ATTO SECONDO
Scena prima
Bosco.
Dorinda sola.
N. 17 - Arioso
DORINDA
Quando spieghi i tuoi tormenti
amoroso rosignolo
par che canti e piangi allor,
e accompagni il mio dolor.
Scena seconda
Orlando e Dorinda.
Recitativo
ORLANDO
Perché, gentil Dorinda,
così vai pubblicando
ch'ha rapito Isabella, e l'ama Orlando?
DORINDA
Io? Signor, mal intese
ch'il riferì, d'Angelica parlai...
ORLANDO
Dimmi, di quale Angelica tu intendi?
DORINDA
Di quella, ch'era meco,
e poi se n'è partita
col suo Medoro, da lei tanto amato
ch'amavo pure anch'io
ch'era l'idol mio
e me lasciò schernita
sebben questo gioiello m'ha donato.
(gli fa vedere il gioiello)
ORLANDO
Che miro, oh ciel! Questo è il maniglio appunto
che già di Ziliante a me fu dono,
e ch'io dopo a lei diedi. Ah! Più non posso
dubitar ch'ella sia, che me tradisce.
Ma chi è costui, che ardisce
d'esser a me rivale?
È il re circasso? O Ferraguto il moro?
DORINDA
Già v'ho detto, che chiamasi Medoro
ed è giovane e bello
d'una bona struttura. Ahi! Che non posso
scordarlo! Ed ora tutto quel che miro
parmi che sia Medoro, e ognor sospiro.
N. 18 - Aria
DORINDA
Se mi rivolgo al prato
veder Medoro mio
in ogni fior mi fa.
Se miro il bosco, o 'l rio
mi par che mormorando
or l'onde, ora le fronde
dicano sì ch'amando
qui 'l tuo Medoro sta.
(parte)
Scena terza
Orlando solo.
Recitativo
ORLANDO
È questa la mercede
Angelica spietata!
Del mio amor, di mia fede?
Ah! Non vi gioverà da me fuggire;
che sino d'Acheronte sulla strada
vi giungerà il mio sdegno, e la mia spada!
N. 19 - Aria
ORLANDO
Cielo! Se tu il consenti,
deh! Fa' che nel mio seno
possa anche il ferro entrar;
perché a un sì rio dolore
dal misero mio core
sappia col ferro almeno
l'uscita ritrovar.
(parte)
Scena quarta
Veduta di mare in lontano; da una parte boschetto di lauri, e dall'altra una bocca di grotta.
Angelica, Medoro e Zoroastro.
Recitativo
ZOROASTRO
A qual rischio vi espone
incauti amanti un cieco amor?
ANGELICA
È d'uopo lontanarsi da Orlando.
ZOROASTRO
E s'ei vi giunge?
MEDORO
Ho core anch'io nel petto.
ANGELICA
Forse per me non sarà mai crudele.
ZOROASTRO
E avrà pietà di chi gli fu infedele?
Affrettatene i passi per fuggir il suo sdegno
e l'opra mia per vostro aiuto impegno.
N. 20 - Aria
ZOROASTRO
Tra caligini profonde
erra ognor la nostra mente
s'ha per guida un cieco nume.
Di rovina sulle sponde
è in pericolo imminente
se ragion non le dà il lume.
(parte)
Scena quinta
Angelica e Medoro.
Recitativo
ANGELICA
Da queste amiche piante
dovermi allontanar, quanto mi spiace!
MEDORO
Conserveranno ogn'ora, o mio bel core
la memoria fedel del nostro amore.
ANGELICA
Ma del nostro cammino
è tempo ormai di seguitarne il corso;
vanne ed appresta a' corridori 'l morso,
ch'io qui t'attendo.
MEDORO
Pronto d'ogni tuo cenno esecutor son io.
Addio prati! Addio fonti! Allori addio!
(scolpisce i loro nomi nella scorza degli alberi)
N. 21 - Aria
MEDORO
Verdi allori sempre unito
conservate il nostro nome
come unito sarà il cor.
E poi dite a chi lo miri
da qual mano, quando, e come
fosse in voi sì ben scolpito
se volete, che sospiri
invidiando il nostro amor.
