PARTE TERZA: "La ragion smarrita"
Scena Prima
(Salone terreno nella torre di Wolferag, adiacente al vestibolo. Una tavola spoglia di ogni ornamento, e un vecchio seggiolone ne formano tutto l'arredamento. Vi è nel fondo una porta che mette all'esterno: essa è fiancheggiata da due finestre che avendo infrante le invetriate, lasciano scorgere gran parte delle rovine di detta torre, ed un lato della medesima sporgente sul mare. È notte: il luogo viene debolmente illuminato da una smorta lampada. Il cielo è orrendamente nero; lampeggia, tuona, ed i sibili del vento si mescono coi scrosci della pioggia)
EDGARDO
(Edgardo è seduto presso la tavola, immerso ne' suoi malinconici pensieri; dopo qualche istante si scuote, e guardando attraverso delle finestre)
Orrida è questa notte
Come il destino mio!
(scoppia un fulmine)
Sì, tuona o cielo…
Imperversate o turbini… sconvolto
Sia l'ordin di natura,
e pera il mondo…
Ma non m'inganno! scalpitar d'appresso
Odo un destrier!… S'arresta!…
Chi mai nella tempesta
Fra le minacce e l'ire
Chi puote a me venirne?
Scena Seconda
ENRICO
(Gettando il mantello, in cui era inviluppato)
Io.
EDGARDO
Quale ardire!…
Asthon!
ENRICO
Sì.
EDGARDO
Fra queste mura
Osi offrirti al mio cospetto!
ENRICO
(con gioia feroce)
Io vi sto per tua sciagura.
EDGARDO
Per mia?
ENRICO
Non venisti nel mio tetto?
EDGARDO
Qui del padre ancor respira
L'ombra inulta… e par che frema!
Morte ogn'aura a te qui spira!
Il terren per te qui trema!
Nel varcar la soglia orrenda
Ben dovresti palpitar.
Come un uom che vivo scenda
La sua tomba ad albergar!
ENRICO
(con gioia feroce)
Fu condotta la sacro rito
Quindi al talamo Lucia.
EDGARDO
Ei più squarcia il cor ferito!…
Oh tormento! oh gelosia!
Ebben? Ebben?
ENRICO
Ascolta:
Di letizia il mio soggiorno
E di plausi rimbombava;
Ma più forte al cor d'intorno
La vendetta a me parlava!
Qui mi trassi… in mezzo ai venti
La sua voce udia tuttor;
E il furor degli elementi
Rispondeva al mio furor!
EDGARDO
(con altera impazienza)
Da me che brami?
ENRICO
Ascoltami:
Onde punir l'offesa,
De' miei la spada vindice
Pende su te sospesa…
Ch'altri ti spenga?
Ah! mai…
Chi dee svenarti il sai!
EDGARDO
So che al paterno cenere
Giurai strapparti il core.
ENRICO
Tu!…
EDGARDO
Sì!
ENRICO
Tu!
EDGARDO
(con nobile disdegno)
Quando?
ENRICO
Al primo sorgere del mattutino albore.
EDGARDO
Ove?
ENRICO
Fra l'urne gelide
dei Ravenswood.
EDGARDO
Verrò.
ENRICO
Ivi a restar preparati.
EDGARDO
Ivi… t'ucciderò.
EDGARDO, ENRICO
Ah! O sole più rapido a sorger t'appresta…
Ti cinga di sangue ghirlanda funesta…
Con tu rischiara l'orribile gara
d'un odio mortale, d'un cieco furor.
EDGARDO
Giurai strapparti il core
ENRICO
La spada pende su te
EDGARDO
Fra l'urne di Ravenswood
ENRICO
All'alba verrò.
EDGARDO, ENRICO
Farà di nostr'alme atroce governo
Gridando vendetta,
lo spirto d'Averno…
(l'uragano è al colmo)
Del tuono che mugge, del nembo che rugge
più l'ira è tremenda,
che m'arde nel cor.
