ATTO TERZO
Scena Prima
(Sala terrena nel palagio Nottingham)
SARA
Né riede ancor il mio consorte!…
Scena Seconda
FAMILIARE
Duchessa!
Un di que' prodi, cui vegliar fu dato
La regia stanza, e già pugnaro a lato
Del gran Roberto, qui giungea, recando
Non so qual foglio, che in tua man deporre
E richiede e scongiura.
SARA
Venga
(Il soldato viene introdotto: egli porge alla Duchessa una lettera, quindi si ritira col domestico. Dopo letto)
Roberto scrisse!… Oh ria sciagura!
Segnata è la condanna! Pur… qui lo
Apprendo… questo anello è sacro
Mallevador de' giorni suoi… Che tardo?
Corrasi a pie' d'Elisabetta…
Scena Terza
SARA
(fra sè)
Il duca!…
Qual torvo sguardo!…
NOTTINGHAM
Un foglio avesti?
SARA
(fra sè)
Oh cielo!…
NOTTINGHAM
Sara!… vederlo io voglio.
SARA
Sposo!…
NOTTINGHAM
Sposo!… Lo impongo: a me quel foglio.
SARA
(fra sè)
Perduta io son!…
NOTTINGHAM
(Il duca legge)
Tu dunque
Puoi dal suo capo allontanar la scure?
Una gemma ti die'! Quando? Fra l'ombre
Della trascorsa notte, allor che pegno
D'amor sul petto la tua man gli pose
Ciarpa d'oro contesta?
SARA
Oh folgore tremenda, inaspettata!
Già tutto è noto a lui!…
NOTTINGHAM
Si, scellerata!
Non sai che un nume vindice
Hanno i traditi in cielo?
Egli con man terribile
Frange alle colpe il velo!
Spergiura, in me paventalo
Quel dio vendicator.
SARA
M'uccidi.
NOTTINGHAM
Attendi, o perfida:
Vive Roberto ancor.
Io per l'amico in petto
Tenero amor serbava,
Come celeste oggetto
Io la consorte amava.
Avrei per loro impavido
Sfidato affanni e morte…
Chi mi tradisce? Ahi misero!
L'amico e la consorte!
Stolta! Che giova il piangere?
Sangue, non pianto io vo'.
SARA
Tanta il destin fremente
Dunque ha su noi possanza?
Può dunque un innocente
Di reo vestir sembianza?
O tu, cui dato è leggere
In questo cor pudico,
Tu, Dio clemente, tu, Dio l'accerta
Ch'empio non è l'amico,
Che d'un pensier, d'un palpito
Tradito io mai non l'ho.
(Odesi lugubre marcia)
Non rimbomba un suon ferale?
(accorrendo ai veroni, scorgessi Essex passar di lontano circondato dalle Guardie)
NOTTINGHAM
Lo traggono alla Torre.
SARA
Fero brivido mortale
Per le vene mi trascorre!…
Il supplizio a lui s'appresta!
L'ora… ahi! L'ora è già vicina!
Dio, m'aita!…
NOTTINGHAM
Iniqua! Arresta!…
Ove corri?
SARA
Alla regina.
NOTTINGHAM
Di salvarlo hai speme ancora?…
SARA
Lascia.
(cercando liberarsi)
NOTTINGHAM
Oh rabbia!… Ed osi!… -Olà!
(Compariscono le guardie del palagio ducale.)
A costei la mia dimora sia prigione.
SARA
Oh ciel!…
Pietà…
All'ambascia ond'io mi struggo
Dona, ah, dona un solo istante…
Io lo giuro, a te non fuggo.
Riedo in breve alle tue piante…
Cento volete allor se vuoi
Me trafiggi: a' piedi tuoi
Benedir m'udrai morente
Quella man che mi ferì.
NOTTINGHAM
Più tremendo avvampa e rugge
L'onor mio da voi trafitto:
Ogni accento che ti sfugge,
Ogni lagrima è un delitto.
Ah! Supplizio troppo breve
È la morte ch'ei riceve;
Dio! Punisci eternamente
L'alma rea che mi tradì
Scena Quarta
(Carcere nella Torre di Londra)
ROBERTO
Ed ancor la tremenda
Porta non si dischiude? Un rio presagio
Tutte m'ingombra di terror le vene!
Pur fido è il messo, e quella gemma è pegno
Securo a mi di scampo.
Uso a mirarla in campo
Io non temo la morte, io viver solo
Tanto desio, che la virtù di Sara
A discolpar mi basti…
O tu, che m'involasti
Quell'adorata donna, i giorni miei
Serbo al tuo brando, tu svenar mi dei.
A te dirò, negli ultimi
Singhiozzi, in braccio a morte:
Come uno spirto angelico
Pura è la tua consorte.
Lo giuro, e il giuramento
Col sangue mio suggello…
Credi all'estremo accento
Che il labbro mio parlò.
Chi scende nell'avello
Sai che mentir non può.
