADDALENA
Fuggire il fo adesso.
Va per salire.
GILDA
Oh, buona figliuola!
SPARAFUCILE
trattenendola
Gli scudi perdiamo.
MADDALENA
È ver!
SPARAFUCILE
Lascia fare…
MADDALENA
Salvarlo dobbiamo.
SPARAFUCILE
Se pria ch'abbia il mezzo la notte toccato
Alcuno qui giunga, per esso morrà.
MADDALENA
È buia la notte, il ciel troppo irato,
Nessuno a quest'ora da qui passerà.
GILDA
Oh, qual tentazione!… morir per l'ingrato?
Morire!… e mio padre! … Oh cielo, pietà!
Battono le undici e mezzo.
SPARAFUCILE
Ancor c'è mezz'ora.
MADDALENA
piangendo
Attendi, fratello…
GILDA
Che! piange tal donna! …Né a lui darò aita! …
Ah, s'egli al mio amore divenne rubello,
Io vo' per la sua gettar la mia vita.
Picchia alla porta.
MADDALENA
Si picchia?
SPARAFUCILE
Fu il vento.
Gilda torna a bussare.
MADDALENA
Si picchia, ti dico.
SPARAFUCILE
È strano!… Chi è?
GILDA
Pietà d'un mendico;
Asil per la notte a lui concedete.
MADDALENA
Fia lunga tal notte!
SPARAFUCILE
Alquanto attendete.
Va a cercare nel credenzone.
MADDALENA
Su, spicciati, presto, fa' l'opra compita:
Anelo una vita con altra salvar.
SPARAFUCILE
Ebbene, son pronto; quell'uscio dischiudi,
Più ch'altro gli scudi mi preme salvar.
GILDA
(Ah! presso alla morte, sì giovine sono!
Oh ciel, per quegl'empi ti chieggo perdono!
Perdona tu, o padre, a quest'infelice!
Sia l'uomo felice ch'or vado a salvar.)
MADDALENA
Spicciati!
SPARAFUCILE
Apri!
MADDALENA
Entrate!
GILDA
(Dio! Loro perdonate!)
MADDALENA, SPARAFUCILE
Entrate!
Sparafucile va a postarsi con un pugnale dietro alla porta; Maddalena apre e poi corre a chiudere la grande arcata di fronte, mentre entra Gilda, dietro a cui Sparafucile chiude la porta, e tutto resta sepolto nel silenzio e nel buio.
No. 14 - Scena e Duetto Finale
Rigoletto solo si avanza chiuso nel suo mantello. La violenza del temporale è diminuita, né più si vede e sente che qualche lampo e tuono.
RIGOLETTO
Della vendetta alfin giunge l'istante!
Da trenta dì l'aspetto
Di vivo sangue a lagrime piangendo,
Sotto la larva del buffon… Quest'uscio…
esaminando la casa
È chiuso!… Ah, non è tempo ancor! S'attenda.
Qual notte di mistero!
Una tempesta in cielo!…
In terra un omicidio!
Oh, come invero qui grande mi sento!
Suona mezzanotte.
Mezzanotte!
Picchia alla porta.
SPARAFUCILE
uscendo di casa
Chi è là?
RIGOLETTO
per entrare
Son io.
SPARAFUCILE
Sostate.
Rientra e torna trascinando un sacco.
È qua spento il vostro uomo.
RIGOLETTO
Oh gioia! … un lume!
SPARAFUCILE
Un lume?… No, il danaro.
Rigoletto gli dà una borsa.
Lesti all'onda il gettiam…
RIGOLETTO
No, basto io solo.
SPARAFUCILE
Come vi piace… Qui men atto è il sito.
Più avanti è più profondo il gorgo. Presto,
Che alcun non vi sorprenda. Buona notte.
Rientra in casa.
RIGOLETTO
Egli è là! … morto! … Oh sì! vorrei vederlo! …
Ma che importa? … è ben desso!…
Ecco i suoi sproni!
Ora mi guarda, o mondo!
Questi è un buffone, ed un potente è questo!
Ei sta sotto ai miei piedi!… È desso! O gioia!
È giunta alfine! la tua vendetta, o duolo! …
Sia l'onda a lui sepolcro,
Un sacco il suo lenzuolo!
All'onda! All'onda!
Fa per trascinare il sacco verso la sponda, quando è sorpreso dalla lontana voce del Duca, che nel fondo attraversa la scena.
DUCA
La donna è mobile, ecc.
RIGOLETTO
Qual voce!… Illusion notturna è questa!
trasalendo
No!… No! egli è desso…
verso la casa
Maledizione! Olà … dimon bandito!
Chi è mai, chi è qui in sua vece?
Taglia il sacco.
Io tremo … È umano corpo!
Lampeggia
Mia figlia!… Dio! mia figlia!…
Ah no… è impossibil!… per Verona è in via!
Fu vision…
inginocchiandosi
È dessa!
O mia Gilda: fanciulla, a me rispondi!
L'assassino mi svela …Olà?…
Picchia disperatamente alla porta.
Nessuno?
Nessun!…
tornando presso Gilda
Mia figlia?… Mia Gilda?… Oh, mia figlia!
GILDA
Chi mi chiama?
RIGOLETTO
Ella parla! … si muove! … È viva! … oh Dio!
Ah, mio ben solo in terra…
Mi guarda… mi conosci…
GILDA
Ah, padre mio!
RIGOLETTO
Qual mistero!… Che fu?… Sei tu ferita? … Dimmi!…
GILDA
indicando al core
L'acciar qui mi piagò…
RIGOLETTO
Chi t'ha colpita?
GILDA
Vho ingannato… colpevole fui…
L'amai troppo… ora muoio per lui!
RIGOLETTO
(Dio tremendo! Ella stessa fu colta
Dallo stral di mia giusta vendetta!)
Angiol caro, mi guarda, m'ascolta…
Parla … parlami, figlia diletta.
GILDA
Ah, ch'io taccia… a me… a lui perdonate!
Benedite alla figlia, o mio padre …
Lassù in cielo, vicino alla madre …
In eterno per voi pregherò.
Non più… Addio!
RIGOLETTO
Non morir, mio tesoro, pietate…
Mia colomba, lasciarmi non dei!
Se t'involi, qui sol rimarrei.
Non morire, o ch'io teco morrò!
Oh, mia figlia! Oh, mia Gilda!
Gilda muore.
Gilda! mia Gilda!… è morta!
Ah, la maledizione!
Strappandosi i capelli, cade sul cadavere della figlia.
(libretto: Francesco Maria Piave)