(Enrico parte: Edgardo si ritira)
Scena Terza
(Galleria del castello di Ravenswood, vagamente illuminata per festeggiarvi le nozze di Lucia. Dalle sale contigue si ascolta la musica di liete danze. Il fondo della scena è ingombro di paggi ed abitanti di Lammermoor del castello. Sopraggiungono molti gruppi di Dame e Cavalieri)
CORO
D'immenso giubilo
S'innalzi un grido:
Corra la Scozia
Di lido in lido;
E avverta i perfidi
Nostri nemici,
Che a noi sorridono
Le stelle ancor.
Che a più terribili,
Ne rende l'aura
d'alto favor
Scena Quarta
RAIMONDO
(trafelato, ed avanzandosi a passi vacillanti)
Ah! Cessate… ah cessate quel contento…
CORO
Sei cosparso di pallor!…
RAIMONDO
Ah! Cessate!
CORO
Ciel! Che rechi?
RAIMONDO
Un fiero evento!
CORO
Tu ne agghiacci di terrore!
RAIMONDO
(accenna con mano che tutti lo circondino, e dopo avere alquanto rinfrancato il respiro)
Dalle stanze ove Lucia
Tratta avea col suo consorte,
Un lamento… un grido uscia
Come d'uom vicino a morte!
Corsi ratto in quelle mura…
Ahi! terribile sciagura!
Steso Arturo al suol giaceva
Muto freddo insanguinato!…
E Lucia l'acciar stringeva,
Che fu già del trucidato!…
(tutti inorridiscono.)
Ella in me le luci affisse…
Il mio sposo ov'è? mi disse:
E nel volto suo pallente
Un sorriso balenò!
Infelice! della mente
La virtude a lei mancò!
CORO
Oh! qual funesto avvenimento!…
Tutti ne ingombra cupo spavento!
Notte, ricopri la ria sventura
Col tenebroso tuo denso vel.
RAIMONDO E CORO
Ah! quella destra di sangue impura
L'ira non chiami su noi del ciel.
RAIMONDO
Ella in me le luci affise,
e l'acciar stringeva!
CORO
E l'acciar stringeva, l'acciar!
RAIMONDO, CORO
Ah, quella destra di sangue impura
l'ira non chiami su noi del ciel!
RAIMONDO
Eccola!
Scena Quinta
(Lucia è in succinta e bianca veste: ha le chiome scarmigliate, ed il suo volto, coperto da uno squallore di morte, la rende simile ad uno spettro, anziché ad una creatura vivente. Il di lei sguardo impietrito, i moti convulsi, e fino un sorriso malaugurato manifestano non solo una spaventevole demenza, ma ben anco i segni di una vita, che già volge al suo termine.)
CORO
(In disparte)
Oh giusto cielo!
Par dalla tomba uscita!
LUCIA
Il dolce suono
Mi colpì di sua voce!…
Ah! quella voce
M'è qui nel cor discesa!…
Edgardo! Io ti son resa:
Edgardo! Ah! Edgardo mio!
Sì, ti son resa!
Fuggita io son da' tuoi nemici…
Un gelo mi serpeggia nel sen!…
trema ogni fibra!…
Vacilla il piè!…
Presso la fonte, meco t'assidi alquanto…
Ohimè!… Sorge il tremendo
fantasma e ne separa!
Ohimè! Ohimè!
Edgardo!… Edgardo! Ah!
Il fantasma, il fantasma ne separa!…
Qui ricovriamo, Edgardo, a piè dell'ara…
Sparsa è di rose!…
Un'armonia celeste
Di', non ascolti? Ah, l'inno
suona di nozze!… Il rito
per noi s'appresta!…
Oh, me felice!
Oh, gioia che si sente, e non si dice!
Ardon gl'incensi… splendono
Le sacre faci, splendon intorno!…
Ecco il ministro!
Porgimi La destra…
Oh lieto giorno!
Alfin son tua, sei mio!
A me ti dona un Dio…
Ogni piacer più grato
Mi fia con te diviso
Del ciel clemente un riso
La vita a noi sarà!