(Odesi un calpestio e sordo rumore di chiavistelli)
Odo un suon per l'aria cieca…
Si dischiudono le porte…
Ah! la grazia mi si reca…
Scena Quinta
GUARDIE
Vieni, o conte.
ROBERTO
Dove?
GUARDIE
A morte!
ROBERTO
A morte! a morte!
Ora in terra, o sventurata-
Più sperar non dei pietà!…
Ma non resti abbandonata;
Havvi un giusto, ed ei m'udrà.
Bagnato il sen di lagrime,
Tinto del sangue mio,
Io corro, io volo a chiedere
Per te soccorso a Dio!
Impietositi gli angeli
Eco al mio duol faranno…
Si piangerà d'affanno
La prima volta in ciel!
GUARDIE
Vieni… a subir preparati
La morte più crudel.
Scena Sesta
(Gabinetto della Regina)
ELISABETTA
(fra sè)
E Sara in questi orribili momenti
Poté lasciarmi? - Al suo ducal palagio,
Onde qui trarla s'affrettò Gualtiero,
E ancor… De' suoi conforti
L'amistà mi sovvenga, io n'ho ben d'uopo…
Io sono donna alfine. - Il foco è spento
Del mio furor…
DAME
(fra sè)
Stan nel turbato aspetto
d'alto martir le impronte.
Più non le brilla in fronte
L'usata maestà!…
ELISABETTA
(fra sè)
Vana la speme
Non fia… presso a morir, l'augusta gemma
Ei recar mi farà. - Pentito il veggo
Alla presenza mia…
Pur… fugge il tempo…
Vorrei fermar gl'istanti. - E se la morte,
Ond'esser fido alla rival, scegliesse?…
Oh truce idea funesta!
Se già s'appressa al palco?…
Ahi crudo!…arresta!
Vivi, ingrato, a lei d'accanto,
Il mio core a te perdona…
Vivi, o crudo, e m'abbandona
In eterno a sospirar…
Ah! si celi questo pianto,
Ah! non sia chi dica in terra:
La regina d'Inghilterra
Ho veduto lagrimar.
Scena Settima
ELISABETTA
Che m'apporti?
CECIL
Quell'indegno al supplizio s'incammina.
ELISABETTA
(fra sè)
Ciel!…
(a Cecil)
Né diede qualche pegno
Da recarsi alla regina?
CECIL
Nulla diede
ELISABETTA
(fra sè)
Ingrato!
Alcun s'appressa.
Deh! si vegga…
CECIL
È la duchessa!…
Scena Ottava
(Sara sporge verso la regina l'anello d'Essex)
ELISABETTA
Questa gemma d'onde avesti?
Quali smanie! Quel pallore!
Oh sospetto!… E che, potresti?…
Forse?… Ah! parla.
SARA
Il mio terrore…
Tutto… dice… io son!…
ELISABETTA
Finisci.
SARA
Tua rivale…
ELISABETTA
Ah!…
SARA
Me punisci, ma… del conte serba i giorni…
ELISABETTA
(ai cavalieri)
Deh! Correte… deh! Volate…
Pur ch'ei vivo a me ritorni,
Il mio serto domandate.
CAVALIERI
Ciel, ne arrida il tuo favore…
Scena Ultima
(Rimbomba un colpo di cannone)
NOTTINGHAM
Egli è spento.
GLI ALTRI
Qual terror!
ELISABETTA
(S'avvicina a Sara, convulsa di rabbia e affanno.)
Tu perversa… tu soltanto
Lo spingesti nell'avello!…
Onde mai tardar cotanto
A recarmi questo anello?
NOTTINGHAM
Io, regina, io fu soltanto.
Fui trafitto nell'onor.
Sangue volli, e sangue ottenni.
ELISABETTA
(a Sara)
Alma rea!
(a Nottingham)
Spietato cor!
Quel sangue versato - al cielo s'innalza,
Giustizia domanda, - reclama vendetta;
Già l'angiol di morte - fremente v'incalza,
Supplizio inaudito - entrambi v'aspetta;
Sì vil tradimento - delitto sì reo,
Clemenza non merta, - non merta pietà.
Nell'ultimo istante - volgetevi a Dio,
Ei forse perdono - conceder potrà.
CORO
Ti calma, rammenta le cure del soglio:
Chi regna, lo sai, non vive per sé.
ELISABETTA
Tacete: non regno, non vivo.
Uscite…
CORO
Regina!
ELISABETTA
Tacete, mirate:
(Come atterrita da spaventevole visione)
Quel palco di sangue rosseggia,
È tutto di sangue quel serto bagnato,
Un orrido spettro percorre la reggia,
Tenendo nel pugno il capo troncato,
Di gemiti e grida il cielo rimbomba,
Pallente del giorno la luce si fe'.
Ov'era il mio trono s'innalza una tomba!
In quella discendo, fu schiusa per me.
Partite, lo voglio.
Dell'anglica terra sia Giacomo il re.