(parte)
Scena sesta
Angelica sola.
Recitativo
ANGELICA
Dopo tanti perigli, e tanti affanni
ora al paterno regno
con Medoro farò lieto ritorno.
Troppo ingrata ad Orlando
mi rendo, è ver, cui debbo onor, e vita.
Ma che far posso? Egli ben sa per prova
che agli incanti d'un volto
né forza, né virtù, né merto giova.
N. 22 - Aria
ANGELICA
Non potrà dirmi ingrata
perché restai piagata
da un così vago stral.
Se quando amor l'offese
ei pur mal si difese
dall'arco suo fatal.
(parte)
Scena settima
Orlando solo.
Recitativo
ORLANDO
Dove, dove guidate o Furie
che m'agitate il piede errante?
Per ritrovar l'indegna
coppia, che si nascose a gli occhi miei.
(legge sopra la scorza degli alberi)
Ma che rimiro? Oh dèi!
Scolpiti in queste piante
i nomi rei d'Angelica e Medoro
e 'l lor perfido amore, e pur non moro!
Ma dov'è quella man, che li ha scolpiti?
Forse che in questo speco
del loro amor ricetto, ella s'asconde;
ne cercherò ben tutte
le più cieche voragini profonde.
(entra nella grotta)
Scena ottava
Angelica e poi Orlando.
ANGELICA
Tutto a poter partire
ha già disposto il mio gradito amante.
Addio, dunque vi lascio, amiche piante.
N. 23 - Aria
ANGELICA
Verdi piante, erbette liete
vago rio, speco frondoso
sia per voi benigno il ciel.
Delle vostre ombre segrete
mai non turbi 'l bel riposo
vento reo, nembo crudel.
Recitativo
ORLANDO
Ah perfida, qui sei!
ANGELICA
Chi mi soccorre? Oh numi!
(fugge nel bosco. Orlando la seguita,
quando esce Medoro)
Scena nona
Medoro solo.
MEDORO
Ohimè! Che miro! Angelica seguita
da un cavalier fuggendo va nel bosco?
Volo a correr sull'orme.
(va nel bosco)
Scena decima
Angelica fuggendo, e poi Orlando.
ANGELICA
Amor, caro amore!
Assistimi tu
tuo nume imploro
ah Medoro! Medoro!
ORLANDO
Medoro chiami invan.
ANGELICA
Dove m'ascondo?
ORLANDO
Non fuggirai, se non vai nell'altro mondo.
Angelica fugge verso il mare, Orlando la seguita, quando discende una gran nube, che asconde Angelica,
e la porta via in aria accompagnata da quattro Geni, che la circondano.
Scena undicesima
Orlando solo.
N. 24 - Recitativo accompagnato
ORLANDO
Ah stigie larve! Ah scellerati spettri,
che la perfida donna ora ascondete,
perché al mio amor offeso
al mio giusto furor non la rendete?
Ah misero e schernito,
l'ingrata già m'ha ucciso!
Sono lo spirto mio da me diviso
sono un'ombra, e qual ombra adesso io voglio
varcar là giù ne' regni del cordoglio.
Ecco la stigia barca.
Di Caronte a dispetto
già solco l'onde nere: ecco di Pluto
le affumicate soglie, e l'arso tetto.
ORLANDO
Già latra Cerbero
e già dell'Erebo
ogni terribile
squallida furia
se n' viene a me.
Ma la furia, che sol mi diè martoro
dov'è? Questo è Medoro.
A Proserpina in braccio
vedo che fugge. Or a strapparla io corro.
Ah! Proserpina piange!
Vien meno il mio furore
se si piange all'inferno anco d'amore.
ORLANDO
Vaghe pupille, non piangete, no
che del pianto ancor nel regno
può in ognun destar pietà;
vaghe pupille, non piangete, no.
Ma sì, pupille, sì piangete, sì
che sordo al vostro incanto
ho un core d'adamanto,
né calma il mio furor;
ma sì, pupille sì piangete sì.
Si getta furiosamente dentro alla grotta, che scoppia, vedendosi il Mago nel suo carro, che tiene fra le braccia Orlando, e fugge per aria.