RAIMONDO, NORMANNO E CORO
Abbi in sì crudo stato!
Di lei, signore, di lei pietà.
RAIMONDO
S'avanza Enrico!…
(Enrico entra)
Scena Sesta
ENRICO
(accorrendo)
Ditemi: Vera è l'atroce scena?
RAIMONDO
Vera, pur troppo!
ENRICO
Ah! perfida!…
Ne avrai condegna pena…
(scagliandosi contro Lucia)
CORO
T'arresta…
RAIMONDO
Oh ciel!… Non vedi
Lo stato suo?
LUCIA
(sempre delirando)
Che chiedi?…
ENRICO
(fissando Lucia, che nell'impeto di collera non aveva prima bene osservata)
Oh qual pallor!
LUCIA
Ah!, me misera!…
RAIMONDO
Ha la ragion smarrita.
ENRICO
Gran Dio!…
RAIMONDO
Tremare, o barbaro,
Tu dei per la sua vita.
LUCIA
Non mi guardar sì fiero…
Segnai quel foglio è vero…
Nell'ira sua terribile
Calpesta, oh Dio! l'anello!…
Mi maledice!… Ah! vittima
Fui d'un crudel fratello,
Ma ognor t'amai… lo giuro…
Edgardo… e t'amo ancor
ENRICO, RAIMONDO
Pietà di lei, Signor.
LUCIA
Chi mi nomasti? Arturo!
Ah! non fuggir… Perdono…
GLI ALTRI
Qual notte di terror!
LUCIA
Ah! No, non fuggir, Edgardo!
Spargi d'amaro pianto
Il mio terrestre velo,
Mentre lassù nel cielo
Io pregherò per te…
Al giunger tuo soltanto
fia bello il ciel per me!
(resta quasi priva di vita, fra le braccia di Alisa)
RAIMONDO, CORO
Più raffrenare il pianto
possibile non è!
ENRICO
Vita d'amaro pianto
Serba il rimorso a me!
Si tragga altrove… Alisa!
(a Raimondo)
Uom del Segnor, deh, voi
la misera vegliate…
(Alisa e le Dame conducono altrove Lucia)
Io più me stesso in me non trovo!…
(parte nella massima costernazione: tutti lo seguono, tranne Raimondo e Normanno)
RAIMONDO
(A Normanno)
Delator! gioisci dell'opra tua.
NORMANNO
Che parli?
RAIMONDO
Sì, dell'incendio che divampa e strugge
Questa casa infelice hai tu destata
la primiera favilla.
NORMANNO
Io non credei…
RAIMONDO
Tu del versato sangue, empio! tu sei
la ria cagion!… Quel sangue
Al ciel t'accusa, e già la man suprema
Segna la tua sentenza…
Or vanne, e trema.
(Segue Lucia; Normanno esce per l'opposto lato.)
Scena Settima
(Parte esterna del Castello, con la porta praticabile: un appartamento dello stesso è ancora illuminato internamente. In più distanza una cappella: la via che vi conduce è sparsa delle tombe dei Ravenswood. È notte.)
EDGARDO
Tombe degli avi miei,
l'ultimo avanzo
D'una stirpe infelice
Deh! raccogliete voi.
Cessò dell'ira
Il breve foco… sul nemico acciaro
Abbandonar mi vo'.
Per me la vita
È orrendo peso!…
l'universo intero
È un deserto per me senza Lucia!…
Di faci tuttavia
Splende il castello!
Ah! scarsa
Fu la notte al tripudio!…
Ingrata donna!
Mentr'io mi struggo in disperato pianto,
Tu ridi, esulti accanto
Al felice consorte!
Tu delle gioie in seno,
io… della morte!
Fra poco a me ricovero
darà negletto avello…
Una pietosa lagrima
Non scenderà su quello!…
Ah! Fin degli estinti, ahi misero!
Manca il conforto a me!
Tu pur, tu pur dimentica
Quel marmo dispregiato:
Mai non passarvi, o barbara,
Del tuo consorte a lato…
Rispetta almeno le ceneri
chi moria per te.
Oh, barbara!
Scena Ottava
(Si avvicina una processione proveniente dal castello di Lammermoor)
CORO
Oh meschina! Oh, fato orrendo!
Più sperar non giova omai!…
Questo dì che sta sorgendo
Tramontar tu non vedrà!
EDGARDO
Giusto cielo!… Rispondete:
Rispondete! Ah!
CORO
Oh meschina!
EDGARDO
Di chi mai, di chi piangete?
Rispondete, rispondete per pietà!
CORO
Di Lucia.
EDGARDO
(esterrefatto)
Lucia diceste!
CORO
La meschina…
EDGARDO
Su parlate!
CORO
Sì la misera sen muore
EDGARDO
Ah!
CORO
Fur le nozze a lei funeste…
Di ragion la trasse amore…
S'avvicina all'ore estreme,
E te chiede… per te geme…
EDGARDO
Ah! Lucia muore! Lucia!…
(si ode lo squillo lungo, e monotono della campana de' moribondi)
CORO, EDGARDO
Questo dì che sta sorgendo
tramontar più non vedrà!
CORO
Rimbomba già la squilla in suon di morte!
EDGARDO
Ahi!… quel suono al cor mi piomba!
È decisa la mia sorte!…
Rivederla ancor vogl'io…
Rivederla e poscia…
(incamminandosi)
CORO
(trattenendolo)
Oh Dio!… Qual trasporto sconsigliato!…
Ah desisti…ah! riedi in te…
(Edgardo si libera a viva forza, fa alcuni rapidi passi per entrare nel castello, ed è già sulla soglia quando n'esce Raimondo.)
Scena ultima
RAIMONDO
Dove corri sventurato?
Ella in terra più non è.
(Edgardo si caccia disperatamente le mani fra' capelli, restando immobile in tale atteggiamento, colpito da quell'immenso dolore che non ha favella. Lungo silenzio)
EDGARDO
Lucia!
RAIMONDO
Sventurato!
EDGARDO
In terra più non è?
Ella dunque?
RAIMONDO
È in Cielo!
EDGARDO
Lucia più non è…
CORO
Sventurato! Sventurato!
EDGARDO
(scuotendosi)
Tu che a Dio spiegasti l'ali,
O bell'alma innamorata,
Ti rivolgi a me placata…
Teco ascenda il tuo fedel.
Ah se l'ira dei mortali
Fece a noi sì cruda guerra,
Se divisi fummo in terra,
Ne congiunga il Nume in ciel!
O bell'alma innamorata,
Ne congiunga il Nume in Ciel
(trae rapidamente un pugnale)
Io ti seguo…
(tutti si avventano, ma troppo tardi per disarmarlo)
RAIMONDO
Forsennato!…
RAIMONDO, CORO
Ah! Che fai!…
EDGARDO
Morir voglio, morir voglio!
RAIMONDO, CORO
Ritorna in te, ritorna in te!
EDGARDO
No, no, no!
(Se immerge il pugnale in core)
RAIMONDO, CORO
Ah!
RAIMONDO
Che facesti?
EDGARDO
A te vengo, o bell'alma…
RAIMONDO
Sciagurato!
EDGARDO
Ti rivolgi, ah! Al tuo fedel…
Ah se l'ira… dei mortali…
Si cruda guerra… O bell'alma,
ne congiunga il Nume in Ciel!,
O bell'alma innamorata,
ne congiunga il Nume in Ciel!,
Se divisi fummo in terra
ne congiunga il Nume in Ciel!,
RAIMONDO
Pensa al ciel!
CORO
Quale orror! Quale orror!
RAIMONDO
Oh Dio, perdona.
CORO
Ahi tremendo!… ahi crudo fato!…
Dio, perdona tanto error.
(Prostrandosi, ed alzando le mani al cielo: tutti lo imitano: Edgardo cade e muore)
FINE DELL'OPERA
(libretto: Salvadore Cammarano)